COMUNICATO STAMPA DI GIORGIO RIBOLDI – COORDINAMENTO NAZIONALE SLAI COBAS
Da mesi io ed altri compagni stiamo denunciando e combattendo il carattere ambiguo e provocatorio della manif del 13 dicembre e dei suoi promotori, e grazie alla nostra opera decine di compagni in buona fede e di organizzazioni hanno revocato la loro adesione. Sostanzialmente noi abbiamo iniziato un faticoso lavoro di controinformazione e di denuncia contro tale iniziativa, disvelando il progetto politico che ci sta dietro (superamento della dicotomia destra-sinistra, ridimensionamento del valore attuale dell’antifascismo e dell’antinazismo, antiamericanismo come unico parametro attorno a cui raccogliere consenso ed adesione “a prescindere” , confusione fra una corretta concezione di antimperialismo che presuppone lotta di classe e conflitto e un generico principio antiamericanista facilmente condivisibile dalle forze dell’estrema destra nazista e razzista, sdoganamento di fascisti e nazisti di varia natura ecc…ecc…). Ogni giorno che passava, le varie sceneggiate e prese di posizione dei promotori ci hanno dato ragione, dimostrando l’ estraneità dei suddetti ad ogni articolazione del movimento e la pericolosità della loro iniziativa politica. Alla manif del 13 hanno aderito e parteciperanno fascisti e nazisti di ogni risma, che si sono dati appuntamento a Roma anche il giorno successivo per avviare il percorso di formazione di un nuovo soggetto politico di estrema destra che si presenterà alle elezioni europee del 2004. E perché parteciperanno? Perché nell’introduzione all’appello - che dopo poco tempo è stata guarda caso tolta – vi è un invito esplicito a tutte le persone di buona volontà di qualunque appartenenza politica e religiosa. L’unico deterrente è stata la timida dichiarazione dei cosiddetti promotori che la manif è antifascista! Hanno ragione tutti quei compagni e realtà di movimento nel sostenere non solo la necessità di boicottare attivamente questa manif, ma anche di escludere in futuro dalle iniziative dei comunisti e del movimento tutti coloro che pervicacemente hanno mantenuto l’adesione a questa manifestazione, nonostante le reiterate denunce e chiarificazioni fatte su questa vicenda. Il permanere di queste adesioni ha dato spazio e dà spazio alle strumentalizzazioni del sistema, della destra e di alcune aree del centro-sinistra, che non vedono l’ora di dimostrare il loro teorema: chi è contro l’occupazione americana dell’Iraq e a fianco della resistenza del popolo iracheno è oggettivamente complice del “terrorismo internazionale”; confondendo deliberatamente la differenza sostanziale fra azioni terroristiche e lotta armata di resistenza contro l’invasore. Questa iniziativa crea inoltre maggiori difficoltà a chi sta lavorando effettivamente per costruire ampie mobilitazioni di lotta contro l’imperialismo USA e l’occupazione USA dell’Iraq, a fianco della resistenza irachena e palestinese e contro le politiche antisociali dello stato capitalista e dei suoi governi. Dopo il 13, a mio avviso, si porrà anche un problema di appartenenza e di convivenza all’interno di partiti, sindacati, associazioni, circoli ed altro con coloro i quali ostentatamente e deliberatamente hanno aderito a questa iniziativa equivoca e pericolosa.
Per dirla come i compagni di Askatasuna “dichiariamo con forza la nostra intolleranza sociale e politica ad ogni forma di fascismo mascherato e ad ogni forma e teoria che auspichi il superamento delle differenze politiche….”
Giorgio Riboldi – coordinamento nazionale Slai Cobas – RSU Regione Lombardia
Milano, 12 dicembre 2003
P.S. Consiglio Mara Malavenda del Cobas di Pomigliano d’Arco di leggere attentamente l’elenco dei sottoscrittori dell’appello e di analizzare gli scritti farneticanti, ambigui, furbeschi e provocatori di C. Preve e di valutare la “noncuranza” e la voluta superficialità con cui i vari Mazzei e Pasquinelli trattano la presenza dei fasci-nazi alla loro iniziativa. E’ ancora in tempo per ripensarci e ritirare la propria adesione.
PER RAMMENTARE:
Intervento del 23 settembre 2003 (la data di riferimento della manif é ancora il 6 dicembre, é stata spostata successivamente)
Il 21 settembre 2003 ci hanno "espulso" dal gruppo di discussione degli 'antiamericanisti'.La nostra ‘esclusione d’ufficio’ è avvenuta a seguito di nostre continue prese di posizione contro le infiltrazioni dirette e indirette di fascisti, nazisti, comunitaristi ecc,ecc… che si muovono dietro le quinte del gruppo antiamericanista, che fa esporre pubblicamente utili idioti ex-di sinistra.
Come sostengono altri compagni in altre liste, dobbiamo continuare una campagna chiarificatrice per NON FARE ADERIRE compagni e cittadini in buona fede alla manifestazione del 6/12/2003 alla quale cominciano a dare la propria adesione picchiatori, stragisti e criminali della destra radicale e fascista.
Questa manifestazione è una tappa di un processo tortuoso e subdolo per arrivare alla costituzione di un soggetto politico attraverso – cito da uno dei loro scritti del 14/09/03 – “….una vera e propria campagna di reclutamento fuori dai recinti dei “gia’ organizzati.
