la scoperta del petrolio e la sua
importanzasempre maggiore come fonte di
energia ha fatto diventare la regione del MO un obiettivo strategico
per le potenze occidentali. Gli USA, che hanno assunto il ruolo di
gendarme del capitalismo mondiale dopo la seconda guerra mondiale,
pretendono il controllo del petrolio di questa zona a scapito delle
altre potenze da sempre presenti nella regione, Francia e Regno Unito,
e quindi l’imperialismo USA ha rafforzato ed esteso il suo dominio in
MO e sta diventando la potenza dominante in tutta la regione.
L’imperialismo USA, che vuole avere il
dominio dell’economia mondiale senza rivali, cercadi mettere fuori gioco le altre potenze sia con l’azione
militare che con quella economica. Nonostante la sua superiorità
sente però l’incalzare degli altri imperialismi e queste
potenze, l’UE nel suo complesso ed in particolare la Germania e la
Francia, la Cina, la Russia ed il Giappone vogliono avere una voce in
capitolo nella ripartizione del mondo e stanno cercando di contenere il
predominio Usa nello sfruttamento delle risorse in MO per evitare che
sia utilizzato contro di loro. E’ per questo che le contraddizioni
inter-imperialiste nella nostra regione sono molto forti.
Le contraddizioni
inter-imperialistiche per il controllo del mercato mondiale e delle
materie prime si evidenziano soprattutto in certe regioni: Balcani, MO,
il bacino del Caucaso e del Mar Caspio ed in America Latina.
Le potenze imperialiste USA, UE e gli
altri stati imperialisti pur essendo in competizione fra di loro per
dominare i mercati mondiali, nello stesso tempo operano concordemente
per opprimere le nazioni che resistono al loro dominio, organizzando la
lotta di resistenza contro l’occupazione e per la loro indipendenza.
A causa delle risorse energetiche il
MO ed il bacino del Caspio sono regioni strategiche per le potenze
imperialiste. Per questo motivo la strategia imperialista prevede
l’occupazione di queste regioni per il raggiungimento del loro
obiettivo.
Le contraddizioni fra queste potenze
imperialiste non sono ancora radicalizzate al punto da far scoppiare
fra di loro conflitti diretti. Al contrario negli ultimi 10-15 anni si
sono formate di volta in volta coalizioni diverse fra gli stessi stati
imperialisti a seconda delle proprie esigenze politiche ed economiche
del momento. Queste tendenze egemoniche, queste contraddizioni e questi
conflitti manterranno il MO in situazione di conflitto per molti anni
in cui si avvicenderanno nuove alleanze, separazioni, nuovi conflitti e
guerre. L’imperialismo sarà scacciato esconfitto
solo dalla lotta di resistenza e di liberazione dei popoli oppressi di
queste regioni.
La lotta
di liberazione nazionale non ha perso la usa importanza e la sua
giustezza. Le nazioni ed i popoli oppressi stanno continuando la loro
lotta contro l’occupazione imperialista, la guerra , la repressione e
contro lo sfruttamento. La resistenza del popolo palestinese contro il
sionismo e l’imperialismo, del popolo iracheno contro l’occupazione
imperialista e della nazione curda contro il giogo nazionale
rappresentano un esempio per tutti i popoli oppressi.
Tutto questo dimostra che
l’imperialismo non è né invincibile, né
onnipotente. Questo è provato dalla Resistenza
anti-imperialista, dalla lotta di liberazione nazionale delle nazioni
oppresse e dalla lotta di liberazione sociale del proletariato di tutto
il mondo. Ciò è dimostrato dal Vietnam in poi e oggi lo
stanno dimostrando la lotta di Resistenza dell’Iraq e della Palestina.
Le forze imperialiste definiscono “terroristi” tutti coloro che
combattono per la liberazione nazionale, ma questo non cambia i termini
reali del problema. La rivoluzione in Nepal, la Resistenza in Iraq,
l’Intifada in Palestina e la guerriglia in Kurdistan sono inevitabili e
legittime.
