LA STORIA DELLA
STRISCIA DI GAZA
IN SEI ANNI dall'inizio della
seconda intifada (settembre 2000)
il bilancio delle vittime
é:
6 israeliani morti a causa di
razzi sparati da palestinesi
4500 palestinesi uccisi
dall'esercito israeliano
(fonte: Le
Monde Diplomatique )
La striscia di Gaza è
una piccola zona lungo la costa del Mediterraneo tra l’Egitto ed
Israele, lunga 40km e larga 10km, in cui vivono più di 1,4
milioni di Palestinesi. La striscia di Gaza ha una tra le maggiori
percentuali di densità di popolazione al mondo.
I confini furono stabiliti nel 1948 dopo la creazione dello stato
d’Israele; da allora fu occupata dall’Egitto fino al 1967 e poi
passò sotto il controllo israeliano. Nel 2005 l’esercito
israeliano formalmente si ritira dalla Striscia, ma di fatto continua a
detenere il controllo dei confini, dello spazio aereo e di mare.
Gaza City è il centro
urbano più esteso, con 400 mila abitanti, punto di riferimento
commerciale ed amministrativo per tutti i territori occupati, anche se
i movimenti tra la Striscia ed il West Bank sono molto limitati.
Gli altri centri più importanti sono Khan Younis (200 mila abitanti)
situata nella parte centrale della striscia, e Rafah (150 mila abitanti) situata a
sud.
La maggior parte della popolazione è composta da rifugiati
fuggiti o espulsi dalle loro terre nel 1948, che vivono ancora oggi, in
gran parte, negli otto campi profughi
gestiti dall’ONU che sono:
Jabaliya – 106 mila abitanti circa
Rafah – 95 mila abitanti circa
Shati – 78 mila abitanti circa
Nuseirat – 57 mila abitanti circa
Khan Younis – 63 mila abitanti circa
Bureij – 28 mila abitanti circa
Maghazi – 22 mila abitanti circa
Deir el-Balah – 19 mila abitanti circa
Di questi, parte sono sorti in prossimità delle città,
altri come Nuseirat e Bureij sono autosufficienti.
Una barriera di metallo
costruita dagli Israeliani divide Israele dalla striscia di Gaza;
inoltre vi è una zona tampone di altri 300 metri dalla parte
della Striscia sempre controllata dall’esercito israeliano.
L’assedio della striscia di Gaza
è continuato anche e soprattutto dopo il “ritiro” degli
Israeliani e si configura come una forma di punizione collettiva contro
i civili palestinesi . Da giugno 2006 tutti i valichi sono chiusi e
questo assedio totale ha avuto un impatto disastroso sulla situazione
umanitaria ed ha violato i diritti economici e sociali della
popolazione civile palestinese particolarmente il diritto a condizioni
di vita dignitose, il diritto alla salute e all’educazione ed ha
paralizzato interi settori economici. Le chiusure condizionano il
flusso di scorte alimentari, medicinali e altri necessità come
il carburante, materiali di costruzione e materie prime per i vari
settori economici.
Ci sono state severe restrizioni della circolazione delle persone ed in
conseguenza di questa paralisi totale almeno il 73 % delle
famiglie nella striscia di Gaza vive sotto il limite di povertà
e la disoccupazione è al 55%, ulteriormente aggravata dal fatto
che il governo di Hamas, in carica da fine gennaio 2005, non ha potuto
neanche più pagare gli stipendi agli impiegati pubblici. Da
quando infatti Hamas ha vinto le elezioni ed è andato al governo
sono stati congelati gli aiuti umanitari internazionali e Israele
si è rifiutato di continuare a versare all’Autorità
palestinese i proventi delle tasse riscosse per conto
dell’autorità stessa.
SITUAZIONE DEI VALICHI ( a maggio 2007)
Dopo il ritiro degli Israeliani nel 2005 la gestione “ufficiale” dei
valichi di confine è la seguente: l’unica zona di confine non
controllata completamente dagli Israeliani è il valico di Rafah al confine con l’Egitto la
cui gestione ufficiale, dopo pressioni internazionali, è
affidata all’Egitto coadiuvato da osservatori europei. Il governo
israeliano effettua i controlli tramite videosorveglianza, ma non
può effettuare fermi di persone. Il valico è destinato al
transito di pedoni e alle esportazioni, non sono concesse importazioni.
Ufficialmente le merci in ingresso dall’Egitto possono entrare solo dal
valico di Kerem Shalom e da
Israele solo dai valichi di Sufa e
Karni, tutti controllati
dall’esercito israeliano. Il principale passaggio per recarsi in
Israele é il valico di Erez.
Le chiusure e le limitazioni di
passaggio ai valichi
(fonte: Palestinian Centre for Human
Rights)
Da giugno 2006 praticamente tutti i
valichi sono chiusi.
Il valico di Rafah è
rimasto chiuso dal 25 giugno 2006 anche se non è gestito
direttamente dagli Israeliani e nonostante che 3000 palestinesi,
compresi 400 malati, stavano aspettando di rientrare nelle loro case.
