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Febbraio 2006
I fratelli cristiani condividono le nostre sofferenze, sono parenti ed amici. L’occupazione israeliana non fa differenze nella sua brutalità fra cristiani e musulmani e tra di loro e tra di noi ci sono martiri feriti, prigionieri. Per noi i cristiani sono cittadini con eguali diritti e doveri e con la propria autonomia intellettuale e religiosa.
Pensate di introdurre la Sharia?
Hamas cerca di instaurare un governo nazionale e non religioso. E il governo nazionale è basato sulla libertà; come dice il Signore “Nessun obbligo nella religione” e quindi non obbligheremo nessuno, in particolar modo i fratelli cristiani, a seguire i dettami religiosi perché questo riguarda la sfera privata.
La ragione per cui Hamas si è presentata alle elezioni è per combattere la corruzione e ripagare tutte le ingiustizie, senza tener contro della religione o dell’appartenenza intellettuale o politica. Siamo tutti cittadini e nessuno è al di sopra della legge; noi siamo per la separazione del potere giudiziario da quello legislativo ed esecutivo e difenderemo gli oppressi finché le ingiustizie scompariranno. Tutti sanno che i figli di Hamas hanno le mani pulite e non sono mai stati coinvolti in ingiustizie verso altri o in ruberie. I nostri fratelli cristiani a Betlemme ne sono testimoni.
Lo stato di Israele è un fatto, ma è uno stato occupante, che ha usurpato le nostre terre, rubato le nostre proprietà ed ha imposto ogni genere di umiliazioni ed atti disumani al nostro popolo; tutte le leggi internazionali e divine ci garantiscono il diritto di resistere contro l’occupazione e la resistenza finirà se l’occupazione finirà. Vogliamo che tutti sappiano che il nostro conflitto con gli ebrei non è religioso ma riguarda l’occupazione della nostra terra e noi resisteremo contro gli occupanti senza distinzione di fede religiosa o intellettuale.
Per quanto riguarda il supporto della comunità internazionale noi affermiamo che gli aiuti al popolo palestinese saranno usati per i figli del popolo palestinese e per costruire il loro benessere e non servono a finanziare un partito specifico. Quindi congelare gli aiuti è una punizione collettiva verso tutto il popolo palestinese e la sua democrazia, e ciò è ingiustificato.