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Il documento politico elaborato dai prigionieri palestinesi di tutte
le organizzazioni e reso noto da Marwan Barghouti
DOCUMENTO DELLA CONCORDIA NAZIONALE PALESTINESE
- Con alto sentimento di responsabilità nazionale e storica, in vista dei
pericoli che circondano il nostro popolo, per rafforzare il fronte interno
palestinese, e per mantenere e proteggere l'unità nazionale e l'unita del
nostro popolo in patria e nella diaspora.
- Per fronteggiare il piano israeliano di imporre una soluzione unilaterale,
che farebbe saltare il sogno del nostro popolo e il diritto a costruire il suo
Stato Palestinese indipendente a piena sovranità. Tale piano, che il governo
israeliano intende attuare nella prossima fase, si fonda sulla costruzione del
muro del apartheid, l'ebraicizzazione di Gerusalemme, l'allargamento delle
colonie israeliane, l'appropriazione della valle del Giordano, l'annessione di
gran parte della Cisgiordania e la negazione al nostro popolo del diritto al
ritorno.
- Per conservare ciò che il nostro popolo ha conquistato durante la sua lunga
lotta, nel rispetto dei nostri martiri, delle sofferenze dei nostri prigionieri
e dei nostri feriti. La nostra è una lotta di liberazione nazionale il cui
carattere fondamentale è quello patriottico democratico. Ciò impone una
strategia politica di lotta adatta a questo carattere.
-Per contribuire alla riuscita del dialogo nazionale palestinese, che si basa
sulla dichiarazione del Cairo, e su una pressante necessità di una solida
unità, presentiamo questo documento (Documento della Concordia Nazionale) al
nostro magnifico e resistente popolo, al presidente Mahmuod Abbas, alla
direzione del OLP, al presidente del governo Ismail Hanieh, al consiglio dei
ministri, al presidente del Consiglio Nazionale Palestinese (CNP) e ai suoi
membri, al presidente del Consiglio Legislativo Palestinese (CLP) e ai suoi
membri, a tutte le organizzazioni e alle forze palestinesi, a tutte le
strutture, alle organizzazioni pubbliche e private, a tutti coloro che
orientano l'opinione pubblica palestinese in patria e nella diaspora.
Con l'auspicio di considerare questo documento integralmente, e di ricevere
l'appoggio, il sostegno e l'approvazione di tutti, come contributo
fondamentale, perché sia adottato quale documento della Concordia Nazionale
Palestinese:
1.. Il popolo palestinese in patria e nella diaspora si sta adoperando per
liberare la sua terra e realizzare il suo diritto alla libertà, al ritorno,
all'indipendenza, all'autodeterminazione, alla creazione del suo stato
indipendente con capitale Gerusalemme su tutti i territori occupati nel 1967.
Garantire il diritto al ritorno dei profughi, la liberazione di tutti i
prigionieri e i detenuti in base al diritto storico, che il nostro popolo ha
sulla terra dei suoi padri e dei suoi antenati, già garantito dalla carta delle
nazioni unite, dal diritto e dalla legalità internazionali.
2.. Sollecitare la realizzazione di ciò che stato concordato al Cairo nel
marzo 2005, concernente lo sviluppo e l'attivazione dell'OLP su principi
democratici e con l'entrata dei movimenti Hamas e Jihad islamico nell'OLP, in
quanto essa è l'unico legittimo rappresentante del popolo palestinese ovunque
esso si trovi. Si devono per questo prendere in considerazione i cambiamenti in
Palestina, in modo da riaffermare una vera rappresentanza dell'OLP come unico
legittimo rappresentante del nostro popolo, e per rafforzare la sua capacità a
condurlo con responsabilità in patria e nella diaspora, di mobilitarlo per la
difesa dei suoi diritti nazionali, politici e umanitari, nelle varie istanze
internazionali e regionali. L'interesse nazionale necessita della formazione di
un nuovo CNP prima della fine del 2006, che garantisca la rappresentanza
proporzionale di tutte le forze, le organizzazioni, i partiti patriottici e
islamici, i raggruppamenti del nostro popolo in qualsiasi luogo e in qualsiasi
settore, e le capacità individuali. Tale rappresentanza si basa sulla presenza
e sull'efficacia combattiva, politica, sociale e di massa, mantenendo l'OLP
come un riferimento politico superiore composto da un ampio fronte di alleanza
patriottica globale e un luogo nazionale unificante dei palestinesi, in patria
e nella diaspora.
3.. Il popolo palestinese afferma il suo diritto alla resistenza, al
mantenimento di questa scelta con tutti i mezzi concentrandola nei territori
occupati nel 1967, affiancandola al lavoro politico di negoziato e diplomatico,
continuando la resistenza popolare e di massa contro l'occupazione in tutte le
sue diverse forme. Particolare attenzione bisogna porre all'allargamento della
partecipazione dei vari strati sociali a questa resistenza popolare.
