inchiesta
12.2.2007
Comunicato dell’Associazione Solidarietà Parenti e Amici degli
arrestati il 12/2/2007
Innanzitutto ringraziamo calorosamente tutti coloro che si sono
mobilitati per portare la loro solidarietà ai compagni sotto
processo e per impedire che, nell’anniversario della strage di stato di
Piazza Fontana, i fascisti di Forza Nuova manifestassero pubblicamente
a Milano.
Il 12 dicembre, sia all’interno dell’aula bunker di San Vittore, che
all’esterno si è espressa con forza e determinazione la
volontà di reagire, resistendo, alla repressione e al fascismo.
Dentro l’aula
All’appello degli imputati il compagno operaio Vincenzo Sisi ha
risposto: “Con il corpo sono presente, ma la mia testa è con gli
operai della Thyssen- Krupp”.
Gli altri imputati hanno risposto applaudendo e col pugno alzato.
La pm Bocassini ha rilevato che i pugni alzati sono una mancanza di
rispetto alla corte!...(e poi la chiamano “toga rossa”!)
Gli avvocati della difesa hanno contestato il trattamento riservato
agli imputati e a loro stessi: i compagni erano in gabbie singole,
separati da uno schieramento di guardie e transenne dai difensori che
erano quindi quasi impossibilitatti a conferire con i propri assistiti.
E’ stata richiesta la revoca del perdurante divieto d’incontro tra
imputati, misura assurda visto che l’inchiesta per loro è chiusa
da tempo e che ha comportato molte angherie durante la detenzione,
ormai di dieci mesi, in particolare l’isolamento e i continui
trasferimenti.
Gli avvocati della difesa hanno inoltre richiesto l’avvicinamento alla
sede processuale, visto che alcuni compagni sono stati prelevati dal
carcere o dai domiciliari alle quattro di notte per essere riportati a
destinazione il giorno stesso e per poi essere riprelevati, con le
stesse modalità, per le udienze dei prossimi giorni.
Sono poi state eccepite varie nullità sulla richiesta di rinvio
a giudizio:
- nullità in relazione alla violazione del diritto di difesa
derivante dalla mancata consegna di tutte
le copie degli atti processuali entro i
termini di legge,
- nullità, sempre in relazione al diritto di difesa, dovuta ai
trasferimenti ed alla dispersione degli imputati lontano dalla sede
processuale (anche in contrasto con l’art. 6 della Convenzione di
Strasburgo) poiché ciò ha ostacolato l’incontro con i
legali,
- nullità in relazione alla violazione derivata dalla mancata
considerazione della sospensione del periodo feriale (l’inchiesta
è stata chiusa proprio a ridosso del periodo di chiusura estiva
del tribunale),
- nullità rispetto ai 5 giorni di divieto d’incontro con i
difensori imposto dopo l’arresto degli imputati,
- nullità in base alla contestazione di gravi
irregolarità nelle procedure seguite per le intercettazioni
telefoniche,
- nullità poiché la richiesta di rinvio a giudizio
è stata effettuata ben prima della conclusione dell’incidente
probatorio relativo alla trascrizione di tutte le intercettazioni
ambientali che sono parte preponderante di questo processo,
- nullità poiché le perizie tecniche sono state disposte
dall’accusa in contemporanea e in diverse sedi fra loro lontane
impossibilitando così la difesa a parteciparvi
- nullità per l’impossibilità di far entrare
nell’inchiesta fonti come il Sisde (Servizi segreti). Il Sisde non
può entrare nella sistematica giuridica ordinaria mentre, entra
in questo processo, facendo vestire le sue indagini (che non possono
avere la connotazione di indagini di polizia giudiziaria) attraverso
delle relazioni della Digos e facendo confluire comunque dei filmati e
delle foto che aveva raccolto nel corso del suo lavoro.
E’ stata poi contestata e ritenuta illegittima la costituzione di parte
civile da parte di Forza Nuova sia per motivi politici, perché
non è ammissibile che una forza volta alla ricostruzione di un
partito fascista possa essere accettata nelle aule dei tribunali in
quanto ciò, per la legge italiana, è un reato punito con
la reclusione da 5 a 12 anni, sia per motivi procedurali, in base ad
irregolarità nella presentazione della richiesta.
A tutto ciò il gup Marina Zelante risponderà nell’udienza
del 14 dicembre.
