homepage |
antifascismo,memoria,
foibe |
rifiuti della
storia |
documentazione |
FORZA NUOVA - Idee vecchie
di Claudia Cernigoi
NON SOLO HAIDER...
Da quando in Austria è andato al potere il partito di
Jörg Haider i
"benpensanti" d'Italia (e di tutta Europa) hanno iniziato a gridare
al pericolo neonazista, ai "xenofobi", ai "razzisti".
Ma il nazismo ed il fascismo non sono solo xenofobia e razzismo, odio
per gli
immigrati ed i "diversi", è riduttivo per le sinistre limitarsi
a
considerarli esclusivamente come tali. Scriveva Gabriele Ranzato: "non
c'è
vera ed efficace lotta antifascista che non sia insieme lotta per il
socialismo, una lotta, cioè, che del fascismo cancelli la
matrice di
classe". E' questa matrice di classe che purtroppo ultimamente la
sinistra
si è dimenticata di evidenziare nella propria lotta antifascista
ed è proprio
questa "dimenticanza" che rende poco costruttivo l'antifascismo degli
ultimi anni. Così, quando sentiamo i rappresentanti di Forza
Nuova o della
Fiamma Tricolore sostenere di essere loro i veri "antagonisti alla
globalizzazione capitalistica" non possiamo continuare ad accusarli
solo
di "xenofobia", dobbiamo riprendere la "matrice di classe"
che ha fatto del fascismo null'altro che il braccio armato del
capitale,
nell'Italia di Mussolini come nella Germania di Hitler, come nel Cile
di Pinochet.
Se non teniamo presente questo, cadiamo come pere cotte nella trappola
di certi
"antifascisti" del tipo del sindaco di Trieste Riccardo Illy che
metterebbe volentieri fuorilegge sia i movimenti neonazisti che i
partiti
comunisti.
Scrive Michael Schmidt nel suo interessante testo "Neonazisti" [1]:
< il neonazismo non è un problema tedesco. Certo, in Germania
ci sono
"radici" molto profonde ma sarebbe una follia liquidare
sbrigativamente l'avanzata dell'estremismo di destra negli altri paesi
come
fenomeno passeggero. Ormai si è creata una rete di estremisti
che operano su
scala internazionale: non hanno una struttura gerarchica nè si
muovono su un
unico piano. Ogni gruppo, ogni individuo, stabilisce collegamenti con i
paesi
vicini e mantiene il contatto con elementi della destra "estrema" e
"moderata". E per diverse ragioni: per esempio per
"aiutarsi" a fare propaganda o per garantire un rifugio ai terroristi
>.
A Trieste avrebbe dovuto svolgersi, nel novembre scorso, un raduno
dell'internazionale nera promosso da Forza Nuova, che ha, com'è
logico, molti
collegamenti internazionali. Fa capo, come gli stessi suoi dirigenti
affermano,
ad "Euronat", la rete europea di quella destra radicale che si è
ritrovata in Umbria nell'agosto scorso in un convegno organizzato dalla
rivista
Orion edita da Maurizio Murelli. Ad Euronat fa riferimento, oltre al
Partito
Nazionalista Slovacco, il Fronte Ellenico, Democracia Nacional (gli
"eredi" della Falange spagnola), il Movimento Patriottico Popolare
finlandese, il Partito della Grande Romania, il Partito Svedese
Democratico,
Alianca Nacional portoghese, la Deutsche Volksunion ed il Partito
Nazionalista
serbo, anche il più famoso Fronte Nazionale francese di
Jean-Marie Le Pen.
All'annuncio di questo "raduno" subito si sono levate voci di
protesta contro Forza Nuova e contro le simpatie che ha per il leader
del FPÖ
Haider. Ma quasi nessuno ha battuto ciglio negli ultimi anni quando
altre forze
politiche di destra o "centrodestra" (come Alleanza Nazionale e Forza
Italia) hanno tutto sommato portato avanti più o meno gli stessi
contenuti
eversivi di Forza Nuova. A proposito di questo "raduno" dobbiamo
precisare che Forza Nuova ha continuato ad annunciarlo e poi rinviarlo,
prima
per gennaio, poi in occasione del G8 sull'ambiente a Trieste ai primi
di marzo,
annunciandolo quindi, con un paio di giorni d'anticipo, per il 24
febbraio, con
la partecipazione dei leader del partito neonazista tedesco Udo Voigt e
Horst
Mahler. Temi del "convegno" sono il no al "bilinguismo"
(cioè alla recentemente appravata legge di tutela per la
minoranza slovena in
Italia) ed il no alla globalizzazione.
Dopo tanto tira e molla sulla data di questo raduno, viene quasi il
dubbio che
abbiano continuato ad annunciarlo e rinviarlo semplicemente per far
parlare di
sè, consci anche del fatto che ogniqualvolta annunciano una
manifestazione,
subito si alzano le voci dei "benpensanti" di cui sopra, che ne
chiedono il divieto e così, bene o male, riescono a farsi dare
quello spazio
stampa che altrimenti sarebbe loro negato.
In occasione di questo "raduno annunciato" la redazione del periodico
"La Nuova Alabarda" di Trieste ha curato un dossier nel quale viene
ricostruita un po' la storia di Forza Nuova (ma non solo di essa),
vengono
analizzate le sue radici storiche e quanto da loro pubblicato (sia nel
loro
sito Internet che su carta) e le loro attività correnti. Ma
assieme a ciò che
dice Forza Nuova vi è riportato anche ciò che dicono le
altre organizzazioni,
neo o vetero nazifasciste, con particolare riguardo a ciò che
avviene a
Trieste, città peculiare per molti aspetti e che non a torto il
poeta Umberto
Saba definì "la più fascista d'Italia". Ovviamente in
questo
intervento non parleremo tanto della situazione triestina, per lasciare
invece
spazio ad argomenti più generali.
COMINCIAMO CON IL PARLARE DI TERZA POSIZIONE...
