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Criminalizzare per isolare

da Taranto

La tendenza seguita in maniera trasversale da qualunque
corrente politica, con l’appoggio della digos, della
magistratura e di alcune testate giornalistiche a
criminalizzare qualunque forma di alterirtà sociale
è ormai sempre più evidente.

La campagna stampa partita dopo il rinvio a giudizio degli
imputati per il processo per associazione sovversiva locale
costruito a Taranto contro 19 compagni ne è un chiaro
esempio.Assistiamo ancora una volta ad una campagna
diffamatoria ed intimidatoria che mira esclusivamente ad
allontanare qualunque forma di alternativa dalla gente
comune.Anche questa volta la stampa dimentica di presentare
il contesto in cui si svolgono i presunti reati su cui si
basa l’impianto accusatorio, trascrive reati ormai
derubricati o prosciolti, allo scopo di definire terroristi
e criminali gli imputati di questo processo.Dimenticando per
esempio di dire che sull’omicidio Carlo Giuliano non
è stata fatta ancora nessuna chiarezza; che le
torture di Bolzaneto sono state lasciate pressoché
impunite, che la macelleria messicana vista nella scuola
Diaz non ha ancora mostrato nessuna responsabilità
ufficiale.Dimentica che sono questi i temi principali di
ogni manifestazione a noi contestata, che ogni cosa fatta
è stata svolta alla luce del sole;dimentica di
inquadrare i veri criminali (chi perpetra i massacri di
piazza, chi devasta e saccheggia interi territori) e si
accontenta di allinearsi a un sistema che distrugge ogni
diritto in favore del profitto.Dimentica, scientificamente,
di ricordare che alcuni di questi imputati si sono visti
assolti in primo grado dal tribunale di Cosenza per il reato
di associazione sovversiva, in quanto “il fatto non
su ssiste”.Dimentica che gli unici veri artefici di un
turbamento economico politico e sociale della città
di Taranto sono coloro che ne hanno provocato il dissesto
finanziario e che girano liberamente per la città.

Comitati di Quartiere  Taranto     

giugno2008