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INTERVISTA A LEILA KHALED

La situazione drammatica a Gaza, l’operato degli Hezbollah, i due fallimenti dell’imperialismo: Iraq e Libano.

leila khaled
Leila Khaled

Estratto dell’intervista fatta a Leila Khaled da Samia Halaby , Defend Palestine Coalition, Leilani Dowell, quotidiano Workers World, e Sara Flounders di International Action Center, durante una visita in Libano nel settembre 2006.

- L’offensiva nella striscia di Gaza era violenta durante il periodo (della guerra in Libano)

Leila Khaled: era più intensa perché l’attenzione era focalizzata in Libano. Israele ha compiuto tre massacri, grandi massacri, nella zona settentrionale della striscia dove ha distrutto tutto; ora è rimasta una zona isolata.

Gli israeliani telefonano ai residenti e dicono loro:  “Bombarderemo la tua casa a breve, vai via. Hai mezz’ora di tempo”. Le persone abbandonano la propria abitazione, aspettano a lungo, ma il bombardamento non arriva. Allora rientrano in casa, continuano a vivere lì per una settimana e poi la casa viene bombardata e muoiono.

Ogni volta che una famiglia riceve una telefonata lasciano l’abitazione, ma quando vedono che la casa non è bombardata ci ritornano. Ricevono una seconda telefonata: “ Vi avevamo detto di andarvene, perché siete ancora lì?. Avete 5 minuti ora per andare via. Vi avevamo dato mezz’ora la prima volta, ora vi diamo 5 minuti”. Alcuni non credono a questa seconda minaccia, non se ne vanno e vengono uccisi.

Ecco come gli Israeliani si comportano con gli abitanti della striscia di Gaza.
E’ terribile. Ogni volta che chiamo i compagni mi dicono: “ Stanno facendo diventare la nostra vita un inferno!”
Gaza è una zona molto piccola, densamente popolata, ovunque colpisci ammazzi qualcuno e distruggere le case significa che le persone senza casa non riescono più trovare nessun altro posto dove vivere. Ci sono le tende ora al posto delle case ed è così da tre anni a questa parte.
I confini sono chiusi, le persone non possono ricevere nessun tipo di aiuto neanche finanziario; se vuoi inviare denaro ci sono ora nuove restrizioni nelle banche.
A Gaza vogliono che le persone muoiano di fame e siano uccise per costringerle a dire: “ Qualunque soluzione, noi la accettiamo”.

In Libano distribuiscono volantini dagli aeroplani che dicono che gli Hezbollah non stanno dalla nostra parte, operano per conto dell’Iran non per i palestinesi.. Questa è anche guerra psicologica. Ma le persone non si fanno influenzare.

- Qual’è il motivo secondo te per cui gli Israeliano hanno smesso di bombardre il Libano?

Questa volta hanno perso perché è la prima volta che i missili colpiscono le città israeliane. Fin dalla prima settimana gli Israeliani bombardavano il Libano. Gli Hezbollah, per rappresaglia, bombardavano le città e i villaggi (israeliani).
Un milione e mezzo di Israeliani hanno abbandonato la Galilea. Ho telefonato ai miei parenti e mi hanno riferito che è  la prima volta in 58 anni che sono stati costretti ad andarsene.

- Quali sono ora i pericoli? Cosa è più probabile che succeda ora?

Penso che questa guerra rappresenti una svolta nella zona mediorientale perché Israele non potrà più lanciarsi in una nuova guerra. Ieri ci sono state dimostrazioni a Tel Aviv per chiedere una commissione di indagine. E’ la sesta guerra contro gli Arabi, ma è la prima volta che sono stati colpiti.

Sappiamo bene che gli Hezbollah sono sostenuti da Siria e Iran e penso che questo sia legittimo. Perché non bisogna avere alleati? Israele ha il sostegno della maggiori potenze mondiali.

Dal punto di vista politico, gli Hezbollah cercheranno di creare delle forti contraddizioni all’interno del Libano, a livello di governo e parlamento, ma non possono fare ciò a livello di massa perché le persone, anche quelle che hanno perso i propri figli e mariti, hanno la forte convinzione che tutto quello che succede loro è il prezzo che bisogna pagare per la lotta per la propria terra. Abbiamo visto molte persone che davanti alle macerie delle loro case dicevano:”Le ricostruiremo, non è la prima volta. Conosciamo il nostro nemico, non è la prima volta.”

Non dico che tutti i Libanesi mostrino solidarietà agli sfollati, dove ci sono i cristiani  ed i drusi. La maggior parte delle città sciite sono state distrutte e le persone che vivevano lì si sono spostate nei dintorni ed è la prima volta che abbiamo visto l’unità tra i libanesi. Non ci sono state critiche contro gli Hezbollah nelle zone sciite durante la guerra

Ma durante la guerra i Palestinesi sono usciti dai campi profughi (in aiuto ai Libanesi) e i Libanesi hanno chiesto loro rifugio nei campi. Il Libanesi hanno dichiarato ai media che questa volta si sono resi conto di avere dei fratelli e delle sorelle nei campi profughi. I Palestinesi hanno risposto che era loro dovere, che sempre i Libanesi li avevano  protetti ed toccava ora a loro difendere i Libanesi in pericolo.

Gli israeliani non hanno bombardato i campi, ma solo i loro dintorni. Non vogliono l’unità tra Libanesi e Palestinesi. Hanno scelto obiettivi   fuori dai campi ma non al loro interno.

