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documenti e iniziative a favore dei compagni vittime della repressione repressione di stato internazionale

Lettere di compagni dal carcere - maggio 2007

Noi, alcuni arrestati del 12 febbraio 2007, vogliamo portare alcune considerazioni in merito alle circostanze che hanno portato al nostro arresto. Questo comunicato vuole essere, oltre ad una testimonianza dell'esperienza che stiamo vivendo, anche un contributo alla lotta che tutti i/le compagni/e comunisti e anarchici conducono ogni giorno.
L'ondata repressiva che ci ha colpiti con 15 arresti, 80 perquisizioni e una campagna mediatica di criminalizzazione senza precedenti, è caratterizzata da un quadro di crisi politica nazionale e internazionale che l'ha resa necessaria. Il governo Prodi, in continuità con quello precedente, si trova ancora una volta protagonista di uno scenario di guerra internazionale: chi, fino allo scorso anno sventolava le bandiere della pace nei cortei contro la logica guerrafondaia, ora si mette a capo della politica di rifinanziamento delle missioni di occupazione, come quella in Afghanistan. Per non parlare del totale asservimento agli americani, che comporta la costruzione di una nuova base di guerra a Vicenza. Le conseguenze sono immediate: la loro finanziaria succhia a noi lavoratori ben 3257 milioni di euro da investire nelle spese militari, con il conseguente attacco ai nostri diritti e condizioni di vita. Sin da subito le promesse della campagna elettorale di ritiro delle truppe, di modifica della legge Biagi, di chiusura dei CPT etc..., si rivelano una truffa; anzi, la precarietà resta la "conditio sine qua non" per chi affronta oggi il mondo del lavoro, aumentano le tasse, i morti sul lavoro, gli attacchi a pensioni e sanità.
Tutto questo ha portato il governo a vedere il suo destino sempre più in pericolo: l'ala riformista, di quelli che prima si opponevano alla guerra e si ergevano a difesa degli interessi delle masse (vedi sindacati, rifondazione etc...) sono sempre più smascherati. I lavoratori sono sempre più delusi e si rendono conto che in questa società non esistono governi in grado di salvaguardare i loro interessi. Alla luce di questo, in Italia si moltiplicano, sempre più determinate e radicalizzate, le mobilitazioni: dalla FIAT alle lotte per il contratto dei metalmeccanici con blocchi stradali e ferroviari, dai precari di Atesia a Roma, alla lotta di Vicenza contro la base U.S.A.... ATM, TAV, Alitalia, contestazioni a Bertinotti o a sindacalisti vari...
C'è quindi il pericolo che si diffondano "ipotesi rivoluzionarie"; il riformismo ha svelato il suo vero volto e le masse si rendono conto che non rappresenta una via d'uscita dalla politica di attacco alle condizioni di vita, anzi! Partiti di "sinistra" al governo perdono il consenso della base e i sindacati hanno sempre più difficoltà a frenare le proteste dei lavoratori.
Si è reso così indispensabile, da un lato incentivare la mobilitazione reazionaria sempre più legittimata nel suo sporco lavoro che mira a dividere le masse sia sul fronte interno (rompere la solidarietà di classe che lega i proletari italiani con quelli immigrati), sia sul fronte esterno (rompere la solidarietà con i popoli nel mirino delle aggressioni imperialiste). Questo sporco lavoro si concretizza con le aggressioni (vedi il campo nomadi a Opera dato alle fiamme), la caccia all'immigrato, gli assassini di compagni (Dax e Renato) e la propaganda xenofoba, sessista e anticomunista da parte di neofascisti e di campagne