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documenti e iniziative a favore dei compagni vittime della repressione repressione di stato internazionale

  Comunicato del 19.11.2007

 

Mimmo Mignano, un altro licenziamento politico!

Trasformare la repressione in un’arma contro la borghesia!

La mattina del 13 novembre gli agenti della DIGOS capitanati dall’ispettore Conte aspettavano, assieme ai dirigenti della FIAT di Pomigliano D’Arco, Domenico Mignano (RSU ex Slai Cobas, già illegalmente estromesso dall’azienda dall’incarico assegnatogli con voto della maggioranza dei lavoratori dello stabilimento, attualmente esponente della Confederazione COBAS e uno dei promotori del gruppo politico Potere Operaio di Pomigliano D’Arco) per consegnargli la lettera di licenziamento. Già a Mignano erano stati inflitti due giorni di sospensione per aver attaccato dei volantini in fabbrica! E’ la pratica, ormai nota, della FIAT: sospensione cautelativa e poi licenziamento!

Non è la prima volta che i dirigenti della FIAT cercano di liberarsi di Mignano: l’anno scorso, infatti, era stato licenziato insieme ad altri 3 operai sindacalisti dello Slai Cobas dopo le contestazioni operaie contro i dirigenti dei sindacati di regime, licenziamenti poi riconosciuti illegittimi dalla magistratura e rientrati.

Il suo non è neanche un caso isolato: pochi giorni fa è toccato ad alcuni operai della FIAT SATA di Melfi, licenziati dopo essere stati perquisiti e indagati assieme ai compagni dello Slai Cobas - per il sindacato di classe.

I licenziamenti politici come quello del compagno Mignano vanno a braccetto con le espulsioni dai sindacati di regime come quella toccata due mesi fa a Ciro Crescentini o negli anni scorsi a vari compagni dei CARC e con le inchieste della magistratura. Il bersaglio è sempre lo stesso: sindacalisti onesti, avanguardie di lotta, comunisti.

Diciamolo chiaro! La “colpa” di Mignano è quella di essere un operaio che oltre a organizzare con determinazione la lotta degli operai contro lo sfruttamento, la rapina e l’arbitrio dei padroni, ha osato indicare la via e la prospettiva per farlo con successo: Potere Operaio, cioè lottare per togliere ai padroni il potere di sfruttare e rapinare gli operai e gli altri lavoratori, di devastare l’ambiente e di seminare guerra e miseria, lottare per costruire una nuova società diretta da e per gli operai e il resto dei lavoratori e delle masse popolari. Altro che “concertare” con i padroni e il loro governo, come fanno i sindacati di regime! Altro che “supplicare” padroni e governo di togliere 50 anziché 100, come propongono i dirigenti dei partiti della sinistra borghese!

Padroni, governo e sindacati di regime ricorrono ai licenziamenti politici, alle espulsioni, alle inchieste e alla repressione perché sono in difficoltà. L’imbroglio, la disinformazione e le false promesse non bastano più, neanche lo spauracchio del “ritorno di Berlusconi” funziona. Non sono riusciti a far passare il furto del TFR né a far ingoiare ai lavoratori il vergognoso Protocollo di Luglio. Ogni giorno scoppiano ribellioni e proteste: contro il precariato, contro i licenziamenti, contro gli inceneritori, contro gli aumenti dei prezzi, contro l’impunità di poliziotti e carabinieri... Per soffocare le giuste e sacrosante proteste delle masse popolari devono allora ricorrere alla caccia al “terrorista” a cominciare dai luoghi di lavoro. L’obiettivo del licenziamento di Mimmo Mignano, come quelli della SATA, è scoraggiare la mobilitazione popolare contro il programma di miseria e guerra dei padroni e dei loro governi e ostacolare l’organizzazione autonoma e indipendente degli operai!

Se non si è iscritti a CGIL-CISL-UIL, se non si accetta passivamente la linea di questi sindacati completamente asserviti a Confindustria, se non ci si adopera a controllare gli altri operai come cani da guardia dei padroni,  se si esprime un’opinione diversa da quella di regime si diventa TERRORISTI: si viene espulsi, licenziati, inquisiti, arrestati.

