Stamane all’alba è scattato l’ennesimo
blitz contro i CARC
(è il quinto in 7 anni) ordinato dalla Procura di Bologna
(inquisitore di
turno: Paolo Giovagnoli). Sono tutt’ora in corso una decina di
perquisizioni in
alcune città italiane: Milano, Modena, Firenze, Massa, Roma e
Napoli a danno di
altrettanti dirigenti e militanti del nostro partito.
Ci risiamo, la polizia su mandato della Banda
Berlusconi e
con il sostegno dell’opposizione di Centro sinistra (quando si tratta
di
colpire i comunisti e le avanguardie di lotta “sono bipartisan”, hanno
la
stessa linea di azione), cerca di ostacolare per l’ennesima volta il
lavoro dei
comunisti, cerca di ostacolare il lavoro dei CARC e del (nuovo) Partito
comunista italiano nella loro azione per organizzare e dare voce e
prospettiva
alle lotte che i lavoratori, i giovani e le masse popolari conducono
contro questo
stato di miseria e guerra e per la costruzione di un nuovo paese
socialista.
Ancora una volta la polizia, a meno di 2 mesi
dalle
elezioni, cerca di bloccare il lavoro che i CARC stanno conducendo
(raccolta
firme) per la presentazione della Lista Comunista alle elezioni
politiche e
amministrative delle città di Milano, Roma e Napoli,
sequestrando computer e
altro materiale indispensabile per portare avanti la loro azione
politica.
L’ordine di perquisizione parte ancora una volta
da Bologna
dal GIP Paolo
Giovagnoli datato 07-02-2006 secondo l’articolo
del codice
penale 270bis
Associazione sovversiva con finalità di
terrorismo,
“poiché ideavano, promuovevano,
costituivano,
organizzavano, finanziavano, dirigevano un associazione denominata
dapprima
“Commissione Preparatoria del Congresso di fondazione del (nuovo)
Partito
comunista italiano” e poi, dall’Autunno 2004, “Commissione Provvisoria
del
Comitato Centrale del (nuovo) partito comunista italiano”, operanti in
clandestinità in Italia e in Francia con il proposito di
compiere atti di violenza
finalizzati all’eversione dell’ordine democratico italiano anche
mediante il
ricorso alla lotta armata e di entrare in rapporti di collaborazione
“politica”
e “personale” con altre organizzazioni combattenti o clandestine di
matrice comunista
attive, in Italia e all’estero, quali le “Brigate Rosse”, il “PCE®
–GRAPO” e
“Frazione Ottobre del PCE®” per ottenere concreti supporti
logistici e tentando
di accomunare le diverse formazioni ad un unico progetto
rivoluzionario.”
Come si vede il mandato contiene la stessa
“filosofia”
chiaramente persucotoria e inquisitoria che ha caratterizzato le altre
inchieste simili: nel 1999 dalla Procura di Roma e Governo D’Alema
(archiviata
nel dicembre 2001 con un non luogo a procedere), nel 2001 dalla Procura
di
Milano (archiviata nel dicembre 2001 con un non luogo a procedere); nel
2003
dalla Procura di Napoli (della quale non si sa più niente) e
quella del 2003
della Procura di Bologna (della quale non si sa più niente e di
cui quest’ultima
potrebbe essere l’ennesima appendice).
I poliziotti che erano alla ricerca di “corpi di
reato”
come “il ritrovamento di materiale per la fabbricazione di documenti
falsi,
documenti inerenti contatti con altre organizzazione clandestine di
matrice comunista,
o per la pianificazione di azioni di autofinanziamento e propaganda,
armi, esplosivi,
computer e altri supporti logistici”, si sono conluse con un nulla di
fatto.
Questo spiega chiaramente che i “corpi di reato” sono di tipo politico:
arrecare un danno politico ed economico alle organizzazioni e ai
compagni
coinvolti (sequestri di computer, ecc.).
I compagni indagati sono a Milano: Pietro
Vangeli
(segretario nazionale dei CARC e candidato a sindaco per la Lista
comunista
alle elezioni comunali di Milano) e Manuela Maj (membra della Direzione
Nazionale dei CARC e figlia di Giuseppe Maj), altri membri della
Direzione
nazionale dei CARC e candidati nella Lista Comunista: Enrico Levoni
(candidato
in Lombardia), Massimo Gianfrangeschi (candidato alle Provinciali di
Lucca),
Paolo Babini (candidato in Toscana), Marco Proietti (candidato alle
comunali di
Roma), Massimo Amore (candidato alle comunali di Napoli).
Siamo di fronte all’ennesima montatura
giudiziaria,
all’ennesima operazione di confusione e intossicazione dell’opinione
pubblica.
Un’operazione che ancora una volta colpisce l’attività politica
dei comunisti
con l’intento di fermare il loro lavoro e di fare terra bruciata
attorno ad
essi, tanto più dopo l’ultima scelta del partito dei CARC:
partecipare
attivamente alla lotta politica borghese per raccogliere nuove forze e
risorse
nella lotta per la costruzione di una nuova società socialista.
La borghesia
tenta così di bloccare il lavoro della Lista Comunista, primo
passo verso la costruzione
di un blocco elettorale comunista, un bloco veramente autonomo dai due
schieramenti di Centro-destra e Centro-Sinistra che si contendono il
governo
del paese.
La partecipazione dei comunisti alle prossime
elezioni con
le loro parole d’ordine e senza legami con con i partiti corrotti e
asserviti
al sistema borghese è una miccia in grado di bruciare per
davvero la prateria
della “democratica” Repubblica italiana (tanto cara all’inquisitore di
turno) specie
in una situazione in cui la gente è stufa di chi la governa
(senza distinzione
di colore). Le masse popolari non ce la fanno più ad arrivare a
fine mese,
migliaia e migliaia di lavoratori rischiano di perdere il lavoro,
migliaia di
famiglie sono sul lastrico e vivono sotto la soglia di povertà. I giovani e meno giovani delle masse
popolari non hanno più un futuro garantito. Insomma questa
società è gestita
dai peggiori affaristi, fascisti, clericali, mafiosi e anticomunisti
che non
hanno alcun interesse per le reali condizioni di vita delle masse
popolari
italiane e pensano solo al loro tornaconto personale e di gruppo. La
Lista
Comunista è l’unico schieramento che si pone senza se e senza ma
al fianco
delle lotte delle masse popolari e i CARC portano avanti
coraggiosamente questo
progetto e per questo sono ancora una volta perseguitati: questo
è l’unico modo
che la borghesia ha per cercare di ostacolare il loro lavoro,
utilizzando il
solito ritornello della “crociata contro il terrorismo”.
La repressione non fermerà la nostra
lotta, anzi è di
stimolo per migliorare la nostra azione!
Contro la persecuzione dei comunisti e il
tentativo di
estrometterli dalla scena politica, difendiamo praticandoli gli spazi
di
agibilità politica conquistati dai comunisti con la Resistenza
antifascista!
Per ora queste sono le informazioni di cui
disponiamo.
Seguiranno aggiornamenti.
Direzione Nazionale dei CARC