In nessun luogo gli occupanti sono
stati accolti come speravano e nessuno li ha mai considerati dei
liberatori. Questo è molto significativo. L’occupazione vuol
dire essere dipendenti dall’arbitrio di una potenza straniera, ed
è per questo che i popolo e le nazioni hanno scelto di
combattere insieme contro gli occupanti. Lavoratori, contadini, giovani
ed anziani sono uniti in questa lotta.
La politica imperialista ha come
risultato di unificare la lotta delle masse delle nazioni oppresse con
la lotta delle classi lavoratrici dei paesi imperialisti. Nonostante
l’apparenza l’imperialismo significa reazione, aggressione,
occupazione, guerra e sfruttamento. Questo dimostra che la lotta assume
un carattere internazionale e, di conseguenza, si rende necessario
organizzare e coordinare le lotte internazionalmente.
Il nostro primo compito è di
creare un Coordinamento anti-imperialista in grado di produrre una
lotta centralizzata e coordinata nei Balcani, MO, bacino del Caucaso e
Caspio ed in America Latina; cioè in tutte quelle regioni in cui
le contraddizioni inter-imperialiste sono più acute. Nella
regione dei Balcani questo Coordinamento si sta già preparan
Indubbiamente esistono organizzazioni
anti-imperialiste, centri di resistenza e piattaforme che sono
già attive al livello internazionale e regionale. Ma, come
dimostrato, esse non sono in grado di raggiungere gli obiettivi che si
sono posti. Il compito di cambiare la situazione spetta in primo luogo
alle forze comuniste, rivoluzionarie e progressiste delle singole aree.
Questo significa che la creazione di un Coordinamento regionale
è necessaria per le forze rivoluzionarie e comuniste per
intervenire su queste piattaforme. Come dimostrano gli sviluppi
politici nella nostra regione questo compito può essere assolto
solo attraverso la creazione di un Coordinamento regionale
anti-imperialista.
E’ inevitabile per i popoli della
nostra regione agire insieme per liberare il MO dall’occupazione
imperialista e dallo sfruttamento. Questa è l’area dove le
contraddizioni inter-imperialistiche sono più acute. Questo
è un impegno obbligatorio. Perché i problemi di questi
popoli, Turchi, Arabi e Persiani, sono gli stessi. In MO il petrolio,
gli attacchi agli oleodotti, l’occupazione dell’Iraq, le minacce
all’Iran e alla Siria da parte degli USA e delle forze loro alleate, le
questioni del Libano, della Palestina e del Kurdistan sono tematiche
che continuano ad occupare l’agenda politica mondiale. Di conseguenza
é inevitabile che i partiti progressisti e rivoluzionari della
nostra regione si preparino a far fronte ad una lotta a livello
regionale con un crescente spirito di solidarietà.
Le dinamiche e le opportunità
di far diventare la lotta rivoluzionaria anti-imperialista a livello
regionale una forza materiale organizzata stanno crescendo; le
condizioni politico-sociali stanno maturando sempre più. Questa
situazione conferma la necessità di un Coordinamento delle forze
progressiste, anti-imperialiste e rivoluzionarie per combattere contro
l’imperialismo in una lotta unitaria.Il
Coordinamento di lotta anti-imperialista in MO è un mezzo per
perseguire questoobiettivo. I partiti
e le organizzazioni che stanno combattendo contro l’imperialismo ed i
loro
servi nella nostra regione dovrebbero partecipare a questo
Coordinamento e
sostenerlo.
Di fronte alla crescente
organizzazione repressiva sul piano internazionale contro i movimenti
antimperialisti, non c’é dubbio che il miglior modo per
fronteggiare questa situazione é quello di creare un fronte
internazionale antimperialista. La formazione di un Coordinamento
antimperialista regionale écomunque
un passo necessario per creare le condizioni per la costruzione di un
fronte di Coordinamento internazionale.
