homepage |
bahar |
turchia |
repressione di
stato |
*7 anni dopo i fatti *
Il 23 gennaio prossimo inizierà di fronte
al tribunale di Bruges il processo di undici presunti membri del
DHKC (Fronte rivoluzionaria di liberazione del popolo)
un’organizzazione della sinistra radicale turca.
Tre di essi erano stati fermati il 26 settembre
1999 nei pressi di un appartamento vicino a Knokke sulla costa belga.
Nel loro appartamento la polizia ha sequestrato materiale informatico,
archivi e munizioni, cosa chelascia pensare
che si trattasse di un nascondiglio utilizzato dai
membridell’organizzazione DHKC.
A prima vista, il ritrovamento poteva sembrare
inquietante. Tuttavia,l’inchiesta ha dimostrato rapidamente che gli
imputati ed il movimento alquale appartengono non hanno mai condotto
azioni
violente in Belgio, nonvolevano turbare l’ordine pubblico e non
costituivano dunque
nessunaminaccia per la popolazione.
Difatti, il movimento politico al quale gli
imputati
aderiscono, il DHKC, hasempre dichiarato di non praticare la lotta
armata fuori
dalla Turchia. Innumerosi comunicati, il movimento ha dichiarato che la
natura
delle sueattività in Europa è, e sarà sempre, di
natura democratica e legale (1).
*Oppositori politici in pericolo *
Tra gli inquilini dell’appartamento c’era
Fehriye Erdal,
una giovane attivista di sinistra che aveva dovuto lasciare
clandestinamente laTurchia sotto
falsa identità per sfuggire agli squadroni della morteche erano
sullesue
tracce. Fehriye Erdal era stata accusata ingiustamente dalla
poliziaturca di
essere complice di un attentato a uno dei magnati dellasuperpotente
dinastia
finanziaria Sabanci, col solo pretesto che lavoravanel palazzo della
holding
dove aveva avuto luogo l’attacco.
Tuttavia le autorità non l’hanno incriminata
esplicitamente per complicità nell’omicidio ma per “tentativo di
rovesciare l’ordine
costituzionale” in virtù dell’articolo 146/1
del Codice penale turco, e questo a causa
delle sueopinioni politiche.
Nell’onda di isteria vendicativa che si è
scatenata dopo l’attentato,
lastampa ufficiale turca ha rivelato il reclutamento di 50 mercenari da
partedella
famiglia dell’industriale Sabanci per braccare Fehriye Erdal (2).
Un altro imputato del processo di Bruges, Dursun
Karatas, figura
storica del movimento rivoluzionario turco e segretario-generale
del
partito rivoluzionario di liberazione del popolo, il DHKP, ha vissuto
per 9 anni nelle prigioni della giunta militare, fino al giorno in cui
è evaso. Da allora è costretto a vivere in
clandestinità. Anche lui è braccato dagli squadroni della
morte. Mehmet Agar, un parlamentare corrotto che deve la sua ascensione
politica ai molteplici massacri di oppositori che ha pianificato quando
era il capo della polizia speciale, aveva mandato in Europa nel
1996,all’epoca in
cui faceva il ministro dell’interno, un esercito di mafiosi diestrema
destra
per assassinare Dursun Karatas. Secondo le stesse rivelazionidi un
ex-capo dei
servizi segreti turchi, un certo Mehmet Eymür, questimercenari
erano stati
pagati per questa missione dal ministro dell’internoAgar in persona,
non in
contanti ma con 80 kg di eroina!
E’ evidente che la complessità della
questione e il
carattere criminale delquerelante, cioè lo stato turco, la
giustizia belga non
è in condizione diesprimersi su un conflitto che riguarda
esclusivamente la
Turchia. Ed ancorameno di fare la cinghia di trasmissione del regime
dei torturatori
diAnkara.
Se ci si limita ai fatti concernenti il Belgio, si
constata che, malgrado le accuse della polizia, questo movimento
sviluppa un’attività politica perfettamente
legale.
Così due degli undici incolpati, tra cui
un belga, sono
considerati iportavoce dell’ufficio stampa del DHKC di Bruxelles, in
pieno
centro delquartiere europeo, e sono imputati in virtù della
nuova legge belga detta“antiterrorista”
per avere espresso niente di più delle loro idee sul
regimeterroristico di
Ankara.
Questo ufficio stampa ha una vetrina su strada.
Si trova
in una residenzapiuttosto accogliente, dove si beve del tè, si
discute di
attualità e doveci si può procurare notizie sulle lotte
sociali in Turchia.
Lo stesso ministro
della giustizia Laurette Onkelinx ha dichiarato duranteuna seduta della
Camera:
“L’ufficio stampa del DHKC organizza riunioni emanifestazioni pacifiche
e si
dedica ad attività previste dalla Costituzionebelga, e
più esattamemente quelle
legate alla libertà di espressione e diriunioni” (3).
