APPELLO PER UN’ASSEMBLEA NAZIONALE DI
SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALISTA CON LA RESISTENZA DEI POPOLI
LATINOAMERICANI
Firenze, 25-26 novembre 2006
Da alcuni anni
decine e decine di comitati, associazioni, centri sociali, media
alternativi ed organizzazioni di diverso tipo e carattere sono
protagonisti, dalle Alpi al Mediterraneo, di un percorso politico che
ha visto crescere l’attenzione e l’impegno nei confronti dei processi
di liberazione nazionale e sociale che si danno con forza in America
Latina.
In tutta Italia
si sono moltiplicate le iniziative e campagne di contro-informazione,
denuncia e solidarietà verso quella che sempre più
dimostra di essere, insieme alla regione mediorientale, l’area del
mondo in cui le lotte antimperialiste ed anticapitaliste hanno assunto
più forza e spinta progettuale.
In diverse
regioni si sono articolati percorsi unitari e coordinati nel tentativo
di convergere su un terreno, quello dell’internazionalismo e della
solidarietà tra i popoli, stimolando il dibattito ed il
confronto sulle diverse esperienze che si stanno traducendo, nel
continente latinoamericano, in oggettivi passaggi di rottura con il
modello politico ed economico imperante su scala planetaria.
Pertanto, il
comitato promotore di questo progetto di assemblea, considerando che:
1.
Nell’attuale fase
storico-politica mondiale, caratterizzata da una tendenza unipolare ed
unilaterale rappresentata dagli Stati Uniti (unitamente ad altri paesi
capitalisti), l’imperialismo ha intensificato gli sforzi per gestire la
crisi strutturale attraverso guerre d’aggressione ed interventi
militari neo-coloniali, sferrati in diverso modo con il pretesto della
lotta al “terrorismo” ed al “narcotraffico”, o presentati come
“interventi umanitari” e/o “emergenziali”. Partendo dagli attacchi alla
ex-Jugoslavia ed al Corno d’Africa, passando per l’invasione
dell’Afganistan e dell’Iraq fino ad arrivare al Plan Colombia made
in USA, l’imperialismo aggredisce e tenta di assoggettare senza
tregua paesi e popoli delle più diverse latitudini e
longitudini, permanentemente alla ricerca di maggiori egemonia e
dominio che gli consentano di assumere il controllo di “nuovi” mercati,
sfruttare milioni e milioni di lavoratori e saccheggiare le
ingentissime risorse e materie prime presenti nelle suddette regioni.
2.
Di fronte all’escalation
guerrafondaia del complesso militare-industriale imperialista e del
capitale finanziario transnazionale, che ambiscono a consolidare il
cosiddetto “nuovo ordine mondiale”, e rispondendo all’incapacità
strutturale del sistema capitalistico di risolvere i problemi cronici
di miseria, povertà, disuguaglianza, sfruttamento ed ecatombe
ecologica, i popoli del mondo si sollevano contro lo stato di cose
presente dimostrando, senza possibilità di equivoci o
tentennamenti, che la storia e la lotta di classe non sono finite, e
che un altro mondo è non solo possibile, ma necessario. Ne sono
una prova evidente l’eroica lotta del popolo palestinese e le
contundenti e tenaci resistenze irachena e libanese, le mobilitazioni
ed i movimenti contro la guerra ed il modello economico neo-liberale e
tutte le lotte di resistenza e liberazione che scuotono assetti di
potere solo apparentemente consolidati e mettono in discussione le
più svariate forme di dominio, vecchie e “nuove”.
3.
