Campagna per la difesa e il rilancio
del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro
sottoscrivi l'appello - costruisci
la mobilitazione
Con
l'inizio di settembre è ripreso il confronto tra Confindustria i
vertici di Cgil, Cisl e Uil per il rinnovo degli accordi di
concertazione del luglio 93.
L'accordo
del 23 luglio 93 (la concertazione) aveva aperto le porte alla
precarietà, così come quello del 23 luglio 92 aveva
sancito la fine della indennità di contingenza (la scala
mobile), dando entrambi pesantissimi colpi alla struttura
contrattuale.
Oggi,
con questo nuovo accordo si corre il rischio che venga decretata
la fine dello stesso Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, aprendo
spazio alle gabbie salariali, alla contrattazione individuale, alla
precarizzazione e all'impoverimento generalizzati.
Ma
nonostante la posta in gioco sia altissima e riguardi milioni di
lavoratrici e lavoratori, essi non sono stati neppure informati della
trattativa in corso, e men che meno è stato chiesto il loro
mandato a trattare.
E'
quindi indispensabile che i lavoratori stessi, sia
privati che pubblici, oltre esprimere il proprio dissenso
comincino a costruire la mobilitazione e promuovano assieme,
indipendentemente dalle sigle sindacali di appartenenza, la campagna
per la difesa e il rilancio del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.
1. sottoscrivere l'appello
"Il
pane e le rose" (
http://www.pane-rose.it)
e "
Primomaggio" (
http://xoomer.virgilio.it/pmweb),
due giornali periodici che hanno entrambi la funzione di fogli di
collegamento tra i lavoratori, hanno iniziato a metà luglio una
campagna di informazione tramite un volantino-appello titolato "
Per
la difesa e il rilancio del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro"
che è stato diffuso in migliaia di copie ai cancelli delle
fabbriche e dei luoghi di lavoro.
Ti chiediamo, se condividi il
testo del volantino-appello, di sottoscriverlo individualmente, come
RSU, come sigla sindacale.
Puoi farlo
inviando una email a pane-rose@tiscali.it specificando
il tuo nome e cognome, il luogo di lavoro (con la città),
eventuali incarichi sindacali.
2. contribuire alla
controinformazione
Spedisci
questa email ai tuoi colleghi di lavoro, ai tuoi conoscenti.
L'attacco al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro riguarda
tutti.
Fotocopia
e diffondi il testo dell'appello: puoi scaricare il testo
dell'appello all'indirizzo:
3. leggere i
materiali informativi
4. costruire la rete
Se
diffondi l'appello, se lo pubblichi, se produci altro materiale o
iniziative per la difesa del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro,
tieni informati tutti e tutte inviando materiali e resoconti a
pane-rose@tiscali.it. Saranno
immediatamente pubblicati e diffusi agli altri siti web che
contribuiscono alla campagna.
5. preparare le
assemblee nei luoghi di lavoro
E'
la cosa più importante di tutte. Solo la presa di posizione
delle lavoratrici e dei lavoratori può pesare sulla
chiusura del confronto tra Confindustria i vertici di Cgil, Cisl e Uil,
prevista per fine settembre, e sulla successiva consultazione sul testo
dell'accordo.
Puoi
trovare i testi degli ordini del giorno votati dall'assemblea dei
lavoratori della Sammontana di Empoli e da quella dei lavoratori
della Coop Adriatica di Casalecchio agli indirizzi:
Il
pane e le rose
Per
contatti e ulteriori informazioni:
380
3999961
DIFENDERE E RILANCIARE
IL CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO
Nel suo discorso di investitura il nuovo presidente di Confindustria,
Emma Marcegaglia, ha esposto le richieste del padronato italiano
per la prossima fase: i profitti devono continuare a crescere a
discapito dei salari, l’età pensionabile va ulteriormente
innalzata, la spesa sociale va tagliata, il contratto nazionale di
lavoro va “riformato”.