4.. Elaborare un piano palestinese per un lavoro politico globale. Unificare
l'azione politica basandosi su un programma di accordo nazionale palestinese,
sulla legalità araba e sulle risoluzioni internazionali, che diano giustizia al
nostro popolo, rappresentato dall'OLP, dall'Autorità Nazionale, dal Presidente
e dal Governo, dalle organizzazioni patriottiche e islamiche,
dall'organizzazione della società civile, dalle personalità, e dagli enti
pubblici. Tale programma deve richiamare e rafforzare il sostegno arabo,
islamico, politico economico, umanitario, internazionale a favore del nostro
popolo e dell'A.N.P. tutto questo a favore del diritto all'autodeterminazione,
alla libertà, al ritorno e all'indipendenza, per fronteggiare il piano
israeliano di imporre una soluzione unilaterale ai Palestinesi e per respingere
l'ingiusto assedio del nostro popolo.
5.. Proteggere e rafforzare l'A.N.P. come nucleo del futuro Stato; questa
Autorità che il nostro popolo ha costruito con la sua lotta e i suoi sacrifici,
che sono costati sangue e sofferenze ai propri figli. Il supremo interesse
nazionale impone a tutti il rispetto della Costituzione provvisoria di questa
Autorità, delle leggi vigenti, delle responsabilità e delle prerogative del
Presidente eletto tramite elezioni libere, democratiche e trasparenti, e di
quelle del Governo che ha ottenuto la fiducia del Consiglio Legislativo. Si
ritiene importante e necessaria una creativa collaborazione tra la Presidenza e
il Governo, per un lavoro comune attraverso incontri periodici che risolvano
ogni divergenza con un fraterno dialogo che tenga conto del supremo interesse
nazionale e rispetti la Costituzione provvisoria. Altrettanto necessario è
procedere ad una riforma globale in tutte le strutture dell'A.N.P. ed in
particolare dell'apparato giudiziario rispettando la magistratura a tutti i
livelli, attuando le sue decisioni, rafforzando e applicando il diritto.
6.. Formare un governo di unità nazionale in modo che garantisca la
partecipazione di tutti i gruppi parlamentari, in particolare dei due movimenti
Fatah e Hamas e di tutte le forze politiche che desiderino aderire a questo
documento e ad un programma comune per far risorgere la questione palestinese a
livello interno, arabo, regionale e internazionale. Affrontare le sfide in atto
con un Governo patriottico forte dell'appoggio politico e popolare di tutte le
forze palestinesi, nonché del sostegno arabo e internazionale. Sia capace di
attuare il programma di riforma lottando contro la povertà e la disoccupazione
e che ponga maggiore attenzione possibile agli strati popolari, che hanno
sopportato gli sforzi della resistenza e dell'intifada, e che sono vittime
della criminale aggressione israeliana, in particolare le famiglie dei martiri,
dei detenuti, dei feriti, dei proprietari delle case e dei beni distrutti
dall'occupante e che ponga particolare attenzione al problema della diffusa
disoccupazione.
7.. La gestione delle trattative è una prerogativa dell'O.L.P. e del
Presidente dell'A.N.P. e devono basarsi sul mantenimento dei nostri obiettivi
nazionali, realizzarli a condizione che ogni accordo sul nostro destino abbia
l'approvazione del nuovo Consiglio Nazionale Palestinese oppure, ove possibile,
attraverso un referendum.
8.. Liberare i prigionieri e i detenuti è un sacro dovere nazionale che
spetta, utilizzando tutti i mezzi possibili, alle forze politiche, alle
organizzazioni patriottiche e islamiche, all'O.L.P., all'A.N.P., al Presidente,
al Governo, al Consiglio Legislativo e a tutte le formazioni della resistenza.
9.. E' necessario adoperarsi e raddoppiare gli sforzi a sostegno e in
appoggio ai profughi e alla difesa dei loro diritti, per un Congresso Popolare
rappresentativo dei profughi che nasca da strutture che hanno la funzione di
riaffermare il diritto al ritorno, invitando la comunità internazionale ad
attuare la risoluzione n. 194 dell'ONU, concernente il diritto al ritorno e il
risarcimento.
10.. Lavorare per la formazione di un fronte unificato (sotto il nome di
Fronte di Resistenza Palestinese) che guidi la resistenza contro l'occupante,
unificando e concertando il lavoro e l'azione e costituisca un referente
politico unico.
11.. Mantenere il metodo democratico attraverso elezioni periodiche a
suffragio universale, libere, trasparenti e democratiche per eleggere il
Presidente, il Consiglio Legislativo, i Consigli locali e comunali, nel
rispetto delle leggi e del principio dell'alternanza pacifica delle forze al
potere. Proteggere l'esperienza democratica palestinese rispettandone le scelte
e le sue conseguenze, la sovranità della legge, le libertà private e pubbliche,
la libertà di stampa e l'uguaglianza fra i cittadini nei diritti e nei doveri,
senza discriminazione. Proteggere inoltre le conquiste delle donne
rafforzandole e sviluppandole.
