Appello dal Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia

17-06-03

Il NKPJ è l' unico Partito comunista rimasto sul territorio della RSF di Jugoslavia. Esso opera in tutte le Repubbliche ex Jugoslave. In Croazia e Slovenia illegalmente, ed a causa della denominazione (e forse anche per il programma) non viene registrato. In Bosnia non riconosciamo "l'Accordo di Dayton" perché lo riteniamo un atto con il quale viene sanzionata l'occupazione della Bosnia ed Erzegovina da parte degli imperialisti, e perciò non partecipiamo alle elezioni.

Il NKPJ è un partito marxista-leninista. Tutti gli altri partiti sul territorio della ex Jugoslavia sono di fatto piccoli gruppi di orientazione social-democratica.
Noi abbiamo a suo tempo sostenuto la linea anti imperialista e patriottica del Partito Socialista della Jugoslavia (di Milosevic, N.d.t.), ma eravamo e siamo rimasti esplicitamente contro la loro politica di restaurazione capitalista in Jugoslavia. I socialisti formalmente si comportano correttamente verso di noi, ma hanno fatto opposizione affinché non entrassimo a far parte del Parlamento. Inoltre, finora, per sette volte ci hanno sottratto con la forza i seggi da deputati nelle città di Zrenjanin, Pec (nel Kosovo e Metohija) e Pozarevac. Il loro obiettivo era di bloccare l'affermazione del Partito comunista sia nelle questioni interne che in quelle esterne. Allo stesso modo hanno cercato di usufruire delle nostre relazioni con i partiti comunisti nel mondo.

La maggiorparte dei rappresentanti di questi partiti e' venuta ai Congressi del Partito Socialista grazie proprio al NKPJ, per la cui mediazione venivamo contattati dai socialisti stessi, che inoltre non volevano inimicarsi questi partiti con l'eventuale estromissione dei comunisti.
Dopo la controrivoluzione del 5 ottobre 2000 il NKPJ si è trovato in una situazione molto critica. Il nuovo governo ci ha imposto vari doveri e tasse, amministrative e finanziarie.

La sede del NKPJ si trova in locali di proprietà statale. Il nuovo governo ci ha imposto un affitto, per le nostre possibilità molto elevato, oltreché varie tasse finanziarie.

Una parte della nostra sede, insieme ai computer ed altro materiale tecnico , e' stata distrutta nella notte tra il 5 e il 6 ottobre, da parte dei teppisti dei partiti della destra. E' stato dato alle fiamme tutto l'inventario, le porte, le finestre, gli armadi, tutto distrutto. All'indomani la stima dei danni è stata effettuata dalla polizia e poi anche dagli organi competenti. Abbiamo rinnovato le stanze ed abbiamo chiesto allo Stato che ci venga ricompensata la spesa. Lo Stato ce lo ha promesso a voce, ma la promessa non è stata mantenuta.

Nel frattempo, certamente non per caso, un utente "sconosciuto" si è inserito nel nostro contatore di elettricità e nel corso di un anno ci ha danneggiato per 6mila euro. Non ci è stato permesso di aprire una traccia nel muro per scoprire chi è questo "sconosciuto", ma la bolletta l'abbiamo dovuta pagare. Sono state inventate tante multe per noi, e cosi via.

Nel 2000 non ci è stato permesso di presentarci alle elezioni repubblicane e nemmeno nel 2002 a quelle presidenziali, anche se avevamo i candidati e le firme necessarie. I Tribunali circondariali (eccetto quello di Belgrado) non hanno voluto nominare gli impiegati (con una somma ingente da pagare) per verificare le firme, benché, dicevano, non hanno un numero sufficiente di impiegati.
Ora si sta preparando una nuova forma di pre-registrazione dei partiti politici, con il necessario pagamento di ingenti tasse per ogni membro che viene registrato davanti al Tribunale.

Lo Stato ci ha imposto un ultimatum per cui entro il 15 giugno dobbiamo pagare tutti gli obblighi e tasse molto elevate, altrimenti verremo cacciati dalla sede e verremo cancellati da tutte le liste dei partiti politici.
Noi stiamo riuscendo a raccogliere una certa somma, ma ci serviranno ancora 5 -6 mila euro. A causa del lungo embargo, dei bombardamenti e di altre ragioni, il nostro paese si è molto impoverito, e i suoi abitanti (particolarmente operai, studenti, impiegati) a malapena riescono ad arrivare alla fine del mese.

Perciò preghiamo i partiti e le organizzazioni a cui ci rivolgiamo di sostenerci, nei limiti delle loro possibilità. Invitiamo nello stesso tempo i compagni a venirci a trovare, per conoscere il nostro paese, per rendersi conto della situazione in quale si trova il nostro paese, e tenere conferenze o incontrare i nostri attivisti a Belgrado. Se necessario possiamo inviare gli inviti ai rappresentanti di questi partiti e organizzazioni.
Chiediamo un prestito, non regalo. Oggi ci aiuterete, domani sicuramente lo potremo fare noi. Pensiamo anche che l'internazionalismo è sempre una cosa concreta e che non esiste soltanto nelle parole.

Il NKPJ si trova in una situazione molto delicata. Ci aspettiamo la vostra comprensione come comunisti italiani.
A causa di una brutale dittatura, nel paese di fatto è stata messa a tacere una opinione pubblica composta di milioni di cittadini. Con l'ausilio anche di una modesta propaganda, riteniamo che un numero imponente di cittadini si affiancherebbe a noi, perché ancora almeno il 30 -40% dei cittadini rimpiange il socialismo, qualunque siano state le sue mancanze. Infatti, per il popolo jugoslavo quel socialismo è stato senza dubbio meglio di questo capitalismo coloniale imposto a ritmo accelerato.
Saluti comunisti internazionalisti

Branko Kitanovic, Segretario generale del NKPJ.
Beograd, Nemanjina 34
Tel/fax 00381 11 642985, 467867, 591211