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LETTERE DI COMPAGNI DAL CARCERE - MARZO E APRILE 2007
CHISONO LE MELE MARCE? Lettera dal carcere di San Vittore -Milano
Ho letto da qualche parte, che tutto nella miabiografia
stride con il mitragliatore nell'orto. Si continuaa parlare di
doppiezza. Da una parte il bravo compagno, ildelegato e dall'altra la
lotta armata. Non è così, non c'èdopp iezza,
divisione, tra l'essere un comunistarivoluzionario e stare con la
propria gente. Organizzarsinel sindacato, senza essere d'accordo con la
linea deivertici. Per organizzarsi tra noi lavoratori, nelle
formeconsentite, ci vuole la tessera sindacale. E, noi lavoratorici
facciamo la tessera! Perché, i lavoratori non hanno ildiritto
per legge di eleggere la propria rappresentanza neiluoghi di lavoro.
Bella la vostra democrazia! Non sarà chevi fa un po' paura
quando i lavoratori si organizzano perconto proprio. Poi, quando alcuni
di questi operai, sirendono conto dei limiti delle lotte economiche
edell'inutilità della lotta parlamentare e si organizzano
inquanto comunisti, allora la vostra paura cresce. Il vostropotere di
controllare e di dominare, imponendo il vostromodello, potrebbe essere
messo in discussione. Le personeche da questo sistema hanno solo da
rimetterci, pagando icosti del vostro benessere con lo sfruttamento,
potrebberovedere che esiste una alternativa, una cura al vostro mondodi
sfru ttamento e barbarie. E allora mettete in moto tuttala vostra
capacità di manipolare le coscienze e confondendole idee. Farci
passare per terroristi, criminali pronti acolpire chiunque, nemici
della gente, per criminalizzare lenostre idee.
Invece diventa un po' più difficilecriminalizzare le nostre
vite. Quelle sono lì, sotto gliocchi di tutti, a dimostrare la
nostra coerenza con le ideeche portiamo avanti. La nostra
internità alla classe socialedi appartenenza. La classe Operaia.
Io ho iniziato alavorare a 14 anni, a 15 ho fatto i libretti, facevo 11
oreal giorno più il sabato. Sono diventato operaiospecializzato.
Lì c'era il rapporto individuale con ilpadrone, per il contratto
si scioperava in 2, io ed unvecchio comunista. Sono andato in FIAT,
lì si lottava,eravamo un problema di ordine pubblico. Disse
così CesareDamiano qualche anno dopo, parlando del
contrattometalmeccanici del 79.
Bisognava fare piazza pulita diquella classe operaia, che sfuggiva al
controllo, che non sivoleva piegare alla politica di sacrifici. E
allora fuori!Prima in 61, poi in 23 mila. Con i capi del P.C.I.
torineseche organizzavano il tutto, insieme alla FIAT.
Schedature,espulsioni e reparti confine. Dopo la cassa sono entrato
inErgom, lì c'era il padrone, o eri con lui o eri contro. Ioero
contro, ma facevo bene il mio lavoro ed eroinattaccabile. Fumate
improvvise di sostanze irritanti chefacevano bruciare gli occhi e
venire gli sforzi di vomito.Tutti fuori! Di corsa! Non c'era un
aspiratore. C'era chiaveva paura e restava dentro a respirare il fumo
con lelacrime agli occhi. Con altri compagni abbiamo costruito
ilsindacato. All'inizio eravamo 6 iscritti, c'era tanta paura.Il
contratto che scadeva e la paura di non essere confermati, i capi che
ci tallonavano, a picchettare la bollatrice neiprimi scioperi. Poi la
vigliaccata del licenziamento el'offerta di denaro, tanto denaro, per
restare fuori. Mihanno tenuto fuori 3 anni e mezzo. Con il sindacato
che nonmi voleva, neppure a fare lavoro volontario e gratui to.
Oggidicono che la stima nei miei confronti era trasversale. Perquanto
riguarda le operaie e gli operai, la stima èreciproca ed
è la sola cosa a cui tengo. Oltre all'affettoper le persone care
e per i miei compagni di lotta. A quellepersone con le quali ho
condiviso speranze e lotte, vogliodire che non c'è doppiezza
nella mia vita e quella dei mieicompagni di lotta. Io ero e sono
così perché ho cercato ecerco di essere un comunista.
Nelle cose di tutti i giorni,nel lavoro e nella lotta. A tutti gli
altri voglio dire:Vigliacchi! Come fate a dire che sono un infiltrato
tra ilavoratori e nel sindacato. Epifani ha detto che siamo dellemele
marce. Lui i tre turni non li ha mai provati, lui èstato messo
lì dal sistema di partiti, che hanno svenduto laclasse Operaia.