La prima conferenza del MO si é
svolta con successo l’11 e 12 giugno 2006. Le forze patriottiche,
rivoluzionarie e comuniste del MO hanno così mosso il primo
passo verso l’avanzamento della lotta antimperialista nella nostra
regione. Il prossimo compito per le forze indipendentiste,
antimperialiste, rivoluzionarie e comuniste in Iran, Turchia, Siria,
Libano, Palestina, Giordania, Iraq, Kurdistan, Cipro, Arabia Saudita ed
Egitto o, per brevità, in tutti i paesi coinvolti nel progetto
del Grande Medio Oriente é quello di partecipare a questa
piattaforma e di rendere più efficace la lotta politica unitaria.
La lotta antimperialista, il sostegno
e la solidarietà devono superare la fase astratta per poteressere attuati per raggiungere obiettivi
concreti, attuali e pratici e andare oltre laprotesta
generica. Deve essere presa di mira la presenza militare, politica,
economica ed istituzionale delle forze imperialiste. Come le azioni
contro IMF, WB, G8 e Nato questa protesta deve essere attuata nella
forma di azioni di organizzazioni militanti che contrastino le visite
dei capi di Stato nei vari paesi, la vendita ed il trasporto di armi.
La lotta antimperialista e contro la
guerra deve essere abbinata alla lotta contro gli attacchi
neoliberisti. Questo perché l’aggressione ed occupazione
imperialista si riflette sui paesi imperialisti nella forma di
disoccupazione, restrizione di libertà, razzismo e sciovinismo.
L’immigrazione viene strumentalizzata al fine di giustificare la crisi
economica, la disoccupazione e i tagli ai diritti sociali delle classi
lavoratrici dei paesi imperialisti e viene assunta a pretesto per
formulare nuove leggi antiterrorismo.
Vi è una pericolosa
mistificazione politica ed ideologica attorno alla lotta
antimperialista nel mondo. Per esempio alcune forze di “sinistra”
pensano che la resistenza e le azioni da parte degli islamici non fanno
parte della lotta antimperialista; oppure nella lotta contro la guerra
imperialista non attaccano la NATO. Una vera lotta antimperialista
presuppone un attacco politico a queste posizioni politiche errate.
La lotta antimperialista non
può non comprendere la lotta anticapitalista. Ma le due non sono
identiche ed uguali. Le piattaforme antimperialiste sono più
flessibili, richiedono maggiore diversificazione e capacità
tattiche.
Non c’é dubbio che la lotta
antimperialista beneficerà di appoggi indiretti, ma
principalmente si baserà sulle proprie forze e sulle dinamiche
interne.
Coordinamento antimperialista
regionale significa un forte Coordinamento della lotta regionale.
Il Coordinamento di lotta
antimperialista del MO contribuirà a rafforzare e far avanzare
la lotta a livello nazionale ed internazionale.
Attraverso il Coordinamento la
resistenza otterrà un attivo sostegno internazionale nella
regione e verranno fatti dei passi avanti nello sviluppo di una lotta
antimperialista consistente ed unitaria.
Sta per finire la lontananza tra i
partiti rivoluzionari e comunisti e vi é un loro avvicinamento
grazie all’evolversi della situazione politica.
Si sta sviluppando un intervento
attivo su varie piattaforme stabilite a livello internazionale, nel
Social Forum europeo o mondiale, attraverso un centro rivoluzionario.
Il Coordinamento praticherà una
posizione di principio contro le illusioni antimperialiste, lo
sciovinismo, il sciovinismo sociale e le forze reazionarie nel processo
di lotta contro la guerra imperialista e l’occupazione ed
attuerà una lotta politica ed ideologica influente.
Per convertire la lotta
antimperialista nella nostra regione in una forza reale che attui la
“Mediorientalizzazione” della lotta antimperialista sarà creato
un segretariato per il Coordinamento.