Fuori dall’aula
Fin dalle otto del mattino un folto numero di compagni ha presenziato
nei pressi dell’aula bunker dando vita poi ad un presidio in Piazza
Aquileia che, dalle nove in poi, è andato via via ingrossandosi.
Diverse centinaia di persone vi hanno partecipato: compagni, situazioni
collettive del movimento milanese ma anche delegazioni da altre parti
d’Italia, antifascisti, anarchici e singole persone che sono venute a
dare solidarietà. Numerosa la presenza dal Veneto e del Cpo
Gramigna di Padova che ultimamente ha subito un nuovo arresto di un
giovane militante.
Gli slogan, la musica, i petardi e i fuochi d’artificio hanno tenuto
compagnia fino a pomeriggio ai prigionieri di San Vittore che
salutavano e rispondevano attraverso le sbarre delle finestre. Il
presidio ha espresso anche la solidarietà ai prigionieri in
lotta contro l’ergastolo, in sciopero della fame dal primo dicembre.
Sono state lette numerose lettere dei compagni sotto processo,
comunicati di solidarietà e comunicati contro il terrorismo di
stato e contro i fascisti. Un lavoratore ha letto un comunicato per
esprimere la rabbia e la vicinanza di tutti agli operai della
Thissen-Krupp, barbaramente colpiti dal terrorismo dei padroni: le
morti sul lavoro a scopo di profitto.
L’arrivo in corteo degli studenti, provenienti dalla manifestazione
studentesca indetta per ricordare l’anniversario della strage di stato
di Piazza Fontana, ha trasformato il presidio in blocco stradale e
successivamente in corteo che ha sfilato fin nelle vicinanze di Piazza
Filangeri, entrata dell’aula bunker, dove i fascisti di Forza Nuova
avevano promesso un presidio contro il comunismo. Lo striscione che
apriva il corteo diceva: “12 dicembre 1969 - 12 dicembre 2007, il solo
terrorismo è quello dello stato! Libertà per i compagni!”.
La giornata di mobilitazione ha raggiunto l’obiettivo di impedire ai
fascisti la sceneggiata anticomunista e reazionaria che avevano
promesso e ha dato visibilità alla solidarietà di classe
che, nonostante tutti i pesanti attacchi repressivi subiti dal 12
febbraio in poi (compresi arresti) si è mostrata rafforzata ed
estesa.
La solidarietà fa paura ed è forse per questo che i mass
media, che tanto si sono sbizzarriti a scrivere per denigrare i
compagni e per dar voce all’accusa, hanno taciuto (tranne per qualche
trafiletto) sulla giornata del 12 dicembre a Milano.
I compagni sotto processo non sono criminali isolati come vorrebbero
mostrare l’accusa, la stampa, lo stato, i partiti istituzionali, i
vertici sindacali. La giornata del 12 ne è stata
un’ulteriore dimostrazione ed è stata anche un momento
importante per tutto il movimento di classe che ha opposto resistenza
al tentativo di distruggere l’identità dei compagni e di
mischiare le carte con la convocazione dell’udienza preliminare proprio
nella data simbolo dello stragismo di stato.
Grazie a tutti quelli che hanno partecipato a Milano e a tutti coloro
che in altre parti d’Italia, ma anche all’estero, hanno organizzato
iniziative non potendo essere presenti.
Le adesioni sono arrivate numerose.
Il solo terrorismo è quello dello stato!
Per i compagni libertà, estendiamo la solidarietà!
Associazione di Solidarietà Parenti e amici degli arrestati il
12/2/2007
Milano 13/12/2007
Ciao
Parto con la cronaca delle prime 2 giornate di udienze.
Qui mi svegliano alle 6, alle 8 partiamo (previa perquisa e baruffa di
rito con la scorta per poter portarmi le cicche) e alle 9 siamo a San
Vittore. Il 12, arrivando, sono riuscito anche ad intravvedere il
presidio fuori dal carcere con gli striscioni. In aula ci sono 8
gabbie, ma noi siamo di più e quindi qualcuno deve stare in
compagnia.
Il primo giorno ero con Scanta, Sisi, e Zeb; ieri da solo di fianco a
Scanta. I compagni stanno tutti bene, qualcuno un pò smagrito
(io sono l'unico che invece di perderli ho messo su chili ... tutti
muscoli). Con i compagni delle altre gabbie e con i domiciliati,
urlando, si riesce a scambiare qualche battuta anche se ogni tanto
qualche agente più zelante tenta di ricordarci che è
vietato. Il primo giorno non volevano far parlare gli avvocati con i
loro assistiti nelle gabbie. Sono seguite un pò di urla e di
casino generale e, alla fine, hanno ripiegato con la scusa che non
volevano mostrare il tesserino dell'ordine degli avvocati.
