Perché gli Israeliani hanno lasciato Gaza? Alcuni Israeliani
hanno espresso l’opinione che il loro ritiro è una vittoria del
terrorismo.
Hanno lasciato Gaza sicuramente grazie alla resistenza palestinese.
Essi confondono la resistenza con il terrorismo. Nessuno può
negare che la resistenza è l’unica causa che ha indotto Israele
a ritirarsi dalla striscia di Gaza. E’ la resistenza che ha messo fine
ai sogni sionisti di espandersi dal Nilo all’Eufrate. Definiscono Hamas
un’organizzazione terroristica perché gli abbiamo inflitto gravi
perdite sul terreno militare e abbiamo ferito la loro dignità-
la dignità di questa potenza militare che si chiama
Israele. Cercano di assimilarci ad altre organizzazioni
terroristiche mondiali perché sanno di essere deboli ed
incompetenti rispetto a noi.
Pensa che Israele si ritirerà dal West Bank, da Gerusalemme e
dagli altri territori occupati dopo Gaza?
Dobbiamo costringerli a ritirarsi. E’ un onore per noi continuare a
partecipare alla resistenza per far ritirare Israele da questi
territori e porre fine ai crimini commessi contro i palestinesi e gli
arabi in Palestina.
Quali sono i vostri piani per contrastare Israele nel suo progetto di
espansione delle colonie nel West Bank e di costruzione di quello che
chiamano barriera difensiva ,che porterà all’isolamento di
Gerusalemme?
Abbiamo sempre creduto, fin dall’inizio, che qualsiasi movimento senza
lotta armata é una perdita di tempo. Quando i Palestinesi hanno
negoziato con Israele hanno perso tempo e soldi. Quando abbiamo preso
le armi ed iniziato la lotta armata abbiamo ottenuto, in meno di 5
anni, che Israele si ritirasse dalla striscia di Gaza. Dobbiamo far
tesoro di questa esperienza ed applicarla anche al West Bank ed alle
altre zone occupate.
Continuerete con gli attacchi suicidi?
Il mondo deve capire che questi non sono attacchi suicidi. Sono atti di
martirio. Sono i più onorevoli e preziosi sacrifici per
ottenere i nostri obiettivi politici e religiosi tesi a porre
fine alla sofferenza del popolo palestinese. Sono giustificati dai
nostri maestri religiosi e penso che siano efficaci per convincere
Israele che la loro esistenza come potenza occupante avrà un
costo troppo alto per loro.
Siamo un popolo sotto occupazione, dobbiamo continuare la lotta ramata
con tutti i mezzi per resistere all’occupazione.
Continuerete a colpire i civili?
Nell’ultima Intifada più di un terzo dei palestinesi uccisi
dalle forze di occupazione erano bambini e nella maggioranza dei
casi erano civili. Applichiamo il principio occhio per occhio.-
Inoltre tutti gli Israeliani sono sodati ben addestrati.
Quali sono i vostri rapporti con l’Autorità Nazionale e gli
altri partiti?
L’Autorità Nazionale non è coinvolta nella resistenza.
Come possiamo collaborare allora? Collaboriamo con le organizzazioni
della resistenza, che appartengono all’una o all’altra fazione. Tutte
le fazioni e il loro braccio armato concordano nel praticare la lotta
armata per affrontare l’occupazione di Israele. La tregua attuale
è stata concordata al Cairo per un anno. Alla fine del 2005
l’accordo del Cairo non avrà più valore.
Che tipo di rapporti avrete con l’Autorità Nazionale e gli altri
partiti in vista degli sviluppi futuri?
E’ risaputa la nostra posizione nei confronti di Israele. Israele
è il nostro nemico e non è possibile alcun dialogo o
negoziato. Vogliamo che anche altri paesi interrompano le loro
relazioni con Israele a tutti i livelli, militare, industriale ed
economico.
Se Israele volesse avere un dialogo di pace con voi, accettereste?
Non è possibile la pace con chi uccide il nostro popolo, occupa
le nostre terre e distrugge le nostre case. Come possiamo avviare un
processo di pace con loro? Possiamo solo concordare una tregua.
La pace dipende dal riconoscimento dei nostri diritti che sono stati
violati. Significa la restituzione di tutte le terre occupate dal 1948.
Come possiamo riconoscere Israele se occupa le nostre terre? Possiamo
accordare una tregua, ma la pace è impossibile con Israele.
Non pensate ad una qualche forma di dialogo con Israele?
Il dialogo non è un’intenzione, è un metodo. Cosa
otteniamo dal dialogo per il dialogo? Questo è stato il grosso
errore
dell’Autorità Nazionale quando ha deciso che il dialogo era
strategicamente giusto. Il nostro obiettivo strategico non è il
dialogo, ma liberare le nostre terre con ogni mezzo.
Qual è la vostra opinione sul ruolo dell’Egitto come mediatore
nel conflitto israelo-palestinese e tra Hamas e l’autorità
Nazionale?
Apprezziamo il loro operato come parte mediatrice. Speriamo che possano
continuare perché i palestinesi hanno bisogno del loro aiuto
anche materiale, specialmente per quanto riguarda l’assistenza medica.
Condanna i recenti scontri tra Hamas e agenti di sicurezza a Gaza?
Penso che all’interno dell’Autorità Nazionale alcune persone
stanno cercando di enfatizzare le divisioni tra Palestinesi per
giustificare il rinvio delle elezioni. All’origine questi scontri erano
liti personali che sono state manipolate e fatte passare per uno
scontro generalizzato tra Hamas e l’Autorità Nazionale. Non
vogliamo prestare il fianco a questi giochi sporchi.
C’è il sentimento comune in Hamas che Israele, gli Americani e
l’Autorità Nazionale cerchino di impedire ad Hamas di
presentarsi alle elezioni?
Hanno paura delle elezioni perché sanno che la maggioranza delle
persone sono con Hamas.
Qual’è il vostro programma elettorale?
Abbiamo già esposto il nostro programma elettorale. Taglieremo
le relazioni con Israele a tutti il livelli e stabiliremo e
rafforzeremo i contatti con il mondo arabo ed islamico tramite i canali
egiziani e giordani.
Dobbiamo avviare un sistema economico indipendente e far funzionare
quello formativo. Dobbiamo avviare la ricostruzione delle
infrastrutture e un efficiente sistema di servizi sanitari. Non
c’é bisogno di entrare nei dettagli, queste cose sono note a
tutti.
Il presidente USA, Bush, ha detto di sostenere i diritti dei
palestinesi. Cosa ne pensa?
Quali diritti? Il nostro diritto è di avere uno stato
indipendente sul nostro territorio indipendente, la Palestina storica.
Non ci fidiamo dell’America e pensiamo che nessuno lo farà,
specialmente dopo gli attacchi all’Afghanistan e all’Iraq.
Le persone hanno scoperto che l’America é il paese più
bugiardo da quando ha parlato di armi di distruzione di massa in Iraq e
non ha potuto provarlo. Tutti quelli che ci hanno creduto sono stati
ingannati.
Ma gli Usa dicono che vogliono esportare la democrazia in tutto il
mondo.
C’è una grande contraddizione tra i propositi dell’America ed i
suoi effetti in Afghanistan, Iraq e Palestina.
Intendono crearsi dei collaboratori pilotando le elezioni, ma non
è facile farlo in Palestina.
Traduzione di Mariella Megna
Associazione L’altra Lombardia - SULA TESTA