Io vengo da una famiglia di operai che hannopagato la tessera e
contribuito a dargli da mangiare,sputando sangue nelle fonderie. Chi
è l'infiltrato nellaclasse Operaia? Chi è la mela marcia
tra me e lui. Gli hosempre detto in facc ia quello che pensavo, nei
congressi. Ilmio sindacato sono i lavoratori! Ho sempre detto
nellediscussioni dei direttivi che quello che contava per noidelegati
era la capacità di costruire spazi di autonomia neiluoghi di
lavoro per stimolare il protagonismo deilavoratori. Ma per quanto bene
fai, resti bloccato dallecompatibilità e dai limiti della lotta
economica all'internodei cancelli della fabbrica. Mentre fuori, lo
strapotere deivertici sindacali, dopo anni di arretramenti e
sconfitteimposte ai lavoratori, diventa strumento di controllo
sullaclasse. Cosa risponde il delegato al compagno di lavoro,incazzato
per il suo stipendio di 950 euro al mese? Cosarispondere alle operaie
con i polsi scassati dai ritmi dilavoro, con alle spalle 37 anni di
fatica, in fabbrica enelle famiglie, quando domandano, ma noi quando
andiamo inpensione? Cosa rispondo a chi ha 2 figli ed un contratto
atermine di 3 mesi. E cosa dire a chi ha lo sfratto e ti fanotare che
per le armi il governo i soldi li trova e perfare le case popolari no.
Gli rispondo che c'è rifondazioneal governo e che la borghesia
di sinistra è meglio di quelladi destra. E quando si guarda
fuori e vedi che la merce checosta meno di tutte sono i lavoratori.
Allora o seid'accordo o sei contro. O accetti le loro regole e
seicomplice. O lavori per costruire l'alternativa.
2 MARZO 2007
VINCENZO SISI
Militante per la costituzione del Partito Comunista Politicomilitare
GINOSTRADA TERRORISTA
Sono uno dei pericolosi terroristi, oggi pervostra fortuna,
rinchiuso in una carcere di “ altasicurezza” a Monza. Il mio nome
è Davide Rotondi.Scrivo per dire che sono francamente stupito di
vedere solooggi il dito puntato su Gino Strada ed i suoi
collaboratori,per avere contatti “particolari” con iTaleban.
Dico questo perché non capisco come possaessere sfuggito alla
solerte dottoressa Boccassini dellaProcura Di Milano l’evidente
collegamento di Emergencyed il suo fondatore con il sottoscritto,
stabilendo con grangioia l’ennesima prova di collegamenti
internazionaliatti a sostenere l’impianto accusatorio.
Sono stato io, infatti, nel lontano 1998 ad invitare(ovviamente in un
incontro clandestino mediante telefonatecriptate e contro-pedinamenti
ineccepibili) gli esponentiveneti di spicco del gruppo Emergency, a
tenere unaconferenza all’interno dell’ospedale civile diAbano Terme di
fronte ad oltre 100 lavoratori della sanità.Oggetto
dell’incontro era fare proseliti e spiegare letecniche ed il tipo di
armi usate dal gruppo (bisturi , aghi,per sutura, etc.) nei luoghi
caldi ove operava.
Undibattito interessante che spiegava, inoltre, l’utilizzo e la
costruzione di sofisticati strumentitecnologici ad alto impatto
distruttivo (quali protesi, artiartificiali, carrozzine etc.) ai
neofiti terroristi ecomplici presenti.
Ancor più strano appare, in questocontesto, che sia sfuggito il
collegamento e l’attività di “propaganda armata”, fattadal
sottoscritto con la complicità di una radio popolare,Radio Gamma
5, in cui una sera ebbe luogo un incontro chevide la partecipazione di
oltre 150 cittadini e la direttaradio che coinvolse migliaia di
ascoltatori sintonizzati,tutti ad ascoltare con attenzione la portavoce
di Emergencyche ci raccontava quali fossero i legami con i
bambini,donne, anziani taliban, afgani, pakistani, anticipando
congrande lungimiranza come sia stata possibile, oggi, laliberazione di
Daniele Mastrogiacomo, mentre i vari agenti007 in cappuccio nero (si
gli stessi che in 20 sono venutiad arr estare il sottoscritto in
mutande ed il mio cane,questo si terrorizzato) brancolano nel buio
degli anfrattiafgani.
Porta pazienza Gino, fino a ieri eri un eroe,sino al momento della
liberazione di Mastrogiacomo e con la“comprensione”, ci dice il furbone
di D’alema, degli americani. Oggi, tu e i tuoi colleghidovete
rispondere dei rapporti e dei contatti che avete coni “Taleban”. Spero
non ti chiudano il “covo” visto che sono anche io uno
deisostenitori-finanziatori, in tutti i casi prova a spiegare aquesti
studiosi della geometria criminale (in che teorema tihanno inserito a
te?) che le tue porte come le mie, sonoaperte al mondo e che non chiedi
la carta di identità a chiti domanda aiuto ed ospitalità.
La tristezza è pensareche con i soldi dei contribuenti sprecati
solo con l’operazione “Tramonto” (oltre 500 agenti,armi, vigili del
fuoco, impiegati, magistrati) e si parla dimilioni di euro, quante
gambe, quante mani, avremmo rimessoin funzione?