mediatiche volte a creare l'equazione immigrato uguale = terrorista. Dall'altro lato dovevano colpire duramente singoli e realtà comuniste che da sempre condannano le ruberie dei padroni: nei posti di lavoro dove contrastano l'attacco ai lavoratori attuato dai singoli padroni o dalle manovre dei governi (pensioni, articolo 18. finanziaria, legge Biagi etc...); nei vari centri sociali o centri di documentazione, realtà che condannano la politica guerrafondaia dettata dalla crisi la repressione, i soprusi subiti dalle masse ad opera delle giunte comunali (politica delle case popolari) o dei vari governi.
Sono stati colpiti compagni che stanno in mezzo alla gente riconosciuti per la fermezza con cui portano avanti i loro ideali. Non è un caso che le realtà attaccate, a cui i compagni facevano riferimento, stessero vivendo un periodo in cui sempre più gente si avvicinava, non vedendo alternative nella politica istituzionale, infatti sempre più studenti, operai, proletari puntano ad autodeterminarsi e organizzarsi autonomamente. Non è un caso neanche l'isolamento in cui siamo tenuti, a testimonianza del timore che possiamo avere un dialogo con gli altri detenuti e nemmeno l'attacco mediatico che punta a fare terra bruciata attorno a noi e alle realtà coinvolte. La conferma della volontà di indebolirci e intimorirci sono le prove del tutto inesistenti per molti di noi e l'uso dei reati associativi.
Siamo Comunisti e questo fa loro paura perchè abbiamo sempre denunciato l'asservimento dei governi italiani alla politica imperialista U.S.A. che li porta a seguire come un cane fedele gli "alleati" in tutte le missioni di "pace" o "anti-terrorismo" nelle varie parti del mondo nella speranza di avere qualche pozzo di petrolio o qualche zona dove poter sfruttare manodopera a basso costo.
Diamo fastidio perché diciamo che per mantenere i contingenti e per le varie spese militari veniamo sempre più tartassati con nuova tasse e attacchi ai nostri diritti. Perché sosteniamo che l'unica via d'uscita per le masse sia organizzarsi autonomamente nella lotta contro questi attacchi, al di fuori da partiti o sindacati istituzionali che puntano ad imbrigliare la mobilitazione per soffocarla.
Chi ancora oggi non ha dimenticato i nobili valori della resistenza non si è certo dimenticato che i partigiani venivano indicati come banditi. Chi ancora oggi ha deciso di non essere indifferente e quindi complice dello sfruttamento, non può accettare di essere additato come terrorista. La nostra è, è sempre stata, una lotta sincera al fianco della gente che rivendica quei diritti calpestati dal capitalismo. Rifiutiamo l'accusa di essere terroristi perché i veri terroristi sono quelli che massacrano i popoli sganciando bombe all'uranio impoverito su donne, uomini e bambini. I veri terroristi sono i complici delle morti sul lavoro, chi affama la gente, sono quelli che riabilitano il fascismo concedendo agibilità alle estreme destre assassine e funzionali al sistema.
Il 12 febbraio i veri terroristi hanno incarcerato, come in altri casi, studenti e lavoratori proletari colpevoli di aver rivendicato il diritto a lottare contro la precarietà, gli stipendi da fame contro i brogli sindacali, contro le guerre imperialiste e il fascismo. Questo attacco non ci stupisce nè ci indebolisce, ci sono tanti nuovi compagni che prenderanno i nostri posti, che crescono anche grazie all'esperienza che stiamo vivendo, che ci rafforzano con la loro solidarietà.
SOLIDARIETA’ A TUTTI I/LE COMPAGNI/E PRIGIONIERI/E
LA NOSTRA LOTTA NON SI FERMA!