In una lettera apparsa sul quotidiano triestino "Il Piccolo"
(25.2.2000) il responsabile provinciale della sezione triestina di
Forza Nuova,
Fabio Bellani, definì "evidente mistificazione" quanto scritto
dallo
stesso quotidiano in occasione della manifestazione di contestazione
della
trasmissione "Circus" di Michele Santoro (presente a Trieste,
ricordiamo, per dibattere del "caso Haider"), ossia l'avere rilevato
la presenza di "Terza posizione". Che "non esiste più da 20
anni", scrive Bellani, il che è anche vero, però se Forza
Nuova non
desidera essere confusa con Terza posizione dovrebbe evitare di
scrivere, come
invece fa in certi suoi bollettini e documenti "Forza Nuova per la
Terza
posizione". Ma cos'era Terza Posizione?
Scrive Gianni Flamini [ 2]<
... Francesco Mangiameli, Roberto Fiore, Gabriele Adinolfi (...)
stavano
fondando una nuova organizzazione e dando alle stampe un giornale. Si
sarebbero
chiamati entrambi "Terza posizione" >. Era il 1979, e Flamini cita
un brano dei loro scritti: < "Terza posizione rimuove le stagnanti
acque della rassegnazione e si manifesta come polo per tutti coloro che
vogliono disegnare con noi il futuro del nostro sistema. Dobbiamo
considerarci
naturali alleati dell'Islam, a cui non può non andare la nostra
stima"
>. Il 14.12.1979, in una sede romana del movimento vengono arrestati
tre
esponenti di Terza posizione, colti nel bel mezzo del trasporto di una
cassa
piena di bombe a mano. Nella perquisizione successiva la DIGOS
troverà divise
da carabiniere e guardia di finanza, documenti rubati e falsi, fucili
ed
esplosivi vari. Su possibili legami tra Terza posizione ed i terroristi
dei NAR
indagò all'epoca il giudice Mario Amato, che fu assassinato da
Gilberto
Cavallini, dei NAR, il 23.6.1980.
Ancora Flamini [ 3]a
proposito di questo omicidio: < Da qualche settimana (si parla
dell'aprile
del 1980, n.d.r.) viene dipanandosi nel carcere di Regina Coeli una
tetra
storia di denunce, ritrattazioni e ricatti che ha come protagonista un
detenuto
marchigiano, Marco Mario Massimi, arrivato alla soglia dei quarant'anni
provvisto di un solido passaporto di avventuriero e falsario, oltre che
di
attivismo neofascista. A metà aprile il detenuto Massimi ha
mandato un
circospetto messaggio al giudice Mario Amato (...) per avvertirlo che
è
disposto a raccontargli qualche storia sepolta nell'archivio delle
imprese
criminali dei NAR (...) Massimi ha parlato di vari misfatti e anche di
un
omicidio (...) di Antonio Leandri (...) ucciso per sbaglio
perché scambiato per
l'avvocato missino Giorgio Arcangeli, odiato come spia dagli affiliati
ai
famosi Nuclei >. Secondo Massimi < ... quel delitto (...) era
stato
deciso durante un incontro al quale erano presenti anche due professori
>.
Che sarebbero stati il criminologo Aldo Semerari (psichiatra forense,
massone,
diplomatico del Sovrano Ordine di Malta e "da sempre agente dei servizi
d'informazione militare") e Paolo Signorelli (detto il
"professore", era "noto anche per l'abitudine di arricchire le
sue lezioni di storia e filosofia con discorsi sul fascismo, sul
nazismo, sulla
purezza della razza e sulle prospettive di un nuovo fascismo in
Italia";
fu tra i fondatori di "Lotta popolare" nel 1976 e poi della rivista
"Costruiamo l'azione" nel 1978; arrestato nel `79, divise per un mese
la propria cella con il leader dei NAR Valerio Fioravanti). Dalla
ricostruzione
di Flamini appare che le rivelazioni di Massimi, invece di rimanere
riservate,
si propalarono e < Massimi aveva fatto presto ad accorgersene, se
non altro
per via dell'agitato valzer di avvocati di destra che si era subito
ritrovato
intorno. Tutti interessati a difenderlo >. Tra essi Nicola Madia,
Francesco
Caroleo Grimaldi e Antonio De Nardellis, i quali si sarebbero
ritrovati,
assieme a Semerari e Signorelli, la sera del 13 aprile 1980,
perché c'era
"un grave stato di pericolo" per il professor Semerari, almeno stando
a quanto risulterebbe dalle intercettazioni delle telefonate fatte da
Madia. In
seguito, a richiesta degli inquirenti sul perché di quel raduno,
dopo negazioni
e tergiversamenti, <qualcuno dei convocati ammetterà che la
riunione (...)
serviva soltanto per studiare eventuali misure perfettamente legali
contro il
giudice Amato, per esempio presentando una querela contro di lui>.
Querela
che non verrà mai presentata, ma nel frattempo Massimi aveva
ritrattato le sue
dichiarazioni ed aveva anche denunciato il giudice Amato per abuso di
potere.
Quaranta giorni dopo il giudice Amato cadrà ucciso nell'agguato
tesogli dai
NAR. Semerari invece verrà ritrovato cadavere a Napoli il 1deg.
aprile 1982 ed
il suo omicidio verrà attribuito alla camorra.
Torniamo a Terza Posizione. Dopo le perquisizioni del `79 Fiore e
Adinolfi
lasciano l'organizzazione in mano a Giorgio Vale, ed in questo modo
<
avviene il salto di qualità: l'attività deliquenziale non
è più sporadica (...)
Vale (...) perfettamente a suo agio nel ruolo di capo legionario
organizza
campi paramilitari dove allena gli altri terroristi...> [4].