All'inizio è stato chiesto di poter stare tutti insieme; il pm
dà parere negativo, dati i divieti di incontro; il giudice la
segue. (Ai domiciliati, prima accerchiati ognuno dalla loro scorta,
viene permesso di sedersi a fianco dei propri legali). In aula ci sono
quasi 100 agenti di polizia penitenziaria e sbirri. All'appello Sisi
risponde "presente ... col cuore vicino agli operai uccisi a Torino";
segue applauso nostro ... Boccassini avvelenata. Gli avvocati partono
con una serie di eccezioni sulla violazione del diritto alla difesa,
tempistica di trasmissione di dati, difetti di notifica, etc…
Sono poi state fatte presenti, da noi e dai legali, varie situazioni di
detenzione: Claudio che deve fare su e giù da Livorno, Zeb che a
Pavia non gli consegnano il cambio di vestiti che si era portato
dietro, Davide Rotondi che non gli hanno fatto fare neanche colazione e
non gli danno la fornitura, in aula non possiamo neanche bere un
pò d'acqua, siamo sempre separati in varie carceri e, gli
avvocati, tra un'udienza e l'altra, non riescono a venirci a trovare
tutti, etc ...
La pm insiste sulla nostra pericolosità ("ne sono prova gli
ultimi 2 arresti"), attacca gli avvocati su come si muovono ("se
volevano il tempo per acquisire gli atti c'era, sono loro che non
lavorano bene"), ma toglie il divieto di incontro ("per garantire il
diritto alla difesa", cosichè possiamo in futuro essere messi
tutti nello stesso carcere).
La Gup ufficializza le posizioni della pm e rigetta tutte le nostre
istanze.
Il 2° giorno siamo ancora in gabbie separate, nonostante il cessato
divieto d'incontro. Proteste, ma non ci spostano. A Davanzo sequestrano
un documento che viene portato al giudice, la pm dice che è un
proclama e non vuole che gli venga riconsegnato. La Gup dispone che gli
venga restituito solo a udienza finita. Essendo un testo inerente al
processo gli avvocati dicono che è violazione del diritto di
difesa, sia il sequestro del testo, sia la non possibilità per
noi di parlare assieme. Questo, dicono, è un processo politico;
e argomentano il concetto. La Boccassini sclera e gli avvocati “le
danno carne”; la Gup le dice che deve stare zitta finchè parlano
gli avocati (strano!). Cagnara in aula dato che ai fasci si dà
il permesso di esprimersi e fare partiti (la Gup concede a Forza Nuova
di costituirsi parte civile)… e i comunisti non possono nemmeno tenere
documenti politici: si urla dalle gabbie. S'incazza anche la Gup.
Tre avvocati sono bloccati in treno da un incidente ferroviario, quelli
in aula gli chiedono di posticipare l'inizio dell'udienza. La Gup non
ne vuole sapere e nomina, imponendolo, Pelazza avvocato al posto di
Covi, Balbinot e Bonon. Quando questi arrivano invocano il "legittimo
impedimento". Si rifà da capo l'udienza solo per i loro 3
assistiti e da lunedì si ripartirà tutti assieme. In
sostanza la pm è ben determinata a farci il culo: da pareri
negativi su tutto e usa toni arroganti, la Gup pende dalle sue labbra…
Il 2° giorno i nostri legali hanno fatto un buon lavoro sulla
questione del processo politico ma l'udienza non è registrata e
la Gup ha verbalizzato sinteticamente solo gli aspetti tecnico - legali
del dibattito. Comunque, di fatto, le istanze fatte finora dai legali
sono state tutte respinte, come da volontà della pm, tranne per
il divieto d'incontro che è stato revocato (la pm però,
dopo aver letto il documento di Davanzo, ha suggerito alla Gup che, se
le prossime volte ci vuole tenere in gabbie assieme, almeno tenga
divisi Davanzo, Sisi, Bortolato e Latino: i compagni che si sono
dichiarati prigionieri politici).
Forza Nuova, per ora, è l'unica parte civile.
