9 Marzo 1985 – 9 Marzo 2006

21° anniversario dell’omicidio

del compagno Pedro

Il 9 Marzo di ventuno anni fa, il compagno Pietro Walter Maria Greco, detto Pedro, veniva ucciso a Trieste dagli sbirri della Digos Guidi, Bensa e Passanisi e dal boia del Sisde Maurizio Nunzio Romano.

Lo stato borghese poneva così barbaramente fine a una limpida e instancabile militanza comunista condotta soprattutto tra i proletari, gli studenti e gli antifascisti di Padova, nelle lotte all’università, sul posto di lavoro, nei quartieri popolari.

Pietro Greco fu uno dei tanti compagni assassinati dallo stato borghese durante un formidabile ciclo di mobilitazioni di massa, partito dalla fine degli anni sessanta e terminato nella seconda metà degli anni ottanta.

Ricordare oggi il suo sacrificio, significa denunciare ancora una volta la natura fascista e sanguinaria dei moderni regimi di controrivoluzione preventiva, diretta a colpire con la violenza giudiziaria e poliziesca, con le continue campagne repressive di “guerra interna” e infine anche con vere e proprie condanne a morte extralegali il movimento comunista e rivoluzionario. Soprattutto nell’attuale contesto della “crociata mondiale contro il terrorismo” promossa dagli imperialisti Usa dopo gli attacchi dell’undici Settembre 2001, il potere dei padroni punta a legittimare non solo nuove operazioni di conquista coloniale a danno dei popoli oppressi, ma anche una criminalizzazione di ogni opposizione politica e sociale all’interno dei paesi capitalisti dominanti. Non a caso, tragicamente, ricordiamo in questo mese anche altri due compagni che, pur all’interno di percorsi di lotta diversi, sono recentemente caduti:  Mario Galesi, militante delle Br-Pcc, colpito a morte durante una sparatoria con gli sgherri di Pisanu il 2 Marzo del 2003 e Davide Cesare, Dax, ammazzato il 16 Marzo 2003 dalle bestie fasciste.

Appare chiaro che ad ogni ripresa del movimento di classe ed antimperialista, lo stato borghese e i suoi servi reagiscono con la ripresa della violenza reazionaria, alla faccia di chi continua a coltivare illusioni sulla presunta democraticità di questo sistema o sulla sua possibile trasformazione senza scontro rivoluzionario.

L’insegnamento che possiamo trarre dal martirio di Pedro e di tutti gli altri compagni uccisi è saper trasformare la rabbia e il dolore in volontà, progetto e rilancio di lotta.  Solo in questa maniera impediremo che gli oppressori vincano due volte: l’una togliendoci le persone più dedite alla causa della liberazione degli sfruttati, l’altra facendo retrocedere noi stessi da tale causa, tradendo coloro che su questo sentiero hanno dato la vita.

Denunciamo, infine, la provocatoria e attiva presenza, ancora oggi, tra le file della Digos triestina di Mario Passanisi, uno dei sicari del 9 Marzo 1985. Questo assassino, oltre che essere in servizio durante tutte le locali manifestazioni pubbliche, ha avuto persino il coraggio di presentarsi, il 28 Febbraio scorso, nella sala dove si teneva un’iniziativa contro la repressione organizzata da vari compagni triestini, facendo finta di essere un interessato. Una volta riconosciuto è stato ovviamente costretto ad allontanarsi. Non può non essere chiaro, dunque, che lo stato (e i suoi uomini) degli omicidi politici, delle stragi terroristiche e dei crimini repressivi è sempre lì…

ONORE A PEDRO E A TUTTI I CADUTI PER IL COMUNISMO!

MORTE AI PADRONI, AL LORO STATO E AI LORO SERVI!

 

Compagni del Gruppo Primo Maggio 1945 – Trieste.

primomaggio1945@yahoo.com