La democrazia sta talmente stretta ormai ai padroni e ai loro lacché che sono costretti a violare le loro stesse leggi per perseguitare i comunisti e le avanguardie dei lavoratori. Lo Stato spende milioni e milioni di euro per spiare  e controllare le masse popolari….perché le contraddizioni generate dal suo sistema di morte sono diventate ingestibili e la RESISTENZA in Italia come nel resto del mondo si estende, ovunque nascono focolai che possono incendiare l’incolto terreno su cui si regge la borghesia!  

La borghesia come classe è destinata a finire nella spazzatura della storia!

La repressione è il segno della sua debolezza e della fragilità del suo sistema.

È per questo che la repressione non ci può e non ci deve fermare.

La repressione si intensificherà perché la borghesia non vuole lasciare il suo potere, è disposta a tutto pur di mantenerlo, ma resistere ad ogni attacco repressivo significa per i lavoratori e le sue avanguardie comprendere cosa è la democrazia borghese, imparare che gli interessi della borghesia sono contrapposti agli interessi delle masse popolari, imparare a organizzarsi e lottare.

Resistere alla repressione significa allargare e rafforzare la solidarietà ad ogni compagno, ad ogni lavoratore, ad ogni organismo da essa colpito; denunciare tra le masse ogni operazione repressiva, coinvolgere le masse popolari nella lotta contro la repressione, allargare il fronte di lotta ad ogni individuo che vuole difendere gli spazi di agibilità politica conquistati con la Resistenza, ad ogni individuo che vuole difendere gli spazi democratici, ad ogni sincero democratico; individuare e utilizzare ogni contraddizione interna alla borghesia; rafforzare l’organizzazione delle masse in ogni lotta che portano avanti e contribuire a rafforzare l’organizzazione della classe operaia.

 SOLIDARIETA’ A DOMENICO MIGNANO!

LA SOLIDARIETA’ E’ UN’ARMA: USIAMOLA!

IL LICENZIAMENTO POLITICO NON PASSERA’!

COSTRUIAMO UN FRONTE COMUNE CONTRO LA REPRESSIONE!

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC )
Associazione Solidarietà Proletaria (ASP)
 
Sindacato Lavoratori in Lotta – per il sindacato di classe (SLL)


Esprimiamo piena solidarietà al compagno operaio dell'Alfa di
Pomigliano d'Arco, Mimmo Mignano, militante sindacale dei Cobas,
licenziato dai dirigenti della FIAT.
la Fiat è storia nota a tutta la classe, dai licenziamenti politici
dei 61 nell'80, fino agli ultimi licenziamenti, sempre politici, degli
operai di Termoli e della Sata di Melfi.
siamo daccordo con il compagno Mimmo: " quando gli operai parlano
dello sfruttamento dei lavoratori da parte dei padroni, allora i
padroni diventano troppo suscettibili". è proprio così, quando i
lavoratori vanno oltre la propria lotta rivendicativa per la difesa
del posto di lavoro, per il salario e per migliori condizioni in
fabbrica, sfiorando la lotta politica anticapitalistica, allora le
aziende si guardano bene a tenersi le avanguardie della lotta
sindacali nella fabbrica. forse dalla loro posizione di sfruttatori
del lavoro vivo di milioni di operai hanno ragione di espellere chi
mette in evidenza proprio questa realtà.
siamo al fianco di Mimmo in questa ennesima azione repressiva della
FIAT. questo atto di repressione rientra dentro al clima generale che
padroni e i loro rappresentanti politici, le loro polizie e
magistratura stanno conducendo in questi ultimi mesi contro lavoratori
e avanguardie rivoluzionarie, dagli arresti di 14 avanguardie
sindacali e rivoluzionarie del 12 febbraio di quest'anno, passando per
l'inchiesta, con l'art. 270 contro decine di compagni lavoratori dello
Slai cobas a livello nazionale, i licenziamenti alla FIAT di Termoli e
di Melfi, non ultimo lo stesso licenziamento politico di Mimmo.

fermiamoli!!!unifichiamoci contro la repressione dei lavoratori e dei
rivoluzionari per rilanciare l'anticapitalismo e l'antimperialismo,
per riaffermare l'unica possibilità dell'emancipazione del
proletariato: l'ipotesi della trasformazione rivoluzionaria della
società capitalistica.

al fianco di Mimmo per l'immediato reintegro in fabbrica! licenziamo
Montezemolo e Marchionni, e tutti i padroni, definitivamente dalla
società!

la solidarietà è un'arma usiamola

Compagni/e contro la persecuzione dei rivoluzionari