12.. Rifiuto e condanna dell'ingiusto assedio al nostro popolo perpetrato
dagli Stati Uniti e da Israele invitando i popoli arabi e i loro governi a
sostenere i Palestinesi, l'O.L.P. e l'A.N.P. e richiamare i governi arabi ad
applicare le risoluzioni politiche, finanziarie, economiche e d'informazione
adottate dai vertici arabi in appoggio e sostegno al popolo palestinese, alla
sua fermezza, alla sua resistenza e alla sua causa nazionale, riaffermando che
l'A.N.P. è legata all'unanimità araba e al lavoro arabo congiunto.
13.. Invito al popolo palestinese a consolidare l'unità, l'appoggio e il
sostegno all'O.L.P., all'A.N.P., al Presidente e al Governo. Rafforzare la
fermezza e la resistenza contro l'occupazione e l'assedio, rifiutando
l'ingerenza altrui negli affari interni palestinesi.
14.. Ripudiare tutti i fenomeni di divisione e di scontro e tutto ciò che
potrebbe portare alla guerra civile. Condannare l'uso delle armi per risolvere
i conflitti interni e proibirne l'uso tra figli dello stesso popolo,
riaffermare la sacralità del sangue palestinese e l'impegno al dialogo come
unico mezzo per risolvere le divergenze. Garantire la libertà di espressione
con tutti i mezzi, compresa l'opposizione all'A.N.P. e alle sue delibere, negli
ambiti della legge, del diritto alla protesta civile e all'organizzazione di
manifestazioni e comizi, a condizione che siano pacifici e senza armi, che non
aggrediscano i cittadini e che non danneggino beni privati o comuni.
15.. L'interesse nazionale impone la necessità di cercare i metodi migliori e
più opportuni per proseguire la partecipazione del nostro popolo e delle sue
forze politiche della striscia di Gaza (nella sua nuova situazione) alla
battaglia di libertà, di indipendenza, per il diritto al ritorno e per la
liberazione. Questo, costituisce una vera forza di fermezza e di resistenza del
nostro popolo, in Cisgiordania e Gerusalemme. Riteniamo che l'interesse
nazionale imponga altresì la rivalutazione dei metodi di lotta per resistere
all'occupazione.
16.. E' necessario riformare e sviluppare le istituzioni di sicurezza
palestinesi in tutti i suoi rami, su principi moderni e renderli più capaci
nello svolgimento della missione di difesa della patria e dei cittadini.
Affrontare l'aggressione e l'occupazione. Garantire la sicurezza pubblica e
l'applicazione delle leggi per mettere fine allo stato di disordine e alla
mancanza di sicurezza. Sequestrare le armi fuori legge. Mettere fine alle
manifestazioni armate, sequestrare le armi del disordine e della mancanza di
controllo della sicurezza che danneggiano gravemente la resistenza,
deformandone l'immagine e minacciando l'unità della società palestinese. Tutto
questo implica la necessità di concertare e organizzare i rapporti tra le forze
e le formazioni della resistenza, proteggere le sue armi e regolarne il
possesso.
17.. Si invita il Consiglio Legislativo a continuare ad emanare leggi che
organizzino l'operato degli apparati di sicurezza in tutti i suoi rami. Emanare
una legge che vieti l'esercizio del lavoro politico e di partito ai membri di
questi apparati e che li obblighi a far riferimento al potere politico eletto
secondo la legge.
18.. Ci si adoperi per allargare il ruolo e la presenza politica dei comitati
di solidarietà internazionali e dei gruppi amanti della pace che sostengono la
fermezza e la giusta lotta del nostro popolo, contro l'occupazione, la
colonizzazione e contro il Muro dell'apartheid, per l'applicazione della
sentenza della Corte internazionale di Giustizia dell'Aja concernente lo
smantellamento del Muro, della colonizzazione e che ne ha dichiarato
l'illegalità.
Questo documento stilato l' 11 maggio 2006 è stato firmato da:
Movimento di liberazione nazionale palestinese (Fatah)
On. Marwan Barghouti segretario di Fatah in Cisgiordania.
Movimento di resistenza islamica (Hamas) Suprema Direzione
Sceicco Abed al Khaleq Alnatsha
Movimento Jihad islamico
Sceicco Bassam Al Saadi
Fronte Popolare per la liberazione della Palestina
Abed Alrahim Mluh membro del Comitato Esecutivo, vice Segretario Generale
Fronte Democratico Mustafah Badarne.
N.B. il Movimento islamico Jihad islamico si è astenuto sul punto riguardante
le trattative.
Traduzione a cura di Bassam Saleh e Enza Biancongino
maggio 2006