SERVENTI LONGHI (FNSI) SUL TRATTAMENTO CHE I MEDIA HANNO RISERVATO AL
CORTEO PRO-PALESTINA DI ROMA:
“SIAMO DI FRONTE ALL’IMPAZZIMENTO DELL’INFORMAZIONE E DELLA
COMUNICAZIONE”
Rca news - martedì 21 novembre 2006
“Ho una tragica certezza, che è quella che ormai l’informazione
segue un percorso perverso. Di un evento i
media enfatizzano una parte marginale, assolutamente non centrale,
quella che però rende l’evento particolare, un
cazzotto nello stomaco: credo che così non vada bene.”
Questo è ciò che Paolo Serventi Longhi, presidente della
Federazione Nazionale della Stampa Italiana, ha affermato
ai microfoni di Radio Città Aperta in una lunga intervista
andata in onda questa mattina alle 11.00, incentrata
sull’analisi del modo in cui i mezzi di informazione hanno trattato una
serie di eventi che si sono svolti nella
giornata di sabato, in particolar modo il corteo per la Palestina
di Roma. “Sabato vi erano diverse ipotesi di
concentrazione di opinioni in dissonanza con quelle dell’attuale
governo e di quello precedente. Vi erano tutta
una serie di eventi assolutamente rilevanti rispetto ai quali tutto
è scomparso, tutto è stato cancellato: la
partecipazione, i temi, lo sforzo di mobilitare la gente.
Invece è stata enfatizzata una vicenda, quella del rogo dei
fantocci con le divise, che da tre giorni monopolizza gli
organi di informazione, radio, TV e quotidiani. E’ stata approvata una
Finanziaria e scarse tracce vi erano di
questo sui giornali di ieri. Io credo che siamo tutti impazziti. Siamo
di fronte ad un impazzimento
dell’informazione e della comunicazione nella società
italiana. E’ incredibile come ormai l’informazione in Italia
- forse per strumentalizzazione, forse per incapacità di trovare
il senso delle cose che accadono - enfatizzi un
fatto che è stato chiaramente circoscritto. Quello che preoccupa
è che il messaggio mediatico viene
immediatamente raccolto, enfatizzato e amplificato dal sistema politico.
Non vorrei che l’istituzione e la politica fossero un tutt’uno con
questa cassa di risonanza mediatica che non
riesce più a vedere al di là del proprio naso.”
Aggiunge il leader del sindacato nazionale dei giornalisti Serventi
Longhi ai microfoni dell’emittente romana:
“La libertà di informazione va difesa. Stiamo rinnovando un
contratto che limiti la precarietà nel settore
giornalistico ; d’altra parte però gli interessi politici ed
economici delle testate, dei proprietari delle testate e degli amici
dei proprietari delle testate operano un tale condizionamento da
generare un coro unanime che rende
impossibile capire quello che succede”