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L’ALTRA
LOMBARDIA – SU LA TESTA ADERISCE ALL’APPELLO
DELLA
CAMPAGNA POPOLARE PALESTINESE CONTRO IL MURO DELL’APARTHEID
PER
RICORDARE IL 9 LUGLIO
PRIMO
ANNIVERSARIO DELLA SENTENZA DELLA CORTE DELL’AJA
CHE
HA SANCITO L’ILLEGALITA’ DEL MURO E LA DECISIONE DEL SUO ABBATTIMENTO
PER
RISPRISTINARE LA SITUAZIONE PRECEDENTE
. .
APRIAMO UNA CAMPAGNA PERMANENTE PER ABBATTERE IL MURO VOLUTO DAI GOVERNANTI DI ISRAELE SU SUGGERIMENTO DEL GOVERNO USA
.
BOICOTTIAMO
I PRODOTTI DI ISRAELE E LA SUA ECONOMIA PER ISOLARE POLITICAMENTE ED
ECONOMICAMENTE QUESTO STATO AGGRESSORE
.
NO AI
LAGER COSTRUITI DALLO STATO DI ISRAELE
.
CENSURIAMO
LA COMUNITA’ INTERNAZIONALE CHE IGNORA LA SENTENZA DELL’AJA E PENSA A FARE AFFARI CON ISRAELE
.
ORGANIZZARE
UNA CAMPAGNA PER FERMARE LA BANCA MONDIALE E TUTTE LE AGENZIE CHE
FINANZIANO LA
PRATICA DI APARTHEID DI ISRAELE
.
COSTRUIRE
LE CONDIZIONI PER ISOLARE POLITICAMENTE ISRAELE: QUESTO E’ UNO DEI
METODI PER
SOSTENERE EFFICACEMENTE LA LOTTA DI LIBERAZIONE DEL POPOLO PALESTINESE
.
UNA
CAMPAGNA MONDIALE PER ISOLARE LA POLITICA DI APARTHEID DI ISRAELE TROVA
PIENO
SOSTEGNO TRA I MOVIMENTI, GRUPPI E LA SOCIETA’ CIVILE DI TUTTO IL MONDO.
Stanno aumentando
boicottaggi dei consumi, accademici, sportivi e culturali
.
Dal
comunicato della Campagna (traduzione di Mariella Megna):
“La
resistenza del popolo palestinese contro il Muro dell’Apartheid e
l’Occupazione israeliana continua
nelle strade e nei villaggi.
Ci sono
dimostrazioni di massa sulle terre confiscate e distrutte a causa del
Muro e
dell’espansione degli insediamenti. Le proteste impediscono il lavoro
dei
bulldozer delle Forze di Occupazione che spianano le nostre terre,
demoliscono
le nostre case e ci rinchiudono in ghetti.
I bambini
sono uccisi mentre difendono il loro diritto di esistere e contrastano
il
progetto dell’Occupazione di imporre una terza Nakba [1]..
E’
passato un anno da quando la corte dell’Aja ha stabilito che il Muro
dell’Apartheid è illegale e deve essere immediatamente abbattuto
e ha dato
indicazione alla comunità
internazionale
di “non prestare alcun aiuto o assistenza per mantenere la situazione
che si è
venuta a creare con la costruzione del Muro stesso”. Ma questa sentenza
così
importante
non ha avuto a ben vedere maggior incisività delle centinaia di
risoluzioni ONU
precedenti che sono rimaste finora inapplicate.[2].
Israele
ha continuato senza tregua ed impunemente a costruire il Muro
dell’Apartheid.
Ora ci sono i cancelli nei ghetti-prigione di Tulkarem, Qalqilya,
Betlemme e Gerusalemme
e si sta configurando il sistema di transito delle merci e delle
persone, i
cosiddetti Palestinesi “con il permesso” che vivono
sotto il completo controllo israeliano.