Il governo Berlusconi ha risposto prontamente varando il DPEF
(Documento di Programmazione Economica e Finanziaria) per i
prossimi tre anni: una manovra da 35 miliardi che prevede un ulteriore
sviluppo delle privatizzazioni e tagli a trasporto pubblico locale,
scuola, sanità pubblica.
Nella scuola si annuncia il taglio di 100.000 insegnanti e nella
sanità la reintroduzione del ticket sulla specialistica. Da
parte loro i ministri del lavoro europei, tra cui quello italiano
Sacconi, hanno annunciato la volontà di portare l’orario massimo
di lavoro fino a 65 ore settimanali.
NEL FRATTEMPO IL18 GIUGNO È INIZIATO ILCONFRONTO
SULLA“RIFORMA”
DEL CCNL TRA CONFINDUSTRIA E LE BUROCRAZIE SINDACALI CGIL, CISL E UIL
L’obiettivo fondamentale che il padronato vuole raggiungere con la
“riforma” del CCNL è quello di realizzare il controllo totale
sulla forza lavoro, frantumare la solidarietà di classe,
dividere e indebolire i lavoratori per costringerli a contrattare
individualmente il loro salario.
L'obiettivo è quello di subordinare sempre più
strettamente il salario al profitto delle imprese: “salario in cambio
di produttività” dicono i padroni, ma Italia il tasso di
produttività è già altissimo mentre il salario
è bassissimo. Infatti i dati pubblicati recentemente dall’OCSE
(i 30 paesi industrialmente più sviluppati) dimostrano
chiaramente che in Italia il numero di ore lavorate è tra i
più alti dell’area OCSE, ma i salari sono tra i più bassi
(circa 6000 dollari all’anno in meno della media).
Le affermazioni del padronato sono solo chiacchiere per spillare ancora
più sudore e per riempirsi sempre di più le tasche.
Mettere in discussione il CCNL significa, per cominciare, abbandonare a
sé stessi i lavoratori delle imprese piccole e medie (e anche di
tante imprese più grandi) che non hanno la contrattazione di
secondo livello (in Italia solo il 20% dei lavoratori ce l’ha) o non
hanno la forza di realizzare accordi accettabili (e oggi che è
sempre più difficile strappare accordi decenti il CCNL
rappresenta un minimo di tutela per il salario e i diritti).
Significa dare il via libera alle “gabbie salariali”cioè al
fatto che due operai che fanno lo stesso lavoro in due posti diversi
hanno due salari e due “diritti” diversi.
E quando si sarà consumata definitivamente la rottura della
solidarietà tra lavoratori (italiani contro immigrati, vecchi
contro giovani, sud contro nord, privato contro pubblico, garantiti
contro precari…) chi avrà vinto? Ogni lavoratore
sarà solo. Solo e debole di fronte al singolo padrone e alle
associazioni dei padroni e allora la sua ulteriore costrizione al
lavoro coatto sarà inevitabile. Così come sarà
inevitabile la schiavizzazione dei propri figli. E che razza di uomo
è quell’uomo che non lotta e preferisce fare la “cicala” con i
diritti e la dignità dei propri figli?
Invece di opporsi a questa situazione il 12 maggio scorso i vertici
CGIL-CISL-UIL hanno approvato un documento nel quale si dà il
via libera alla revisione dei già pessimi accordi del luglio
1993 con un accordo per la “riforma del modello della contrattazione”
che ridurrà il contratto nazionale di lavoro a pura
formalità spostando tutto il peso della contrattazione sul
secondo livello (decentrato), ovviamente per chi ce l’ha.
Cosa riceverebbe il sindacato, in cambio della propria
disponibilità ad andare incontro alle richieste del padronato?
Una riforma della rappresentanza nei luoghi di lavoro che legherebbe
ancora di più i delegati alle segreterie e impedirebbe loro di
assumere posizioni diverse da quelle dei vertici, anche se approvate
dai lavoratori. Un’ulteriore riduzione della già pochissima
democrazia che c’è nei luoghi di lavoro.
