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Il 23 maggio si è svolta, presso il tribunale di Lodi, la prima
udienza nella vertenza promossa dai netturbini
interinali di Manpower, licenziati da Genia, durante l'estate del 2006.
A un anno dai licenziamenti, si è
affrontato il caso di Paolo Catalano, liquidato prima degli altri in
quanto inutilizzabile perché in infortunio dopo
il grave incidente sul lavoro le cui responsabilità ricadono
sull'assenza di adeguate misure di sicurezza sui mezzi
adottati da Genia per la raccolta rifiuti.
Di fronte alla richiesta del giudice di verificare eventuali
possibilità di conciliazione, la Genia ha avanzato una
ridicola proposta economica che Catalano ha rifiutato ribadendo che la
vertenza punta esclusivamente al posto di
lavoro e che l'unica conciliazione possibile può riguardare
solo l'entità degli arretrati dovuti.
Di fronte all'impossibilità di raggiungere un qualsiasi accordo
al momento, il giudice ha rinviato l'udienza al 20
giugno, un appuntamento forse risolutivo di questa prima vertenza
Parallelamente prosegue comunque il presidio permanente che si
insediò a S.Giuliano, in piazza Italia, a partire dallo
sciopero, proclamato dalla CUB il 7 ottobre 2006.
Una lotta che dura ormai da 8 mesi e che ha comunque già
conseguito alcuni risultati; innanzitutto il fatto che
l'iniziativa indipendente e autorganizzata di un settore di lavoratori
dimostra di poter rompere con le regole del gioco
e di riuscire a tener testa ad un avversario che gode dell'appoggio di
importanti fette del potere politico e di
mass-media. Un'azienda sbandierata da "Report" come modello
funzionante di "azienda capitalista" che in realtà,
godendo del nulla osta della giunta comunale di S.Giuliano, si
è
accaparrata praticamente l'intero patrimonio pubblico (scuole, parchi,
case, terreni, impianti sportivi, ecc.)
oltre alla gestione dei servizi essenziali (acqua, luce, gas , raccolta
rifiuti, ecc).
La posta in gioco quindi continua ad essere alta, e va aldilà
della vicenda dei 5 operai in lotta per il posto di
lavoro. A maggior ragione di fronte a segnali di ripresa delle
lotte in diverse parti d'Italia (dagli scioperi
contro la riforma delle pensioni alla FIAT, alle vertenze diffuse
contro il lavoro precario) il presidio in piazza Italia si
dimostra un'esperienza collettiva che, a maggior ragione nel caso di
una prima vittoria, può favorire un collegamento
più stretto fra diverse realtà lavorative territoriali
mantenendo, allo stesso tempo, un punto stabile di critica
pubblica e radicale al sistema di potere politico cittadino, pienamente
complice della voracità che i padroni
esercitano sugli operai e i cittadini in generale, per perseguire scopi
di puro profitto.
Un sistema di potere che va denunciato ma non solo. Perché urge
una valida alternativa.
Presidio permanente di piazza Italia