Quei comunisti in crescita sul tetto del mondo
Recensione de "Alcuni documenti fondamentali del Partito Comunista del
Nepal (maoista)"
"La rivoluzione in Nepal richiede e merita il sostegno di tutti coloro
che combattono contro gli attuali padroni del mondo cercando di
costruirne uno nuovo" PCNm
E' cronaca di questi giorni lo sviluppo e l'evolversi della situazione
sociale e politica in Nepal, dove è avviato un processo di
democraticizzazione del paese.
La forza principale, è il Partito Comunista Nepalese maoista
(PCNm), che da dieci anni sta portando avanti una guerra popolare
contro la società feudale nepalese. Il partito attraverso vari
comitati popolari controlla l'80% del paese e oggi sta gestendo la
transizione democratica nell'intero paese.
Questo partito ha influenzato il movimento comunista nel sud est
asiatico, rivitalizzando attraverso la sua esperienza il movimento
comunista in alcuni paesi come l'India, dove è nato due anni fa
il Partito Comunista Indiano maoista, che controlla già ora
alcuni distretti nella zone est dell'India.
Nel Butan è nato due anni fa il primo partito comunista nella
storia di questo paese ed in molti altri vi è stato un
incremento delle forze comuniste organizzate.
E' ormai da alcuni anni che è nata una confederazione tra i
partiti comunisti (maoisti) del sud est asiatico, promossa dai
nepalesi, che rappresenta l'unica esperienza a livello mondiale di
organizzazione stabile tra partiti su base extra-nazionale.
Il Nepal è un paese semifeudale, con un altissimo tasso di
analfabetismo, e con una popolazione prevalentemente contadina. L'unica
città con una dimensione metropolitana è la capitale
Kathmandu, 730.000 ab di fronte ai 23.151.423 ab dell'interno paese.
Non a fonti energetiche e non possiede un sistema industriale. Vi
è un altissimo tasso di immigrazione.
Siamo quindi di fronte ad un paese arretrato rispetto allo sviluppo del
gigante CinIndia, ma gioca un ruolo strategico dal punto di vista
geopolitico in quanto cuscinetto tra i due.
Il perchè l'esperienza dei maoisti in Nepal non trova canali
nella sinistra e nel movimento comunista in occidente è da
imputarsi sicuramente all'estrema differenza sociale in cui questi
compagni operano, tuttavia le poche realtà che cercano di
trasmettere questa esperienza in occidente, vivono questi movimenti in
modo dogmatico, non cogliendo la prima lezione che arriva dal maoismo
nel sud est asiatico, ossia l'applicazione creativa del marxismo alla
condizione specifica di questi paesi. Vi è quindi una
scarsità di informazioni e di notizie, che porta a due
estremizzazioni. Una parte denigra questo movimento descrivendolo come
arretrato e per certi versi reazionario in quanto si richiama al
maoismo ed una fa l'opposto parlando del Nepal come il centro del
mondo, senza accorgersi di cadere nel ridicolo parlando di esportare la
guerra popolare in Italia...
Salutiamo quindi con interesse, la pubblicazione del primo libro che
raccoglie in modo organico, parte dei documenti ufficiali del PCNm,
edito dal Comitato d'informazione e sostegno della rivoluzione in
Nepal. E' un primo tentativo, di portare non sul piano della propaganda
spicciola l'esperienza dei nepalesi, ma di cercare di capire dalle
fonti dirette, le problematiche e le soluzioni che questi compagni si
danno. Il libro è ricco di materiali, sia sulla storia politica
e sociale del Nepal, ma anche sulla descrizione dell'intervento dei
comunisti nel paese e la lotta ideologica che hanno portato avanti.
Ripartire dalle fonti dirette è un metodo corretto per fare
giustizia sia dei detrattori cosi come degli apologeti dell'esperienza
nepalese. Il libro è inoltre impreziosito da una prefazione
specifica per l'edizione italiana da parte di Kanchan Sharma, membro
del Comitato Centrale del PCNm.
La parte che maggiormente colpisce è l'attenzione che pongono
questi compagni al socialismo del XXI°. La gestione del rapporto
partito-esercito-stato, sono temi che possono apparire lontani,
nell'orizzonte di un militante comunista o di un lavoratore in
occidente, ma sono problematiche che questo partito si trova a gestire
in prima persona. E' significativo che questi compagni pongono il
problema di come non far degenerare il partito arrivato al potere: "per
questo, deve essere creata una situazione che assicuri la
"proletarizzazione e la rivoluzionarizzazione continua del Partito
Comunista organizzando la competizione politica all'interno dei limiti
costituzionali dello stato antifeudale, antimperialista e democratico.
