Reggio Emilia: 200 operai in lotta per il contratto bloccano per due ore il
casello autostradale scavalcando una dirigenza sindacale che non vuole vincere!
Comunicato stampa
Un contratto per i metalmeccanici scaduto da altre un anno a cui si aggiunge
l’arroganza degli industriali che per voce di Federmeccanica chiedono nuovi
sacrifici sotto forma di flessibilità in cambio di qualche soldo. Quattro ore
di sciopero per l’intera provincia per la mattinata e altre quattro da svolgere
in maniera articolata in ogni fabbrica nel corso della settimana.
A Reggio Emilia la manifestazione indetta dai dirigenti Cgil, Cisl, Uil vede
quattromila operai, molti dei quali organizzati con striscioni e bandiere della
propria fabbrica, in un combattivo corteo. Dagli slogan e negli occhi degli
operai emerge tutta la rabbia per una situazione ormai insostenibile, per una
miseria crescente che giorno dopo giorno miete le condizioni dei lavoratori e
delle proprie famiglie.
Si tratta di un corteo organizzato dai sindacati confederali e concordato con
la questura, che avrebbe dovuto transitare nei pressi del casello autostradale
e bloccare per un po’ una rotonda stradale adiacente. Questo secondo i
burocrati sindacali, avrebbe dato visibilità alla lotta.
Partecipazione sicuramente riuscita, ma di fatto la cosa non è proprio andata
come avevano preventivato tali signori.
Circa un migliaio di operai arrivati nei pressi del “presidio concordato”
hanno forzato il blocco composto “forze dell’ordine” (al servizio dei padroni)
e dai burocrati sindacali, tra cui componenti delle segreterie dei tre
sindacati, che impediva di accedere al casello autostradale. E’ stato molto
divertente e allo stesso tempo penoso vedere il segretario di Fiom/Cgil Guido
Mora (noto liquidatore cittadino di operai comunisti), fianco a fianco con la
celere, opporsi fisicamente e addirittura spintonare maldestramente (immagini
mandate in onda anche dalle TV locali) gli operai che con forza spingevano per
raggiungere il proprio obiettivo. Ma la forza e la rabbia dei lavoratori anche
di fronte a questa situazione paradossale non può essere fermata e così oltre
200 operai riescono a sfondare e a bloccare il casello autostradale.
Tutto fermo, nessun mezzo può transitare a Reggio Emilia! Il blocco crea code
lunghe oltre trenta chilometri fino a Parma.
Da questo momento inizia la trattativa. Ma la trattativa con chi?
Principalmente con i burocrati sindacali, chiaramente spalleggiati dalla
questura, che per quasi due ore si affannano a convincere gli operai a togliere
il blocco. Ci dicono: (…)abbiamo raggiunto ciò che volevamo...abbiamo raggiunto
il nostro risultato ora togliete il blocco (…)avevamo concordato un'iniziativa
diversa, abbiamo organizzato noi il corteo, comprendiamo la vostra rabbia ma
ora diciamo di tornare a casa(…) la prossima volta non organizzeremo più un
iniziativa di questo tipo(…)
Ma gli operai resistono. Resistono alle lusinghe e alle menzogne dei signori
del sindacato e delle “forze dell’ordine” che si affannano cercando di
convincerli ad abbandonare la loro iniziativa di lotta.
Gli operai rispondono con slogan, accendendo fuochi sull’asfalto e invitando i
dirigenti sindacali liquidatori ad andarsene: (…)signori sindacalisti provate a
venire in fabbrica a lavorare un po’…non abbiamo bisogno di chi ci usa
solamente per mettersi in mostra e si oppone alla nostra lotta! (…)la lotta e
nostra e la portiamo avanti noi... vogliamo il contratto e subito! (…)
Intanto giungono notizie dalle altre città: a Bologna gli operai in lotta
hanno occupato la tangenziale, bloccata l’autostrada anche a Torino e a
Bergamo. Sembra che la nostra iniziativa non sia l’unica. Bisogna resistere!
Si discute dell’opportunità di questa forma di protesa, tutti concordano che
la lotta deve essere decisa dai lavoratori interessati. Coloro che non riescono
ad arrivare a fine mese, gli operai, sono i soli a potere e dovere decidere
come condurre la propria lotta per vincere.
Ma dopo circa un ora e mezzo la situazione diventa piano piano insostenibile.
La questura fa pressioni perché si tolga il blocco, mentre i burocrati
sindacali chiamano a raccolta i loro discepoli e danno indicazione diretta di
richiamare fabbrica per fabbrica gli operai ribelli per sciogliere il blocco.
In questo modo i pompieri sindacali riescono a rompere l’unità degli operai
indisciplinati. Un ottantina di operai continua a resistere ma ormai il fuoco
della ribellione, almeno per oggi, è spento. Le forze sono esigue per
continuare: si decide di sciogliere il blocco.
Una giornata particolare di lotta per ottenere e difendere il diritto di poter
condurre una vita dignitosa per noi e per le nostre famiglie.
Gli operai si sono espressi: la lotta deve essere portata avanti da chi vuole
vincere, solo innalzando le forme di lotta fino a creare problemi di ordine
pubblico è possibile portare avanti le proprie battaglie in maniera vittoriosa.
Le lotte devono essere portate avanti da chi vuole vincere!
Niente sconti ai padroni!
No a scambi di salario con peggiori condizioni di lavoro!
Lottare per fare dell’Italia un nuovo paese socialista!
Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
Sezione di Modena e-mail: [http://www.carc.it] (Indirizzo web:
mailto:carcmo@carc.it)
Reggio Emilia, 10 dicembre 2006