Mi sarò dimenticato di sicuro qualcosa. Seguirà la
seconda puntata delle udienze del 17 e del 19. Un saluto a pugno chiuso
Max
Alessandria 14/12/2007
Cari compagni e compagne
A pugni chiusi salutiamo voi che state davanti alle porte di San
Vittore facendo un presidio in solidarietà con i compagni e la
compagna arrestati il 12.2 e trascinati oggi in aula dalla giustizia
borghese per l’udienza processo preliminare.
E, con amore rivoluzionario e solidarietà di classe, salutiamo i
compagni e la compagna sotto processo e tutti/e colpiti/e dall’ azione
controrivoluzionaria “Tramonto”.
La nostra solidarietà è legata all’appello di unire le
nostre lotte di classe e rivoluzionarie là dove ognuno di noi
è organizzato (Italia, Germania, Francia, Svizzera, Belgio,
Spagna, ..) perché esse (le lotte contro le guerre imperialiste,
antifasciste, delle donne proletarie, sindacali, per una prospettiva
rivoluzionaria) diventino una lotta comune contro l’intento dello stato
borghese di far “terra bruciata” (come espresso dopo gli ultimi arresti
di Padova) intorno ad un progetto politico di classe con una chiara
prospettiva comunista. La nostra lotta contro l’imperialismo, il
capitalismo e per una prospettiva rivoluzionaria deve essere legata a
livello internazionale alla resistenza contro questo progetto degli
stati borghesi. La controrivoluzione oggi più che mai agisce a
livello internazionale, come del resto dimostrato anche dall’operazione
Tramonto ( ricordiamo che l’inchiesta si è svolta anche in
Svizzera).
Compagne e compagni, operai/e, studenti e militanti dei vari movimenti,
alla vostra solidarietà in Piazza aderiscono dall’ estero molti
che non hanno la possibilità di essere lì davanti alle
porte di San Vittore.
Secours Rouge APAPC (Belgio)
Commissione per un Soccorso Rosso Internazionale
Revolutionärer Aufbau Schweiz
Bloc Marxiste-Leniniste (Belgio)
Netzwerk fur die Freiheit-aller politischen Gefangenen (Germania)
Tayad Kommittee (Berlin)
Marco Camenisch prigionierio rivoluzionario in Svizzera
SOCORRO ROJO INTERNACIONAL, Comités de Catalunya, Euskal Herria,
Galicia, Andalucía, Madrid, Burgos, León, Asturies,
París y Roma
Revolutionäre Aktion Stuttgart (Germania)
Donne dell’assemblea zurighese per un 8 marzo internazionale e comunista
Ci sono arrivate notizie che in varie città europee ci sono
state delle scritte spray e azioni militanti in segno di solidari e che
“International platform against isolation” che terrà quest’anno
il suo convegno di dicembre a Bruxelles, manda i suoi saluti solidali
augurando forza ai compagni e alla compagna trascinate oggi davanti al
tribunale borghese di Milano.
Vi salutiamo con le parole di Claudio Latino, militante per la
costituzione per il PC p-m in un suo documento politico:
IL TRAMONTO NON VINCERÀ MAI SULL’ALBA
12.12. 2007 Commissione per un SRI
2° Comunicato
dell’Associazione di Solidarietà Parenti e Amici degli arrestati
il 12/2/2007 sull’udienza preliminare
L’udienza del 19/12/2007, quarta della preliminare, contro i compagni
arrestati nella cosiddetta “Operazione Tramonto”, prevista nel
calendario come quella conclusiva, si è invece protratta fino a
tardo pomeriggio e si è aggiornata al 21/12.
Le escandescenze della pm Bocassini ogni qualvolta qualcuno, imputato o
difensore che sia, pronuncia la parola “processo politico” mettono
sempre più chiaramente in luce la profonda natura politica di
questo processo.
Nella seconda e terza giornata di udienza sono stati fatti sequestrare
agli imputati appunti manoscritti e, più volte, è stata
sollevata dagli avvocati la questione della negazione, agli imputati,
del diritto alla difesa della propria identità ed è stata
fatta la richiesta della restituzione dei materiali.
Nell’udienza del 19/12 la questione è diventata ancor più
palese ed ha provocato forti proteste in aula.
Cronaca del 19/12
Di fronte alla possibilità di un’udienza per l’8/1/2008 e al
trasferimento, fino a quella data, degli imputati nelle carceri
d’origine, intervengono alcuni imputati.