Solamente istituzionalizzando il diritto delle masse alla lotta per
stabilire un Partito o una direzione rivoluzionari alternativi sullo
Stato se il Partito fallisce nel rivoluzionare continuamente sé
stesso, soltanto allora la controrivoluzione può essere
contrastata efficacemente. Fra diversi partiti politici,
organizzazioni ed istituzioni antifeudali ed antimperialisti, che
accettano i provvedimenti costituzionali dello Stato democratico, le
loro relazioni reciproche non dovrebbero essere confinate al ruolo di
una relazione meccanicista di cooperazione col Partito Comunista ma
dovrebbero essere accentuate per creare relazioni dialettiche di
competizione politica e democratica al servizio del popolo. [...] Una
cura particolare dovrebbe essere data nell'assicurare che la
centralizzazione del pensiero e del comando dello Stato non venga
condotta ad una situazione di restringimento dei diritti di
autodeterminazione delle masse".
Vi sono gli echi della critica maoista al sistema sovietico e le
indicazioni, prese dentro il laboratorio politico della rivoluzione
culturale cinese della fine degli anni 60. Ma il dato sorprendente
è l'estremo tentativo di applicazione e trasformazione
dell'elaborazione socialista novecentesca alla situazione nepalese e al
contesto mondiale attuale. Vi è qui una rottura della politica
stereotipata, non è un caso che in diverse interviste il maggior
dirigente del PCNm , Prachanda, cerchi di definire il processo nepalese
come originale, rispetto ad altre esperienze socialiste e progressite
presenti oggi o del passato, come riportato nell'intervista
all'Espresso del 16 novembre 2006 (Rivoluzione sull'Everest). Vi
è un passo che crediamo possa riassumere quanto detto
nell'intervista: "Stiamo cercando di sviluppare cose nuove, di
applicare il marxismo alle necessità del XXI secolo, E' un
processo lungo, che coinvolge tutti i progressiti del mondo, dai
maoisti come noi fino ai
no global occidentali, che guardiamo con grande interesse anche
se siamo ideologicamente diversi".
Di fronte a questo ci appare davvero limitato il giudizio sommario che
da la sinistra occidentale e la maggior parte del movimento comunista
di questa esperienza. E' un moderno partito che ha applicato la lotta
armata per dieci anni, trovandosi a gestire la vita sociale e politica
di intere parti del paese, facendosi carico delle istanze progressite
della maggior parte della popolazione nepalese, confrontandosi con le
contraddizioni reali del proprio territorio. Lo sviluppo locale e
territoriale dell'influenza di questo partito nel sud est asiatico non
può relegarlo a esperienza del passato. La stessa creazione di
un coordinamento stabile tra partiti comunisti del sud est asiatico
è un dato importante, su cui vale la pena riflettere. Oggi in
Europa si assiste ad un ritardo del movimento comunista nell'affrontare
la questione europea e nel darsi forme di collegamento extra-nazionali,
i tentativi promossi fin ora, se si escludono le conferenze di
dibattito, sono portati
avanti da componenti che vedono nella dimensione europea la
capitolazione del movimento comunista più che ad un suo
rilancio, basti pensare alla proposta del PRC rispetto alla Sinistra
Europea.
Il movimento comunista nel sud est asiatico, è riuscito a
cogliere gli elementi di novità di questa fase e tenta di
sintetizzare parte della storia del movimento comunista internazionale.
Vi è un capitolo nel libro intitolato: Sulle lezioni storiche
del Movimento Comunista Internazionale, dove non si rigetta la storia
del comunismo novecentesco, ma si colgono i limiti e si prospetta una
sua trasformazione.
Potremmo scoprire che oggi non solo vi è un risveglio dei
movimenti della sinistra sud americana, ma ad est vi è un nuovo
movimento comunista che pone il piano della contraddizone ad un livello
ancora più avanzato. Ovviamente non è una questione di
gara a chi è più rosso, ma di cogliere l'estrema
ricchezza del dibattito e della realizzazioni in corso, che fanno si
che dopo venti anni il socialismo ritorni ad essere per intere zone del
pianeta una opzione credibile e praticabile.
Pochi anni fa Castro era considerato un glorioso eroe, ma del passato,
oggi è un punto di riferimento per le nuove esperienze
progressiste sud americane, che hanno lanciato una nuova via
definendola bolivariana, che altro non è che un tentativo di
definire una via verso il socialismo e l'indipendenza
dall'imperialismo. Oggi in Asia oltre alle mastodontiche contraddizioni
che provoca la CinIndia esiste una nuova prospettiva popolare che vuole
andare verso il socialismo, che partendo dal Nepal sta rapidamente
contaminando numerosi paesi limitrofi.
La sfida che oggi abbiamo di fronte è quella di cogliere gli
aspetti di novità di questa fase e di non leggere queste
esperienze con gli occhi del passato nella speranza di ritrovare
nazioni guida e facili soluzioni da applicare per risolvere i problemi
posti dalla nuova composizione di classe e dalla competizione globale,
tuttavia il dato generale che possiamo trarre è che
l'applicazione creativa del marxismo offre una alternativa credibile
allo sfacelo capitalista contemporaneo.
Il libro "Alcuni documenti fondamentali del Partito Comunista del
Nepal" 181 pagine, 7 Euro, si può richedere al Comitato
d'Informazione e sostegno della rivolzione in Nepal,
e-mail:
rivoluzione.nepal@yahoo.it
rivoluzione.nepal@13feb1966.com
da www.contropiano.org