Associazione Islamica “Imam Mahdi” (AJ)
Collegamento all’intervista originale: cfr. http://www.evrensel.net/06/08/12/dunya.html#1
Domanda: Nei primi giorni dell’occupazione del Libano, Israele ha
dichiarato che il proprio obiettivo era “la distruzione di Hizbullah”.
Ha trovato però una resistenza inaspettata ed ha dovuto
abbandonare le
ambizioni iniziali. Nel corso dei violenti combattimenti, l’esercito di
occupazione continua a soffrire forti perdite. Questa realtà,
nei
mass-media, è stata fortemente occultata. Potete fornirci delle
indicazioni della situazione attuale della Resistenza?
Hassan
Nasrallah: Le bande sioniste, che sono i mercenari dell’imperialismo,
utilizzano brillantemente i media. I media occidentali ed in
particolare quelli americani sono nelle mani dei capitalisti giudei.
Affermano di aver bombardato e distrutto le postazioni di Hizbullah e
sperano così di ingannare i popoli. Non si tratta che di una
menzogna.
Avete potuto constatare personalmente come mentono! Stanno
martirizzando i civili innocenti; stanno martirizzando donne e bambini.
Ma ovunque li abbiamo affrontati, sono stati sconfitti. Contrariamente
al nemico sionista, noi agiamo con cautela e discernimento. Non
spariamo sui civili. Essi mentono quando affermano che facciamo questo.
Lanciamo missili su obiettivi militari che avevamo localizzato
precedentemente. Bisogna però sapere che i sionisti stanno
spingendo
deliberatamente gli arabo-israeliani verso la frontiera. Li utilizzano
come bersagli. Noi rifiutiamo di cadere nella provocazione e nella
discordia (con gli arabi israeliani, n.d.t.). I nostri bersagli non
sono i civili ma le forze militari sioniste. Sul campo di battaglia i
nostri combattenti stanno respingendo da ogni lato le forze sioniste, e
devono sapere che non abbiamo ancora utilizzato il nostro arsenale
più
importante. I sionisti hanno compreso che non possono vincerci;
è per
questo che distruggono le nostre strade e assassinano le nostre donne e
bambini. Credono di poterci portare così alla capitolazione, ma
noi non
ci arrenderemo mai! Non accettiamo alcuna soluzione se non la
libertà
della nostra patria. Per questo resisteremo e combatteremo.
L’imperialismo e le sue bande di supporto locali sanno che li
attendiamo in ogni collina, in ogni valle, in ogni strada e su ogni
centimetro di terra della nostra patria. La nostra resistenza è
destinata alla vittoria. Non abbiamo e non accettiamo altra
alternativa. Questa guerra terminerà con la vittoria di tutti
gli
oppressi e di tutti i Musulmani del mondo.
Domanda – E’ possibile che in Libano si riaffacci il pericolo di una
guerra civile?
Hassan Nasrallah: Il regime sionista spera di creare uno scontro etnico
e religioso non soltanto in Libano ma nell’intera regione, fomentando
le tensioni tra le differenti comunità. Ma Hizbullah ha rovinato
questo
piano. I popoli oppressi del nostro paese e del Medio Oriente hanno
difeso Hizbullah e gli hanno fornito il proprio sostegno. Cristiani e
socialisti compresi. E’ evidente che l’imperialismo abbia creato,
già
al tempo dell’URSS, false organizzazioni Islamiche collaborazioniste.
Queste organizzazioni non solo hanno sparso odio e discordia tra le
comunità, ma hanno anche combattuto le forze rivoluzionarie. Al
presente, le condizioni sono cambiate. Per citare un altro esempio:
prima di rovesciare Saddam Hussein, gli Stati Uniti d’America l’hanno
utilizzato per combattere l’Iran, i Kurdi e noi altri. Diverse
organizzazioni al soldo dell’imperialismo sono state utilizzate per
questi conflitti tra differenti comunità. Siamo perfettamente
coscienti
di questa strategia. L’abbiamo ben compresa e durante la nostra storia
abbiamo accuratamente evitato di cadere in questa trappola.