La
politica di Sharon del “disimpegno” ha disvelato il suo vero
significato: la
ghettizzazione della nostra gente. Il regime coloniale ha così
progredito con
successo nei tentativi di promuovere il sostegno internazionale al
proprio
progetto: rendere permanente l’Occupazione del West Bank attraverso la
cantonizzazione delle comunità palestinesi e l’espulsione dei
suoi abitanti
dalle terre di proprietà…..
Da quando
è stata emessa la sentenza della Corte dell’Aja
e l’Assemblea Generale dell’ONU l’ha adottata conseguentemente
con la risoluzione A/ES-10/L.18/Rev.1:
- l’ONU
non ha intrapreso altre azioni per garantire l’applicazione della
sentenza. Al
contrario, ha considerato il Muro come esistente de facto e come
faccenda
riguardante solo la compensazione e gli aiuti umanitari invece che un fatto politico intrinseco al progetto di
Israele
di colonizzazione ed espulsione che deve essere fermato e riportato
allo stato
ex ante;
- i
rapporti ONU si spingono anche al punto di far propria e legittimare la
posizione di Israele non considerando più il Muro una “chiusura
interna” e
aprendo così la via al suo riconoscimento internazionale come
“chiusura
esterna” dei ghetti palestinesi. Non c’è da sorprendersi,
quindi, che Kofi
Annan, nella sua ultima visita in Palestina, si è persino
rifiutato di vedere
il Muro dell’Apartheid;
- i
governi non hanno preso alcun provvedimento concreto ed efficace per
costringere Israele a rispettare la decisione della Corte dell’Aja. Gli
aiuti
internazionali continuano ad arrivare – spesso a sostegno direttamente
della
costruzione del Muro illegale e del sistema di checkpoint; gli accordi
militari
e commerciali sono stati mantenuti e/o rinnovati e potenziati; i
rapporti
diplomatici rimangono stretti;[3].
- la
Banca Mondiale ha delineato una strategia complessiva ed un piano di
azione che
mantiene e sviluppa le infrastrutture del progetto di Apartheid di
Israele.
Questi piani sono ripresi nei progetti di sviluppo degli investitori
più
importanti, il cui obiettivo finale é garantire la
sostenibilità della
costruzione del Muro e il progetto sionista di ghettizzazione ed
espulsione;
- il
sostegno politico ed economico ad Israele anziché venir meno
è aumentato in
virtù di una sua presunta “apertura al dialogo di pace” e alle
sue
“concessioni”. In realtà questa falsa disponibilità ad un
dialogo con
l’Autorità palestinese é solo un pretesto per prender
tempo e ottenere i mezzi
necessari a proseguire la colonizzazione della Palestina costringendo
in ghetti
il suo popolo e cacciandolo dalle terre di proprietà.
. .
Il 9
luglio la mobilitazione popolare in tutta la Palestina aumenterà
la resistenza
contro il Muro dell’Apartheid…
. .
Facciamo pressione con
tutti i
mezzi affinché Israele rispetti il diritto internazionale!
Il Muro e l’Apartheid
non potranno
sopravvivere a lungo senza il sostegno degli USA e delle maggiori
potenze del
mondo!
Isoliamo le politiche
di
aggressione e di Apartheid di Israele
Abbattiamo il Muro
dell’Apartheid!
Palestina Libera!”
L'ALTRA LOMBARDIA - SU LA TESTA
Milano, 4 luglio 2005
. .
[1].
Al - Nakba (in arabo Catastrofe) é l’espressione usata dopo i
tragici eventi storici
della pulizia etnica e della confisca delle terre subita dal popolo
palestinese
da oltre 50 anni. In 1948, centinaia di
migliaia di Palestinesi furono costretti ad abbandonare le loro terre,
case e
proprietà e fuggire dalla loro
patria a
causa dei continui attacchi delle bande sioniste (N.d.T.)
. .
[2].
