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LA SITUAZIONE GENERALE
Circa 1 milione e trecentomila palestinesi sono chiamati
alle urne oggi, mercoledì 25 gennaio 2006, dopo circa dieci
anni, per eleggere
i 132 membri del Parlamento palestinese, ovvero il Consiglio
Legislativo
Palestinese (PLC).
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Si voterà in più di 1000 seggi in 16 circoscrizioni elettorali sia in West Bank che a Gaza.
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Il PLC è l’organo legislativo dell’Autorità Palestinese e governerà insieme al presidente scelto tramite elezioni dirette, attualmente Mahmoud Abbas, Abu Mazen.
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Il PLC rimarrà in carica quattro anni. Le ultime elezioni legislative si erano tenute nel 1996; si sarebbe dovuto votare nel maggio 1999 ma l’autorità Palestinese aveva rimandato le votazioni per motivi di sicurezza.Si era fissato un termine nel luglio 2005 , ma si erano rimandate ancora fino ad oggi.
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Si voterà mercoledì 25 gennaio 2006 dalle ore 7 alle ore 19 o al più tardi le 21, se fosse necessario un prolungamento di orario.
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Tutte le fazioni politiche, ad eccezione del Movimento per la Jihad islamica, partecipano alle elezioni.
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Il personale addetto alla sicurezza ha già votato, in modo da poter essere in servizio il giorno delle elezioni.
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I palestinesi residenti a Gerusalemme Est, West Bank e Gaza possono votare; non hanno diritto invece i palestinese con cittadinanza israeliana ed i rifugiati negli altri paesi. Che sono rispettivamente 1 milione e 4 milioni.
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Gerusalemme Est
Nei territori di Gerusalemme Est, occupata e poi annessa da Israele nel 1967, risiedono circa 100 mila palestinesi con diritto di voto. Israele si era opposta inizialmente allo svolgimento delle elezioni a Gerusalemme Est, poi su pressioni degli USA ‘concederà’ di votare negli uffici postali ma ha impedito ad Hamas di svolgere propaganda elettorale.
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Hebron
Le forze di occupazione hanno impedito l’insediamento di seggi nella Città Vecchia
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Controlli
Le elezioni saranno gestite e monitorate dalla Commissione Centrale per le Elezioni Palestinese (CEC), composta da 9 giudici, avvocati e accademici palestinesi.
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Saranno presenti anche 343 osservatori stranieri e 17.268 osservatori locali.
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Secondo la nuova normativa approvata nel giugno 2005 metà dei 132 seggi del Parlamento saranno assegnati con il sistema proporzionale, l’altra metà con una sorta di sistema maggioritario.
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Sono state stabilite per legge le ‘quote rosa’: candidate donne devono essere inserite nelle prime tre posizioni di ciascuna lista elettorale.
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Sei dei 66 seggi assegnati con sistema maggioritario sono riservati a candidati cristiani.
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LE LISTE ELETTORALI
Si presentano alle elezioni 11 liste elettorali
Le principali sono:
REFORM AND CHANGE (Riforma e Cambiamento) – lista di Hamas
THIRD
WAY
(Terza Via)
PFLP-PLO
(Popular Front for the Liberation of
Palestine – PLO)
INDIPENDENT PALESTINE (Palestina Indipendente)
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I principali temi affrontati in campagna elettorale
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Fatah vuole riprendere i negoziati per ottenere uno Stato palestinese indipendente nei territori occupati da Israele nel 1967 nel West Bank e nella striscia di Gaza.
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Hamas rifiuta il dialogo con Israele ma ha assunto toni più concilianti in campagna elettorale
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Palestina Indipendente e Terza Via sono a favore dei negoziati
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Fatah rifiuta ufficialmente l’uso della forza
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Hamas rivendica la ‘lotta armata’ contro Israele come diritto alla difesa contro l’occupazione e gli attacchi israeliani
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Tutti i partiti e le liste elettorali reclamano Gerusalemme Est capitale del futuro stato palestinese e rivendicano il diritto al ritorno nelle loro case e proprietà per i rifugiati.
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Fatah, Palestina Indipendente e Terza Via accettano gli accordi di Oslo del 1993, in cui vi è stato il riconoscimento di Israele e la costituzione dell’Autorità Nazionale Palestinese.
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Hamas rifiuta gli accordi di Oslo; afferma che la costituzione di uno stato indipendente in West Bank e Gaza è il primo passo verso uno Stato arabo della Palestina storica.
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Il PFLP è per un unico stato condiviso da ebrei e arabi.
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Tutti i partiti hanno condannato duramente la pratica della corruzione, compreso Fatah .
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La crescente popolarità di Hamas è dovuta in gran parte alla sua immagine di incorrutibilità e alla sua volontà di creare un governo senza corrotti.
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ISRAELE
Esponenti del governo israeliano hanno dichiarato che un’ eventuale vittoria di Hamas porterebbe la Palestina indietro di 50 anni e che verrebbe pregiudicato il processo di pace fra Israele e Palestina.