Domanda – Malgrado l’aggressione alla Palestina ed al Libano, i governi
arabi tacciono. Quale è la ragione di questo silenzio?
Hassan Nasrallah: La maggioranza di questi governi arabi collaborano
con il nemico. L’Arabia Saudita, per esempio, ha emesso “fatawa”
(responsi giuridici islamici, n.d.t.) contro di noi. Queste “fatawa”
sono ridicole. Nessuno vi crede, neanche i loro stessi popoli. Si
tratta di “fatawa” politiche, preparate negli interessi degli Stati
Uniti. Questo genere di editti sono emanati periodicamente. Non li
prendiamo seriamente, perché una cosa è molto chiara per
noi: non
permetteremo mai che una guerra di religione scoppi nelle nostre terre.
Queste “fatawa” servono precisamente a seminare divisioni
interconfessionali. Questa trappola ha funzionato in Iraq, ma oggi il
popolo iracheno se ne è reso conto.
Domanda – Affrontando la
questione irachena, vorremmo porvi una domanda al riguardo: abbiamo
constatato che in questo paese occupato una guerra interconfessionale
è
stata effettivamente, in qualche modo, fabbricata. Negli ultimi giorni
alcuni generali statunitensi hanno essi stessi messo in guardia contro
un’imminente guerra civile in Iraq. Quale è la vostra opinione
in
merito?
Hassan Nasrallah: Quando gli imperialisti non
riescono a sconfiggere un popolo con le armi, creano delle
organizzazioni interne, che si pretendono “movimenti di resistenza”, al
fine di fomentare delle guerre civili. Questo permette agli
imperialisti di presentarsi come salvatori e vincitori. Ma qualsiasi
cosa facciano, non raggiungono i loro obiettivi. Questo gioco è
stato
utilizzato in Iraq contro gli Sciiti e i Kurdi. Gli imperialisti
persistono attualmente con la stessa strategia. Oggi Saddam non
è più
al potere ma ci sono centinaia di potenziali Saddam. Siamo attenti
affinchè il nostro popolo, i nostri popoli, restino vigili di
fronte
alle minacce di guerre fratricide.
Domanda – Come valuta l’azione del governo turco?
Hassan Nasrallah: Il governo turco ha inviato messaggi di condanna
verso Israele. Ma questi messaggi sono rimasti delle parole. Sappiamo
che le bombe sganciate sul nostro paese provengono dalla Turchia. In
aggiunta, in base alle nostre informazioni, un certo numero di deputati
turchi è membro di un gruppo di amicizia turco-israeliano. Ci
attendiamo dalla Turchia reazioni concrete. Il governo turco è
ancora
uno dei più fedeli alleati delle bande mercenarie sioniste!
Domandaa – Quale è lo stato attuale delle vostre relazioni con
il movimento socialista?
Hassan Nasrallah: Per un certo tempo il movimento socialista ha preso
le distanze dalla lotta internazionale. Oggi, al contrario, ha
finalmente iniziato ad appoggiarci moralmente. L’esempio più
concreto è
il sostegno fornito dal presidente del Venezuela, Hugo Chavez. Il
richiamo del proprio ambasciatore da Israele è un atto che
alcuni Stati
musulmani non hanno osato fare. Chavez ha inoltre annunciato il proprio
sostegno alla nostra resistenza in maniera esplicita. Questa
dichiarazione di Chavez ci ha enormemente incoraggiato. Abbiamo potuto
constatare la stessa attitudine da parte del movimento rivoluzionario
della Turchia. Durante gli anni ’60, dei fratelli socialisti della
Turchia si recarono in Palestina per combattere contro Israele. Il
ricordo di uno di loro è ancora vivo nella mia memoria e nel mio
cuore:
Deniz Gezmis (*).
Domanda – Quale è l’importanza di Deniz per voi?
