Il patto scellerato
19 febbraio 2006
All'Alfa di Pomigliano un gruppo di operai, militanti sindacali dello Slai
Cobas sono stati licenziati, sono 12. Le contestazioni sono una copertura
formale ad una sostanza che è chiara a tutti. Nelle assemblee sul contratto
i funzionari sindacali di Fim Fiom Uilm, hanno provocato gli operai e
questi li hanno contestati duramente. Non solo hanno firmato un contratto
da fame, introdotto più flessibilità, volevano anche non far parlare gli
operai, impedirne la critica diretta.
La provocazione si è rivolta contro loro stessi. Per decisione della
maggioranza degli operai presenti, è stato impedito loro di raccontare le
solite fandonie.
Un duro confronto su questioni serie: quanto pane posso mettere in tavola e
quante ore devo stare sulla linea a sgobbare. Non è un dibattito sulla par
condicio o sul proporzionale in un salotto televisivo, dove, anche se
volano insulti e schiaffi davanti a milioni di persone, tutto viene
giustificato: è il sale della democrazia.
La Fiat invece interviene immediatamente e pesantemente, i sindacalisti che
tanto si sono spesi a sostenere l.introduzione del TMC2, a mantenere bassi
i salari, a firmare cassa integrazione e mobilità, non devono essere
toccati, devono avere ampia libertà di movimento, essere protetti dalle
guardie: nel territorio della fabbrica il padrone è il monarca assoluto e i
suoi compiacenti partner sindacali devono poter fare il bello e il cattivo
tempo.
La Fiat licenzia gli operai che hanno guidato la protesta, ci immaginiamo
che nei rapporti intercorsi tra la Direzione e Fim Fiom Uilm, la prima
abbia detto: .ve li togliamo davanti noi questi dei Cobas. e gli altri
abbiano risposto, .se lo fate voi niente in contrario..
Un patto scellerato per ammutolire gli operai, tagliando la testa ai loro
più agguerriti sindacalisti di base.
Povero Rinaldini, il .sinistro. che lascia risolvere al padrone Fiat con i
licenziamenti, una discussione contrattuale fra i suoi uomini e gli operai.
Quando un gruppo dirigente sindacale ha bisogno della repressione del
padrone e dello Stato per far fuori le tendenze sindacali contrarie alle
sue scelte, è finito. Dimostra, se ancora ce ne era bisogno, di
rappresentare interessi estranei a quelli dei suoi associati, gli operai e
di aver assunto, al contrario, quelli di fondo dei padroni e del loro
sistema.
Gli operai iscritti alla Fim Fiom Uilm, sanno ora come viene trattato dai
loro capi il dissenso.
Dando una lezione al sindacalismo di base dell.Alfa, vogliono aprire una
campagna contro il sindacalismo operaio ovunque, ovunque le assemblee sono
state agitate, ovunque il nuovo contratto è stato imposto con forza.
Normalizzazione è la loro parola d.ordine, vogliono le fabbriche ripulite
da ogni opposizione.
Il Governo può passare da Berlusconi a Prodi, ma gli operai devono lavorare
in silenzio e prepararsi a nuovi sacrifici. Ai licenziati dell.Alfa
riconosciamo di aver spinto in avanti la rottura tra sindacalisti
compromessi e operai, per un nuovo sindacalismo operaio. Per questa ragione
siamo al loro fianco e faremo ciò che ci verrà richiesto per sostenerli.
Sulla possibilità di organizzazione del sindacalismo operaio si gioca il
futuro degli operai, della difesa dei loro interessi.
Se Pezzotta, Epifani, Angeletti hanno bisogno della Fiat per ridurci al
silenzio, noi ci uniremo come operai per buttarli giù dalle loro comode
poltrone.
Il braccio di ferro è in atto, ce la vedremo in ogni fabbrica.
Associazione per la Liberazione degli Operai
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