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AVIGDOR LIEBERMAN


Avigdor Lieberman fa parte del governo Olmert da fine novembre 2006. Diventerà anche vice primo ministro e avrà un ministero che si occuperà delle minacce contro Israele, specificatamente il programma nucleare iraniano.
E’ a capo del partito Yisrael Beiteinu (Israele è la nostra patria), fondato nel 1999, che ha ottenuto 11 seggi alle ultime elezioni su 120 seggi totali della Knesset (il parlamento israeliano).
Gli aderenti al partito sono prevalentemente emigrati russi, come lo è del resto lo stesso Lieberman, nato in Moldavia ed arrivato in Israele nel 1978.
Zeev Sternhell, storico del fascismo, politologo israeliano, lo definisce l’uomo politico più pericoloso della storia di Israele perché rappresenta un insieme di nazionalismo, autoritarismo e mentalità dittatoriale.
Numerose le proteste delle forze politiche israeliane moderate all’ingresso nel governo di questo personaggio.
E’ una figura scomoda per gli stessi israeliani perché invoca pubblicamente la pulizia etnica, il genocidio e la guerra nucleare.
Quando era ministro nel governo Sharon dal 2001 al 2003 fu ammonito dallo stesso ministro degli esteri di allora, Shimon Peres, di portarlo davanti alla corte di giustizia dell’Aja se avesse messo in pratica le sue idee razziste.
Da un resoconto del quotidiano Yediot Ahronot dell’8marzo 2002:
“Alle 8 bombardiamo tutti i centri commerciali, alle 12 tutte le stazioni di rifornimento carburante, alle 2 del pomeriggio tutte le banche e teniamo aperti i valichi di frontiera”.
Il programma elettorale del suo partito alle scorse elezioni di marzo prevedeva : espulsione dei palestinesi dalla Galilea, pulizia etnica in West bank e striscia di Gaza attraverso l’ampliamento delle colonie, confinamento della popolazione palestinese in bantustan ed agglomerati urbani come in Sud Africa.
Numerose volte ha suggerito di bombardare Teheran, come in passato la diga di Assuan.
Nel maggio del 2004 affermava che il 90% dei palestinesi residenti in Israele, che sono 1,2 milioni, dovevano andarsene da Israele e trovarsi una nuova identità araba.
Il suo programma per i detenuti palestinesi era quello di gettarli nel Mar Morto e si offriva di fornire gli autobus per il trasporto.
Va detto però che la sua politica esplicitamente razzista non è da considerarsi isolata.
Gli altri politici non arrivano alle esuberanze verbali di Lieberman ma ne condividono i contenuti, come dimostrano le politiche e pratiche dei vari governi che si sono succeduti sia di destra che dic entro-sinistra.

Quello che stupisce è il silenzio dell’Unione Europea alla notizia dell’ingresso al governo di un personaggio filo nazista, mentre addirittura impone sanzioni finanziarie al popolo palestinese perché ha scelto Hamas alle ultime elezioni.

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