Gli
"ideologi" Fiore e Adinolfi invece fuggono nel settembre del 1980
<secondo le accuse di Valerio Fioravanti, all'estero, con la
"cassa" del movimento....>. Dopo quasi vent'anni di
"esilio" a Londra Fiore ricomincerà a costruire un altro gruppo
di estrema
destra, Forza Nuova appunto, che si avvarrà di contatti con
molti altri
movimenti simili che stanno nascendo un po' qua e un po' là in
Europa. Altra
sorte avrà Mangiameli, che sarà ritrovato cadavere a Roma
l'11.9.1980, ucciso
dai fratelli Valerio e Cristiano Fioravanti e Giorgio Vale dei NAR,
perché
avrebbe tenuto per sè il denaro che questi gli avevano affidato
con l'incarico
di organizzare l'evasione del terrorista Concutelli. Ancora Cingolani:
<nel
corso degli anni, delle ricostruzioni, delle confessioni di alcuni
pentiti,
l'omicido di Francesco Mangiameli assume tuttavia altri significati;
secondo
alcuni testi e secondo i giudici di Bologna (...) il vero movente
dell'omicidio
(...) andrebbe ricercato nel fatto che Mangiameli era venuto a
conoscenza di
particolare inconfessabili e di oscuri rapporti tra Valerio Fioravanti
e la P2;
del connubio cioè che secondo la sentenza di primo grado dei
giudici di Bologna
è responsabile dell'ideazione e dell'esecuzione della strage del
2 agosto (...)
Valerio Fioravanti aveva conosciuto Mangiameli (...) agli inizi del
1980 ed era
stato proprio Roberto Fiore a presentarglielo. In quel periodo vi era
una sorta
di "corteggiamento" di Terza Posizione nei confronti del capo
militare dei NAR e del suo gruppo...>. Ed ecco uno stralcio del
volantino
scritto da Francesca Mambro per la rivendicazione dell'omicidio di
Mangiameli:
<... abbiamo giustiziato il demenziale profittatore Francesco
Mangiameli
degno compare di quel Roberto Fiore e di quel Gabriele Adinolfi,
rappresentanti
della vigliaccheria cronica.. .>.
< A proposito di Fiore e Adinolfi affermerà Valerio
Fioravanti: "I capi
di Terza posizione erano abili perché non dicevano ai giovani
militanti occorre
fare questa o quella rapina, ma nel corso di una riunione esponevano
l'esigenza
di avere del denaro per delle iniziative e facevano in modo che i
ragazzi
volontariamente proponessero un piano di rapina. In questo modo, molti
ragazzi
erano stati mandati allo sbaraglio e poi arrestati" >.
DAL LIBANO A LONDRA E DI NUOVO IN ITALIA.
Scrive Silvio Maranzana [5]:
< Due terroristi dei NAR stanno orchestrando da Londra lo sbarco in
Italia
di un nuovo movimento fascista >. L'articolo ricostruisce
l'attività di
Fiore e del suo camerata, il cantautore Massimo Morsello (conosciuto
nell'ambiente come il "De Gregori di destra"), latitanti nella
compiacente Londra, dove sono diventati "imprenditori di successo",
titolari della "Meeting point", un'azienda che organizza concerti e
turismo scolastico, soggiorni e prevendite di biglietti per partite.
Così pure,
scrive Maranzana, secondo la polizia inglese i Nostri avrebbero
organizzato
attraverso la società "Trust of St. Michael the Archangel" delle
vendite
di beneficienza per raccogliere fondi "destinati a fondare in Spagna un
villaggio fascista". Un progetto per un villaggio spagnolo "dove i
nazionalisti di tutta Europa possano vivere nel nuovo ordine" appare
anche, prosegue Maranzana, nel bollettino interno dell'organizzazione
"neonazista" "Third position international", tanto per
riprendere le solite sigle. All'idea di questo "villaggio" <
Morsello se la ride. "Una città nera? Magari si potesse
costruire, me ne
andrei là di corsa. Purtroppo però sono tutte invenzioni
di un
giornalista" >. Però nel novembre 1999 il quotidiano
"Liberazione" riprenderà un articolo dello spagnolo "El
paìs" nel quale si legge che "il gruppo neonazista britannico
Terza
posizione internazionale (si noti il nome, n.d.r.) si appresta a
ricostruire un
villaggio abbandonato che ha comprato interamente due anni fa (...)
nella
regione di Valencia".
Quanto alla permanenza a Londra dei due condannati per associazione
sovversiva
in Italia, troviamo che il quotidiano "Il Manifesto" del 5.11.1998
riprende un articolo dell'inglese "Guardian", il quale avrebbe
sostenuto "sulla base di nuove informazioni di un'ex agente della CIA
in
Europa" che Fiore e Morsello sarebbero stati "reclutati" in
Libano nei primi anni `80 (si erano lì rifugiati subito dopo
essere scappati
dall'Italia) dal servizio segreto inglese MI6 e che per questo motivo
la Gran
Bretagna non concesse mai la loro estradizione all'Italia. Michael
Schmidt [6]
riferisce
che la rivista inglese "Searchlight" (giugno e luglio 1989) sostenne
più precisamente che il MI6 riteneva < sufficientemente
importante quello
che Fiore sa sui campi di addestramento di Al Fatah in Libano, per
permettergli
di gestire anche tre ditte a Londra >. I dirigenti di Forza Nuova
hanno più
volte sostenuto di avere presentato querele per queste affermazioni, e
di avere
vinto le cause.
Il Libano coi suoi campi paramilitari è un leit-motiv anche per
alcuni
triestini che furono coinvolti nei primi anni `80 nel corso delle
inchieste sui
NAR: i fratelli Livio e Ciro Lai, Gilberto Paris Lippi, Fausto
Biloslavo ed
Antonio Azzano. Questi ultimi tre il 1deg. luglio 1981 < vengono
arrestati
per ordine della magistratura di Bologna per reticenza e falsa
testimonianza in
merito a loro soggiorni nel Libano, in campeggi paramilitari dei
falangisti.
Due giorni dopo viene precisato che l'inchiesta si colloca nel quadro
delle
indagini sulla strage del 2 agosto alla stazione ferroriaria> [7].
