COMUNICATO SULLA SENTENZA IN MERITO ALLA CONTESTAZIONE DEL 20 MARZO 2003 DAVANTI ALL’AGENZIA CONSOLARE USA DI TRIESTE

Ieri, 7 novembre 2006, il tribunale di Trieste ha emesso la sentenza per i 13 manifestanti sotto processo per la contestazione del 20 marzo 2003, data d’inizio della guerra d’aggressione degli USA contro l’Iraq, davanti alla locale agenzia consolare degli imperialisti americani. Gli imputati sono stati condannati, in primo grado, a pene variabili da i 6 mesi e 15 giorni a 8 mesi e 15 giorni. Tra gli accusati anche un compagno di “Internazionalismo”, condannato a 7 mesi di reclusione. Tutti potranno beneficiare della sospensione della pena. Le richieste di risarcimento per danni all’immagine dell’Italia, pari a 150.000 euro, presentate, con una faccia tosta che ha dell’inverosimile, da parte della presidenza del consiglio e del ministero degli interni, sono state rimandate ad un apposito e futuro processo civile.
Questa decisione segna un nuovo attacco al movimento per la pace nel nostro paese e s’inserisce in un clima nazionale ed internazionale contrassegnato dall’avanzata della tendenza alla guerra imperialista ma anche della Resistenza dei popoli oppressi.
Il genocidio in corso a Gaza, il processo farsa contro Saddam Hussein e i dirigenti dell’ultimo governo iracheno indipendente, i quotidiani massacri che le truppe di occupazione e i loro regimi fantoccio perpetrano in Afghanistan e Pakistan sono oggi le manifestazioni più concrete della barbarie che gli “esportatori di democrazia” stanno imponendo e diffondendo in tutto il mondo.
In questo quadro, l’imperialismo italiano ha un ruolo da protagonista, con la presenza bellica nei fronti dell’aggressione neocolonialista, con la collaborazione militare con Israele e con l’assenso all’ampliamento delle basi NATO nel nostro paese (vedasi il caso di Vicenza).
A  questo punto è diventata palese, dunque, la doppia faccia dei partiti del centrosinistra: da una parte sventolano la bandiera del pacifismo, dall’altra si fanno promotori dell’espansionismo militare sotto l’ipocrite insegne dell’ ONU (come accaduto in Libano) e riconfermano le politiche guerrafondaie del precedente governo.
La cosa più grave è che la banda di Prodi ha servi fedeli nelle file del cosidetto pacifismo. Lo si è già visto con la trasformazione della marcia Perugia-Assisi in una parata pro-ricolonizazzione del Libano e lo si sta vedendo con il sabotaggio della manifestazione nazionale per la Palestina che si svolgerà il18 novembre a Roma.
Da parte nostra, ribadiamo che la lotta alla guerra imperialista e il sostegno alla Resistenza dei popoli oppressi sono prioritari per costruire un percorso di opposizione reale ai padroni del mondo e ai loro governi. Le politiche di lacrime e sangue che gli esecutivi borghesi impongono alle masse popolari, come il caso della finanziaria Prodi-Padoa Schioppa-Bertinotti, sono il riflesso interno del militarismo imperialista sul piano estero. L’aumento della repressione politica e sociale, che questa sentenza conferma, è l’altra faccia dell’invocato “scontro di civiltà”, in base al quale ogni opposizione al presente ordinamento politico-sociale viene criminalizzata.
Lavoriamo per la costruzione di un nuovo internazionalismo, contro le strategie di morte e di sfruttamento della borghesia imperialista, per un futuro in cui siano le classi lavoratrici e i popoli oppressi a decidere del proprio destino, contro gli esportatori di inciviltà come Bush, Prodi e Olmert.

BASTA PERSECUZIONI CONTRO CHI LOTTA CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA!
LOTTIAMO CONTRO IL GOVERNO GUERRAFONDAIO E ANTIPOPOLARE DI PRODI!
VIVA LA RESISTENZA DEI POPOLI OPPRESSI!

I compagni di “Internazionalismo”
internazionalismots@yahoo.it




L’OPPOSIZIONE ALLA GUERRA IMPERIALISTA SOTTO PROCESSO
Il 7 Novembre si terrà una nuova udienza, presso il tribunale di Trieste, contro i 12 manifestanti, fra cui un compagno di “Internazionalismo”, accusati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e invasione di edificio per aver partecipato alla contestazione sotto l’agenzia consolare statunitense il 20 marzo del 2003, data dell’inizio dell’invasione dell’Iraq.  Contro di essi, per “danni all’immagine”, si sono costituiti parte civile sia la presidenza del consiglio sia il ministero degli interni, chiedendo un risarcimento pari a 150 mila euro.
Si tratta di un chiaro processo politico, sia nelle sue premesse, sia nella maniera in cui si è svolto. Il governo italiano dell’epoca, dunque quello della cricca di Berlusconi, lamentava di aver patito un danno di immagine internazionale per la protesta sotto il consolato Usa di Trieste e il governo Prodi non ha assolutamente ritirato la costituzione di parte civile, confermandosi, anche in questo caso, in perfetta continuità con i suoi predecessori.
Dunque l’aver partecipato e continuato a partecipare a una delle più criminali e feroci invasioni e occupazioni militari della storia non costituisce “un danno all’immagine dell’Italia”, ma lo rappresenta invece la protesta di un manipolo di giovani, aggrediti e manganellati dalla polizia di guardia al consolato yankee.
Le udienze finora sono state del resto blindate dal presidente del collegio giudicante, con il rifiuto di visionare in aula i filmati girati dalle televisioni locali, il rifiuto dell’acquisizione di prove a favore degli imputati, la gestione sommaria del processo (con tanto di battuta, a microfono coperto, tra presidente e altro membro del collegio: “se ci fosse Mussolini…”).
Dopo tre anni di procedimento condotto così, il 7 Novembre si arriverà probabilmente alla sentenza di primo grado che potrebbe comportare pene alte, giacchè la resistenza aggravata in più di dieci persone arriva fino a 15 anni di carcere!
Tre anni nei quali però è stata inesorabilmente scritta un’altra sentenza, quella che ha condannato storicamente la guerra di Bush e di tutti i suoi alleati contro il popolo iracheno, colpevoli di aver esportato terrore, morte e distruzione, colpevoli di condurre giorno per giorno violenze e crimini a chiara finalità di genocidio, colpevoli di aver dato piena dimostrazione di cosa sia la civiltà imperialista: Abu Ghraib, gli squadroni della morte, il fosforo bianco sulle città insorte…
Una sentenza che è stata scritta, soprattutto, col sangue e col sacrificio, dall’eroico popolo iracheno, dagli eroici partigiani che ogni giorno colpiscono l’invasore e i suoi servi, dai combattenti che hanno impantanato le armate dei nemici dell’umanità nelle paludi del Tigri e dell’Eufrate.
A tutti i compagni, i sinceri antimperialisti, a quelli che lottano per la pace, rivolgiamo un appello di essere presenti in aula quel giorno e di partecipare all’ iniziativa di solidarietà presso la Trattoria Sociale di Contovello, per dare forza al movimento contro la guerra e contro le presenza di truppe italiane in Iraq, Afghanistan, e ora, anche in Libano.

BASTA PROCESSI A CHI LOTTA CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA E IL SISTEMA CHE LA GENERA!
RITIRO DI TUTTE LE TRUPPE ITALIANE ALL’ESTERO!
VIVA LA RESISTENZA IRACHENA!

I compagni di ”Internazionalismo”
internazionalismots@yahoo.it