CONTRIBUTO
PER LA COSTRUZIONE DEL MOVIMENTO ANTIAMERICANISTA
Antiamericanisti non solo perché non si
accetta il modello
economico-militare, ma anche perché si rifiuta il modello
politico-culturale e
il modello di vita USA.
Dobbiamo
esplicitare il sostegno alla resistenza iraquena contro l’invasore
americano in
tutte le forme in cui si può manifestare. Dobbiamo essere
promotori di una
campagna nazionale di chiarificazione su chi è l’aggredito e su
chi è
l’aggressore. Il silenzio rischia di far passare nelle coscienze le
ragioni
dell’aggressione USA.
E’
agghiacciante vedere come il movimento contro la guerra si sia fermato
e si sia
autocensurato dopo l’aggressione e dopo l’occupazione USA.
Noi
dobbiamo sancire la nostra originalità operando per costruire un
movimento di
massa contro l’occupazione USA dell’Iraq, dando così
continuità al movimento di
massa che si era sviluppato per impedire la guerra.
Non
ci si deve illudere sulla incisività delle opposizioni presenti
negli USA, ma
non si può ignorare che esistono settori sociali che
oggettivamente sono
esclusi dal sistema di potere USA, e
che subiscono forme violente di sfruttamento e di emarginazione.
La
liquidazione della dicotomia destra-sinistra è uno dei
cavalli di
battaglia della destra e della sinistra-destra. Questa è una
questione molto
complessa e delicata che meriterebbe un approfondimento ed un saggio
storico.
Se si considera sinistra l’attuale sinistra istituzionale (ulivo
insieme ad una
parte di rifondazione) è corretto parlare di morte della
sinistra così come si
è determinata storicamente nel nostro paese. Quindi questo
passaggio va
precisato con cura ed attenzione.
Altra cosa, invece, è affermare generalmente e genericamente la necessità del superamento comunque della dicotomia destra-sinistra. Esistono o non esistono nel nostro paese delle soggettività di sinistra, rivoluzionarie e comuniste? Se la risposta è si, bisognerebbe essere più precisi quando si parla di fine della sinistra. Noi pensiamo, se mai, che occorre operare in tempi non biblici per ricostruire una sinistra ed un’organizzazione comunista che oggettivamente dia continuità non solo e non tanto alla contrapposizione verbale destra-sinistra, ma sancisca concretamente e materialmente l’inimicizia e l’incompatibilità fra destra ed organizzazione comunista.
Destra
e sinistra non
sono solo
luoghi fisici dove ci si siede in parlamento o nei luoghi di
rappresentanza
borghese, ma sono diverse culture, diverse teorie, diverse concezioni
di vita,
diverse modalità organizzative, diverse strategie e diverse
tattiche. I
comunisti si distinguono dal resto delle sinistre anche perché
devono sapere
esercitare la pratica dell’egemonia, da non confondersi con tatticismi
unitari
di basso profilo. Ad esempio non ci interessa nulla di egemonizzare i
comunitaristi, ammesso che non accada il contrario.
Il
nemico principale
è
l’imperialismo americano. Il movimento antiamericanista non può
ignorare le
eventuali contraddizioni
inter-imperialistiche che si possono verificare in talune circostanze
storico-politiche.
Anche
volendo fondare solo un’associazione culturale, come qualcuno
propone,
sarebbe stato necessario cominciare a pensare non solo il modo e il
metodo con
cui costruirla, ma indicare i contenuti e gli obiettivi minimi. Per
esempio, un
movimento antiamericanista dovrà avere tra gli obiettivi e le
pratiche
principali l’organizzazione metodica di campagne
di
boicottaggio di prodotti USA? Perché non cominciare a parlarne?
E delle basi e
delle sedi USA in Italia che ne facciamo?
Ci
siamo chiesti come mai molti sottoscrittori del primo manifesto
(Peoples smash America)
sono scomparsi o non sono ancora intervenuti, o altri ancora se ne sono
andati?
Perché
c’è stato bisogno di aggiornare il manifesto dopo il 25 maggio? Forse perché rispetto al
primo c’è stata
un’evoluzione (o involuzione) non coerente? Vorremmo capire, non
è polemica.