N.d.T. : RISOLUZIONI DEL
CONSIGLIO DI
SICUREZZA DELLE NAZIONI UNITE MAI RISPETTATE DALLO STATO DI ISRAELE
1) RISOLUZIONE N. 93 (18 MAGGIO 1951)
Il CS decide che
ai civili
arabi che sono stati trasferiti dalla zona smilitarizzata dal governo
di
Israele deve essere consentito di tornare immediatamente nelle loro
case e che
la Mixed Armistice Commission deve supervisionare il loro ritorno e la
loro reintegrazione
nelle modalita' decise dalla Commissione stessa.
2) RISOLUZIONE N.
101
(24 NOVEMBRE 1953)
Il CS ritiene che
l'azione
delle forze armate israeliane a Qibya del 14-15 ottobre 1953 e tutte le
azioni
simili costituiscano una violazione del cessate-il-fuoco (risoluzione
54 del
Consiglio di Sicurezza dell'ONU); esprime la più forte censura
per questa
azione, che può pregiudicare le possibilità di soluzione
pacifica; chiama
Israele a prendere misure effettive per prevenire tali azioni.
3) RISOLUZIONE N.
106 (29
MARZO 1955)
Il CS osserva che
un attacco
premeditato e pianificato ordinato dalle autorità israeliane e'
stato commesso
dalle forze armate israeliane contro le forze armate egiziane nella
Striscia di
Gaza il 28 febbraio 1955 e condanna questo attacco come una violazione
del
cessate-il-fuoco disposto dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
4)
RISOLUZIONE N. 111 (19 GENNAIO 1956)
Il CS ricorda al
governo
israeliano che il Consiglio ha già condannato le azioni militari
che hanno
rotto i Trattati dell'Armistizio Generale e ha chiamato Israele a
prendere
misure effettive per prevenire simili azioni; condanna l'attacco
dell'11
dicembre 1955 sul territorio siriano come una flagrante violazione dei
provvedimenti di cessate-il-fuoco della risoluzione 54 (1948) e degli
obblighi
di Israele rispetto alla Carta delle Nazioni Unite; esprime grave
preoccupazione per il venire meno ai propri obblighi da parte del
governo
israeliano.
5)
RISOLUZIONE N. 127 (22 GENNAIO 1958)
Il CS raccomanda
ad Israele di
sospendere la "zona di nessuno" a Gerusalemme.
6)
RISOLUZIONE N. 162 (11 APRILE 1961)
Il CS chiede
urgentemente ad
Israele di rispettare le decisioni delle Nazioni Unite.
7)
RISOLUZIONE N. 171 (9 APRILE 1962)
Il CS riscontra le
flagranti
violazioni operate da Israele nel suo attacco alla Siria.
8)
RISOLUZIONE N. 228 (25 NOVEMBRE 1966)
Il CS censura
Israele per il
suo attacco a Samu, in Cisgiordania, sotto il controllo giordano.
9)
RISOLUZIONE N. 237 (14 GIUGNO 1967)
Il CS chiede
urgentemente a Israele
di consentire il ritorno dei nuovi profughi palestinesi del 1967.
10)
RISOLUZIONE N. 248 (24 MARZO 1968)
Il CS condanna
Israele per il
suo attacco massiccio contro Karameh, in Giordania.
11)
RISOLUZIONE N. 250 (27 APRILE 1968)
Il CS ingiunge a
Israele di
astenersi dal tenere una parata militare a Gerusalemme.
12)
RISOLUZIONE N. 251 (2 MAGGIO 1968)
Il CS deplora
profondamente la
parata militare israeliana a Gerusalemme, in spregio alla risoluzione
250.
13)
RISOLUZIONE N. 252 (21 MAGGIO 1968)
Il CS dichiara non
valido
l'atto di Israele di unificazione di Gerusalemme come capitale ebraica.
14)
RISOLUZIONE N. 256 (16 AGOSTO 1968)
Il CS condanna gli
attacchi
israeliani contro la Giordania come flagranti violazioni.
15)
RISOLUZIONE N. 259 (27 SETTEMBRE 1968)
Il CS deplora il
rifiuto
israeliano di accettare una missione dell'ONU che verifichi lo stato di
occupazione.