Gilberto Paris Lippi, negli anni `70 militante del Fronte della
Gioventù,
diventerà negli anni `90 esponente di spicco di A.N. arrivando a
ricoprire la
carica di vicepresidente della Provincia di Trieste e poi di
consigliere
regionale.
Biloslavo (sulla cui figura ci dilunghiamo un po' perché
è giornalista di fama
nazionale) diventerà poi reporter di guerra per conto
dell'agenzia Albatross
(fondata a Trieste ma con diramazioni internazionali); negli anni `80
andò più
volte in Afghanistan; nel 1987 fu arrestato ed imprigionato per alcuni
mesi
dalle autorità afghane perché sospettato di contatti coi
guerriglieri; ritornò
ancora una volta a Kabul e fu investito da un camion, restando vivo per
miracolo.
Si recò anche diverse volte nella ex Jugoslavia: nel 1993,
durante un reportage
nell'entroterra dalmata, rivelò [8]
<l'esistenza di un'esplosiva missiva di un generale italiano (...)
da poco
in pensione (che) consigliava i serbi su come conquistare Zara... >,
ed
anche che < in Krajina un ex mercenario serbo stava addestrando la
"brigata Garibaldi" composta da uno sparuto gruppo di italiani >.
Questa notizia fu "smentita" sulle pagine del "Piccolo"
dove il giornalista Paolo Rumiz scrisse < di "bombe", complotti e
disinformazione per "tirare l'Italia nella trappola balcanica"
accusando direttamente ed indirettamente il sottoscritto,
l'Indipendente, altri
giornalisti oltre a politici vari, dall'ex senatore Arduino Agnelli
all'ex
sindaco di Trieste Giulio Staffieri >. La polemica innescata
sfociò in una
querela da parte di Biloslavo che la ritirò tre anni dopo a
fronte della
pubblicazione sul "Piccolo" del testo dal quale abbiamo tratto i
brani sopra evidenziati. Biloslavo è inoltre uno dei giornalisti
"specializzati" sull'argomento "foibe", ha pubblicato
diversi articoli (sul "Borghese", su "Epoca", "Il
Giornale Nuovo" ed altri) sugli "infoibatori titini" che ancora
si troverebbero in Slovenia e Croazia.
Biloslavo in seguito fece le seguenti dichiarazioni (pubblicate sul
"Piccolo" del 27.11.97) in merito alla comparsa del suo nome tra
quelli degli otto triestini che sarebbero stati frequentatori di un
campo
falangista libanese secondo quanto scritto da Giuseppe De Lutiis [9]:
< E' non solo falso, ma ridicolo e difatti nessun organo inquirente
mi ha
mai chiesto informazioni. Io a Beirut ci sono stato per alcune
settimane tra il
`78 ed il `79, ospite a casa di alcuni amici cristiano-maroniti. (...)
non ho
mai saputo della partecipazione di estremisti di destra triestini a
campi di
addestramento...>. Ma questa affermazione è in netta
contraddizione con quanto
scritto dalla stampa dell'epoca e poi riportato da Tonel: sul
"Piccolo" [10]
infatti leggiamo che <sono stati interrogati ieri nel carcere di San
Giovanni in Monte a Bologna i tre triestini arrestati il 2 luglio
scorso...
>. Quindi non corrisponderebbe al vero che "nessun organo
inquirente" abbia chiesto "informazioni" a Biloslavo. Ricordiamo
anche che l'avvocato dei tre era quel Marcantonio Bezicheri che fu a
suo tempo
difensore di Freda ed ora è esponente nazionale della Fiamma
Tricolore.
Torniamo ai fondatori di Forza Nuova. Massimo Morsello che, secondo
Gianni
Barbacetto [11]
si autodefinisce "fascista, cattolico, latitante e cantautore
politicamente scorretto" è rientrato in Italia nella primavera
del `99
grazie alla legge Simeone perché gravemente ammalato (si
parlò di cancro in
fase terminale). Ma dopo qualche mese Morsello pare avere riacquistato
la
salute, difatti va in giro a fare concerti e comizi ed è
intervenuto pure ad
una manifestazione a Trieste nel maggio 2000.
Nello stesso articolo Barbacetto ricostruisce così la "genesi"
di
Forza Nuova, nata all'inizio come una sorta di movimento d'opinione
all'interno
della Fiamma tricolore, dove coagulava i militanti attorno al proprio
bollettino, il "Foglio di lotta" (che esce tuttora).
Nel 1997 lo stesso Rauti decise di mettere fine a questa fronda
impedendo la
diffusione del "Foglio" e "richiamando i camerati alla
disciplina". Ma a quel punto ci fu la scissione vera e propria e <
Fiore e Morsello, da Londra, indicarono la data - il 29 settembre, San
Michele
Arcangelo, protettore della Guardia di Ferro di Codreanu, il leader del
fascismo
romeno - in cui, gettate alle ortiche le vecchie prudenze rautiane,
sarebbe
finalmente nata una forza nuova >. In contemporanea si formò,
attorno ad un
gruppo di giornalisti di estrema destra (Mario Consoli, Piero Sella,
Sergio
Gozzoli, fondatori del giornale "Uomo Nuovo") un gruppo che, avendo
un rapporto privilegiato con Le Pen, cercava di costruire un "Fronte
nazionale" anche in Italia.
Parte del nucleo dirigente di Forza Nuova è stato coinvolto
nell'inchiesta
sugli Hammerskin italiani, facenti parte di quella rete neonazista
internazionale fondata una decina d'anni fa in Texas e poi diffusasi in
Europa,
presentantesi come "l'elite dell'elite" degli skinheads. Il loro
simbolo sono due martelli in marcia (quelli che appaiono nel film "The
wall" dei Pink Floyd), e si ritengono <nuovi cavalieri di un
medioevo
postmoderno, crociati schierati in difesa dell'Europa bianca >.
Anche Fiore fu coinvolto nell'inchiesta sugli "Hammerskin", accusato
di esserne il finanziatore e fu per questo motivo che dovette rinviare
di un
anno il suo rientro in Italia. Il leader milanese degli Hammerskin,
Duilio
Canu, diventò poi dirigente locale di Forza Nuova.