Come parenti facciamo presente che alcuni compagni provengono da
carceri distanti come l’Ucciardone o Poggioreale mentre altri,
vergognosamente, con gran dispendio di denaro pubblico e con condizioni
allucinanti di viaggio, vengono portati, con scorta, ad ogni udienza
dalla Toscana, dalle Marche e dal Friuli.
Interviene Scantamburlo Andrea per denunciare le pessime condizioni che
si vivono al carcere di San Vittore, dove è stato ricondotto il
27/11/2007 dagli arresti domiciliari che gli erano stati concessi:
isolamento, igiene nulla, compagnia di topi e scarafaggi.
Interviene poi Davanzo Alfredo che denuncia l’isolamento in cui si
trova dall’arresto mettendo in luce la natura politica di questo
barbaro trattamento a cui sono sottoposti molti prigionieri politici in
Italia, ma anche in Europa e nel mondo.
Per questo, in appoggio alla mobilitazione proposta da “International
Platform against isolation”a sostegno della lotta dei prigionieri
turchi, i compagni iniziano uno sciopero della fame e chiedono che
tutti gli imputati vengano tolti dall’isolamento.
Davanzo mette inoltre in luce come, sia l’isolamento che il divieto di
incontro che la stessa composizione delle gabbie nell’aula, siano un
continuo tentativo di attacco politico all’identità dei compagni
incarcerati. Al suo gesto di leggere un testo, chiedendone la messa
agli atti, scatta immediatamente l’espulsione dall’aula congiuntamente
con quella di Sisi Vincenzo che aveva solo detto di lasciarlo parlare.
Anche gli altri imputati se ne vanno per protesta.
Espulsioni immotivate, secondo la difesa, poiché nessun reato
è stato commesso e nessuna motivazione plausibile è stata
espressa dalla pm.
Viene eccepita nullità sulla prosecuzione dell’udienza per
violazione del diritto di difesa visto l’illegittimo impedimento a due
imputati di partecipare al processo e viene richiesta la revoca
dell’espulsione. Gli avvocati G. Pelazza e S. Clementi escono dall’aula.
…Escandescenze della pm Bocassini che chiede l’invio di copia degli
atti dell’udienza per eseguire segnalazione al Consiglio d’Ordine per
il procedimento disciplinare del caso nei confronti dei legali.
L’udienza continua su alcune istanze presentate dagli avvocati per
richieste inerenti a concessione di arresti domiciliari e viene
aggiornata al 21/12.
La cronaca di questa giornata, come anche quella delle precedenti e, in
particolare di quella del 12 dicembre con un’ampia mobilitazione
all’esterno dell’aula bunker, sono state censurate dai mass media che
tanto avevano scritto per demonizzare i compagni subito dopo gli
arresti.
Una dimostrazione questa della paura politica sia della
solidarietà sia dell’esempio di compagni che nelle aule dei
tribunali non sono disposti a farsi distruggere nella loro
dignità e identità piegando la testa.
La paura della parola processo politico da parte della pm Bocassini
mette a nudo proprio come questa inchiesta sia un pesantissimo attacco
repressivo contro militanti comunisti, compagni di movimento, operai e
studenti avanguardie nel posto di lavoro o di studio e, in questo
senso, sia un attacco a tutto il movimento di classe.
Invitiamo tutti a diffondere l’informazione su questo processo e a
continuare ad estendere la solidarietà.
No all’isolamento! Sosteniamo la lotta dei compagni contro l’isolamento!
Milano 20/12/2007
L’Associazione di
Solidarietà Parenti e Amici degli arrestati il 12/2/2007
Comunica che ieri, 21/12/2007, si è svolta l’ultima giornata
dell’udienza preliminare.
Tutti i compagni sono stati rinviati a giudizio e la data del processo
è stata fissata per il 27 marzo 2008 davanti alla Corte di
Assise di Milano.
Sulle richieste riguardanti gli arresti domiciliari e su altre istanze
presentate dalla difesa la gup Marina Zelante risponderà nei
prossimi giorni.
Ricordiamo che alcuni compagni imputati sono in sciopero della fame
contro l’isolamento, in appoggio alla mobilitazione promossa da
“International Platforrm against isolation” e perché vengano
tolti dall’isolamento tutti i compagni di questa inchiesta.
I compagni ora sono sparsi in numerose carceri in cui sono stati
trasferiti in vista dell’udienza preliminare. Nulla si sa su eventuali
spostamenti in quanto i giudici hanno disposto che vengano riportati
nelle carceri d’origine.