Dovrà essere creato un ufficio
centrale in un paese che verrà scelto come consono. L’ufficio
sarà dotato della tecnologia necessaria per comunicare e di
persone che sappiano diverse lingue.
12 giugno 2006
Conferenza mediorientale di
lotta antimperialista
Partito maoista comunista
(Turchia/Nord Kurdistan)
Partito comunista
turco- Spark Partito comunista
leninista (Turchia/Nord Kurdistan) Fronte Popolare di
Liberazione della Palestina Fronte Democratico di
Liberazione della Palestina Partito Laburista
dell’Iran - Toufan Piattaforma araba - Berlino Traduzione di
Mariella Megna Associazione
L’altra Lombardia – SU LA TESTA www.laltralombardia.it
Testo in INGLESE
DECLARATION OF THE ANTI-IMPERIALIST
STRUGGLE COORDINATION OF THE MIDDLE EAST 1) The discovery of oil and rise of
its importance as a source of energy have turned the region into
an important sphere of ongoing rivalry among the imperialist
hegemonic forces. Having taken the role of gendarmerie of the capitalist
world after the World War II, the US imperialism has become superior in
the rivalry that they conducted with British and French imperialists
over the Middle Eastern oil, and the US imperialism has gradually
started to be the dominant power in our region. And today also, the US
Imperialism is trying to strengthen and deepen its domination. 2) The US imperialism, who wants to
own the world economy without any rival, tries to make ineffective its
rivals through its military and economic superiority. But, despite
its superiority, the American imperialism feels just behind its
nape the rivalry of other rival imperialist powers. It is equal with
dreaming to think that the prominent imperialist powers; the EU
as a whole and the imperialist countries such as Germany and France
within this economic integration, China, Russia or Japan
would accept the unilateral US hegemony in the Middle East. These
imperialist powers do want to have a word in the re-division of the
world, and are trying to prevent the use of the region's energy resources
against themselves by the USA. Therefore the inter-imperialist
contradictions in our region are extremely sharpened. 3) The ongoing hegemonic fight upon
the world markets and raw materials shows that the rivalry
among the leading imperialist countries, the inner-imperialist
contradictions is sharpened in certain regions: These regions are
the Balkans, the Middle East and Caucasus/Caspian Basin and Latin
America. 4) The hegemonic imperialist powers
such as the USA, the EU (Germany and France at first), and other
imperialist powers are mercilessly competing with each other to
dominate the world markets and, at the same time, they are acting in common
against the peoples and oppressed nations who resist them,
who do not yield to the occupation and fight for national independence,
and trying to take them under their yoke. 5) Because of their energy
resources, the Middle East and Caspian Basin are essential regions for the
imperialist powers. The geopolitical fictions that were/are
prepared yesterday and today for the world hegemony suggest the
occupation of these regions. We see that the world hegemony passes from
the occupation of these regions in the recent geopolitics of
Germany, Britain and France, in the current geopolitics of the USA and
other imperialist powers and in the statements made by the most
prominent geo-politicians. 6) The contradictions among the main
imperialist countries are not yet sharpened at the level of
turning into a direct war with each other. But, as the last 10-15 years
have shown, they carry out their invasions serving their own
strategies by forming coalitions or by benefiting from other's weaknesses.
