Tutti a Torino il 17, tutti a Venaus a capodanno
Cg
Sostegno pieno alle decisioni dei comintati NO TAV di confermare la
manifestazione di Torino del 17 dicembre e la festa nazionale anti tav di
capodanno. Partecipiamo tutti.
Quella contro la TAV è una scadenza generale di tutti coloro che vogliono
veramente che le cose cambino e che si impegnano direttamente contro i gruppi
di affaristi , contro le lobbies che hanno in mano questo disgraziato paese e
ci trascinano sempre più in basso.
Adesso gli affaristi tentano di disinnescare la protesta, di turlupinare, come
sempre, con la delega a lontani posti, a lontane trattative, tentano di
corrompere con qualche lega, qualche finanziamento al ceto politico, con
l’imbroglio, la disinformazione. Quello che conta, per loro, è far fuori il
blocco, far fuori i comitati, far fuori la vera democrazia che è quella della
lotta, delle assemblee, dei comitati.
Ma ancora una volta l’assemblea, il blocco popolare vasto, l’organismo vero di
fase, ha retto e ha confermato il suo obiettivo centrale: No AL TAV; ha
confermato le sue scadenze, la manifestazione nazionale di sabato prossimo 17
dicembre a Torino, la ricostruzione del presidio di Venaus, il Capodanno a
Venaus dove si avrà una "Pontida" di tipo nuovo, una Pontida contro
il potere davvero e non la Pontida per burla che tutti abbiamo visto in questi
anni e che proprio la lotta contro il TAV farà finire.
Abbiamo di fronte i gruppi di potere più forti, di vario colore azzurri, grigi
e rosa. La lotta sarà dura. Non solo per loro ma anche per noi. Perciò dobbiamo
tutti tirarci su le maniche e intanto salire a Torino e a Venaus. E anche
venire a Ravenna il 18 dicembre contro la vergona delle cooperative cadute in
lobbies affaristico-imperialiste!
SOLIDARIETA’ PIENA AI COMITATI DI LOTTA DELLA VALSUSA
CONTRO LA TAV
TUTTI A TORINO IL 17 DICEMBRE PER UNA MANIFESTAZIONE POTENTE, TRANQUILLA, DI
APERTURA DI UNA VERA CAMPAGNA DI UNA VERA BATTAGLIA NAZIONALE ED EUROPEA
CHI PUO’ A RAVENNA CONTRO LA CMC IL 18 DICEMBRE
TUTTI A VENAUS PER CAPODANNO, PER APRIRE ASSIEME UN ANNO NUOVO ANNO DI
RESISTENZA, DI CONTRATTACCO, DI LOTTA REALE
DETERMINATEVI!
Fa gola ai capitali USA Impregilo, GC del Ponte sullo Stretto
no_ponte_no_tav
Nuovi azionisti statunitensi in Impregilo, la società di costruzioni che ha
vinto la gara per il General Contracto del Ponte sullo Stretto di Messina. New
entry anche in Gemina (importante azionista Impregilo) e Capitalia, suo
maggiore creditore. Spuntano i Pesenti (Italcementi-Gazzetta del Sud), Fineco
(Pisante-Astone) e la Fininvest del cavaliere Berlusconi.
Impregilo, il colosso italiano del settore costruzioni, neo General Contractor
per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina fa gola a tutti. Con
un’inattesa operazione finanziaria, il colosso finanziario statunitense Hbk
Investments (sedi a Dallas e New York e filiali a Londra, Tokyo e Hong Kong) è
entrata nel capitale della società in mano a Gemina-Romiti con una quota del
2,29%. Il gruppo USA diventa così il quarto maggiore azionista di Impregilo
dopo Igli (la cordata new entry che vede Autostrade del Gruppo Benetton, il
costruttore Marcellino Gavio, Techint della famiglia italo-argentina Rocca ed
Efibanca) con il 15,53%, Gemina (11,83%) e la Bpm (3,08%), ma davanti a Newman
Ragazzi & Co. (2,28%), Generali (2,14%) e Lazard (2,01%).
