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di Giorgio Riboldi
Circa otto mesi or sono alcuni compagni impegnati nel sindacalismo extra-confederale iniziarono un percorso che li avrebbe portati a fondare nel dicembre 1999 “L’Altra Lombardia-Su la testa”. Ciò accadde nel totale isolamento e nella consapevole disattenzione di intere aree politiche, sindacali e culturali.
Perché, testardamente, compimmo quella scelta? Perché eravamo e siamo tuttora convinti che:
1) A sinistra esiste un enorme spazio politico lasciato vuoto dalle scelte moderate, ambigue e parolaie che Rifondazione Comunista ha compiuto nell’ultimo quinquennio. In Italia non esiste una formazione rivoluzionaria d’ispirazione marxista con un progetto in grado di coniugare la capacità di insediamento nel sociale, di organizzazione dei conflitti e la necessità di avere un rapporto dialettico-conflittuale e strumentale nei confronti dei diversi livelli istituzionali.
I vari gruppetti di ispirazione marxista leninista sono espressione di una concezione settaria e minoritaria non in grado di svolgere una funzione efficace ed egemonica.
2) Il sindacalismo extra-confederale ed autorganizzato non può, nel contesto politico e sociale attuale, perpetuarsi all’infinito (basandosi esclusivamente sulle sue aree di insediamento di massa che hanno in ogni modo svolto e continuano a svolgere un ruolo insostituibile), senza che nel contempo s’inizi un percorso di costituzione di una formazione politica che possa rappresentare uno sbocco, o meglio un referente per le sue azioni sindacali indipendenti.
L’esperienza storica dimostra che un movimento sindacale, anche il più radicale ed antagonista, rischia di essere spazzato via dal nemico di classe e di esaurire la sua funzione propulsiva in assenza di sbocchi politici ed organizzativi (ne sono un esempio il movimento dei consigli in Germania e in Ungheria tra il 1915 e il 1918, l’esperienza del sindacalismo rivoluzionario durante la guerra civile spagnola ed anche il movimento dei consigli in Italia sia nel 1919, sia nel 1969, manifestatosi ovviamente in forme e caratteristiche diverse).
3) Da oltre un quinquennio si assiste ad un progressivo e giustificato allontanamento dall’impegno politico di migliaia di militanti comunisti e di sinistra che non condividono le scelte moderate, liberiste e politiciste di quelle formazioni che ancora si autodefiniscono di sinistra o addirittura comuniste.
Non si accettano le loro scelte politiche strumentali e omologate ai programmi dei partiti di centrodestra e basate esclusivamente sulla necessità della governabilità fine a sé stessa.
Conseguentemente e ovviamente questo disimpegno si traduce anche nell’astensionismo elettorale, in assenza di un referente credibile a cui dare la propria delega.
Sulla base di queste considerazioni che ritengo tuttora essenziali e di fondamento per la nostra pratica politica, decidemmo di compiere “una forzatura”, avviando un percorso che ci ha portato alla costituzione di una formazione politica (L’Altra Lombardia-su la testa) non di un partito, fondata e diretta da comunisti, ma senza un programma e una struttura propria dei comunisti.
Questo, a seconda dei punti di vista, potrà essere considerato un limite o un punto di forza, è comunque la realtà dei fatti così come si sono storicamente determinati.
“L’Altra Lombardia-su la testa” non si è costituita solo in funzione della scadenza elettorale regionale e non nasce con caratteristiche solo localistiche, ma come una necessità captata e interpretata da alcuni soggetti, al fine di avviare un percorso nazionale ben più complesso e profondo in grado di creare le condizioni per avviare un progetto di costruzione di una Formazione Comunista nel nostro paese, coordinato con le altre forze di ispirazione marxista-rivoluzionaria. Questo progetto non deve avere tempi biblici, ma non si potrà nemmeno concludere nell’immediatezza.
Una formazione politica in grado di combattere e sconfiggere il sistema capitalista, non si può improvvisare, non si può autoproclamare e non può fondarsi su basi, strutture e principi superficiali ed improvvisati.
Occorre una forte convinzione delle scelte da effettuare, è necessario un rigore programmatico, politico ed organizzativo che presuppone, volenti o nolenti, un impegno di studio, di elaborazione, di fantasia, di creatività e di spregiudicatezza tali che di fatto implicitamente selezioneranno i soggetti interessati a tale proposta. La pratica del chiacchiericcio, del parlarsi addosso, del pettegolezzo e dell’opportunismo rapace non ci è funzionale. Non ci interessano neppure pratiche ed ipotesi vecchie e superate basate sul dogmatismo ed il settarismo parolaio ed impotente.
Dobbiamo essere estremamente realisti ed onesti con noi stessi verificando insieme se siamo in grado, almeno di tentare, l’avviamento di questo percorso per onorare la scelta e gli impegni assunti quando costituimmo “L’Altra Lombardia-su la testa”.
In sostanza, poiché le sintetiche valutazioni fatte all’inizio sono sempre più attuali, poiché la pratica fin qui svolta da “L’Altra Lombardia-su la testa” si è dimostrata valida e l’esperienza elettorale è da considerarsi paradossalmente positiva, in quanto solo l’uso politico di una forzatura interpretativa delle norme burocratiche ci ha impedito di arrivare fino in fondo, ritengo sia giusto proporre di continuare questo progetto, coordinandoci più strettamente a livello nazionale con quelle formazioni che hanno promosso il convegno di Firenze sullo Stato e sull’imperialismo.
Se scegliamo di fare ciò sarà necessaria al più presto una svolta radicale collettiva nella pratica e nell’organizzazione. I compiti e le scadenze sociali, politiche ed elettorali che abbiamo di fronte sono enormi, come può apparire enorme la nostra inadeguatezza.
Ma se verificheremo l’esistenza di condizioni minime per continuare inizieremo a lavorare con lena, entusiasmo e serenità, perché la storia dei rivoluzionari ci insegna che nessun ostacolo è per loro insormontabile in presenza di una razionale volontà politica e di un progetto politico chiaro e di una forte componente teorica, intesa non come dogma ma come elemento scientifico di analisi e di indagine.
P.S. Abbiamo impugnato la validità dei risultati delle elezioni regionali in Lombardia in seguito alla nostra ingiustificata esclusione. Vi terremo informati dei risultati del ricorso presentato.
Milano 22/06/2000