Altri dirigenti di Forza Nuova sono Alessandro Ambrosini, vicentino,
già del
Fronte della Gioventù e quel Maurizio Boccacci che fu per anni
leader del
"Movimento Politico", associazione dell'estrema destra che alla fine
degli anni `80 costituì [12]<
il punto di riferimento e di organizzazione di centinaia di estremisti
di
destra > a Roma < ... nata nel 1985 sulle ceneri di Terza
Posizione >.
(Ancora una coincidenza, n.d.r.?). < Anche il simbolo è
simile. E la
struttura semiclandestina è composta di giovani disposti a
colpire comunque.
Frequentano le palestre, conoscono il karatè ed il full-contact.
(...) Il
leader si chiama Maurizio Boccacci, 35 anni, che è passato dalle
file di
Avanguardia Nazionale di Stefano Delle Chiaie, al FUAN di via Siena, la
scuola
di Paolo Signorelli (ve lo ricordate? n.d.r.) dove sono cresciuti anche
il
giovane Alibrandi, Francesca Mambro e Giusva Fioravanti. Le sedi (...)
sono
piene di materiale di propaganda neonazista, stendardi e gagliardetti,
magliette con le riproduzioni di Hitler, anfibi con le punte di metallo
e,
naturalmente, le armi per la battaglia contro i negri e gli ebrei>.
L'articolo prosegue con un elenco dei pestaggi compiuti dai naziskin
del
Movimento Politico. Nel 1992 fece scalpore la notizia che una sede del
Movimento Politico fu presa d'assalto da un gruppo di giovani ebrei
stanchi
delle continue aggressioni dei neonazisti.
COSTRUIRE UNA FORZA NUOVA.
Viste queste premesse e vista la presenza assidua che Forza Nuova ha
a
Trieste da due anni in qua (precisiamo subito che quanto a presenza
numerica
alle manifestazioni contano dalle cinque alle trenta persone al
massimo) siamo
andati a cercare notizie su di loro, ed ecco quanto abbiamo tratto dal
materiale da essi stessi fornito (sia su volantini e riviste che sul
sito
Internet www. forzanuova.org, sito che, va detto, è diventato
negli ultimi mesi
molto parco di informazioni ).
Cos'è dunque Forza Nuova?
I loro "punti fermi" (come essi stessi li definiscono nei loro
documenti) sono otto, e precisamente:
1: abrogazione delle leggi abortiste;
2: famiglia e crescita demografica al centro della politica di
rinascita
nazionale;
3: blocco dell'immigrazione e avvio di un umano rimpatrio;
4: messa al bando di massoneria e sette segrete;
5: sradicamento dell'usura e azzeramento del debito pubblico;
6: ripristino del concordato Stato-Chiesa del 1929;
7: abrogazione delle leggi liberticide Mancino e Scelba;
8: formazione di Corporazioni per la difesa dei lavoratori e della
comunità
nazionale.
Sono di conseguenza fascisti, palesemente fascisti, non quelle cose
addomesticate come A.N. di oggi. Sono corporativisti, cattolici
integralisti,
antiabortisti, odiano gli immigrati e i "non europei" (dove tra
questi includono pure, non si capisce a quale titolo, tutti gli ebrei);
sono
contrari al divorzio e favorevoli "alla famiglia"; propugnano uno
stile di vita "legionario", cantano le lodi della Decima Mas di
Borghese come della Falange spagnola di de Rivera, come della legione
romena
Arcangelo Michele di Codreanu.
Così esprimono i loro ideali di lotta nel ndeg. 17 del loro
bollettino: < Oggi,
a dispetto di tutto, esistono ancora parti sane del popolo che
aspettano solo
di incontrare una Guida militante per risvegliarsi, per liberarsi dalle
strutture di menzogna che la opprimono e la avvelenano, per sostituirle
con
gerarchie naturali espresse dal popolo stesso. Ma questa guida
militante potrà
forgiarsi, ergersi su tutto e farsi riconoscere dal popolo solo per
mezzo dello
spirito di Sacrificio. La Storia insegna che senza sudore, lacrime e
sangue non
si arriva alla Vittoria finale >. (Già, ma di chi sarebbero
il sangue, il
sudore e le lacrime? non della Guida, di solito...).
Il punto di forza sul quale si fondano è "la sopravvivenza del
nostro
popolo" (quello italiano, s'intende) minacciata da tre fattori
"pericolosissimi": l'aborto ("ogni anno si uccidono",
dicono "200.000 futuri italiani"), l'immigrazione ed il crollo
demografico. Per risolvere quest'ultimo problema suggeriscono di fare
delle
leggi che svolgano "un ruolo di incentivo alla procreazione" sotto
forma di "aiuti" che vadano a "premiare le famiglie che arrivano
al terzo figlio o vanno oltre". (Pare che Roberto Fiore abbia sette
figli). Contro l'immigrazione che mina "l'identità del popolo
italiano" propongono due soluzioni: innanzitutto bloccare
l'immigrazione e
"qualora vi siano richieste di mano d'opera dal nord si deve attingere
al
meridione italiano o ai paesi di cultura europea o favorire il ritorno
di quei
numerosissimi italiani emigrati e disposti a tornare temporaneamente o
definitivamente nella terra d'origine; poi "l'inizio di un umano
rimpatrio
degli immigrati" che dovrà avvalersi, di "centri di sviluppo
italiani
nei paesi del terzo mondo che grazie alla tecnologia europea
favoriscano il
progresso dei paesi in difficoltà creando al tempo stesso
occasione di lavoro
per gli italiani".
Dunque sono contrari all'immigrazione dei "non europei" in Italia, ma
sono favorevoli al colonialismo che favorisca l'emigrazione degli
italiani nel
mondo. Del resto, se l'Italia accetta il loro discorso di boom
demografico, da
qualche parte gli italiani dovranno pure andare a lavorare, dopo che
l'Italia
sarà satura.