Invitiamo tutti a tenere alta la bandiera della solidarietà
scrivendo ai compagni (appena ci saranno trasferimenti faremo avere i
nuovi indirizzi), raccogliendo fondi per le spese processuali e per
garantire una dignitosa vita all’interno del carcere.
Invitiamo inoltre tutti a iniziare fin da subito a preparare la
mobilitazione per il processo che ha mostrato chiaramente, anche nel
corso dell’udienza preliminare, il suo carattere politico nonostante il
tentativo della pm Bocassini di censurare questa parola dal
dibattimento.
Milano 22/12/2007
conto corrente postale
80152077
intestato a:
Associazione Solidarietà Parenti e Amici
Bonifici bancari nazionali:
bban-i-07601-12100-000080152077
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12 dicembre 1969 12 dicembre 2007
DALLA STRAGE DI STATO ALLO STATO DELLE STRAGI
2700 militari italiani stanno combattendo contro il popolo afghano la
loro “guerra umanitaria” assieme agli altri eserciti imperialisti.
E' uno dei fronti della guerra infinita condotta dagli imperialisti,
USA in testa, contro i popoli del continente (Asia, Africa, America
Latina); prima fase della terza guerra mondiale che ha come obiettivo
la nuova spartizione del mondo tra le diverse potenze imperialiste
come già accaduto per la prima e seconda guerra mondiale.
Gli italiani con i loro elicotteri d'attacco “mangusta A19” da
settembre danno “appoggio tattico ravvicinato” ai reparti
angloamericani” e alle truppe ausiliarie dei mercenari AFGAML. Questo
vuol dire che ad ogni attacco lanciamo sul “nemico”, cioè sui
villaggi dove c'è il sospetto che si annidi la Resistenza,
missili e razzi esplosivi, incendiari e perforanti e sparano nastri di
proiettili di cambio pesante. Un inferno tecnologico made in Italy
contro costruzioni di mattoni e fango.
Squadre speciali antiguerriglia italiane e di consubih (incursori della
marina) e dei ROS (reparto operativo speciale dei carabinieri, da
maggio affiancano i ranger USA in azioni da rastrellamento utilizzando
armi anticarro, artiglieria e mortai e usufruendo dell'”appoggio aereo”
di caccia bombardieri F18.
Questa è la concretizzazione della linea pacifista del governo
Prodi, linea approvata a suon di votazioni parlamentari dalla
cosiddetta sinistra parlamentare (PRC, PDC, VERDI). Votazioni che
hanno approvato, oltre al finanziamento della “missione di pace”, anche
l'invio di sistemi d'arma più distruttivi come gli elicotteri
Mangusta e gli aerei Predator senza pilota. Tutto ciò
accompagnato dalla sottoscrizione di vincoli operativi di urgenza che
hanno posto, a tutti gli effetti, le forze d'elite del contingente
italiano e le loro dotazioni, così rinforzate, sotto il comando
unificato ENDURING FREEDOM, cioè diretta dipendenza dai macellai
USA.
Questo è quello che hanno permesso e approvato i “compagni” che
sostengono il governo “amico”.
Il governo che, oltre che degli imperialisti USA, é amico solo
dei padroni, come hanno ampiamente dimostrato i provvedimenti sulle
pensioni e sul lavoro precario, è lo stesso che ha dato il via
all'attacco controrivoluzionario del 12 febbraio 2007 e, attraverso la
magistratura che gli è più vicina, la procura di Milano,
sta istruendo il relativo processo contro di noi.
Decine di inchieste, centinaia di arresti e indagati in tutta Italia,
mostrano come viene trattato quello che è oramai un vero fronte
interno che è necessario pacificare in funzione della guerra
esterna, della guerra imperialista e del suo inevitabile sviluppo.
Questa è la posta in gioco anche nel nostro processo. “Non
esiste opposizione a questo stato di cose”, “non esiste alternativa
alla guerra”, questo è il messaggio scritto tra le righe dei
mandati di cattura e che trasuda dall'ipocrisia dei pacifinti
governativi che hanno sulla coscienza il sangue che sta versando il
popolo afgano.
L'alternativa è invece la Rivoluzione proletaria ed è
proprio questa alternativa che l'operazione repressiva contro di noi
cerca di criminalizzare con l'intento di isolare un'avanguardia
rivoluzionaria che se ne fa portatrice.