Nell’ambito di
questo processo di ripresa e/o consolidamento della battaglia
antimperialista ed anticapitalista mondiale, l’America Latina
rappresenta uno scenario strategico e di fondamentale importanza, tanto
per gli interessi geo-politici, economici e militari difesi e
perseguiti dagli USA e dai suoi alleati, quanto per le prospettive a
breve e medio termine di articolazione di un blocco di potere
alternativo ed antimperialista. Dal Rio Bravo alla Patagonia, infatti,
si stanno estendendo a macchia d’olio e con un’accelerazione
straordinaria i processi di resistenza e trasformazione. Ovunque, dal
Centroamerica al Cono Sud, si moltiplicano e s’intensificano cortei e
marce, occupazioni di fabbriche e latifondi, blocchi stradali e
picchetti, movimenti rivendicativi e scontri con le forze repressive,
sabotaggi e campagne di solidarietà. A seconda dei paesi, dei
contesti, delle fasi di accumulazione di forze nel campo popolare e
delle necessità dettate dai livelli di repressione e terrorismo
di Stato, si combinano le più diverse forme di lotta, da quella
democratica ed elettorale a quella clandestina ed armata. Il tutto, con
un salto qualitativo rispetto al passato remoto o prossimo che è
quello del bolivarianismo, un movimento trasversale ed ampissimo in cui
si riconoscono i lavoratori, i contadini, gli studenti, gli
intellettuali, i disoccupati, gli sfollati, le donne, gli indigeni, gli
afro-americani ed i militari patriottici, e che ha
nell’antimperialismo, nella lotta per la giustizia sociale e nel
progetto di un’unità continentale dei popoli i suoi tre
pilastri, storici sì ma più attuali che mai.
4.
Nel contesto
latinoamericano assumono oggi più che mai una particolare
rilevanza, sul piano della chiarezza e della consistenza politiche e
del ruolo giocato contro l’imperialismo, alcuni processi in
particolare: quello bolivariano in Venezuela del Presidente
Chávez, che vede l’avanzata significativa di diversi piani di
sviluppo alternativo e di affermazione di diritti essenziali, quali la
salute, l’educazione ed il diritto alla casa, tra gli altri, con una
forte spinta dal basso e con una chiara volontà maggioritaria
del popolo di approfondire verso il socialismo il processo iniziato nel
1999. Il processo di resistenza antifascista del popolo colombiano e
delle sue organizzazioni contro la dittatura del narco-paramilitare
Uribe Vélez, principale pedina contro-rivoluzionaria di
Washington nella regione, in un paese in cui si moltiplicano le
mobilitazioni sociali ed il movimento guerrigliero si rafforza giorno
dopo giorno, nonostante il Plan Colombia ed il Plan Patriota, in vista
di una soluzione politica del conflitto sociale ed armato o di uno
sbocco insurrezionale. L’incessante battaglia di Cuba contro le
aggressioni degli Stati Uniti, contro il criminale blocco economico,
commerciale e finanziario imposto da questi, per la dignità e la
difesa delle conquiste della Rivoluzione. Inoltre, vanno sottolineate
le importanti misure assunte dal governo di Evo Morales, indirizzate a
ripristinare la sovranità nazionale e popolare sulle materie
prime e risorse energetiche boliviane e sulla terra, la permanente
mobilitazione dei più diversi settori sociali in Argentina,
Ecuador e Messico, le lotte degli studenti in Cile contro i tagli
all’educazione e delle comunità Mapuches per il recupero dei
loro territori ancestrali, la battaglia dei Sem Terra in Brasile contro
il continuismo neo-liberista del governo Lula e per una riforma agraria
integrale, la tenacia del resistente popolo portoricano contro
l’inaccettabile occupazione yankee, ecc.
5.
Nell’incessante
sforzo di creare spazi permanenti di confronto e coordinamento delle
lotte, i popoli dell’America Latina e Caraibica hanno fatto nell’ultimo
lustro notevoli passi in avanti. Dalle tribune del Congresso
Bolivariano dei Popoli è stato lanciato, dal Presidente
Chávez, un appello unitario per la costruzione di un’Alternativa
Bolivariana delle Americhe, contrapposta all’ALCA. Dal I congresso
della Coordinadora Continental Bolivariana, svoltosi a Caracas
nell’agosto 2005, è stato lanciato il grido di battaglia per
l’unificazione delle lotte per la seconda e definitiva indipendenza.