16)
RISOLUZIONE N. 262 (31 DICEMBRE 1968)
Il CS condanna
Israele per
l'attacco all'aeroporto di Beirut.
17)
RISOLUZIONE N. 265 (1 APRILE 1969)
Il CS condanna
Israele per gli
attacchi aerei su Salt in Giordania.
18)
RISOLUZIONE N. 267 (3 LUGLIO 1969)
Il CS censura
Israele per gli
atti amministrativi tesi a cambiare lo status di Gerusalemme.
19)
RISOLUZIONE N. 270 (26 AGOSTO 1969)
Il CS condanna
Israele per gli
attacchi aerei sui villaggi del Sud del Libano.
20)
RISOLUZIONE N. 271 (15 SETTEMBRE 1969)
Il CS condanna
Israele per non
aver obbedito alle risoluzioni dell'ONU su Gerusalemme.
21)
RISOLUZIONE N. 279 (12 MAGGIO 1969)
Il CS chiede il
ritiro delle
forze israeliane dal Libano.
22)
RISOLUZIONE N. 280 (19 MAGGIO 1969)
Il CS condanna gli
attacchi
israeliani contro il Libano.
23)
RISOLUZIONE N. 285 (5 SETTEMBRE 1970)
Il Cs chiede
l'immediato ritiro
israeliano dal Libano.
24)
RISOLUZIONE N. 298 (25 SETTEMBRE 1971)
Il CS deplora che
Israele
abbia cambiato lo status di Gerusalemme.
25)
RISOLUZIONE N. 313 (28 FEBBRAIO 1972)
Il CS chiede che
Israele ponga
fine agli attacchi contro il Libano.
26)
RISOLUZIONE N. 316 (26 GIUGNO 1972)
Il CS condanna
Israele per i
ripetuti attacchi sul Libano.
27)
RISOLUZIONE N. 317 (21 LUGLIO 1972)
Il CS deplora il
rifiuto di
Israele di rilasciare gli Arabi rapiti in Libano.
28)
RISOLUZIONE N. 332 (21 APRILE 1973)
Il CS condanna i
ripetuti
attacchi israeliani contro il Libano.
29)
RISOLUZIONE N. 337 (15 AGOSTO 1973)
Il CS condanna
Israele per
aver violato la sovranità del Libano.
30)
RISOLUZIONE N. 347 (24 APRILE 1974)
Il CS condanna gli
attacchi
israeliani sul Libano.
31)
RISOLUZIONE N. 425 (19 MARZO 1978)
Il CS ingiunge a
Israele di
ritirare le sue forze dal Libano.
32)
RISOLUZIONE N. 427 (3 MAGGIO 1979)
Il CS chiama
Israele al
completo ritiro delle proprie forze dal Libano.
33)
RISOLUZIONE N. 444 (19 GENNAIO 1979)
Il CS deplora la
mancanza di
cooperazione di Israele con il contingente di peacekeeping dell'ONU.
34)
RISOLUZIONE N. 446 (22 MARZO 1979)
Il CS determina
che gli
insediamenti israeliani sono un grave ostacolo alla pace e chiama
Israele al
rispetto della Quarta Convenzione di Ginevra.
35)
RISOLUZIONE N. 450 (14 GIUGNO 1979)
Il CS ingiunge a
Israele di
porre fine agli attacchi contro il Libano.
36)
RISOLUZIONE N. 452 (20 LUGLIO 1979)
Il CS ingiunge a
Israele di
smettere di costruire insediamenti nei territori occupati.
37)
RISOLUZIONE N. 465 (1 MARZO 1980)
Il CS deplora gli
insediamenti
israeliani e chiede a tutti gli stati membri di non sostenere il
programma di
insediamenti di Israele.
38)
RISOLUZIONE N. 467 (24 APRILE 1980)
Il CS deplora con
forza
l'intervento militare israeliano in Libano.
