Da: "paola sanna" <controrepressioneedeportazioni@hotmail.com>
Data invio: venerdì 1 giugno 2007 20.16
URGENTE: preoccupazione per Essid Sami Ben Khemais
Essid Sami Ben Khemais, uno dei tunisini arrestati dall'Italia bellica
con
la scusa del terrorismo islamico e che quattro anni fa aveva chiesto la
nostra solidarietà per non essere mandato a morire in Tunisia,
sarà
scarcerato dopodomani, domenica 3 giugno.
In teoria dovrebbe uscire libero dal carcere di Carinola, dove ha
scontato l’ultimo
periodo di detenzione, sia perché, dopo 6 anni, è in fine
pena ma
soprattutto perchè la corte europea dei diritti dell'uomo di
Strasburgo ha
bloccato l'espulsione che era scritta nella sua condanna.
Purtroppo però, come ci si immaginava, sembrerebbero esserci dei
problemi.
L'avvocato Sandro Clementi che l’ha difeso nel primo processo e che ha
presentato il ricorso alla corte di Strasburgo ottenendone il blocco
(perché
l’ espulsione per lui significherebbe morte sicura) ha, ovviamente e
più
volte, inviato sia ad Essid Sami che alla matricola del carcere di
Carinola
il documento con cui Strasburgo blocca l’espulsione.
Nemmeno una volta questo documento è arrivato nelle mani di
Essid Sami, non
solo, la matricola e il commissario delle guardie del carcere
continuano ad
affermare che a loro non risulta nulla e che loro lo consegneranno alle
forze dell'ordine perché si proceda con l’espulsione.
La corrispondenza con Essid Sami incontra, da vari mesi ormai, grosse
difficoltà.
Nei fatti le sue lettere arrivano irregolarmente anche ai suoi
difensori e
spesso lui non riceve quelle che i suoi difensori gli inviano e in ogni
caso
il carcere blocca la corrispondenza con chiunque altro. Una
comunicazione
così minima ed irregolare fa si che non sia semplice capire sino
in fondo
la situazione reale.
Potrebbe trattarsi semplicemente di un maltrattamento delle guardie per
esasperarlo come potrebbe, invece, trattarsi di una disposizione
“dall’alto”.
Nei fatti il processo che ha visto comparire in aula Essid Sami Ben
Khemais
e i suoi 5 coimputati è stato il cavallo di battaglia di questo
stato, sul
fronte interno, su cui poi si è innalzato il castello che in 5
anni ha
portato all’arresto, solo in Italia, di centinaia di islamici e arabi
con
la scusa di un terrorismo che avrebbe, però, miracolosamente
deciso di
salvare l’Italia da qualunque attacco.
La loro condanna è stata così gradita dall'America che
per essere riuscito
ad infliggergliela il p.m. Dambruoso ha ritirato direttamente dalle
mani di
Bush il premio come miglior magistrato dell’anno.
Che ci sarà di così brillante nel condannare così
tante persone per
terrorismo avendo trovato solo ed esclusivamente alcuni documenti
contraffatti?
Subito dopo sia Essid Sami che alcuni suoi coimputati vengono, sulla
base
degli atti italiani e su pressione degli inquirenti nostrani, condannati
anche in Tunisia da un tribunale militare.
Vengono condannati in contumacia, quindi senza la possibilità di
difendersi e con una sentenza che per alcuni, Sami compreso, non si
capisce
nemmeno se sia a 10 o 20 anni…. sarà militarmente discrezionale?!
La nuova normativa internazionale contro il terrorismo prevede che si
possa
essere condannati sullo stesso reato in ogni stato in cui si giunge o
si è
passati, si può quindi, scontare la stessa pena più e
più di volte.
Non ancora appagati i governanti e i magistrati italiani due anni fa,
poche
settimane prima dello scadere della prima pena e senza mai essere
uscito di
carcere, spiccano un nuovo mandato d’arresto e di nuovo per terrorismo.
Ricordiamo che Essid Sami è stato arrestato nella primavera del
2001 e non
dopo l’11 settembre.
Lui e altri avrebbero, prima del 2001 quindi, picchiato con un bastone
(vera
arma letale?) un agente dei servizi segreti tunisini che, pare, li
pedinasse
da tempo.
Questo, ovviamente sempre senza prove, è stato sufficiente per
una condanna
di reato con finalità di terrorismo e l’espulsione scritta su
sentenza.
Questo processo, però, non ha ancora finito il suo iter
Infatti, anche se Sami ha già scontato la pena, si è
ancora in attesa della
cassazione e questo è un altro dei motivi per cui non può
essere espulso.
Ma ancora:
Essid Sami nei prossimi giorni deve testimoniare ad un processo a
Milano.
È stato chiamato ed accettato, come teste di difesa ammesso
dalla corte, ad
un processo contro 12 islamici tenuto dalla seconda sezione della corte
d’assise
di Milano presieduta dal giudice Nobili e De Santis. Espellendolo ora,
oltre
a mettere seriamente a rischio la sua stessa vita, si impedisce
contemporaneamente ad altre 12 persone di difendersi come dovrebbero.
Ora la corte di Strasburgo ha bloccato la sua espulsione verso un paese
che
condanna attraverso i tribunali militari, e sappiamo tutti molto bene
cosa
significa, un paese che non rispetta i diritti dell’uomo e le cui
torture
dentro le carceri portano alla morte ma evidentemente questo blocco di
Strasburgo ancor oggi “qualcuno” non lo sopporta volentieri.
Chiediamo di tenere alta l’attenzione su questa situazione.
No all’espulsione di Essid Sami Ben Khemais !
No alle espulsioni!
controrepressioneedeportazioni@hotmail.com
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