Hasan Nasrallah: Vorremmo vedere dei nuovi Deniz tra noi. I nostri
ranghi hanno sempre posto per accogliere nuovi Deniz. Deniz
vivrà
sempre nel cuore della Palestina e del Libano. Nessuno deve dubitarne.
Dobbiamo purtroppo notare che la fratellanza del tempo passato, che
esisteva tra coloro che combattevano il nemico comune, non è
più così
viva. Avremmo voluto combattere l’imperialismo ed il sionismo, fianco a
fianco, con i nostri fratelli socialisti libanesi. Perché questa
guerra
non è solamente la nostra. Questa è una battaglia comune
di tutti gli
oppressi del mondo. Non dimenticate che se la Palestina ed il Libano
perdessero questa guerra, sarebbe una sconfitta per tutti i popoli
oppressi. Nella nostra lotta contro l’imperialismo, i rivoluzionari
devono assumersi delle responsabilità e diventare nuovamente dei
“Deniz” nel cuore del popolo libanese e palestinese.
Domanda – Nelle strade libanesi, i poster del Che, di Chavez, di
Ahmadinejad e di Hizbullah stanno fianco a fianco. E’ questo il segno
dell’emergere di un nuovo polo?
Hassan Nasrallah: Noi
salutiamo i popoli dell’America Latina ed i loro dirigenti. Essi hanno
sempre resistito eroicamente ai banditi del Nord. La loro lotta
costituisce una fonte di speranza per noi. Hanno mostrato a tutti i
popoli oppressi la via da seguire. Andate nelle nostre strade; vedrete
che il nostro popolo porta Chavez e Ernesto Che Guevara nel suo cuore.
Ai nostri amici socialisti che vogliono combattere insieme a noi per la
fratellanza e la libertà, diciamo che se è per dirci che
“la religione
è l’oppio dei popoli”, non vale la pena venire. Noi rifiutiamo
tali
concezioni. Al di là delle nostre differenze, abbiamo dato prova
delle
nostre capacità; le foto di Chavez, del Che, di Sadr e di
Khamenei
brandiscono fianco a fianco. Queste guide salutano insieme il nostro
popolo. Se noi rispettiamo le vostre opinioni e voi le nostre, nessuna
potenza imperialista potrà sconfiggerci!
Domanda – Tra gli
altri pericoli che minacciano la regione, ci sono i “cambiamenti di
regime” che pianificano i governi occidentali, ed in questa
prospettiva, le pressioni che esercitano su Damasco e Tehran. Alcune
fonti sostengono che l’aggressione contro il Libano possa sconfinare in
Siria. Pensate che una guerra regionale possa aver luogo?
Hassan Nasrallah: Le potenze imperialiste dichiarano senza troppi giri
di voler soggiogare i popoli della regione e rimodellare il Medio
Oriente installando dei governi servili. E’ contro questo che noi
resistiamo al fianco di Siria e Iran. La provocazione dell’attentato
contro l’ex primo ministro libanese Rafik Hariri è stata usata
per
ottenere il ritiro delle truppe siriane dal Libano. Ma questi codardi
non si sono voluti accontentare di questo. Al presente, essi vogliono
attaccare militarmente Tehran e Damasco, sempre con lo stesso genere di
pretesti. La Siria, l’Iran e Hizbullah resisteranno senza limiti.
Combatteremo per la nostra patria e la nostra libertà.
Resisteremo
rifiutando di inginocchiarci. Gli imperialisti occidentali sperano di
fare del Libano e della nostra regione un secondo Kosovo, accendendo le
tensioni tra le comunità. Noi non partecipiamo a questo gioco.