39)
RISOLUZIONE N. 468 (8 MAGGIO 1980)
Il CS ingiunge a
Israele di
annullare le espulsioni illegali di due sindaci e un giudice
palestinesi, e di
facilitare il loro ritorno.
40) RISOLUZIONE N.
469 (20
MAGGIO 1980)
Il CS deplora con
forza la non
osservanza da parte di Israele dell'ordine di non deportare Palestinesi.
41) RISOLUZIONE N.
471 (5
GIUGNO 1980)
Il CS esprime
grave
preoccupazione per il non rispetto da parte di Israele della Quarta
Convenzione
di Ginevra.
42) RISOLUZIONE N.
476 (30
GIUGNO 1980)
Il CS ribadisce
che le
rivendicazioni israeliane su Gerusalemme sono nulle.
43) RISOLUZIONE N.
478 (20
AGOSTO 1980)
Il CS censura con
la massima
forza Israele per le rivendicazioni su Gerusalemme contenute nella sua
"Legge Fondamentale".
44) RISOLUZIONE N.
484 (19
DICEMBRE 1980)
Il CS formula
l'imperativo che
Israele riammetta i due sindaci palestinesi deportati.
45) RISOLUZIONE N.
487 (19
GIUGNO 1981)
Il CS condanna con
forza
Israele per l'attacco alle strutture nucleari dell'Iraq.
46) RISOLUZIONE N.
497 (17
DICEMBRE 1981)
Il CS dichiara
nulla
l'annessione israeliana delle Alture del Golan e chiede ad Israele di
annullare
immediatamente la propria decisione.
47) RISOLUZIONE N.
498 (18
DICEMBRE 1981)
Il CS ingiunge a
Israele di
ritirarsi dal Libano.
48) RISOLUZIONE N.
501 (25
FEBBRAIO 1982)
Il CS ingiunge a
Israele di
interrompere gli attacchi contro il Libano e di ritirare le sue truppe.
49) RISOLUZIONE N.
509 (6
GIUGNO 1982)
Il CS chiede che
Israele
ritiri immediatamente e incondizionatamente le sue forze dal Libano.
50) RISOLUZIONE N.
515 (19
GIUGNO 1982)
Il CS chiede che
Israele tolga
l'assedio a Beirut e consenta l'entrata di rifornimenti alimentari.
51) RISOLUZIONE N.
517 (4
AGOSTO 1982)
Il CS censura
Israele per non
aver ubbidito alle risoluzioni dell'ONU e chiede ad Israele di ritirare
le sue
forze dal Libano.
52) RISOLUZIONE N.
518 (12
AGOSTO 1982)
Il CS chiede ad
Israele piena
cooperazione con le forze dell'ONU in Libano.
53) RISOLUZIONE N.
520 (17
SETTEMBRE 1982)
Il CS condanna
l'attacco
israeliano a Beirut Ovest.
54) RISOLUZIONE N.
573 (4
OTTOBRE 19859
Il Cs condanna
vigorosamente
Israele per i bombardamenti su Tunisi durante l'attacco al quartier
generale
dell'OLP.
55) RISOLUZIONE N.
587 (23
SETTEMBRE 1986)
Il CS ricorda le
precedenti
richieste affinché Israele ritirasse le sue forze dal Libano e
chiede con
urgenza a tutte le parti di ritirarsi.
56) RISOLUZIONE N.
592 (8
DICEMBRE 1986)
Il CS deplora con
forza
l'uccisione di studenti palestinesi dell'Università' di Birzeit
ad opera delle
truppe israeliane.
57) RISOLUZIONE N.
605 (22
DICEMBRE 1987)
Il CS deplora con
forza le
politiche e le pratiche israeliane che negano i diritti umani dei
Palestinesi.
58) RISOLUZIONE N.
607 (5
GENNAIO 1988)
Il CS ingiunge a
Israele di
non deportare i Palestinesi e gli chiede con forza di rispettare la
Quarta
Convenzione di Ginevra.
59) RISOLUZIONE N.
608 (14
GENNAIO 1988)
Il CS si rammarica
profondamente che Israele abbia sfidato l'ONU e deportato civili
palestinesi.