This hegemonic row, contradictions and conflicts will
keep the Middle East face to face even for many years with new
relations and balances of power, new alliances and separations, new
conflicts and wars. Imperialists will not leave until the peoples of the
region would kick them out. 7) The national liberation struggles
did not lose their importance and rightness. The oppressed nations
and peoples are continuing with their fight against the imperialist
occupation, war, repression and plunder. The resistance of the
Palestinian people against Zionism and imperialism, of the Iraqi people
against the imperialist occupation and of the Kurdish nation against
national yoke represent an experiment for all oppressed nations
and peoples. 8) However its strength is, the
imperialism is not invincible and it is not omnipotent. This is proven by
the anti-imperialist resistances, the national liberation
struggles of the oppressed nations and the social liberation
struggles of the peoples and the proletariat. It has been shown by
Vietnam in the past. And now Iraqi and Palestinian resistances are
proving it. The announcement of organisations that fight for
national liberation as "terrorists" by the imperialist forces does not
chance anything in the essence of the problem. The revolution in Nepal,
the resistance in Iraq, the Intifada in Palestine, the
Serhildans and the guerrilla of Kurdistan are inevitable and legitimate. 9) Nowhere the occupiers have been
welcomed as they had hoped for and no one has considered them as
liberators. This however is very meaningful. Occupation means being
dependent of the foreign will- power. Occupation means being
honourless. Therefore the peoples and nations who do not obey and who do
not accept national dishonour have chosen and are still choosing the
path of fighting against the occupiers together with their
workers, peasants, youth and elderly, their dynamic forces in all. 10) Imperialism unites the struggle
of the working class, labouring masses and the oppressed nations.
Whatever its appearance may be, imperialism means reaction,
aggression, occupation, war and plunder. Everywhere the peoples of the world
are exposed to reaction, aggression, occupation, war,
exploitation and plunder. These all show that our struggle is an
international struggle and it is, therefore, a necessity to organise it commonly. 11) Our first task is to create
Anti-imperialist Coordinations that would prove and produce itself
within the struggle in practice, and would be capable of centralizing and
leading anti-imperialist struggle in the Balkans, Middle
East, Caucasus/Caspian Basin and Latin America which are the regions
where the inter-imperialist contradictions have been sharpened
at most. There exist the material conditions to form such coordination
in all of the aforementioned regions. And such coordination has
already been established in the Balkans. 12) Doubtlessly there exist
anti-imperialist organisations, centres of resistance and platforms those
who are active on the international and regional level. But, as life has
shown, they are not in the position to practice the mission
that they drew as their aim. The task to change the situation downs
at first on the regions' progressive, anti-imperialist,
revolutionary and communist forces. In this meaning; the creation of a
regional coordination is again a necessity for revolutionary and
communist forces to realize an active intervention to these platforms. As
proven by the political developments in our region, this
task can only be served through creation of a regional
Anti-imperialist Coordination. 13) It is inevitable for the peoples
of our region to act together to liberate the Middle East -the region
where inter-imperialist contradictions sharpened at most and
which involves both the occupation and the resistance- from
the imperialist occupation and plunder, and to expel imperialism.
Yes, this is an obligation, because the problems of the peoples,
the Turks, Kurds, Arabs and Persians, have become the same. The Middle East is continuing to
occupy the world agenda through the oil, the rivalry and aggression upon
the oil pipe lines; the occupation of Iraq, threatening of
Iran and Syria by the USA and coalition forces; the Lebanon,
Palestine and Kurdish questions; the anti-imperialist struggle, Islamic
movement, and etc. And each of these problems is affecting the
countries of the region directly or indirectly. In that case it is
inevitability for each progressive and revolutionary party of our region to
be prepared for a struggle on a regional level with an increased
spirit of solidarity. 14 It is the common problem of our
peoples to make occupants leave our region. The common problem makes
necessary the common struggle and organisation among our peoples. The dynamics and opportunities of
turning the anti-imperialist, revolutionary struggle on the
regional level into a material force are growing; its political and
social conditions are getting matured more and more. This situation points
out the task to coordinate the progressive, anti-imperialist and
revolutionary forces' fight against imperialism, and to continue with it