ALCUNI ARRESTATI DEL 12 FEBBRAIO

 *Stralci di lettere dal carcere di Bollate - Milano *

Cari compagni,
 io sono in isolamento, i primi 2 giorni ero in una cella in un reparto
solo per me, li sono riuscito a fare addirittura mezz'ora d'aria in un
cortile poi basta. Adesso invece sono sempre in cella singola, in un 
reparto con 20 celle di cui 4 sono occupate, non posso parlare con gli
 altri detenuti e loro non possono vedermi (quando, per andare in doccia
 passo davanti le loro celle gli chiudono la porta).
...mi hanno portato in ospedale a fare un elettroencefalogramma di
 controllo, con una megascorta con tanto di mitra e giubbotti
 antiproiettile, c'erano le vecchiette che scappavano per l'ospedale,
 sembrava fosse arrivato un serial killer!
 ...sono sereno, mi sono abituato all'idea che per un po' starò qui dentro,
 mi sono abituato allo stile di vita della galera. Ricevo e rispondo a
 moltissime lettere e telegrammi, da queste e sento che ho tante persone
 che mi sostengono e mi stanno vicino, è importante...
 ...ci hanno imprigionati perché comunisti. Perché in un periodo ci crisi
 generale il governo è in difficoltà, e non può tollerare chi condanna i
 suoi piani di guerra imperialista, chi lotta contro i suoi attacchi alle
 condizioni di vita di operai, studenti, masse popolari, chi dà voce a
 lotte come quella contro la base di Vicenza o per il diritto alla casa.
 Siamo gente che gli apre troppe contraddizioni, siamo pericolosi perché le
 masse non ci cascano più ai giochetti di sindacati e rifondaroli ormai
 sputtanati; perché diciamo che la gente deve alzare la testa e
 organizzarsi autonomamente per difendere i propri diritti conquistati col
 sangue e dure lotte. Siamo pericolosi perché dopo gli arresti la gente che
 ci appoggia è aumentata e gli operai delle nostre fabbriche minacciano di
 strappare le tessere se, quando tutto sarà finito, il sindacato non vorrà
 reintegrarci... per questo in questi momenti di repressione non dobbiamo
 abbatterci ma stringerci ancora più forte con ancora più coraggio e
 determinazione! Per andare avanti, per non dargliela vinta, per noi
 prigionieri e per voi li fuori; per i proletari che ogni giorno non sanno
 come tirà a campà!
 
 2 aprile 2007
  ...si sa che fanno leva sulle nostre debolezze, quando si è in carcere più
 uno è debole o si mostra indeciso più è trapassato da angherie varie, non
 ti mollano per farti crollare. Penso che sia anche questo un motivo dei
 diversi trattamenti tra arrestati, chi ha l'aria collettiva e chi no, chi
 ha la cella aperta e chi no, a chi la posta arriva subito e a chi
addirittura non arriva proprio, a chi i colloqui li concedono senza
problemi e chi invece trova sempre intoppi. Tutto ciò condito dalle scarse
notizie dal mondo esterno, i pochi rapporti umani, anche solo con altri
detenuti, da qualche battutina esilarante di solerti secondini,
contribuisce a rendere l'isolamento ancora più duro. Per fortuna però ci
sono i compagni che non ci fanno sentire soli, ogni giorno mi arrivano
lettere dall'Italia e non, questo ci dà la forza di andare avanti...
...IO VIVO DI QUELLE PICCOLE ONDE CHE MI ARRIVANO DAI SASSI CHE LANCIATE
VOI FUORI... dalle notizie che mi arrivano vivo di come va il centro, le
 iniziative, di come stanno le persone a cui tengo... tutti i più piccoli
sassolini che lanciano le persone a cui tengo smuovono la monotonia, la
calma piatta della galera e mi tengono vivo, attivo. Se tutto si fermasse
 fuori si fermerebbe anche qui dentro e sarebbe un vero peccato.
Max