…….Puo’ essere triste e spiacevole scoprire che le ‘avanguardie’ di venti, dieci, cinque anni fa non riescono piu’ ad esserlo nella nuova situazione. Potra’ essere invece piacevolmente sorprendente scoprire nuove aree di ascolto dalle quali potra’ venire nuova militanza.”
E ancora, a riguardo della necessita’ di trovare il nome e il simbolo “…..un simbolo che ci faccia identificare ovunque a partire dalle manifestazioni di piazza. Non vorremmo lasciare le piazze ai soli colori arcobaleno o a bandiere rosse pronte a stingersi sempre piu’ in un indistinto fronte antiberlusconiano.”
Siamo rammaricati di dover impiegare del tempo a boicottare invece che a sostenere una manifestazione a sostegno della resistenza irachena, ma e’ necessario smascherare in questa fase l’ambiguita’ e la pericolosita’ di questo gruppo di antiamericanisti che strumentalizza l’eroica resistenza del popolo iracheno contro l’occupazione americana, per compiere un’operazione politica non solo ambigua, ma molto pericolosa.
Non bisogna farsi trarre in inganno da alcuni individui che si dichiarano ‘filo islamici’. Non è sufficiente essere filoislamici per essere realmente a fianco del popolo palestinese o della resistenza irachena. Gli esponenti della destra radicale che si infiltrano in alcuni gruppi della sinistra, usano il tema della lotta al “mondialismo” per legittimarsi. In realtà il termine “mondialismo” che loro usano è ambiguo e non ha nulla a che vedere con le analisi sulla globalizzazione. La destra radicale “antimperialista” con questo concetto si riferisce infatti “a una strategia per il dominio mondiale, perseguita attraverso il capitalismo dalle lobby ebraiche e dai circoli sionisti. Un complotto per ‘mescolare’ e distruggere le razze” ( da “L’arcipelago nero” a cura di S. Ferrari)
SEPPUR CON DIFFICOLTA’ DOBBIAMO COMINCIARE A LAVORARE PER CREARE LE CONDIZIONI AFFINCHÉ SI ORGANIZZI UNA GRANDE MANIFESTAZIONE A ROMA IN SOLIDARIETA’ CON LA RESISTENZA IRACHENA, CONTRO L’OCCUPAZIONE USA E A FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE, PROMOSSA DA SOGGETTI E FORZE POLITICHE CHE SENZA AMBIGUITA’ SI PONGANO SUL TERRENO ANTIMPERIALISTA E ANTIFASCISTA.
Ha ragione Grimaldi: non c’è antimperialismo senza lotta di classe.
Cordiali saluti
Giorgio Riboldi Slai COBAS coordinamento nazionale
Mariella Megna COBAS Regione Lombardia
Milano 23 settembre 2003
P.S. Per contribuire a fare chiarezza vi alleghiamo alcuni scritti tratti da “L’arcipelago nero” di S. Ferrari che ben spiegano chi sono e cosa fanno alcuni personaggi e alcune aree legate al gruppo antiamericanista che organizzano e/o aderiscono alla manifestazione del 6 dicembre a Roma.
“Claudio Mutti, già fondatore dei comitati per la scarcerazione di Freda, proprietario della casa editrice "Edizioni del Veltro", indagato più volte nell’ambito di fatti eversivi, protagonista di diversi tentativi di infiltrazione a sinistra, autore di "Nazismo e Islam" ( in cui venivano esaltate le gesta della 13° Divisione SS mussulmana della Bosnia –Erzegovina ). Da anni Claudio Mutti si dichiara convertito all’islamismo.
I "circoli comunitaristi", dal canto loro, provengono dall’esperienza della rivista "Rosso è Nero" interna al "Fronte Nazionale" di Tilgher. Dopo essersene scissi, si sono presentati per qualche tempo come sezione italiana del "Partito Comunitarista Nazional-Europeo", vecchia creatura di Jean Thiriart, ex-combattente SS condannato per collaborazionismo, divenuto a partire dagli anni ’60 una delle personalità principali nell’ambito del neonazismo europeo nel secondo dopoguerra. Teorico del "comunitarismo", come "superamento in avanti del nazismo e del comunismo" ( depurato ovviamente da Marx ) Jean Thiriart ha fondato più di un ‘ internazionale nera, tra le altre "Jeune Europe", che in Italia originò prima "Giovane Europa" e poi "Lotta di Popolo". Sua la frase:"Il plastico sarà il megafono dell’anticomunismo nella seconda metà del ventesimo secolo".
I "circoli comunitaristi" si sono sempre rifiutati di farsi collocare a destra, cercando con una certa insistenza di "infiltrarsi" nel movimento no-global, prima come "Unione dei Comunisti Nazionalitari" ed ora sotto la sigla di "Socialismo e Liberazione". Esattamente come provò a fare "Lotta di Popolo" nel 1969 nel movimento studentesco di Roma. Si tratta con tutta evidenza di un gruppo di provocatori che per rendere credibile la propria opera di camuffamento attinge a piene mani dalla simbologia della sinistra. Sui loro siti-internet è possibile leggere contemporaneamente scritti di Marcos e Che Guevara, di Mussolini e Nietzche.