- Alcune persone dicono che questa guerra è stata una prova fatta dagli USA per veder le reazioni della comunità internazionale in previsione di un attacco alla Siria ed all’Iran.

Non penso, personalmente, che l’amministrazione USA possa attaccare l’Iran. In Iraq gli USA non sono riusciti ad ottenere dalla guerra quello che volevano. Hanno preso il petrolio, ma non facilmente.

Almeno nel futuro prossimo non penso che Israele ci provi ancora. Ma naturalmente questo governo è così folle da compiere qualunque gesto. Quello che stanno cercando di fare adesso è assediare il medioriente da due parti, Iraq e Sudan .
Hanno colpito in Libano non per prova, ma perché era un obiettivo debole e hanno fallito.

Ora in Israele è polemica sia a livello politico che militare. E’ risaputo che da sempre le istituzioni militari sono il vero governo di Israele, e non il livello politico, anche se storicamente parlando i generali sono sempre stati primi ministri. Questa volta Olmert o Peretz volevano dimostrare che anche loro erano generali, ma non lo sono e quindi ora c’è grande discussione e divisione nel paese.

Alcuni osservatori sostengono che Israele ha fatto questa guerra a scapito degli Americani, l’hanno fatta e l’hanno persa. Ora questi due fallimenti in Iraq e in Libano non gli permetteranno di realizzare una nuova guerra. E in Afghanistan sta iniziando di nuovo.

- Come marxista, qual è la opinione sugli Hezbollah?
Gli Hezbollah provengono dal movimento Amal, che si era formato negli anni ’80. Gli sciiti in Libano sono stati considerati sempre una minoranza, oppressa e molto povera. Gli Hezbollah nascono nel 1987 a causa delle contraddizioni con la leadership di Amal. Avevano una nuova visione di come trattare con Libano ed Israele ed hanno questo principio: dobbiamo resistere a livello popolare.

Hanno imparato la lezione dagli errori che noi palestinesi abbiamo fatto in Libano. Non hanno mostrato le loro armi come facevamo di solito noi. Abbiamo aperto basi nel sud, loro non le avevano. Non avevano campi di addestramento, nessuno sapeva dove si addestravano. Sono molto ben organizzati. Noi portavamo armi ed uniformi nel sud e nelle città e chiunque ci riconosceva. Ora nessuno può riconoscere un guerrigliero.

Dopo il cessate il fuoco, la mattina in cui Nasrallah chiedeva di ritornare nelle proprie case nel sud, eravamo in una scuola che ospitava i profughi. Nel pomeriggio hanno iniziato a raccogliere le proprie cose per partire e gli abbiamo chiesto: “Dove andate?” e loro “Nei nostri villaggi, anche se le strade sono pericolose, ci sono sempre bombe a grappolo e razzi inesplosi” Le persone – parlo dei civili – sono molto disciplinati. Sono andati immediatamente, hanno detto: “ Il nostro capo ci ha chiesto di andare”. Ciò dimostra che il rapporto tra Hezbollah e popolazione è molto forte, le persone sentono che è per il loro bene e per il loro interesse anche se ci sono interi villaggi rasi al suolo e dove sono rimaste in piedi le case sono inagibili.

Gli Hezbollah si considerano membri della resistenza mediorientale contro il comune nemico, contro Israele e contro gli USA. Questo dichiarano ogni volta, convocano incontri con diversi gruppi e vanno a loro volta a molti incontri. Ce ne sono stati molti prima della guerra.

Il partito é molto ben organizzato ed addestrato ed ha un forte rapporto con le masse.
In tutte le case del sud sentono di essere trattati dal partito come figli e figlie. Il partito ha scuole, centri sanitari ed educativi. Molte delle scuole sono distrutte, ma hanno intenzione di ricostruirle.

Subito dopo la guerra Nasrallah ha dichiarato che avrebbero risarcito le persone e questo per permettere loro di vivere dignitosamente. Penso che dovrebbe essere una cultura comune ad ogni essere umano quella di vivere con dignità. Nasrallah ha affermato: “ Abbiamo vinto la guerra, ma il paese è distrutto e ciononostante abbiamo conservato la nostra dignità, siamo persone libere.”. Egli parla alle persone, alle loro menti ed ai loro cuori contemporaneamente.

Ci sono partiti nella regione mediorientale, soprattutto in Libano, che ci chiedono perché non viviamo in pace con Israele. Questa guerra ha dimostrato perché noi palestinesi fin dall’inizio abbiamo proposto la soluzione di un unico stato in cui arabi, ebrei,musulmani e cristiani potessero vivere insieme pacificamente e democraticamente nello stesso territorio. Questa è per noi la soluzione per porre termine al conflitto, ma abbiamo visto che la società israeliana non è ancora pronta per questo.
L’Iran ha una ideologia religiosa che penso sia pericolosa. Ma quando porta a resistere contro i progetti imperialistici in medio oriente non si deve parlare dell’ideologia ma della resistenza. La resistenza è il concetto sia che abbia un’origine religiosa o meno. Ecco perché hanno colpito gli Hezbollah, perché sono un gruppo resistente.

Testo in inglese a cura di Workers World tratto dal sito www.uruknet.info
Traduzione di Mariella Megna – associazione L’altra Lombardia – SU LA TESTA – www.laltralombardia.it

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