6 – 5 – ‘07

Ciao tosi, come state? Io bene, le cose qui stanno migliorando abbastanza. Sono sempre in E.I.V. e il controllo è sempre molto attento, soprattutto sulla posta. Questa settimana mi hanno bloccato due lettere in entrata: una della Moki e una che non aveva né firma né mittente; non so chi è quel gatto che si mette a mandarmi lettere anonime…mah?! Comunque dopo aver parlato con l’avvocato ho scritto a voi, a Fiorina e ad altri la proposta che mi aveva fatto del parlamentare. Si vede che gli ispettori che leggono la posta si sono cagati un po’ in mano; fatto sta che di lì a pochi giorni mi hanno sbloccato la socialità e concesso le ore d’aria collettive. Adesso ho 4 ore d’aria al giorno (che non faccio mai tutte perché dopo un po’ che cammini ti rompi anche i coglioni) che trascorro con uno o due altri detenuti e due ore di socialità (dalle 17 alle 19). In queste ore siamo in 4 (i detenuti in E.I.V.) che camminiamo per il corridoio, se vogliamo possiamo giocare a ping-pong (li inculo tutti) e parlare del più e del meno. In sezione c’è anche un altro detenuto ma ha l’isolamento e quindi non può stare con noi. Tranne uno, gli altri detenuti sono tutti ergastolani e tra loro parlano solo di carcere riempiendo l’atmosfera di allegria e speranza. Ogni volta che li sento parlare mi metto le mani sui coglioni a pensare di fare la loro stessa fine ma contemporaneamente, vedendo come se la passano mi sento fortunato sapendo comunque che per me questa esperienza prima o poi finirà e potrò tornare in cassa al cpo e in piazza a bermi 1 o 2 sprizzetti…
In sezione con me c’è anche un compagno che è chiuso da 33 anni. All’inizio si è preso una condanna da poco più di 10 anni poi, dopo 2-3 evasioni e qualche rivolta dove qualche guardia deve essersi fatta un po’ di male, si è ritrovato con qualcosa come 7 ergastoli. Insomma, un “ragazzo un po’ vivace” come direbbero le varie maestrine che avete da quelle parti. Quando siamo insieme lui mi racconta delle varie esperienze di lotta nelle carceri degli anni che furono e io lo aggiorno sulle ultime dinamiche del movimento. Insomma, ce la passiamo.
Da quando vi ho spedito il documento (ho saputo che è arrivato) non riesco più a comunicare con gli altri arrestati. Si vede che, siccome stavamo pensando di fare un altro comunicato sulle nostre condizioni di detenzione, hanno pensato bene di ostacolare un po’ di più i contatti tra di noi. Io è da un mese che non ricevo risposte da 4 compagni. Solo oggi mi è arrivata una lettera di mio fratello dove dice che anche lui non riceve più lettere (l’unica è stata una di Alfredo con un mese e mezzo di ritardo). Conviene che facciate anche voi da tramite, quando ci scrivete, riportando notizie sugli altri arrestati. Soprattutto perché ho saputo che Ale e Chicco hanno passato dei brutti periodi e, a saperlo, non stavo qui ad aspettare le loro risposte ma gli inviavo qualche lettera in più di “conforto” da qualcuno nella stessa situazione loro. E da voi come va? Michelino e gli altri contadini di Cittadella-Piazzola hanno trovato casa?
Il compagno (si chiama Antonio Faro) chiede se potete inviargli qualche opuscolo o dossier; naturalmente l’indirizzo è lo stesso mio.
Vi abbraccio.
Max

26/04/07  OPERA

CARI COMPAGNI/E

Due semplici righe per informarvi che sto benone e che vi penso in continuazione.
E d’altra parte non può essere diversamente con tutta la solidarietà che attraversando le sbarre, riempie questa piccola cella.
A distanza di quasi 3 mesi ancora la solidarietà non si è spenta e continuano ad arrivare lettere ed attestati di sostegno da persone e compagni che non conosco o che ho conosciuto appena.
Ma i miei pensieri vanno con forza e con orgoglio a tutti quelli che ci hanno conosciuto e che ora, instancabili, stanno facendo di tutto per difendere le nostre identità.
E’ grazie a tutti voi se il 25 aprile e il I maggio riescono a rompere le mura della galera e ad abbracciarci ancora in queste grandi giornate di lotta.
Sono un operaio che si è fatto 10 anni di fabbrica prima di essere rinchiuso per aver lottato per il comunismo e in questi 10 anni mi ha sempre fatto ribrezzo vedere come sindacati e partiti della sinistra istituzionale si prodigano ogni anno nel trasformare queste storiche giornate di lotta e di riscossa in misere ( neanche tanto misere poi, visti i soldi che ci spendono) giornate di festa prive di ogni contenuto e all’insegna della mercificazione e dell’ipocrisia. Mentre il nostro paese contribuisce alla grande alle guerre di rapina e milioni di lavoratori, anno dopo anno, vedono peggiorare le loro condizioni di vita e di lavoro.
Vogliono far credere che con questa “fantastica democrazia” siano scomparse le ragioni che hanno portato milioni di lavoratori a lottare per una società più giusta e a combattere in tutto il mondo sotto la parola d’ordine delle 8 ore che ha fatto tremare il capitalismo.
Vogliono far credere che la classe operaia non esiste più e che le lotte dei lavoratori sono legittime solo se si limitano a richiedere le 4 briciole che gentilmente lor signori lasciano cadere dalla loro bella tavola imbandita di profitti, guerre, morti sul lavoro, precarietà e sfruttamento.
Vogliono far credere che il movimento dei lavoratori non sia più in grado di esprimere o proporre idee innovative per il progresso dell’umanità perché si è inesorabilmente spento.