*Misure di sicurezza assurde *
Malgrado il carattere pacifico di questo
movimento in
Belgio fin dalla primaudienza che doveva decidere se continuare il
processo in
assise (comeprevede la legge nel caso di un affare politico) o in un
tribunale
comune,il pubblico ministero è arrivato al tribunale di Bruges a
bordo di unveicolo
blindato mentre intorno al palazzo di giustizia erano state
dispostetruppe
scelte armata fino ai denti.
Le misure di sicurezza sono arrivate al punto
che il
pubblico ministero si èfatto proteggere nella sala delle udienze
dal servizio
di protezione dellaSicurezza di Stato ed anche da un cane poliziotto.
Gli avvocati sono stati costretti a levarsi
cintura e
scarpe prima diattraversare un metal detector, una violazione flagrante
dei
diritti delladifesa ed un’umiliazione che hanno denunciato vivamente.
Durante la seconda udienza, nonostante che anche
il
giudice Troch abbiaordinato alle forze dell’ordine di smetterla con le
umiliazioni agliavvocati, la polizia ha continuato la sua messa in
scena ed i
controlliindegni con un’arroganza nei confronti del presidente del tribunale chedava un’immagine molto penosa
dello stato di diritto.
*Un faccia-a-faccia tra il DHKP-C e lo stato
fascista turco *
In questa questione lo Stato turco si è
costituito parte civile; uno stato tra i più sanguinarii e
mafiosi del pianeta dove numerosi militari, ministri
e parlamentari gestiscono traffici di droga, un paese che è “la
più grandeprigione
per giornalisti” (4).
È un Stato con un primo ministro circondato
da noti torturatori
(5).
È un Stato che colleziona i crimini contro
l’umanità e la cui ideologia ufficiale è costruita sui
cadaveri di
centinaia di
migliaia di armeni.
È un Stato che ha nel suo albo d’oro due
colpi di stato militare fascisti così come innumerevoli
campagne di
pogrom e persecuzioni contro il popolo curdo, la
comunità greca, siro-caldea, alevista, contro comunisti,
sindacalisti, intellettuali ed attivisti
antifascisti.
Il Fronte rivoluzionario di liberazione del
popolo combatte da 35 anni per la democrazia e la giustizia
sociale in Turchia, anche tramite la lotta armata, ma soprattutto con
la mobilitazione popolare. Ci sono in media ognigiorno in
Turchia una decina di manifestazioni pacifiche organizzate
daisimpatizzanti di questa
organizzazione. E’ molto radicato in parecchiebidonville del paese, il
DHKC
porta avanti una lotta del tutto legittima enecessaria per il diritto
al
lavoro, alla casa, all’educazione, alla salute,ma anche a favore dei
diritti
umani e delle minoranze. Negli ultimi seianni, il DHKC ha fatto parlare
di sé
soprattutto per la sua resistenzapassiva nelle prigioni di tipo F.
Da 6 anni, 121 persone, per la maggior parte
membri del
DHKC, sono deceduteper aver fatto lo sciopero della fame come protesta
contro
le condizionidisumane di detenzione che regnano nelle celle
d’isolamento di
questeprigioni.
*Rifiutiamo questa nuova inquisizione *
A causa questo processo di criminalizzazione
viene
profanata non solo lamemoria di questi 121 martiri, ma anche quella di
chi
sogna un mondomigliore.
Questo processo costituisce un pericoloso precedente
per tutti i
difensori della libertà di espressione e di riunione.
Difatti, ogni
democratico dalle opinioni un po’ incisive rischia oramai di cadere
sotto l’influenza di questa nuova legge che non è niente
altro che l’espressione giuridica del motto bellicista di Bush
quando dichiara che “quelli che non sono con noi sono contro di
noi”
È urgente contrastare l’applicazione di
questa legge
contro i comunistiprima che sia utilizzata abusivamente contro
chiunque. Come i
militanti delDHKP-C giudicati nei tribunali della giunta militare del
12
settembre 1980che dal banco degli imputati chiamavano la popolazione a
resistere, anchenoi proclamiamo alto e forte: “ Non
tacere! Se taci, verrà il tuo turno.”
*Date del processo : tutti i giorni, dal 23 al 27gennaio 2006 alle
9. *
*Luogo : Rechtbank
van Eerste Aanleg,Kazernevest 3, 8000
Bruges *
*Comitato
per la libertà di Fehriye*
*190 rue Stevin, 1000
Bruxelles , *
*Tél : 00 32 280 22
28 *
*Note a pié di pagina *
*1. Comunicato n° 102 del DHKC del 1 novembre
1999 *
*2. Milliyet, 2 febbraio 1996, *
*3. Risposta del 4 settembre 2004 ad una domanda
orale del deputato di destra
Francesco-Xavier de Donnéa,Q5103403. *
*4. dichiarazioni del Presidente del Consiglio della
Stampa Oktay Eksi e pubblicate sul Turkish Daily News, 5 gennaio 2006 *
*5. Tra di loro, Maksut Karal e Hanefi Karal sono
stati citati
nei processi su torture contro le persone sospettate di appartenere al
DHKP-C prima di essere incaricati della protezione del primo ministro
Erdogan, avevano fatto parte delle squadre dedite agli interrogatorii
al dipartimento di lotta anti-terroristica. *