In realtà alla guida di Impregilo ci sarebbe anche uno dei gruppi finanziari
più potenti a livello internazionale, vera e propria cassaforte del complesso
militare-industrale-petrolifero e bancario degli Stati Uniti, la Morgan
Stanley, che secondo indiscrezioni stampa controllerebbe dal settembre 2005
l’8% del capitale azionario della società di costruzioni “italiana” (5,25% in
mano a Morgan Stanley International e 2,87% a Morgan Stanley & Co). La
questione è tutt`altro che limpida e lineare: chiamata in causa dal quotidiano
‘Il Giornale’ di Milano in due articoli dello scorso 19 e 20 ottobre (Stanley
Morgan veniva accusata tra l’altro di fare da “scudo a un possibile cavaliere
mascherato”), la holding rispondeva con un laconico e contraddittorio
comunicato in cui dichiarava che “nessuna società del gruppo deteneva posizioni
in Impregilo per le quali fosse necessario effettuare le comunicazioni previste
dalla normativa di riferimento. La partecipazione complessivamente calco
lata era infatti composta da posizioni detenute per conto di terzi a vario
titolo, per le quali non esiste da parte di Morgan Stanley nessun obbligo di
comunicazione”. Cioè, tradotto in termini più elementari, “non ci siamo ma ci
siamo e comunque non lo diciamo”. Inutile aggiungere che ad oggi il vero ruolo
della Morgan Stanley in Impregilo resta un mistero e la Consob si è guardata
bene ad intervenire nella vicenda.
L’ interesse sulle grandi commesse acquisite da Impregilo in questi ultimi
mesi (oltre al Ponte sullo Stretto, il Mose di Venezia, la nuova Fiera di
Milano e alcune tratte ferroviarie dell’Alta Velocità ed autostradali sulla
Salerno-Reggio Calabria) è confermato pure dai tentativi di scalata di Gemina -
(ex) maggiore azionista della società di costruzioni - da parte di importanti
gruppi finanziari. Innanzitutto di Igli che può esercitare dal marzo 2006
l'opzione di acquisto sulla quota di Gemina per l’11%, ma in seconda battuta
anche da parte di altri azionisti Impregilo presenti contestualmente nel patto
di sindacato di Gemina: la Sai-Fondiaria della famiglia Ligresti, socia di
Marcellino Gavio nella Grassetto e le Assicurazioni Generali.
Capitolo a parte gli ultimi movimenti all’interno del maggiore gruppo bancario
italiano, Capitalia, principale creditore di Impregilo e azionista di rilievo
di Gemina. È notizia che nel patto di sindacato di Capitalia hanno fatto
ingresso il gruppo di Carlo Pesenti (la Italmobiliare-Italcementi, altro
importante azionista Gemina e coproprietario del quotidiano Gazzetta del Sud
diretto dal presidente onorario della Società Stretto di Messina, Nino
Calarco), la Fininvest del presidente del consiglio Silvio Berlusconi, il
gruppo farmaceutico Angelini e la Fineldo degli industriali Merloni.
La recente assemblea degli azionisti di Capitalia ha anche dato il via libera
alla fusione con Fineco (gruppo finanziario in mano alla famiglia Pisante e di
cui detengono un buon pacchetto azionario i due figli dell’ex sottosegretario
di Stato Dc Giuseppe Astone, messinese) e alla scissione parziale di MCC a
favore di Capitalia delle attività di Capital Markets, portafoglio titoli e
partecipazioni e crediti verso banche italiane.
MCC, banca d’affari di Capitalia, è presieduta da Franco Carraro, già
amministratore delegato Impregilo ed odierno presidente della Federazione Gioco
Calcio e vede tra i maggiori azionisti, oltre al colosso bancario, la Toro
Assicurazioni, la Finanziaria Tosinvest, Colacem S.p.A., (famiglia Colaiocovo
), Cinecittà Centro commerciale (famiglia Tori) e la Keryx S.p.A. del gruppo
Marchini.
Intanto sono sempre più cupe le nubi giudiziarie sugli ex manager Impregilo.
Dopo essere finiti sotto inchiesta per i reati di falso in bilancio e false
comunicazioni sociali nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura di
Monza, l'ex presidente di Impregilo Paolo Savona e l'ex amministratore delegato
Piergiorgio Romiti dovranno ora rispondere anche dell’accusa di aggiotaggio.
Nell’indagine è stato coinvolto anche un revisore dei conti della Ernst&Young,
nei confronti del quale è stato ipotizzato il reato di falso in revisione.
Antonio Mazzeo – Redazione Terrelibere.org
Autore: Antonio Mazzeo
Fonte: Terrelibere.org