QuantMilano
Strette catene ci hanno bruciato i polsi,
catene mai stanche di logorare mani sincere.
Sono mani di proletari con le dita strette ai palmi
per alzare pugni nel cielo.
Poche ore e le catene sono diventate sbarre,
carcere e isolamento, mentre il tuo sguardo
sfumava nel tramonto della loro giustizia.
“Bocche chiuse! Guardate cemento e ingoiate sbarre,bastardi!”
Lo avevano detto e lo hanno fatto.
“Relitti di una storia passata, affogate nellasolitudine, bastardi!”
Lo pensavano e speravano diriuscirci.
“Piegatevi al padrone! Siete soli comecani, bastardi!”
Ma i bastardi hanno alzato ilpugno.
Siamo bastardi perché non vogliamo un padrone,
perché il nostro sangue non si è sporcato con
l’avidità fascista
della società che ci hapartorito.
Noi non siamo i vostri figli.
Siam o i figli di una classe e di una lotta,
la nostra storia rigetta il sangue di un capitalismoassassino.
Se non vi piacciono le nostre origini,rinchiudeteci pure, carogne!
Siete carogne perché avetesfruttato i vostri figli, e li avete
persi.
Sietecarogne perché la storia vi sta uccidendo.
E quando levostre gambe cederanno di fronte al popolo,
noibastardi sorrideremo guardando l’avvenire.
30 marzo 2007
Ale
Cari compagni,
io sono in isolamento, i primi 2 giorni ero in una cella inun reparto
solo per me, li sono riuscito a fare addiritturamezz’ora d’aria in un
cortile poi basta. Adessoinvece sono sempre in cella singola, in un
reparto con 20celle di cui 4 sono occupate, non posso parlare con
glialtri detenuti e loro non possono vedermi (quando, perandare in
doccia passo davanti le loro celle gli chiudono laporta).
...mi hanno portato in ospedale a fare unelettroencefalogramma di
controllo, con una megascorta contanto di mitra e giubbotti
antiproiettile, c’erano levecchiette che scappavano per l’ospedale,
sembravafosse arrivato un serial killer!
...sono sereno, mi sonoabituato all’idea che per un po’ starò
quidentro, mi sono abituato allo stile di vita della galera.Ricevo e
rispondo a moltissime lettere e telegrammi, daqueste e sento che ho
tante pe rsone che mi sostengono e mistanno vicino, è
importante...
...ci hanno imprigionatiperché comunisti. Perché in un
periodo ci crisi generale ilgoverno è in difficoltà, e
non può tollerare chi condanna isuoi piani di guerra
imperialista, chi lotta contro i suoiattacchi alle condizioni di vita
di operai, studenti, massepopolari, chi dà voce a lotte come
quella contro la base diVicenza o per il diritto alla casa. Siamo gente
che gli apretroppe contraddizioni, siamo pericolosi perché le
masse nonci cascano più ai giochetti di sindacati e rifondaroli
ormaisputtanati; perché diciamo che la gente deve alzare la
testae organizzarsi autonomamente per difendere i propri
diritticonquistati col sangue e dure lotte. Siamo pericolosi
perchédopo gli arresti la gente che ci appoggia è
aumentata e glioperai delle nostre fabbriche minacciano di strappare
letessere se, quando tutto sarà finito, il sindacato non
vorràreintegrarci... per questo in questi momenti di
repressionenon dobbiamo abbatter ci ma stringerci ancora più
forte conancora più coraggio e determinazione! Per andare
avanti, pernon dargliela vinta, per noi prigionieri e per voi li
fuori;per i proletari che ogni giorno non sanno come tirà
acampà!
2 aprile 2007
..si sa che fanno leva sulle nostre debolezze, quando si èin
carcere più uno è debole o si mostra indeciso più
ètrapassato da angherie varie, non ti mollano per farticrollare.
Penso che sia anche questo un motivo dei diversitrattamenti tra
arrestati, chi ha l’aria collettiva echi no, chi ha la cella aperta e
chi no, a chi la postaarriva subito e a chi addirittura non arriva
proprio, a chii colloqui li concedono senza problemi e chi invece
trovasempre intoppi. Tutto ciò condito dalle scarse notizie
dalmondo esterno, i pochi rapporti umani, anche solo con altridetenuti,
da qualche battutina esilarante di solertisecondini, contribuisce a
rendere l’isolamento ancorapiù duro. Per fortuna però ci
sono i compagni che non cifanno sentire soli, ogni giorno mi arrivano
letteredall’Italia e non, questo ci dà la forza di
andareavanti...
..IO VIVO DI QUELLE PICCOLE ONDE CHE MI ARRIVANO DAI SASSICHE LANCIATE
VOI FUORI... dalle notizie che mi arrivano vivodi come va il centro, le
iniziative, di come stanno lepersone a cui tengo... tutti i più
piccoli sassolini chelanciano le persone a cui tengo smuovono la
monotonia, lacalma piatta della galera e mi tengono vivo, attivo.
Setutto si fermasse fuori si fermerebbe anche qui dentro esarebbe un
vero peccato.
Max