Milano,
28.9.07
La persecuzione
contro la carovana del (n)PCI continua e si allarga!
Aperto il nono
procedimento contro il Partito dei CARC e il (n)PCI!
Nell’Appello
NO alla persecuzione dei comunisti!
abbiamo denunciato che dal 1981 a oggi sono otto i
procedimenti giudiziari aperti, sovrapposti tra loro, a carico della
carovana del (n)PCI, chiusi tutti per archiviazione, non luogo a
procedere o assoluzione. Per l’ultimo procedimento, l’ottavo, il
giudice Giovagnoli ha chiuso le indagini nel luglio 2006, solo nel
marzo 2007 ha
inviato gli incartamenti agli uffici del GUP (Rita Zaccariello) con la
richiesta di rinvio a giudizio degli indagati. Anche se il codice di
procedura penale prevede il termine di 30 giorni per lo svolgimento
dell’udienza preliminare dal momento della richiesta del rinvio a
giudizio, ancora dopo sei mesi non si sa nulla! Le possibilità
sono due. O il GUP non vuole fra le mani questa inchiesta legalmente
inconsistente e politicamente persecutoria oppure la Procura bolognese
vuole tenere questa spada di Damocle sulla nostra testa! I magistrati
bolognesi vogliono tenersi la possibilità, in qualunque momento
a loro faccia comodo, di istruire un processo contro il Partito dei
CARC e il (n)PCI per associazione sovversiva! Aspettano il processo di
appello che si celebrerà a Parigi il 21 e 22 novembre per
convalidare le condanne, pesanti, esemplari e legalmente
ingiustificabili, che hanno inflitto ai compagni del (n)Pci e ai loro
simpatizzanti nell’aprile 2007 per montare un teorema giudiziario tale
da condannare anche noi in Italia. Non solo. Mentre tiene “in caldo”
l’udienza preliminare per l’8° procedimento, il Pm Giovagnoli, a
nome del gruppo franco-italiano sulle minacce gravi (gruppo che viola
evidentemente la nostra Costituzione in quanto elimina l’indipendenza
del potere giudiziario da quello esecutivo e di cui è parte lo
stesso Giovagnoli assieme a giudici e politici francesi e italiani), ha
aperto un altro procedimento, il nono procedimento, (n. 1430
del 2005) per continuare a indagare, intercettare, pedinare; insomma
per avere la “copertura legale” per continuare a infrangere, come fanno
da anni, il nostro diritto di fare politica, per continuare a tenerci
sotto controllo, e per avere eventualmente la possibilità di
disporre gli arresti cautelari che non sono riusciti a giustificare e
ratificare con l’8° procedimento, per portare avanti
preventivamente la loro opera di repressione delle avanguardie delle
masse popolari.
In
questo modo vorrebbero dare inoltre un colpo al Partito dei CARC in
prossimità delle elezioni 2008, come hanno già tentato di
fare durante le elezioni 2006!
È
più che evidente che la magistratura italiana e francese e in
particolare la Procura
bolognese, presieduta dal procuratore Di Nicola, scavalchino e
utilizzino arbitrariamente le leggi dei tribunali borghesi.
-
In maniera illegale e fraudolenta, la Procura bolognese tiene in
sospeso l’8° procedimento in modo di continuare la sua persecuzione
assieme alla magistratura francese. Appena chiuso il processo d’appello
francese, processo non equo, come più volte denunciato dai
compagni del Comitato d’Aiuto ai Prigionieri (CAP) del (n)PCI,
intendono istruire il processo qui in Italia, rafforzati dalle sentenze
illegali francesi (sulla sentenza francese di primo grado vedi il
comunicato del CAP (n)PCI del 25.9.07).
- La
procura bolognese ha già preparato, in alternativa, la
possibilità di ulteriori sequestri, perquisizioni e arresti
cautelari con l’apertura, nel 2005, del nono procedimento.
Un’alternativa altrettanto illegale e fraudolenta.
È
evidente come tutto ciò sia antidemocratico e illegale.
Denunciamo
la persecuzione giudiziaria e politica ai danni del Partito dei CARC e
del (n)PCI che la
Procura di Bologna, nella persona del giudice
Giovagnoli, sta portando avanti violando la sua stessa legalità
e rinnegando i diritti democratici, diritti di cui i giudici e i
politici borghesi si riempiono quotidianamente la bocca!
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)