Siamo donne italiane coniugate con palestinesi ed abitiamo già
da svariati anni in diverse città dei territori occupati da
Issale nel 1967 ed ora amministrati dall’Autorità
Nazionale Palestinese.
Non abbiamo altri documenti che il nostro passaporto italiano, abbiamo
ricevuto un visto della durata di tre mesi al nostro arrivo
all’Aeroporto israeliano di Tel Aviv.
Infatti per accedere ai territori occupati non vi sono altri varchi che
quelli israeliani, e precisamente quello dell’Aeroporto di Tel Aviv e
quello con la Giordania.
Alcuni giorni prima della scadenza del visto, ne chiediamo l’estensione
al governo israeliano per altri tre mesi certificando che la richiesta
è per motivi familiari, al solo scopo di poter restare con i
nostri mariti e figli. Presentiamo la richiesta all’Anagrafe
palestinese della nostra città che la inoltra al Ministero degli
interni israeliano.
Di solito il visto ci viene rinnovato, dopo nostra richiesta
trimestrale, per circa 6/8 volte, poi ci viene ingiunto , tramite la
dicitura “Last visa” scritta a mano sul timbro del visto, di lasciare
il paese , cosa che facciamo tutte con la massima puntualità per
non incorrere nel rischio di diventare clandestine. Infatti, superando
di un solo giorno la data di scadenza del visto, ci viene permesso di
lasciare il paese ma non di tornare.
In caso di rifiuto di rinnovo del visto o di divieto di rientrare non
ci viene fornita alcuna spiegazione. Ogni volta condividiamo lo stesso
timore che ci venga reso impossibile restare accanto alle nostre
famiglie.
A quanto ci risulta questa procedura è generale, sia per noi
italiani che per coloro di ogni altra nazionalità
Abbiamo tutte chiesto da svariati anni al governo israeliano che ci
venga concesso il ricongiungimento familiare, cosa che ci permetterebbe
di restare per sempre con le nostre famiglie. La concessione di questa
pratica è stata però interrotta da Israele dal 2w7
Settembre del 2000, data di iniziio della Seconda Intifada.
Va detto che,nel caso ottenessimo il ricongiungimento familiare,
verremmo sottoposte alle stesse limitazioni di circolazione imposte
agli stessi palestinesi, perdendo il diritto di entrare in Israele,
Gerusalemme compresa e quello di servirci dei varchi internazionali
(l’Aeroporto d Tel Aviv).
Veniamo a quello che sta succedendo in questi giorni.
Il governo israeliano sta’ rilasciando per tutti noi il “Last Visa”
della durata di uno, due o tre mesi, a seconda della scadenza, allo
scopo di ottenere che tutti lascino il paese entro il 31 dicembre 2006.
Ciò avviene anche per chi ha fatto un solo rinnovo. Anche questa
volta senza nessuna spiegazione.
Oltre alla paura di non poter vivere accanto alle nostre famiglie,
siamo molto dispiaciute nel dover constatare che. Mentre l’Italia
accoglie con rispetto cittadini di ogni paese, israeliani compresi,
coniugati con italiani, Israele non fa altrettanto con noi che, per
vivere con le nostre famiglie, dipendiamo dal visto del governo.