60) RISOLUZIONE N.
636 (14
GIUGNO 1989)
Il CS si rammarica
profondamente della deportazione di civili palestinesi da parte di
Israele.
61) RISOLUZIONE N.
641 (30
AGOSTO 1989)
Il CS deplora che
Israele
continui nelle deportazioni di Palestinesi.
62) RISOLUZIONE N.
672 (12
OTTOBRE 1990)
Il CS condanna
Israele per
violenza contro i Palestinesi a Haram al-Sharif/Tempio della Montagna.
63) RISOLUZIONE N.
673 (24 OTTOBRE
1990)
Il CS deplora il
rifiuto
israeliano di cooperare con l'Onu.
64) RISOLUZIONE N.
681 (20
DICEMBRE 1990)
Il CS deplora che
Israele
abbia ripreso le deportazioni di Palestinesi.
65) RISOLUZIONE N.
694 (24
MAGGIO 1991)
Il CS deplora la
deportazione
di Palestinesi ad opera di Israele e ingiunge ad Israele di assicurare
loro un
sicuro e immediato ritorno.
66) RISOLUZIONE N.
726 (6
GENNAIO 1992)
Il CS condanna con
forza la
deportazione di Palestinesi ad opera di Israele.
67) RISOLUZIONE N.
799 (18
DICEMBRE 1992)
Il CS condanna con
forza la
deportazione di 413 Palestinesi da parte di Israele e chiede il loro
immediato
ritorno.
68)
RISOLUZIONE N.
904 (18 MARZO 1994)
Il
CS condanna con forza il
massacro di Hebron e ingiunge ad
Israele, la potenza occupante, di applicare misure che prevengano atti
illegali
di violenza da parte di coloni israeliani, come tra gli altri la
confisca delle
armi.
69) RISOLUZIONE N.
1402 (30
MARZO 2002)
Il CS alle truppe
israeliane
di ritirarsi dalle città palestinesi, compresa Ramallah.
70) RISOLUZIONE N.
1403 (4
APRILE 2002)
Il CS chiede che
la
risoluzione 1402 (2002) sia applicata senza ulteriori ritardi.
72) RISOLUZIONE N.
1405 (19
APRILE 2002)
Il CS chiede che
siano tolte
le restrizioni imposte, soprattutto a Jenin, alle operazioni delle
organizzazioni umanitarie, compreso il Comitato Internazionale della
Croce
Rossa e l'Agenzia dell'ONU per l'Assistenza e il Lavoro per i Profughi
Palestinesi in Medio Oriente (Unrwa).
. .
[3].
N.d.T.:
LA SITUAZIONE IN ITALIA
Facciamo
due esempi significativi dei rapporti politici “bi-partisan” con il
governo di
Israele: l’accordo militare Italia-Israele e il progetto della Regione
Toscana
“Saving Children – Medicine in the Service for Peace”.
. .
(Da un
intervento di Manlio Dinucci-sintesi) “L’ACCORDO
MILITARE ITALIA-ISRAELE è un accordo generale quadro comprendente
interscambio di
materiale di armamento, organizzazione delle forze armate, formazione e
addestramento del personale militare, ricerca e sviluppo militare.
Attività che,
in base all'«accordo sulla sicurezza» stipulato nel 1987,
si svolgeranno sotto
la cappa del segreto militare. Una scelta particolarmente grave
perché Israele
è una potenza nucleare, lo dice il direttore dell’AIEA
(l’agenzia
internazionale per l’energia atomica), lo dicono mille prove, lo ha
detto
l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ma non lo ha mai detto
esplicitamente
il governo israeliano, il quale non ammette il possesso di armi
nucleari.
