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1° MAGGIO DI NOI LAVORATORI E LAVORATRICI
Lavoratrici e Lavoratori, Compagne e Compagni,
siamo in questa piazza con Voi per una battaglia che è di tutto il movimento operaio e dei lavoratori, quella che si sta conducendo ogni giorno per una società ove morire sul lavoro non sia ammissibile né frequente, una cosa che non debba succedere.
Da due anni lavoriamo a denunciare e documentare questa strage, collaboriamo con altre realtà impegnate su questo campo, a livello locale e nazionale. Recentemente il 5 aprile abbiamo costruito una assemblea militante molto partecipata da lavoratori e delegati, durante la quale abbiamo dato il via anche a Marghera alla carovana per la sicurezza sui posti di lavoro. Subito dopo è stata costituita la Rete per la sicurezza sul posto di lavoro a Marghera e nel veneziano, che tiene le sue riunioni ogni due lunedì, riunioni aperte a tutti i lavoratori e lavoratrici, per costruire dal basso anche qui una mobilitazione che non sia solo di denuncia e di celebrazione ma che sia soprattutto di mobilitazione di forze nuove e di costruzione dal basso di modo da poter fronteggiare la deriva che in maniera sempre crescente va delineandosi nel nostro paese nel campo dei diritti e del diritto al e nel lavoro.
Su queste cose vorremmo chiarire il nostro punto di vista. La legge 626 e la legge 123 (del 2007) non sono applicate in tutte le imprese, e non si tratta di casi isolati, ma anche di imprese importanti. I piani di sicurezza interni non sempre sono conosciuti e discussi con i lavoratori. E raramente sono rispettate le misure di sicurezza quando occorre “fare in fretta”. Non è vero nemmeno che siano “perfetti”, spesso sono carenti in questioni che dovrebbero essere ovvie per tutti (soprattutto regole di magazzinaggio, rispetto ai rischi di incendio; regole per le vie interne e nei piazzali per i muletti, per i frequentissimi incidenti che avvengono tra lavoratori in genere entrambi innocenti e colpevoli solo di aver bisogno di lavorare e di essere spesso soggetti a ricatti su produttività, velocità, ecc.; regole per le gru ed i macchinari di sollevamento pesi, movimentazioni di tubi pesanti, ecc.: tutti siamo rimasti colpiti ogni giorno dalla gravità di ciò che accade: pensiamo al padre che si vede arrivare il bambino in cantiere e che immediatamente dopo lo vede morto sotto un carico dei macchinari che stava movimentando !). Questo significa non solo sicurezza da spiegare, corsi per i lavoratori ecc., quando sappiamo per esempio che i corsi sono fatti da ditte specializzate che lavorano per associazioni padronali e che poi i padroni aderenti a quelle stesse associazioni nemmeno sanno quelle cose !
Come Rete per la sicurezza sul posto di lavoro a livello nazionale stiamo promuovendo in tutta Italia, da Palermo a Torino, da Napoli a Taranto, da Milano a Marghera, da Ravenna a Roma, in moltissime altre parti d’Italia, manifestazioni ed assemblee con delegati, medici, rls, rsu tra i quali i compagni di Tyssen Krupp, anche con altri sindacati di base, di modo da arrivare ad una grande manifestazione nazionale a Roma. A Mestre c’è fra poco la conclusione del processo Fincantieri per i 14 morti da amianto, una data per l’unità di tutti i Lavoratori.
Non è neppure vero che è solo un problema di soldi. È innanzitutto un problema di modello economico. La “flexurity” è una strabiliante falsità impossibile ad attuarsi, una esclude l’altra strutturalmente non per una questione di principio ma per una questione pratica, di che cosa è che muove la società, se la ricerca di benessere, giustizia, eguaglianza di base nelle cose fondamentali, o se invece unicamente il profitto, il dominio, la schiavizzazione (e non solo degli immigrati).
Per questo la nostra è solidarietà di classe, del proletariato, e non solidarietà verso la grande e spesso anche la media borghesia, veri responsabili della folle corsa alla devastazione del territorio (grandi opere e spese in gran parte di cemento ed asfalto, e disinteresse verso i problemi delle masse o puro e ovviamente limitato e controllato tramite le associazioni, assistenzialismo).
Per questo siamo qui a testimoniare che per noi il Primo Maggio è giornata dei Lavoratori e non dei parassiti arricchiti con la speculazione edilizia e con la schiavizzazione del lavoro, è giornata internazionalista perché i Lavoratori sono sfruttati in tutto il mondo e da tutto il mondo giungono oramai in ogni paese.
Per questo non concordiamo con Damiano e chi per lui, per noi lo Statuto dei lavoratori va applicato a tutti i lavoratori dipendenti ed è l’articolo 19 a dover essere abrogato tornando alla democrazia dal basso dei Consigli di fabbrica, ed abolendo le leggi e leggine della precarietà (referendum: www.bastaprecarieta.org )
Per questo stiamo anche promuovendo le iniziative pubbliche che sono note e quella della proposta di legge popolare sulla sicurezza sul lavoro, vertenze per i cosiddetti infortuni, cause legali e denunce, anche per denunciare quegli incidenti che oggigiorno persino in grandi fabbriche accade non vengano resi a volte noti.
Per questo, per una lotta di tutti i Lavoratori ed in particolare per l’impegno di quelli maggiormente coscienti, invitiamo tutti a partecipare alle nostre riunioni della RETE PER LA SICUREZZA SUL POSTO DI LAVORO (prossima riunione degli aderenti, aperta agli interessati, lunedì 5 al com.quartiere Cita a Marghera alle ore 19)
Informazioni sulla mail-list domeus.it al gruppo bastamortesullavoro (bastamortesullavoro@domeus.it , oppure nelle pagine del Bollettino operai auto-organizzati da noi edito)
Sindacato Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale per il sindacato di classe - COBAS
Associazione Esposti Amianto e ad altri rischi ambientali
1-5-2008