Nelle
nostre strade, tutti i Libanesi, siano essi cristiani, sunniti o
sciiti, brandiscono le bandiere di Hizbullah. Il loro mondo “unipolare”
fa ormai parte del passato. Di fronte ad essi ci siamo noi, l’Iran, la
Siria, il Venezuela, Cuba e la Corea del Nord. E c’è la
resistenza in
Palestina, in Iraq e in Afghanistan! Fintanto che l’imperialismo e le
sue guerre di occupazione esisteranno, i popoli proseguiranno la loro
resistenza. Gli imperialisti possono dimenticare la pace. Se essi la
vogliono, dovranno prima di tutto rispettare la libertà dei
popoli ed
eliminare le loro orde di riservisti. A Iddio piacendo, la vittoria
sarà nostra. Non li lasceremo fare del nostro paese un nuovo
Kosovo. Il
nostro popolo è cosciente e vigile. In caso di aggressione, non
abbandoneremo mai l’Iran e la Siria. Per la nostra libertà,
credeteci,
combatteremo fino alla nostra ultima goccia di sangue. I nostri nemici
se la prendono con l’Iran perché questo paese disporrebbe di
armi
nucleari mentre gli Stati Uniti ed i loro sbirri sionisti ne detengono
le più grandi scorte. Il possesso delle armi nucleari non
è altro che
un pretesto per giustificare l’installazione di regimi fantoccio.
Domanda – Alcuni sostengono che Hizbullah sia teleguidato dall’Iran.
Cosa rispondete a queste accuse?
Hassan Nasrallah: Si tratta di una pura menzogna. Noi siamo
un’organizzazione libanese indipendente. Non accettiamo ordini da
nessuno. Ma questo non significa che non cooperiamo. Lo ripeto, noi
siamo resistenti. Siamo al fianco dell’Iran e della Siria. Sono i
nostri fratelli. Ogni minimo attacco contro Tehran o Damasco lo vediamo
come un’aggressione contro di noi. Siamo pronti a difenderli fino al
nostro ultimo respiro. Noi sosteniamo la resistenza globale al
terrorismo imperialista globale.
Domanda: Volete aggiungere qualcosa?
Hassan Nasrallah: La pace non è mai unilaterale. E’ impossibile
instaurare una pace durevole in un mondo dominato dall’imperialismo. La
pace non può che nascere dalla lotta per la liberazione. Di
conseguenza, essa non può esser ottenuta finchè paesi
come l’Iraq,
l’Afghanistan o la Palestina saranno occupati.
(*)
Deniz Gezmis, figura leggendaria del «maggio ‘68» turco, fu
in seguito
uno dei dirigenti del movimento studentesco turco dei Giovani
rivoluzionari (Dev Genç) e dell’Armata di liberazione popolare
della
Turchia (THKO). Nel 1969, si unisce ai resistenti di Fatah in
Palestina, dove rimane per tre mesi. Il 4 marzo 1971 partecipa al
rapimento di quattro militari americani nel quartiere di Balgat di
Ankara. Catturato a Sarkisla, nelle montagne di Sivas, sarà
giudicato
in virtù dell’articolo 146/1 per “tentativo di rovesciamento
dell’ordine costituzionale turco” e condannato a morte il 16 luglio
1971, insieme ai camerati Yusuf Aslan e Hüseyin Inan. Per tentare
uno
scambio di prigionieri con il governo turco ed evitare così
l’esecuzione di Deniz e dei suoi camerati, dei combattenti del THKP-C,
il Fronte di liberazione popolare della Turchia ed il suo dirigente
Mahir Cayan che nel maggio 1971 si era fatto conoscere per l’esecuzione
dell’ambasciatore di Israele ad Ankara Efraim Elrom, organizzano il 27
marzo 1972 il rapimento di tre agenti britannici della base della NATO
situata a Ünye. Il 30 marzo 1972 i combattenti THKP-C falliscono
in
questo tentativo di negoziazione e vengono uccisi dall’esercito
governativo nella città di Kizildere. Il 6 maggio 1972, Deniz
Gezmis ed
i suoi due compagni vengono uccisi dopo aver sfidato i loro esecutori,
invitando il popolo turco e kurdo all’insurrezione.
Traduzione a cura dell’Associazione Islamica “Imam Mahdi” (AJ)
http://www.islamshia.org