20 ANNI DI ATTACCO ALSALARIO E AI DIRITTI DEI LAVORATORI
Sono oltre 20 anni che i lavoratori sono sotto attacco: prima la
riduzione di 4 punti l'indennità di contingenza, la Scala
Mobile, per mano dell'attuale ministro Renato Brunetta, allora
socialista (1984), poi l’abolizione della “scala mobile”(governo Amato
1992), poi gli accordi sulla flessibilità (Ciampi 1993), poi la
controriforma delle pensioni (Dini) nel 1995, poi il pacchetto Treu
(Prodi 1997), poi l’attacco al diritto di sciopero (D’Alema 1999), poi
la legge 30 (Berlusconi 2002), poi lo scippo del TFR verso i
fallimentari fondi pensione integrativi attraverso la truffa del
silenzio-assenso (Berlusconi 2006 - Prodi 2007), poi i protocolli sul
welfare per aumentare l’età pensionabile e allungare la
precarietà (Prodi 2007). Ora l’attacco frontale al CCNL.
Tutti questi passaggi sono stati “concertati”dai padroni, dai vari
governi e dalle burocrazie CGIL- CISL-UIL spesso con l’appoggio di
tutti i partiti, di destra come di “sinistra” (compresi quelli della
sedicente “sinistra radicale”). E’ sempre più chiaro che nei
parlamenti e nelle segreterie sindacali i lavoratori non hanno amici.
Con l'indebolimento del Contratto Nazionale ogni anno una percentuale
sempre più alta della ricchezza prodotta è stata tolta ai
salari dei lavoratori e regalata ai profitti dei padroni.
Nel 1983 il 77% della ricchezza prodotta (il PIL) andava ai salari e il
23%ai profitti, nel 2005ai salari va meno del 69%mentre ai profitti
oltre il 31%. L'8%del PIL in più ai profitti rispetto a
vent'anni fa. Una cifra pari a 120 miliardi di euro. Che significa 5
mila 200 euro del salario di ogni lavoratore. E questo ogni anno, tutti
gli anni.
Ma questo furto continuo non sazia la fame degli industriali e dei
pescecani della finanza, che dopo aver derubato i lavoratori del TFR e
delle pensioni, ora vogliono ridurre ulteriormente i salari, e con
questo obiettivo tentano ogni giorno di aizzare i lavoratori contro i
loro fratelli di classe immigrati per distoglierli dai loro veri
nemici: padroni, sindacati di regime, partiti-casta. Ai padroni che
vogliono dividere per meglio comandare va risposto con forza che tra i
lavoratori non ci sono stranieri e che l'unico straniero è il
capitalismo.
DIFENDERE E RILANCIARE ILCONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO
Sulla difesa del CCNL sono in gioco il salario e i diritti per i
prossimi venti anni.
Tutto è nelle mani dei lavoratori. Dissentire non basta,
è necessario mobilitarsi, informare tutti e tutte, prendere la
parola nelle assemblee, contestare i sindacati venduti (come hanno
fatto i lavoratori di Mirafiori, di Melfi, di Arese, di Pomigliano),
costruire assieme la campagna per la difesa e il rilancio del Contratto
Nazionale di Lavoro, costruire comitati di lotta unitari e indipendenti
dei lavoratori nei posti di lavoro e nel territorio, per fare della
difesa del CCNL una questione sociale, per una nuova stagione di lotte
salariali e sociali.
Il Pane e le Rose foglio di collegamento tra i lavoratori
email: pane-rose@tiscali.it - tel. 380 3999961 / 339 3964862 - web:
www.pane-rose.it
Redazione veneta di Primomaggio foglio per il collegamento tra
lavoratori, precari e disoccupati
email: primomaggio.veneto@alice.it - tel. 348.2900511 – 340.4063172
ADERISCONO:
Assemblea dei Lavoratori autoconvocati
email: info@assemblealavoratori.it - web:
http://www.assemblealavoratori.it
Delegati/e che si riconoscono nel movimento: per un “Coordinamento
Nazionale delle RSU”
email: alma@coordinamentorsu.it - web:
http://www.coordinamentorsu.it
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