Ma proprio quando  la loro opera di mistificazione assume la sintesi massima del compromesso storico partito da Togliatti e De Gasperi, proseguito con Berlinguer e approdato al Patto Diabolico tra ex democristiani ed ex falsi comunisti nel P.D., di nuovo scoprono da perfetti ipocriti che ancora ci sono operai che lottano per il comunismo, che sono giovani e che godono anche del sostegno e della solidarietà di altri giovani e di altri proletari. Ancora lo spettro del comunismo si aggira per il nostro paese.
E poiché gli spettri non conoscono mura né sbarre anche qui arrivano l’energia e la forza della lotta e delle idee.
Se in più poi ci metto le lettere che arrivano, la solidarietà dei compagni di lavoro, le immagini del 25 aprile alla TV, spogliate logicamente dai commenti dei pennivendoli di turno…
Beh! Cosa di meglio posso pretendere quando il sangue è pieno di energia, la mente di idee e il cuore di forza grazie a tutto quello che c’è là fuori!

FORZA COMPAGNI. W IL 25 APRILE
               W IL I MAGGIO
             W LA LOTTA PER IL COMUNISMO

CON TANTO AFFETTO E A PUGNO CHIUSO   
 
                                        Bortolo

OPERA 16/05/07

CARI COMPAGNI/E

Vi scrivo oggi in un momento di rabbia fortissimo.
Ho da poco appreso l'ultimo delirio di digos, magistratura e stampa forcaiola secondo il quale saremmo una pista per l'assassinio della compagna Josè.
Fra tutti, credo che questo sia il più grave tentativo di denigrazione nei nostri confronti.
Non ho modo di esprimere quanto il sangue mi ribolle e come i nervi si siano tesi.
Ho conosciuto Josè. Una compagna splendida, solare, combattiva e che ha pagato con il licenziamento la sua capacità di ribellarsi. E sempre col sorriso in bocca non si è mai rassegnata ma ha sempre continuato a non darsi per vinta con l'orgoglio e la fierezza che deriva dall'essere proletari che non hanno altri mezzi se non la lotta per difendere la propria dignità.
Come operaio, come proletario, come delegato sindacale e come comunista mi sento molto vicino alla sua vita che è la vita di tanti lavoratori che smettono di subire, che decidono di agire, che diventano volenti o nolenti, avanguardie perchè creano esempi positivi per tutti gli altri lavoratori.
Josè fa parte del mio/nostro stesso campo, siamo dalla stessa parte della barricata.
Nessuno può anche solamente pensare di cercare gli artefici del suo barbaro assassinio tra chi, come lei, ha dato molto nella propria vita nella difesa dei lavoratori e dei proletari.
Chi fa questo e chi gli dà credito sono degli sporchi e vigliacchi spargizizzania.
L'unico pensiero che mi conforta un poco è l'idea che più ci denigrano con questioni assurde più si rende evidente tutta la loro opera menzognera e che se devono ricorrere a simili congetture vuol dire che avvertono pesantemente la loro debolezza e la loro inconsistenza.
Ma è un conforto di ben poco peso di fronte alla rabbia che provo e l'impossibilità di potermi contrapporre alle loro calunnie dovuto alla galera, provoca un senso di frustrazione troppo forte.
Per fortuna c'è chi darà voce a questa rabbia.

Beh! Dopo questo sfogo vi comunico che per il resto è tutto ok e che il morale, nonostante queste nefandezze è sempre bello alto.
Continuano a ondate di 5 - 10 - 15, le lettere che mi arrivano da tutte le parti e che fanno sì che le giornate si riempiano con i piacevoli doveri delle risposte.
I miei compagni di lavoro mi scrivono spesso e dovrò adesso trovare un modo nuovo per contribuire alle lotte che si preparano: pensioni, CCNL, rinnovo contratto interno.
Per tutto il resto, e cioè la solidarietà espressa il 25/4 e il 1/5, le varie iniziative di cui mi sono arrivate notizie, non ho parole. C'è un lavoro veramente enorme lì fuori che, vi garantisco, riempie ogni centimetro cubo di questa miserabile cella. Di fronte al lavoro di tanti compagni, qui mi sento un po' un fancazzista in ferie a fare niente. Solo leggere e scrivere, scrivere e leggere. Beh! Almeno questo si può fare.

Con tanto affetto, buon lavoro e saluti comunisti

A pugno chiuso

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