21° anniversario dell’omicidio
del compagno Pedro
Il 9 Marzo di ventuno
anni fa, il compagno Pietro Walter
Maria Greco, detto Pedro, veniva ucciso a Trieste dagli sbirri della
Digos
Guidi, Bensa e Passanisi e dal boia del Sisde Maurizio Nunzio Romano.
Lo stato borghese poneva
così barbaramente fine a una
limpida e instancabile militanza comunista condotta soprattutto tra i
proletari, gli studenti e gli antifascisti di Padova, nelle lotte
all’università, sul posto di lavoro, nei quartieri popolari.
Pietro Greco fu uno dei
tanti compagni assassinati dallo
stato borghese durante un formidabile ciclo di mobilitazioni di massa,
partito
dalla fine degli anni sessanta e terminato nella seconda metà
degli anni
ottanta.
Ricordare oggi il suo
sacrificio, significa denunciare
ancora una volta la natura fascista e sanguinaria dei moderni regimi di
controrivoluzione preventiva, diretta a colpire con la violenza
giudiziaria e
poliziesca, con le continue campagne repressive di “guerra interna” e
infine
anche con vere e proprie condanne a morte extralegali il movimento
comunista e
rivoluzionario. Soprattutto nell’attuale contesto della “crociata
mondiale
contro il terrorismo” promossa dagli imperialisti Usa dopo gli attacchi
dell’undici Settembre 2001, il potere dei padroni punta a legittimare
non solo
nuove operazioni di conquista coloniale a danno dei popoli oppressi, ma
anche
una criminalizzazione di ogni opposizione politica e sociale
all’interno dei
paesi capitalisti dominanti. Non a caso, tragicamente, ricordiamo in
questo
mese anche altri due compagni che, pur all’interno di percorsi di lotta
diversi, sono recentemente caduti:
Mario Galesi, militante delle Br-Pcc, colpito a morte durante
una
sparatoria con gli sgherri di Pisanu il 2 Marzo del 2003 e Davide
Cesare, Dax,
ammazzato il 16 Marzo 2003 dalle bestie fasciste.
Appare chiaro che ad
ogni ripresa del movimento di classe
ed antimperialista, lo stato borghese e i suoi servi reagiscono con la
ripresa
della violenza reazionaria, alla faccia di chi continua a coltivare
illusioni
sulla presunta democraticità di questo sistema o sulla sua
possibile
trasformazione senza scontro rivoluzionario.
L’insegnamento che
possiamo trarre dal martirio di Pedro e
di tutti gli altri compagni uccisi è saper trasformare la rabbia
e il dolore in
volontà, progetto e rilancio di lotta.
Solo in questa maniera impediremo che gli oppressori vincano due
volte:
l’una togliendoci le persone più dedite alla causa della
liberazione degli
sfruttati, l’altra facendo retrocedere noi stessi da tale causa,
tradendo
coloro che su questo sentiero hanno dato la vita.
Denunciamo, infine, la
provocatoria e attiva presenza,
ancora oggi, tra le file della Digos triestina di Mario Passanisi, uno
dei
sicari del 9 Marzo 1985. Questo assassino, oltre che essere in servizio
durante
tutte le locali manifestazioni pubbliche, ha avuto persino il coraggio
di
presentarsi, il 28 Febbraio scorso, nella sala dove si teneva
un’iniziativa
contro la repressione organizzata da vari compagni triestini, facendo
finta di
essere un interessato. Una volta riconosciuto è stato ovviamente
costretto ad
allontanarsi. Non può non essere chiaro, dunque, che lo stato (e
i suoi uomini)
degli omicidi politici, delle stragi terroristiche e dei crimini
repressivi è sempre
lì…
ONORE A PEDRO E A TUTTI
I CADUTI
PER IL COMUNISMO!
MORTE AI PADRONI, AL
LORO STATO E
AI LORO SERVI!
Compagni
del Gruppo Primo Maggio 1945 – Trieste.
primomaggio1945@yahoo.com