APPELLO PER UN PRESIDIO DI SOLIDARIETA' A MILANO IL 12 DCEMBRE 2007 CON
I COMPAGNI PROCESSATI
Il 12 dicembre sarà il 38° anniversario della strage di
piazza Fontana che segnò l'avvio della strategia stragista in
funzione antioperaia e controrivoluzionaria da parte della borghesia,
per colpire e frantumare la mobilitazione di classe.
Oggi come ieri lo stato è artefice di stragi e repressione, che
attualmente assumono, sul fronte esterno, la forma di aggressioni
militari contro altri popoli, come in Afghanistan, Iraq, Libano e
Palestina e dove si riscontra una forte resistenza di quegli stessi
popoli.
Sul fronte interno, come faccia della stessa medaglia, lo stato sta
portando avanti un sistematico programma di militarizzazione e
repressione delle contraddizioni sociali, attraverso la promulgazione
di leggi liberticide e politiche securitarie: la limitazione
dell'agibilità politica e sindacale fuori dalle
compatibilità prestabilite.
Nonostante questo massiccio attacco padronale la mobilitazione di massa
continua: esempi evidenti sono rappresentati dalla grande
partecipazione operaia alle mobilitazioni per il rinnovo del contratto
dei metalmeccanici, contro il precariato, contro l'ampliamento della
basi USA in Italia, la NO TAV in Val di Susa, le mobilitazioni dei
lavoratori immigrati contro i pesanti ricatti che subiscono ed il
supersfruttamento e non da ultime le lotte dei detenuti che in questi
giorni attraversano le carceri per l'abolizione dell'ergastolo e le
dure condizioni di prigionia.
In questo quadro di conflitto è sistematico l'attacco repressivo
e preventivo che lo stato sta conducendo contro tutti i tentativi
di riorganizzazione politica, espressione dello scontro di classe
esistente, attraverso l'incarcerazione di comunisti, antimperialisti,
antifascisti ed anarchici; i licenziamenti politici di delegati e
operai combattivi da Melfi a Milano.
Particolare aggressività ha dimostrato l'Operazione Tramonto che
tra Milano, Padova, Torino e Trieste ha portato all'arresto di 17
persone tra militanti comunisti, compagni di movimento, apprezzati
sindacalisti di base, che erano attivi nell'organizzazione delle lotte
nei propri posti di lavoro, sul territorio, nelle università e
contro l'imperialismo, al di fuori degli schemi della
compatibilità politico-istituzionale.
Non casuale è stata la scelta da parte della Magistratura
di fissare l'udienza preliminare proprio in occasione dell'anniversario
dell'attentato di piazza Fontana, riproponendo uno scenario in cui
"giudici e parti lese" sono quello stesso stato stragista, i
piduisti, i neofascisti e i padroni assassini, mandanti ed esecutori di
una stagione di stragi antiproletarie.
Si tenta così un'operazione di rovesciamento delle parti e di
cancellazione della memoria storica: per questo è importante
mobilitarci ed esprimere la solidarietà di classe ai compagni
sotto processo, partecipando al presidio che si terrà davanti al
carcere di San Vittore il giorno 12 dicembre a partire dalle ore 9.00.
Tanto più importante sarà la mobilitazione in questa
giornata, considerando che i neofascisti di FN hanno pubblicamente
espresso la volontà di presidiare la piazza in funzione
anticomunista.
La solidarietà è un'arma!
Opponiamoci alla repressione!
L’assemblea tenutasi il 28/11/2007 a Milano Mozione dell'assemblea del 9/11
L'assemblea promossa dall'associazione parenti e amici degli arrestati
il 12/2/2007
tenutasi il 9/11/2007 presso il Csoa Cox 18 a Milano,
A nove mesi dagli arresti e con nuova forza
data dalla affollata partecipazione che mostra la continuità
della solidarietà che si è espressa, fin da subito, nei
confronti dei compagni arrestati, impedendo l'isolamento e lo
sradicamento dal contesto sociale e di classe da cui essi provengono:
Denuncia
1- Le pesanti condizioni di detenzione in regime di Eiv (Elevato indice
di vigilanza) in cui i compagni sono rinchiusi, i continui
trasferimenti, l'isolamento a cui vengono a più riprese
costretti a causa del divieto di incontro disposto dalla Bocassini. Le
assurde angherie a cui sono sottoposti i compagni e la compagna che si
trovano ai domiciliari come la negazione di comunicare via posta cosa
che invece in carcere era permessa (anche nei bracci della morte si
può scrivere ad amici e parenti!).