L'udienza preliminare fissata per il 12 dicembre è una
coincidenza straordinaria.
Nel 38 esimo anniversario della strage di stato di piazza Fontana lo
stesso stato che ha assolto sé stesso, oggi processa chi tiene
alta la bandiera della lotta rivoluzionaria contro il capitalismo e
l'imperialismo.
La stessa magistratura che ha archiviato il processo sulla strage,
mandando assolti gli esecutori fascisti e i servizi segreti al soldo
della CIA, organizzatori del massacro di decine di innocenti, oggi
vuole condannare avanguardie operaie e proletarie che cercano la via
rivoluzionaria per emancipare la loro classe dallo sfruttamento e i
popoli dall'oppressione.
Oggi come allora noi ripetiamo:
la strage è di stato
l'unica giustizia è quella proletaria
morte all'imperialismo, libertà ai popoli.
Claudio Latino
Tempo fa, girando per Milano ho notato in un piazzale una via dedicata
a un “addetto alla sicurezza” morto in Iraq tempo a dietro, per mano
della resistenza.
Già è curioso dedicare una via a un personaggio con
un'attività del genere, ma di che attività si tratta in
realtà. Così leggendo qua e là si scopre che a
fianco delle truppe di invasione, prevalentemente americane, agiscono
in Iraq e anche in Afghanistan, truppe mercenarie, quantificabili in
Iraq in alcune migliaia. Si dice fino a ventimila, anch'esse parte
integrata della missione di pace ai fini della democrazia di
esportazione. Questi fulgidi guerrieri hanno licenza di uccidere e non
hanno nemmeno il timore d'incorrere, per particolari nefandezze, in
qualche corte marziale. Pericolo per altro piuttosto remoto anche per i
mercenari in divisa, militarmente inquadrati. É difficile
saperne di più vista la censura imposta su tutto quanto avviene
in Iraq, solo ogni tanti si viene a sapere di caduti da questa schiera
che fanno tranquillamente in Iraq quanto di più esecrabile e
sanzionabile nei paesi d'origine. Come l'Italia che dedica una via, pur
periferica, a uno di questa schiera. Tra le altre cose a questi pare
che vengano appaltati gli interrogatori, per i quali la tortura, come
si sa, è un cardine. Probabilmente il fatto che queste pratiche
abbiano per soggetto “arabi”, solleva da molte questioni etiche, anche
se in sé l'imperialismo non dovrebbe essere razzista,
tant'è vero che ultimamente si è parlato di mercenari
nepalesi, filippini e dello Sri Lanka.
Ora nel corso della mia nuova quanto non richiesta esperienza
carceraria mi sono imbattuto già in molti presunti “militanti
islamici”, non meglio definiti visto il variare di sigle in simbiosi
con i mandati di cattura. Mandati di cattura che riguardano il
famigerato 270 c.p., cioè associazione sovversiva con il comma
3, introdotto nel 2001. In base a questo articolo si può
perseguire chi svolge generiche attività di sostegno alla
Resistenza in paesi terzi, raccogliendo fondi, facendone
propaganda...Niente di deflagrante per la sana democrazia italiana, se
fosse tale...
In realtà si persegue chi semplicemente esprime sostegno alla
resistenza di un paese invaso, tra l'altro in forme anche legittime,
mentre si omette qualsiasi provvedimento a chi uccide, stupra e
tortura, lautamente pagato. Già questo in un paese originato da
una stessa pratica in circostanze storiche molto simili dovrebbe parere
strano.
In questi processi riguardanti militanti islamici si sfruttano al
massimo i termini di carcerazione preventiva, così che
quand'anche un imputato venisse riconosciuto non colpevole, si fa anni
di carcere e poi viene espulso sul parere del ministero dell'interno,
inappellabile. Tutto in genere senza preoccuparsi di avere qualche
straccio di prova.
Anche questo dovrebbe essere strano tanto più che nelle aule
giudiziarie si imputa di “devastazione e saccheggio”manifestanti
antifascisti e antimperialisti, quando si praticano questi in Iraq e
Afghanistan con tanto di bandiera e divisa.
Tutte queste cose strane, tutte insieme fanno la normalità di
decine di persone senza aver fatto nulla di definito, in un paese che
piano piano si trasforma con una forma stato fascista e imperialista.
Opporci a ciò di può e si deve.
Bruno Ghirardi
29 novembre