APPELLO PER UN' ASSEMBLEA IL 16 DICEMBRE A MILANO SULLA LOTTA CONTRO
L'ERGASTOLO E IL CARCERE
Il 1° dicembre è iniziato uno sciopero della fame per
l'abolizione dell'ergastolo. Aderiscono, al momento, 737 prigionieri
condannati all'ergastolo (sul totale di 1230 circa) assieme a
più di 8.000 prigionieri non-ergastolani, ai familiari e ai
simpatizzanti. Alcuni porteranno avanti lo sciopero a tempo
indeterminato, fino alla morte se dovesse occorrere, altri a rotazione
settimanale.
A seguito di un'assemblea svoltasi a Napoli il 17 e 18 novembre a
cui hanno preso parte diverse individualità e collettivi, fra i
quali il nostro, le compagne e i compagni presenti hanno deciso di
sostenere la lotta annunciata dai prigionieri. In primo luogo per il
suo carattere auto-organizzato, in quanto nata direttamente all'interno
delle galere; inoltre perché è riuscita a rompere,
già nella sua gestazione, con la logica disgregante perseguita
dal carcere, essendo infatti riuscita a mobilitare anche prigionieri
non condannati all'ergastolo e diversi tra familiari e simpatizzanti.
Una logica, quella della differenziazione, che tenta di annichilire
ogni forma di resistenza e autodeterminazione attraverso l'uso di
molteplici forme di ricatto e intimidazione che cercano di imporre
rapporti individualizzati fra i prigionieri e le istituzioni e di
spezzare ogni solidarietà tra chi è dentro il carcere e
chi è fuori. E' lo stesso dispotismo che permea la
società anche al di fuori delle mura carcerarie e che si
manifesta ad esempio nella condizione di segregazione del proletariato
immigrato e nelle numerose forme contrattuali sempre più
individualizzanti.
Siamo consapevoli del fatto che se questa battaglia non sarà
capace di sviluppare, dentro e fuori, una propria autonomia, al
più potrà essere recuperata dalla politica
istituzionale che ne approfitterà per ripulire la propria
facciata democratica. Esempio ne è la proposta di taluni
ministri e parlamentari di sostituire l'ergastolo con la "certezza" di
un fine pena stimato in 32 anni. Proposta che potrebbe benissimo venire
a ricalcare il modello penale tedesco che ha una base massima di 15
anni, passati i quali la magistratura valuta se il prigioniero sia
stato completamente "ri-educato" altrimenti gli viene prolungata la
carcerazione. Dal "fine pena mai" al "fine pena forse"?
Inoltre la scelta di alcuni prigionieri di proseguire, se necessario,
lo sciopero della fame fino alla morte mette a nudo l'ipocrisia dello
stato. Infatti questo se da una parte si auto-celebra paladino dei
"diritti umani", promuovendo la mistificante moratoria internazionale
contro la pena di morte, dall'altra fomenta campagne di
criminalizzazione contro gli immigrati, conferma la recidiva la quale,
di per sé, non è altro che un ergastolo bianco per
l'aumento di condanne che determina, avalla l'ergastolo o la condanna
che dovrebbe sostituirlo. Inoltre le carceri, al pari dei Centri di
Permanenza Temporanea (dove vengono rinchiuse le persone immigrate
senza permesso di soggiorno) e degli ospedali psichiatrici, sono sempre
di più luoghi di tortura fisica e psicologica dove la tortura
dell'isolamento viene imposta con regimi speciali quali l'articolo
41bis dell'ordinamento penitenziario e l'EIV (Elevato Indice di
Vigilanza). Segregazione che spesso getta prigionieri e pazienti nella
disperazione o addirittura li spinge al suicidio. Nelle carceri
infatti si muore tutti i giorni, sia che si venga uccisi dalla
malasanità, dalla disperazione o dalle guardie, come conferma il
massacro mortale compiuto poche settimane fa dalle guardie del carcere
di Perugia contro il prigioniero Aldo Bianzino.
Ci prefiggiamo sin da subito di contribuire a far uscire dal silenzio
questa lotta, di farla conoscere a lavoratrici e lavoratori, a studenti
tutti e di dar voce ai prigionieri in sciopero della fame, allo scopo
di estenderla e rafforzarla.
La lotta naturalmente non sarà né semplice né
breve, dovrà perciò essere sostenuta da iniziative per la
cui scelta e riuscita il contributo di tutti e in particolare dei
prigionieri e dei loro familiari è essenziale.
Socializziamo i punti di vista sull'avvio di questa lotta al fine di
estenderne la solidarietà e per ampliarne le forme d'espressione.
ASSEMBLEA, DOMENICA 16 DICEMBRE
c/o “LIBRERIA CALUSCA”, via Conchetta 18 – Milano
dalle ore 16