Probabilmente
l’inserimento nel gruppo di discussione di individui estranei
culturalmente e
storicamente alla maggior parte dei sottoscrittori e dei promotori ha
sviato la
discussione, favorendo il chiacchiericcio e la polemica a discapito di
proposte
concrete utili a far marciare il nostro ambizioso progetto. Questi
individui
sono riusciti nell’intento di spostare il dibattito su di loro per
circa due
mesi e, purtroppo, una parte consistente di noi è caduta nella
trappola.
Anche
chi non conosce a fondo la storia della nascita e dello sviluppo della
galassia
della destra radicale sa che uno degli elementi ricorrenti e strategici
di
questi gruppi è l’uso di linguaggi, parametri e paradigmi
mutuati dalla
sinistra, dal pensiero marxista e dal movimento comunista in
particolare
(vedere il libro di F. Ferraresi “La destra radicale” edito mi pare da
Feltrinelli). Sul piano tattico, invece, sono specialisti nel creare
confusione
in casa del nemico e in casa nostra ci sono riusciti facendo
allontanare molti
compagni.
E’
chiaro finora la discriminante che abbiamo contro l’area no global, ma
non
ancora contro l’area di Orion e dei cosiddetti “comunitaristi”.
Per
quanto ci riguarda la discriminante antifascista avrebbe dovuto
essere
implicita nella formazione di un movimento antimperialista USA.
Eravamo
e siamo convinti che l’essere antiamericanisti debba avere come
conseguenza
implicita l’essere militanti anticapitalisti nei propri luoghi di
lavoro e
di studio ed agire di conseguenza. Questo è un principio che
non va dato
per scontato e che non si trova frequentemente presente nel dibattito.
Alcuni soggetti
che sono iscritti nel gruppo di
discussione hanno avuto a che fare, direttamente o indirettamente, con l’area
di Orion. Orion nasce come luogo di raccolta di esponenti della
destra
radicale a cui successivamente si sono aggiunti personaggi pentiti
della lotta
armata degli anni settanta (vedere i numeri della rivista di alcuni
anni fa).
Uno dei più assidui collaboratori di Orion è, tra
l’altro, Maurizio Murelli
(forse anche tra i fondatori), noto picchiatore fascista negli anni
settanta,
condannato e incarcerato per violenze contro militanti di sinistra e
cosiddette
forze dell’ordine. Egli faceva parte di un gruppo di fascisti (a meno
che non
si tratti di omonimia) che il 5 maggio 1972, a Monza, ha aggredito,
sparando,
me ed altri quattro compagni.
Noi
non avremmo mai pensato di doverci trovare, a nostra insaputa e nostro
malgrado, in una situazione in cui, seppure in buona fede, si continua
ad
insistere sull’importanza e sulla necessità di dialettizzarsi
con alcuni
soggetti che hanno avuto a che fare, in vario modo,
con la suddetta rivista e che sono a noi estranei culturalmente,
teoricamente, politicamente e moralmente. Quest’area è sempre
stata nemica dei
movimenti rivoluzionari antimperialisti ed ha come elemento costitutivo
la
creazione di elementi di confusione e di equivoci tra i comunisti.
Il
fatto che si dichiarino antiamericanisti non significa automaticamente
che
debbano essere nostri alleati…almeno noi non ci fidiamo.
Crediamo
poi che nella costruzione di un movimento antimperialista USA non vada
sottovalutato
il pericolo specifico rappresentato dalla politica del governo
Berlusconi.
La battaglia contro questo governo, non solo perché subordinato
al progetto
imperialista americano, ma per la sua politica sociale ed economica,
deve
diventare un elemento costitutivo della nostra futura associazione.
Certo la
politica economico-sociale dell’Ulivo è ugualmente pericolosa
perché più
raffinata e subdola, ma adesso abbiamo contro Berlusconi e la sua banda
di
pregiudicati.
Per
un comunista tutti i governi borghesi sono uguali, ma proprio
perché sono
diversi fra loro.
29
agosto 2003