Sono contrari al "bilinguismo" (dove per esso intendono ogni forma di
tutela di qualsivoglia minoranza etnica) e nell'ipernazionalista
Trieste
trovano consenso tra tutti coloro che negano alla comunità
etnica slovena il
diritto di esprimersi nella propria lingua; così pure sono
contrari alla legge
Mancino dato che essa proibisce di dire "s'ciavo" (epiteto
dispregiativo che i razzisti triestini usano per gli sloveni) ed altri
insulti
di marchio razzista e considerano questa legge "un'arma puntata contro
chi
vuole esprimere le proprie opinioni", stando a quanto asserito
più volte
da Fabio Bellani.
Sono contrari alla massoneria ed alle organizzazioni internazionali
come la
Trilateral ed il Bilderberg, quali esponenti del mondialismo
capitalista, ma
che certe frange del terrorismo nero siano state usate in passato da
certa
massoneria (P2) non sembra creare loro problemi di coscienza. O forse
è anche a
cose come queste che si riferiscono quando parlano di "esempi di
machiavellismo negativi" quali "collusioni ambigue in funzioni di
golpe (vero o presunto)" in un articolo sul nuovo ruolo di A.N. (vedasi
il
ndeg. 20 del loro bollettino "Foglio di lotta", che appare anche nel
sito Internet).
Sono populisti, e lo dimostrano con tre delle loro più
importanti attività: la
campagna "compra italiano", la "Befana tricolore" e
l'associazione "Italica" che organizza campeggi estivi per
"bambini provenienti da famiglie bisognose".
Nel Bollettino ndeg. 13 vediamo come si strutturano queste
attività.
< Dal popolo per il popolo: la Befana tricolore.
Viene scelta la zona adatta ... un quartiere proletario o povero ... si
contattano con una lettera le famiglie dove il capofamiglia è
senza lavoro o
sottoccupato... vengono poi coinvolti tutti i militanti ed i
simpatizzanti del
movimento in raccolta di fondi, vestiario, giocattoli ... viene
annunciata la
Befana Tricolore con volantini e manifesti ... si diramano poi
comunicati ...
le manifestazioni vanno tenute preferibilmente nelle sedi di Forza
Nuova. Il
tutto deve essere poi concluso con un'appello alla popolazione ... per
la
ricostruzione del Patrimonio tradizionale e del tessuto sociale della
città o
del quartiere >.
A parte la strumentalizzazione politica che traspare da questo modo di
fare
"carità pelosa" svolgendo le iniziative di beneficienza (?)
nelle
sedi del movimento, c'è anche altro che dà da pensare.
L'individuazione delle
famiglie che vanno contattate a questo modo richiede una forte presenza
di
controllo sul territorio da parte dei forzanovisti, che del resto
strutturano
le proprie sedi in maniera molto "funzionale", quasi militarista, a
leggere le loro indicazioni per i militanti. Ma fino a che punto si
spinge la
loro attività? Fino ad una sorta di "schedatura" della
popolazione
dei quartieri? E cosa può accadere ad una famiglia, che pure
"bisognosa", magari decida per convinzione antifascista di rifiutare
la "Befana tricolore"? In quale "schedatura" potrà
incorrere?
Il progetto "Compra italiano" (del quale sarebbe tra i maggiori
organizzatori l'ex Hammerskin padovano Ambrosino) invece funziona
così: < è
... una campagna lanciata recentemente dalla Corporazione Lucana ... i
contadini riuniti sotto la Corporazione Lucana spediscono il loro
camion carico
di arance verso le varie città d'Italia dove vengono gestite in
modo autonomo
da individui o gruppi legati alle sezioni di Forza Nuova ... le arance
passano
di mano una volta sola e vengono distribuite direttamente dai piccoli
distributori sparsi nelle varie città > (logicamente tutti
membri di Forza
Nuova).
E cosa fa invece l'associazione "Italica"? Organizza i "pionieri
d'Italia" la cui "struttura è attualmente suddivisa in reparti,
composti da quattro o sei squadriglie con bambini da 6 a 14 anni,
suddivisi in
maschili e femminili; a capo di questi reparti vi è un
consiglio-capi composto
prevalentemente da ex appartenenti ad associazioni scoutistiche
preesistenti.
Attualmente si sta pensando di creare anche un reparto di ragazzi
più adulti,
quale scuola di preparazione per la formazione dei consigli capi di
tutta
Italia >.
Segue (Bollettino ndeg. 17 del settembre `98) una descrizione delle
"uscite" di questi "reparti" e di queste
"squadriglie", < in preparazione del campo estivo che si
svolgerà
in Francia ... il progetto ... è stato perfezionato durante le
colonie estive
Evita Peron 1998 con le quali si è potuto sperimentare il metodo
che verrà
utilizzato nelle attività pionieristiche >. Colonie queste
che Forza Nuova
avrebbe organizzato per venire incontro alle "famiglie bisognose"
(anche qui vediamo una ricerca selettiva delle famiglie cui proporre un
soggiorno estivo per i figli). Iniziativa lodevolissima? Ma la
giornalista
Cristiana Mangani del "Messaggero" ha raccolto alcune testimonianze
che sono state pubblicate in un articolo nel giugno `98. I ragazzini da
lei
sentiti sarebbero stati "reclutati" nelle case ex Bastogi dalla
sezione di Forza Nuova di Cave dei Tirreni, per un soggiorno gratuito a
Gressoney. I genitori, dopo avere inviato i figli in montagna,
allarmati dal
tono di una delle telefonate a casa fatta da un bambino, < hanno
preteso che
il gruppo tornasse a Roma e si sono trovati davanti dei ragazzini
spaventati,
arrabbiati, pieni di graffi e lividi. Ieri hanno chiamato la polizia e
denunciato
l'associazione Forza Nuova ... >. Raccontano i ragazzini: < una
volta due
di noi sono stati portati nel bosco perché non volevano dormire
... siamo dei
bambini piuttosto vivaci, ma loro ci hanno trattato come rifiuti.