as a united struggle. Therefore, the Anti-Imperialist Struggle
Coordination of the Middle East is a tool serving this purpose. The
parties and organisations which are fighting against imperialism and
their collaborators in our region should participate in this
Coordination and support it. 15) The world reality facing us is
increasing the level of international organisation and
struggle of the anti-imperialist struggle. There is no doubt that the
best one is to create an international anti-imperialist
front. Formation of regional Anti- imperialist Co-ordinations, however,
is a necessary step that should be taken from today in order to
build such international coordination or front. 16) The 1st Middle East Conference
has successfully been realized on 11-12 June, 2006. Thus, the
patriotic, revolutionary and communist forces of the Middle East have taken
the first step on the way to advance the anti-imperialist
struggle in our region. The next task for the pro-independence,
anti-imperialist, revolutionary and communist forces of Iran, Turkey,
Syria, Lebanon, Palestine, Jordan, Iraq, Kurdistan, Cyprus, Saudi
Arabia and Egypt or, to put it a nutshell, all countries considered
in the Greater Middle East Project, are to take part in this
platform; to increase the united and consistent anti-imperialist
political struggle. 17) The anti-imperialist struggle,
support and solidarity must be taken out from abstract, general and
verbal levels and must be conducted with concrete, actual and
practical task and goals and go beyond only protesting against
something. It must target the militarist, political, economic and
institutional presence of the imperialist forces. As well as
actions against IMF, WB, G-8 and NATO, this could also be carried out in
the form of organising militant actions to prevent the visits of
imperialist chiefs to various countries, and the sale and
transportation of weapons. 18) The anti-imperialist, anti-war
struggle must be combined with the fight against the neo-liberal
attacks. It is because the imperialist aggression and occupation reflect to
the imperialist countries in the form of unemployment, restriction of
freedoms, racism and chauvinism. The economic crisis, unemployment
and cuts on the social rights in these countries are predicated on
the existence of immigrants, and are being made a pretext for the new
anti-terror laws and fascist- reactionary institutionalisations. 19) There are serious political and
ideological illusions about anti- imperialist struggle in the world.
For example, some "leftist" forces consider that the resistance and
actions based on Islamic motives are not part of the anti-imperialist
struggle. Or in the struggle against imperialist war, they avoid
targeting NATO. A strong anti-imperialist struggle is making inevitable also
the struggle against such understandings. 20) The anti-imperialist struggle
cannot be considered without the anti-capitalist struggle. But the
two are not the same and identical. Regarding their components, the
anti-imperialist platforms are more flexible and require diversity and
colourfulness. 21) There is no doubt that the
anti-imperialist struggle will benefit from indirect reserves. But it shall
take as the main its own power and inner dynamics. 22) Regional Anti-imperialist
Coordination means a strong coordination of the regional
struggle. 23) The Anti-Imperialist Struggle
Coordination of the Middle East will help to strengthen and advance
the anti-imperialist struggle on a national and international level. 24) Through the Coordination, both
the resistance is going to reach active internationalist support in
the region and the steps of developing a consistent and united
anti-imperialist struggle are going to be taken. 25) It is going to end the
estrangement among the revolutionary and communist parties, and cause them to
come closer by intervening within the political developments. 26) It is going to develop an active
intervention in various platforms that are established on
international scale -such as the ESF and WSF- through a revolutionary
centre. 27) The Coordination will practice a
principled stance against the anti-imperialist illusions,
chauvinism and social chauvinism and the reactionary forces in the process of
fight against imperialist war and occupation, and will undertake
an influential political and ideological struggle. 28) In order to convert the
anti-imperialist struggle in our region in a real force, to "Middle
Easternize" the anti-imperialist fight, a secretariat must be founded for the
Coordination. 29) A central bureau has to be found
in a country which is considered as appropriate. The bureau should be
equipped with necessary technology in order to ensure
communication, and friends who know different languages should be placed
there. 12 June 2006 Middle East Conference of the
Anti-imperialist Struggle Maoist Communist Party
(Turkey/Northern Kurdistan) Communist Party of Turkey-Spark Marxist Leninist Communist Party
(Turkey/Northern Kurdistan) Popular Front for the Liberation of
Palestine Democratic Front for the Liberation
of Palestine Party of Labour of Iran (Toufan) Arab
Platform in Berlin