RESOCONTO ASSEMBLEA NO TAV A BUSSOLENO
12 settembre 2006
Il 12 settembre si è svolta a Bussoleno un'assemblea popolare autoconvocata cui
hanno preso parte centinaia di persone.
Numerose la questioni sul tappeto: dalla questione Tav a quella del raddoppio
del tunnel autostradale del Frejus per arrivare al grave inquinamento
dell'acciaieria Beltrame.
L'estate è stata caratterizzata dalle manifestazioni contro la seconda canna a
Bardonecchia e dalla decisione della Provincia di Torino di concedere l'AIA
(Autorizzazione Integrata Ambientale) all'acciaieria Beltrame, così libera,
dopo aver allargato un po' il camino, di spargere diossina per la regione. Sul
fronte Tav il 29 settembre è prevista la conferenza dei servizi nella quale i
comuni sono chiamati a pronunciarsi sui progetti definitivi della Torino Lione.
Dopo ampio e approfondito dibattito, articolatosi intorno all'analisi della
situazione e dei possibili scenari futuri, l'assemblea ha approvato il seguente
documento:
L'assemblea popolare del movimento NO TAV riunitasi a Bussoleno la sera del 12
settembre 2006:
per capire cosa sta succedendo;
per valutare cosa significa la conferenza dei servizi;
per non cadere nelle trappole romane delle conferenze, degli osservatori, DEI
PROGETTI e dei cantieri;
per capire se la Torino Lyon è realmente fuori dalla legge obiettivo e se è
fuori solo la valutazione di impatto ambientale;
per dare una scadenza al contingentamento dei TIR in Valle;
per capire se dobbiamo continuare a morire avvelenati da diossina e PCB per gli
interessi degli azionisti della Beltrame;
per prepararci a un autunno che sarà carico di commemorazioni ma che rischia di
essere di nuovo molto caldo a Venaus;
ma soprattutto per decidere cosa facciamo e cosa faremo noi popolo NO TAV per
difenderci da chi ci vuole morti e sepolti.
Dopo ampio e articolato dibattito si riconosce nel seguente documento approvato
per acclamazione.
Visto che già oggi il 35% delle merci dirette al di là delle Alpi passa dalla
Val Susa su gomma o su rotaia. Ne consegue che già oggi il territorio della Val
Susa e della Gronda Ovest di Torino supporta e sopporta un traffico il cui
impatto sulla vita e sulla salute degli abitanti è troppo pesante.
Pertanto anche in vista della prossima conferenza dei servizi del 29 settembre
ribadisce la ferma opposizione alla linea ferroviaria ad Alta Velocità tra
Torino e Lione perché inutile, economicamente insostenibile e ambientalmente
devastante, pertanto rigetta qualsiasi tentativo di discutere il "come" di
un'opera inutile, dannosa, distruttiva, rifiutando di entrare nel dettaglio dei
progetti presentati.
Per gli stessi motivi si oppone al raddoppio del tunnel autostradale del
Frejus, oggi maldestramente celato dietro al progetto di galleria di sicurezza,
e chiede che il numero dei passaggi giornalieri dei TIR in valle venga fissato
in MASSIMO 1.500, entro il 31/12/2006, perché la salute e la qualità della vita
dei valsusini valgono quanto la salute e la qualità della vita degli abitanti
delle altre vallate alpine.
A chi propone la nuova linea AV-AC Torino/Lyon, a chi propone il potenziamento
e il raddoppio della linea storica rispondiamo che la Valle di Susa e la
Cintura Ovest di Torino rifiutano il ruolo di corridoio multimodale di
traffico, perché nei corridoi non si può vivere, rivendicano il diritto ad un
modo di vivere sano, che valorizzi le specificità ambientali, storiche,
naturalistiche, architettoniche e turistiche, a modello d'uomo nel rispetto
della natura e dell'ambiente. L'assemblea popolare NO TAV pretende una
ridistribuzione del traffico merci sull'intero arco alpino che non penalizzi
alcune vallate ma rispetti l'ambiente e la vivibilità di tutte nella
prospettiva di una graduale riduzione del traffico pesante.
Quella che ci troviamo oggi ad affrontare è una battaglia di civiltà. Da un
lato c'è chi vuole sempre più scambi, sempre più merci dall'altro chi ritiene
che questa concezione dello sviluppo sia foriera di infiniti danni sociali,
ambientali, sanitari. La smania di velocità assorbe risorse non rinnovabili
mettendo a repentaglio la salute ed il futuro di tutti.
Su questo terreno non sono possibili mediazioni: non ci sono soluzioni
"tecniche" perché il problema non è tecnico ma politico. Da un lato chi
sostiene il bene di tutti e dall'altra l'interesse della lobby del cemento e
del tondino. Una lobby, che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, ha potenti
supporter sia al governo che all'opposizione: oggi come un anno fa.
Ribadiamo pertanto che ogni tentativo di avviare sondaggi, installare cantieri,
dare il via a nuovi progetti ritroverà l'opposizione ferma, decisa, fortissima
di tutto il popolo NO TAV.
Ma la salvaguardia della salute, la qualità della vita, la vivibilità
dell'ambiente non possono limitarsi all'opposizione a opere infrastrutturali
quali il Tav e la seconda canna del Frejus.
Il grave inquinamento prodotto dalle acciaierie Beltrame richiede risposte
rapide e radicali che non sono quelle indicate dall'A.I.A. (autorizzazione
integrata ambientale) concessa dai funzionari della Provincia: aumentare la
potenza e le dimensioni del camino per disperdere i veleni su una superficie
più ampia minacciando la salute di un maggior numero di persone non è una
soluzione accettabile. Servono progetti di riconversione produttiva che
salvaguardino l'occupazione e mettano fine ad un rischio grave per un
territorio densamente popolato.
Quella che è in gioco è la definizione stessa di "bene comune", una definizione
che non può coincidere con quella di profitto, ma si articola intorno ai nodi
della decisionalità, della partecipazione, della libertà di progettare un
futuro in cui la "crescita" si misuri su parametri condivisi.
Sosteniamo e ci faremo tutti parte attiva per la mobilitazione continua contro
qualunque azione di aggressione al territorio, a partire dalla tre giorni
contro il Tav organizzata a S. Gillio (Lago Borgarino) il 15 16 17 settembre
ritenendo di fondamentale importanza la riuscita del corteo No Tav di domenica
17 alle ore 15.