Dovete
imparare a vivere, ci dicevano. Vi mettiamo a posto noi >. E un
altro: <
Uno di noi ha reagito per la pasta che faceva schifo, lo hanno preso e
sbattuto
contro il muro. Se non ti sta bene, gli hanno detto, te ne puoi anche
andare. E
hanno aggiunto: vai a fare del bene a persone come queste >. E via
di
seguito con racconti simili. Così conclude la giornalista: <
nessuno pensava
di trovare piccoli lord sulle montagne di Gressoney. Tantomeno
però di
imbattersi in una scuola di addestramento per marines >.
Un altro dei cavalli di battaglia di Forza Nuova è
"l'opposizione
all'anticultura" (in effetti il loro linguaggio è molto
"contro", si dichiarano ripetutamente "antagonisti",
ricalcando sia vecchie parole d'ordine di certa sinistra che di altri
"vecchi" fascisti alla Freda e Ventura). Sostengono ad esempio (e
purtroppo non hanno tutti i torti...) che l'insegnamento umanistico
nelle
scuole, oltre a fare schifo, viene pure ridimensionato dalle riforme
scolastiche per lasciare più spazio ad altre materie
"scientifiche".
Si preoccupano molto dell'insegnamento della storia, sostenendo che lo
studio
di essa è subordinato alle logiche del potere e che essendo
questo in mano alla
sinistra vengono insegnati dei falsi storici funzionali a chi sta al
potere
(tenendo presente che i libri di storia sono più o meno sempre
quelli da
trent'anni a questa parte e che la "sinistra" è al potere da
solo
quattro, tutto il discorso ci pare un po' forzato).
Ad ogni modo la loro risposta è di organizzare < corsi di
Storia da tenere
nei propri locali ... tenuti da professori del movimento o d'area, che
ricalchino la struttura dei normali corsi scolastici e che quindi si
rivelino
utili agli studenti nei loro studi. Al termine di questi corsi ...
verranno
stilate e distribuite dispense del corso >.
PROGETTO CONTROPOTERE.
Ci troviamo quindi di fronte ad un movimento politico che è
organizzato in
maniera quasi militarista, che ha comunque una discreta
disponibilità di fondi
finanziari (loro sostengono che si tratta di "autotassazione",
oppure, più recentemente, di introiti derivanti "dalle cause
vinte contro
coloro che ci hanno diffamato"[13],
ma
ricordiamo che l'attività londinese della Meeting Point aveva
fruttato un bel
po' di soldi ai suoi titolari) e che si "autogestisce" (o quantomeno
ha in programma di fare) un mucchio di cose: dalla scuola alle colonie
estive
(che sembrano piuttosto campi paramilitari), dalla distribuzione
diretta di
generi alimentari al controllo nei quartieri. Sotto questa luce assume
un
aspetto particolare anche il nome del loro "progetto Contropotere":
cosa intendono per "contropotere"? La creazione di uno stato
all'interno dello Stato?
Se ci limitiamo a leggere sui giornali e sui loro bollettini ufficiali,
vediamo
che il "progetto Contropotere" appare sostanzialmente come la
creazione di una sorta di centri sociali ideologicamente schierati
all'estrema
destra. Uno spazio per iniziative culturali (secondo il concetto che di
"cultura" ha quel tipo di persone, ovviamente), di socializzazione,
per dibattiti, per i loro progetti "compraitaliano" eccetera.
Nel sito Internet, invece, il progetto Contropotere viene descritto in
ben
altro modo.
< L'esperienza degli ultimi anni ci insegna che se pur necessario,
concentrarsi su tematiche politiche del momento può non essere
sufficiente; va
compiuto uno sforzo continuo per creare strutture durature che
garantiscano la
continuità del movimento in caso di attacchi, tradimenti e atti
repressivi ...
alcuni movimenti europei si sono adoperati negli ultimi anni nel
gettare semi
di contropotere ... abbiamo visto il progetto villaggio in Spagna,
progetto che
potrebbe essere seguito presto da nuove iniziative simili in altri
paesi...
>. Domanda: ma se qui Forza Nuova "rivendica" il "progetto villaggio
in Spagna" come mai Morsello s'era tanto preoccupato di negare che
esistessero dei progetti simili, se questi "villaggi" sono iniziative
del tutto innocenti?
Vengono poi descritti tre esempi di queste "nuove iniziative" in
Inghilterra, Normandia ed Irlanda, dove <vi sono tre
proprietà aventi in
comunte le seguenti caratteristiche:
1) la presenza di vasti appezzamenti di terra;
2) l'appartenenza delle proprietà a militanti o associazioni non
lucrative
gestite da militanti;
3) la presenza di attività economiche, di strutture
politico-culturali, di
piccole Cappelle >.
In queste proprietà (quella inglese comprende 10 ettari di
terreno ed una
"casa di notevoli dimensioni" che oltre al resto comprende anche 5
stanze "per i residenti e gli ospiti") le "strutture
economiche" consisterebbero in "uno studio per la produzione di
video" e di "edizione, produzione e distribuzione di libri".
Dulcis in fundo questa considerazione sull'importanza dell'acquisto di
tali
proprietà: < anche nei casi più estremi di repressione
le strutture sono lì
a disposizione di chi continuerà la lotta politica. A questo
proposito è di
particolare importanza la fisionomia giuridica delle associazioni non a
scopo
di lucro che garantiscono l'uso delle proprietà per fini
prestabiliti stabiliti
negli statuti e che proteggono il tutto da possibili atti persecutori
>.
Il "progetto Contropotere" così come descritto somiglia
più alla
creazione di una serie di basi logistiche che non ad un <
laboratorio di
idee dove poter coniugare pensiero ed azione al di fuori degli schemi
imposti
dai burattinai del sistema >, come dichiarato da Fabio Bellani al
"Piccolo" del 26.5.1999.
Sul territorio nazionale Forza Nuova ha avuto una forte espansione
negli ultimi
due anni, arrivando a contare, all'inizio del 2001, 45 sezioni. a
fronte delle
27 del 1999 e delle 39 del 2000.