Queste persone sono state quindi bloccate nelle città egiziane
di confine senza servizi ed assistenza, soprattutto per i malati, e
senza soldi perché non avevano previsto una sosta così
lunga.
Il valico è stato riaperto per brevi momenti il 10, 11, 19
agosto 2006 e sono transitate oltre 6mila persone in uscita verso
l’Egitto e 310 in ingresso nella striscia di Gaza . Il 25 agosto
avrebbe dovuto riaprire per 2 giorni, ma ha funzionato solo per 10 ore.
Ha riaperto parzialmente il 24 e 25 ottobre e il 31 ottobre 2006
e 1 novembre 2006. Dal 25 giugno 2006 a novembre 2006 é stato
aperto solo per 18 giorni non consecutivi. Dal 19 al 25 aprile 2007 ha
aperto solo per 1 giorno.
A fine febbraio 2007 si è raggiunto un accordo tra palestinesi
ed egiziani per tenerlo aperto tre volte a settimana. Dal 19 al 25
aprile 2007 ha aperto solo per 1 giorno.
Da metà maggio 2007 è chiuso e 50mila palestinesi sono
bloccati. Emergenza sanitaria grave perché ci sono molti feriti
a causa delle ultime incursioni che hanno bisogno di cure urgenti e non
sanno dove andare perché gli Israeliani negano loro il permesso
di recarsi sia in Israele che in Egitto.
Il valico di Sufa, a nord est
di Rafah, è rimato aperto solo il 23 e 24 agosto
2006 per permettere il passaggio di aiuti umanitari.
Il valico di Erez (Beit
Hanoun) è rimasto parzialmente aperto per i diplomatici e i
malati con permesso di transito, ma sistematicamente è impedito
ai parlamentari e ministri di Hamas di uscire da Gaza per recarsi nel
West Bank e a Gerusalemme e dal 12 marzo 2006 é impedito a tutti
i lavoratori palestinesi di raggiungere il proprio posto di lavoro in
Israele passando da questo valico. Da febbraio 2007 Israele ha aperto
il nuovo valico di Erez, ma le restrizioni rimangono le stesse.
Il valico di Karni (Al
Mintar) da cui passano quasi tutte le merci è chiuso dal 15
agosto 2006 e non è concesso neanche il passaggio di aiuti
umanitari. Parzialmente riaperto agli inizi di novembre 2006.
Le chiusure dei valichi e le limitazioni di passaggi sono la
causa principale delle sofferenze della popolazione che vive in carenza
di scorte alimentari, carburante (che serve per i generatori elettrici,
indispensabili per la refrigerazione e l'irrigazione dei campi dopo la
distruzione della centrale elettrica nel luglio 2006) e altri aiuti
umanitari e compromette anche le esportazioni perché le merci
deperibili quali frutta e fiori vanno a male se soggetti a lunghe
attese prima di essere portate a destinazione.
SITUAZIONE ECONOMICA ( a maggio 2007)
L’attività principale, la pesca, è proibita dal 25 giugno
2006 e prima era soggetta a pesanti limitazioni. Circa 35mila persone
di residenti lungo la costa vivevano grazie all’attività
peschereccia compresi 2500 pescatori e 2500 addetti e familiari.
La situazione economica e sociale è gravissima, la maggior parte
della popolazione si trova in situazione di grave indigenza e di
completa dipendenza dagli aiuti assistenziali anche perché la
reiterata chiusura dei valichi compromette le esportazioni
Persino il Programma mondiale per l'alimentazione delle Nazioni Unite
(WFP) ha fatto un appello sottolineando che la comunità
internazionale dovrebbe avere come priorità la risoluzione della
tragedia umanitaria a Gaza e non concentrarsi esclusivamente sulla
ricostruzione del Libano
I blocchi degli accessi da parte di Israele ed il congelamento degli
aiuti internazionali dopo la vittoria elettorale di Hamas nel gennaio
2005 hanno reso la situazione insostenibile.
GLI
ATTACCHI ISRAELIANI
Le aggressioni dell’esercito israeliano sotto forma di attacchi aerei,
invasioni, arresti ed esecuzioni extragiudiziali vanno poi ad aggravare
una situazione critica già da molto tempo.
GLI SCONTRI TRA HAMAS E FATAH
Come se non bastasse, gli scontri tra le opposte fazioni di Hamas e
Fatah hanno causato altri gravi lutti
Dall’inizio del 2007 al 15 maggio 2007
196 morti, 1171 feriti, 229 rapiti, numerosi edifici pubblici e
residenziali danneggiati.
Il 23 maggio 2007 le 5 fazioni
della resistenza, Hamas, Fatah, Jihad islamica, PFLP e DFLP, hanno
confermato, in un incontro con Abbas e Haniye, la loro volontà
di mantenere la tregua interna, porre fine agli scontri interni e dare
spazio ad azioni congiunte per rafforzare il piano di sicurezza
interno. Sono tutti concordi nel formare una commissione che controlli
la tregua.