Allora è
chiaro che tecnologie italiane (dato che l’industria militare italiana
è tra le
prime nel mondo ) potranno essere utilizzate segretamente per
potenziare le
capacità di attacco dei vettori nucleari israeliani. E’ evidente
l’implicazione
politica generale: una volta che questo
“memorandum” d’intesa sarà approvato dal Parlamento, l’Italia
sarà
automaticamente al fianco del governo Sharon in qualunque sua azione,
fattivamente contribuirà alle sue politiche di guerra. Per di
più questo
“memorandum” vincola non solo l’attuale governo, ma anche i governi a
venire,
in quanto l’accordo è quinquennale e prevede un meccanismo di
rinnovo
automatico: per non essere rinnovato una delle due parti dovrà
denunciare
l’accordo, dicendo che intende ritirarsi.
Oltre
a ciò l’industria militare e
le forze
armate del nostro Paese saranno coinvolte in attività di cui
nessuno, neppure
in Parlamento, sarà messo a conoscenza…In
tale situazione, proprio mentre l'Ue è impegnata in una delicata
trattativa con
l'Iran sulla questione del nucleare, l'approvazione da parte della
camera dell'accordo
militare con Israele darebbe al governo Sharon il segnale politico che
l'Italia
è pronta a sostenerlo nell'attacco all'Iran…
Il Senato
con 170 voti favorevoli, 18 contrari, 4 astenuti ha approvato il 2
febbraio il
disegno di legge numero 3181 sulla ratifica del “memorandum di intesa
militare
tra Italia e Israele” . Alla Camera però hanno espresso parere
contrario, in
sede di Commissione esteri, non solo Rifondazione Comunista, Comunisti
Italiani
e Verdi, ma anche – pur essendo scarsamente presenti – i Democratici di
Sinistra-Ulivo e Margherita-Ulivo per due motivi: l’accordo viola la
legge 185
sull’esportazione di armamenti e istituisce una cooperazione militare
con un
Paese che non ha firmato il Trattato di non-proliferazione delle armi
nucleari.
Se la
Camera vara quest’accordo, firma una cambiale in bianco in un momento
estremamente grave in cui l’Iran è sotto il mirino sia degli
Stati Uniti che di
Israele. Sicuramente è pronto un piano di attacco agli impianti
nucleari civili
iraniani. Impianti sotto il controllo dell’Agenzia Internazionale
dell’Energia
Atomica, attualmente non finalizzati alla produzione militare.”
. .
IL
PROGETTO “SAVING CHILDREN” DELLA REGIONE TOSCANA è il risultato
dell’accordo
stipulato in data 17 novembre 2003 per la durata di tre anni
(2003-2005) tra la
Regione Toscana, l’Ospedale Pediatrico A. Meyer di Firenze e il Peres
Center
for Peace di Tel Aviv. Tale iniziativa dovrebbe assicurare a un certo
numero di
bambini palestinesi della Cisgiordania e di Gaza appropriate cure
mediche e
riabilitative in strutture ospedaliere israeliane.
L’accordo
non è stato firmato dall’Autorità Nazionale Palestinese,
è stato stipulato
all’insaputa del Ministero della Sanità palestinese ed
unicamente concordato
con la controparte israeliana.
La regione
Toscana eroga 450 mila euro annui per finanziare le infrastrutture di
uno Stato
che non solo è economicamente
avanzato,
ma che è anche potenza occupante e quindi obbligato, a sensi del
diritto
umanitario internazionale, a curare a proprie spese gli abitanti dei
territori
occupati.
I fondi
sono destinati alla Fondazione Peres Center for Peace fondata da Shimon
Peres e
diretta da Carmi Gilon. Shimon Peres è l’uomo che ha partecipato
prima
all’elaborazione del Muro e sostiene ora
in Parlamento il governo di destra di Sharon; Carmi Gilon
è stato capo
dei servizi segreti israeliani fino al 1996 ed è accusato di
aver praticato la
tortura a migliaia di palestinesi durante il suo incarico.
Perseguire
la pratica di equidistanza nei confronti di Israele e Palestina
è
contradditoria ed ingiusta.
Israele
acquisisce oltre che vantaggi economici una copertura e
credibilità sul piano
umanitario che è falsa e strumentale...