Questa è una situazione che molti altri prigionieri vivono nelle
moderne galere della democrazia italiana.
2- La negazione sistematica del diritto alla difesa che si manifesta
con il trasferimento continuo dei compagni in carceri diverse tra di
loro ed estremamente lontane dalla sede processuale oltre che dalle
famiglie, il divieto di incontro che impedisce la difesa collettiva, le
enormi spese degli incartamenti (oltre 200.000 pagine), i tempi non
rispettati nel deposito degli atti .
Di fatto la quasi certa impossibilità per gli imputati di venire
a conoscenza di tutta l'inchiesta e di conferire con i propri legali.
3- Il linciaggio mediatico a cui compagni, parenti e amici sono
sottoposti all'insegna del motto "sbatti il mostro in prima pagina"
sull'onda delle informazioni della procura e, invece, il complice
silenzio su notizie che smontano l'impostazione dell'accusa come quella
sulla concessione degli arresti domiciliari a ben sei imputati di
questa inchiesta.
4- L'uso dei reati di "terrorismo" sempre più dispiegato per
colpire e intimorire non solo chiunque si opponga politicamente allo
stato di cose presenti professando idee di cambiamento e asprazione di
comunismo o anarchismo ma anche chi semplicemente lotta per migliori
condizioni di vita come mostrano le ultime inchieste della magistratura
da Cosenza a Perugia, in particolare attaccando le avanguardie dei
lavoratori che non riconoscono la direzione dei sindacati ufficiali.
5- L'attacco continuo e la volontà di criminalizzare e reprimere
la solidarietà come mostra il fatto che questa inchiesta da dopo
il 12 febbraio è diventata un'inchiesta contro la legittima
solidarietà che parenti e amici, compagni e compagne, situazioni
di movimento e di classe hanno manifestato e continuano a manifestare.
6- La natura politica dell'inchiesta e l'uso politico che ne viene
fatto. Infatti, la funzionalità politico-mediatica di questa
inchiesta, che è stata eseguita non casualmente in un momento di
difficoltà governativa legata al rifinanziamento delle missioni
di guerra e alla militarizzazione del territorio come nel caso della
base Usa "Dal Molin a Vicenza e il progetto per i caccia F35 a Novara,
viene oggi ribadita con la convocazione dell'udienza preliminare per il
12 dicembre. Fissare l'udienza nella data simbolo dello stragismo di
stato, se da un lato può sembrare una provocazione, dall'altro
mostra la continuità di quel potere politico che, ieri
stragista, oggi mette sul banco degli imputati i compagni e su quello
degli accusatori (come presunte parti lese) i fascisti di Forza Nuova,
i reazionari di Forza Italia, i padroni come quello della Breda e i
teorici dello sfruttamento dei lavoratori come Ichino. Ci chiediamo chi
ha leso veramente chi?
Tutto questo tentando un'operazione di rovesciamento delle parti e di
cancellazione della memoria storica. Lo stato e gli esecutori materiali
della strage di Piazza Fontana, i fascisti, si troveranno nuovamente a
fare fronte comune contro operai, studenti e comunisti.
Forza Nuova ha già annunciato che chiederà la piazza e
questo nella città antifascista di Milano nella data in cui
è stata drammaticamente ferita. Ciò succede in un clima
di "campagna di sicurezza" che alimenta paura e razzismo.
Questa è una questione che riguarda tutto il movimento di classe
e antifascista.
L'assemblea di conseguenza
lancia un appello per costruire una mobilitazione che faccia fronte a
tutto ciò.
E' un processo contro tutti, Mobilitiamoci tutti!
Costruiamo un incontro per preparare la mobilitazione il 12 dicembre.
Infine l'assemblea saluta tutti i compagni in carcere e agli arresti
domiciliari.
L'incontro-assemblea si terrà mercoledì 28/11 alle ore
21.00 presso la Panetteria in Via Conte Rosso, 20 - Mi