Sottolineiamo l’importanza strategica di questi ambiti, indispensabili
a coordinare e moltiplicare su scala continentale i processi di
trasformazione.
6.
Un elemento
fondamentale è il diritto all’autodeterminazione dei popoli, e
quindi la legittimità di ognuna e di tutte le forme di lotta che
essi adottano per raggiungere gli irrinunciabili obiettivi di
uguaglianza, giustizia, sovranità ed indipendenza nazionale.
Lancia la
proposta di un’assemblea nazionale di sostegno alla resistenza dei
popoli latinoamericani e caraibici.
L’assemblea si
terrà al Centro Popolare Autogestito di Firenze sabato 25 e
domenica 26 novembre 2006, per discutere ed analizzare i processi
progressivi e rivoluzionari bolivariani e pensare forme più
coordinate d’intervento per articolare con un più ampio respiro
iniziative contro-informative e di solidarietà, mobilitazioni
comuni e campagne in sostegno alla lotta antimperialista ed
anticapitalista dei popoli latinoamericani.
L’assemblea si
strutturerà in due giorni, con un momento iniziale
d’approfondimento che vedrà l’intervento qualificato di quattro
compagni latinoamericani. A questo seguirà una presentazione da
parte del comitato promotore, per poi lasciare spazio agli interventi
dei partecipanti.
Non appena
sarà ultimato il programma definitivo della due giorni, vi
verrà tempestivamente comunicato.
Per info:
055-6580479
339-3947763
SALUTO
DELLA COORDINADORA CONTINENTAL BOLIVARIANA ALL’ASSEMBLEA
NAZIONALE DI SOLIDARIETA’ CON LA RESISTENZA E LE
LOTTE DEI POPOLI LATINOAMERICANI
Firenze, 25 e 26 novembre 2006
Fu sul Monte Sacro dove il Libertador
Simón Bolívar fece quello storico giuramento, quale
prologo di tutta una vita d’impegno per la libertà dei nostri
popoli. Quell'impegno irrinunciabile è stato mantenuto da coloro
che, proprio come lui, giurano di non dar riposo alle loro braccia ed
anime fino a quando non saranno spezzate le catene che ci opprimono per
volontà dell’imperialismo mondiale.
Con questa massima la Coordinadora
Continental Bolivariana, e le organizzazioni ed
individualità che la compongono, salutano con allegria
quest’Assemblea Nazionale di Solidarietà coi nostri popoli che
ha luogo a Firenze, Italia.
Questa dimostrazione d’internazionalismo ci
convince ancor di più che le nostre lotte e resistenze sono
accompagnate dagli sforzi ed aneliti di molti rivoluzionari che, dalle
più diverse latitudini, contribuiscono a realizzare il sogno
della seconda e definitiva indipendenza dei popoli latinoamericani,
così come di un altro mondo senza capitalismo in cui non esista
lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Il nostro massimo impegno è scandito
da questa lodevole impresa. La nostra battaglia storica contro
l’imperialismo affiora in questo momento nella dignità del
popolo messicano, che dalle comuni di Oaxaca issa le bandiere della
sovranità e della giustizia sociale. Ringiovanisce nel Venezuela
bolivariano, oggi incamminato verso la costruzione del socialismo. Si
vede cristallizzata nella ferma resistenza del popolo cubano e della
sua rivoluzione socialista, così come nella resistenza
guerrigliera e popolare dei colombiani, nella speranza che inonda i
paesi e le strade della Bolivia, ed in generale nella lotta di tutta la
Nostra America, quella di Bolívar e Martí, di
Sandino e del Che, di Chávez e Marulanda…
Mantenere la fermezza in queste lotte
è la miglior forma di essere riconoscenti nei confronti della
solidarietà che i popoli del mondo, in questo caso i
rivoluzionari ed i progressisti italiani, ci offrono generosamente.
Viva l’unità dei popoli!
Viva l’internazionalismo!
Un altro mondo è possibile!
Perché in Bolívar ci
incontriamo tutti
Direzione Esecutiva della Coordinadora Continental Bolivariana
Caracas, 15 novembre 2006