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repressione di stato
Lettera dal carcere di Santa Maria Capua Vetere di Antonella Lai,
prigioniera politica deportata dalla Sardegna, ad un amico.
Antonella Lai é stata arrestata il 31 Marzo 2006 a Nuoro assieme
ad
altri due ragazzi, Paolo , Ivano. A piú di otto mesi dagli
arresti si
trovano tutti e tre ancora in carcere, in stato di detenzione
cautelare,
indagati per associazione di stampo eversivo per il fallito attentato
del 22 marzo contro una sede di Alleanza Nazionale a Nuoro.
Sin dal primo mese sono stati deportati nelle galere del continente
italiano, Antonella Lai a S.M Capua Vetere , Paolo a Palmi e Ivano a
Palermo.
Tutti e tre si sono sempre dichiarati estranei ai fatti contestati e
vanno considerati prigionieri politici, non perche' si siano mai
proclamati tali, ma perché politico é il tipo di accusa e
la motivazione
che spinge gli inquisitori a tenerli in galera.
Si sa infatti che, a causa della loro schedatura politica, erano da
tempo seguiti dalla Digos che aveva posto nell'auto di uno di loro una
cimice. L'accusa nei loro confronti, come al solito, si basa
esclusivamente su intercettazioni telefoniche e ambientali manipolate e
reinterpretate in modo assolutamente tendenzioso ed arbitrario.
Lo schema è sempre lo stesso: accuse pesantissime (secondo il
codice)
sostenute da indizi risibili sulla base delle quali vengono scontati,
preventivamente, mesi ed anni di detenzione. Una carcerazione che
equivale a una forma di rappresaglia, di pressione psicologica, di
tortura nei confronti di quelli che il potere considera semplicemente
come i suoi nemici.
Per scrivere ad Antonella:
Antonella Lai
casa circondariale Santa Maria Capua Vetere
81055 Caserta
Lettera di Antonella:
(...)
Anche se non ti conosco e con molto ritardo ho deciso di rispondere
alla tua lettera.
Il ritardo è dovuto in parte alla censura. Come tu sicuramente
già sai noi detenuti politici (e noi siamo definiti tali da chi
ci perseguita, ci arresta, ci deporta) siamo sottoposti al regime di
E.I.V. (Elevato Indice di Vigilanza) che è l'anticamera del 41
bis.
Alla base di tutto questo accanimento c'è sempre un movente
politico; gli pseudo-indizi sono valutati come tali sulla base di
un'interpretazione politica. Le conversazioni (e purtroppo non è
solo il caso mio ma di tantissimi di altre persone) sono considerate
importanti perchè noi apparteniamo agli "ambienti
anarco-comunisti"
. Fossimo state persone disinteressate alla politica, quelle
stesse conversazioni non avrebbero avuto alcun significato. E lo dicono
apertamente ed esplicitamente loro stessi.
Quindi ad essere criminalizzate sono comunque le nostre idee; e in
tutte le loro azioni persecutorie c'è sempre l'intento di farci
passare la voglia di pensare in una certa maniera e soprattutto di
esprimerla apertamente.
Ti voglio ringraziare per la lettera e soprattutto per la
solidarietà incondizionata; è importante soprattutto per
chi sta in galera, sapere che fuori c'è chi non ti considera un
mostro e fortunatamente si rende conto di quanto frequenti siano questi
teatrini della cosiddetta giustizia.
Ti ringrazio anche per la tua (e dei tuoi amici) intenzione di dare un
contributo.
Mi hanno veramente fatto bene tutte queste iniziative, perchè,
oltre a non farmi sentire sola (che è quello che loro
vogliono...isolarci) sono importanti anche per le nostre famiglie
che insieme a noi pagano le conseguenze della deportazione.
Io fuori mi sono sempre battuta per i detenuti (non solo politici)
perchè credo che la galera (e lo credo oggi più che mai)
sia una delle invenzioni più disumane che qualche mente marcia
ha voluto regalare al mondo. E veramente dentro alle carceri si sta
male, si può perdere facilmente l'amore per se stessi, la
dignità. Ma io resisto perchè come ho detto a loro
"meglio in galera con la mia coscienza che fuori con la loro".
Ricambio il tuo forte abbraccio e spero di potertelo dare di persona
presto, liberi e a testa alta.
p.s.
grazie mille anche per l'albo di Andrea Pazienza, che
a me piace tanto...purtroppo mi è stato requisito.
Lo leggerò quando uscirò.