Il massimo dello sviluppo l'organizzazione l'ha visto nelle Puglie,
regione che
negli ultimi anni ha assunto due peculiarità, collegate tra di
loro dai
traffici degli "scafisti": l'ingresso di "clandestini" in
Italia e l'attività di contrabbando che si è trasformata
in una vera e propria
guerra contro lo Stato.
FORZA NUOVA A TRIESTE.
La prima uscita "ufficiale" di Forza Nuova a Trieste ha avuto
luogo il 28.3.1998, quando una dozzina circa di militanti, circondati
da una
notevole quantità di forze dell'ordine in tenuta antisommossa,
ha manifestato
contro i SERT e contro la droga. Si sono poi "presentati" il 9 maggio
successivo, con una conferenza alla quale ha presenziato pure Sergio
Gozzoli.
Hanno poi proseguito con una conferenza contro l'immigrazione (novembre
`98);
una contro il "bilinguismo" (dicembre `98), alla quale ha preso la
parola anche Giorgio Rustia (persona della quale parleremo avanti
più
approfonditamente); numerosi presidi contro il bilinguismo, contro
l'immigrazione e a sostegno del cosiddetto processo "contro gli
infoibatori". Nell'aprile del `99 una loro delegazione (Paolo
Karatossidis
e Riccardo Baggio, di Padova e Luciano Fragasso di Vasto) avrebbe
dovuto
partire da Trieste per incontrarsi con Seselj a Belgrado, in piena
aggressione
NATO contro la Jugoslavia, ma furono fermati al confine serbo.
Nel maggio del `99 hanno invece inaugurato la loro sede nelle case
popolari di
Valmaura, quartiere dormitorio ad alto rischio teppistico (i due stadi
ed il
palazzetto dello sport si trovano in quella zona, il che la rende
appetibile
agli ultras); nel corso dell'estate hanno indetto varie conferenze
anche con la
sigla di "Contropotere". A settembre hanno indetto una "festa di
contropotere" con chioschi, musica, cabaret e le solite conferenze di
Rustia sui "revisionismi storici".
Ad ottobre un'altra conferenza sui "revisionismi storici", con
Giorgio Rustia; a novembre altra conferenza, questa volta sul tema
"quando
a Trieste si moriva per l'italianità". Relazioni
dell'immancabile Rustia e
di Sergio Gozzoli, che ha dissertato per più di un'ora sui temi
dell'europeismo
visto come contraltare alla colonizzazione nordamericana e sulla
necessità di
costruire una forza politica organica in grado di coagulare i popoli
europei in
un'Europa delle etnie e delle identità locali autonome piuttosto
che delle
nazioni. Ha poi definito gli stili di vita dei militanti di questa
forza
politica: detentori di una cultura che esalti il senso della
virilità e della
femminilità, dell'audacia e della forza di carattere nei
giovani; una cultura
che protegga la famiglia e sostenga la religione (ma "non ha importanza
che ci si creda o meno", secondo Gozzoli, il che potrebbe anche
apparire
blasfemo); una cultura che insegni il rigore, l'autodisciplina,
l'orgoglio per
la virtù; ed infine un paio di consigli pratici ai militanti:
"il vostro
tempo sia sempre tempo di milizia", "cercate donne che vi diano tanti
figli", cosicché in questa battaglia tra un po' di tempo si
potrà essere
in molti.
Va detto che ad ascoltare questo discorso di Gozzoli alla fine erano
rimaste
poco meno di dieci persone, oltre ad un paio di giornalisti ed alcuni
poliziotti.
Nello stesso periodo Forza Nuova ha inaugurato una nuova sede,
abbandonando le case
popolari della periferia per stabilirsi in un ex negozio in una zona
centralissima; recentemente ha di nuovo traslocato, in una via non
troppo
lontana dal centro.
CAMERATI DI VIAGGIO.
Il 2000 è stato l'anno in cui Forza Nuova è salita
prepotentemente alla
ribalta dopo avere promosso manifestazioni di solidarietà con
Haider ed il suo
partito, e visto che in Italia si tende ad essere più
antinazisti che
antifascisti, dato che agli italiani si perdona di più che non
ai tedeschi,
anche gli antifascisti più tiepidi si sono accorti che esiste un
"pericolo" Forza Nuova. Ma non c'è solo Forza Nuova...
Il 25 aprile del 2000 a Trieste ha visto, oltre alla consueta
commemorazione
antifascista al lager della Risiera di S. Sabba, anche una serie di
iniziative
dell'estrema destra. La Fiamma tricolore ha compiuto il consueto
"pellegrinaggio" alla foiba di Basovizza (con corteo di macchine
schiamazzante attraverso il paese, che è abitato prevalentemente
da sloveni) e
poi ha convocato in mattinata un convegno dal titolo "I crimini dei
vincitori", con il segretario Portolan e l'avvocato Bezicheri, il noto
difensore di estremisti di destra più o meno eversivi
nonché avvocato di parte
civile al processo romano cosiddetto "per le foibe" (in realtà
c'è un
unico imputato accusato dell'omicidio di tre persone a Fiume nel maggio
`45)
per conto di una non meglio nota associazione di "Amici e discendenti
di
esuli".
Altro convegno indetto da Fascismo e Libertà sul tema: "L'Italia
dei
grandi processi ingiusti: severa e crudele con Priebke, assolutoria con
gli
assassini delle Foibe". Relatori: don Curzio Nitoglia (direttore della
rivista "Sodalitium"), Mario Spataro (giornalista e revisionista
storico), l'avvocato Sinagra ed il presidente nazionale del movimento
Giuseppe
Martorana.
Non vale la pena di riferire nei particolari gli interventi, accenniamo
solo
brevemente a quello dell'avvocato Sinagra (asserito ed orgoglioso
affiliato
alla loggia P2, noto per essere stato il difensore di fiducia di Gelli
come
pure del governo turco all'epoca dell'affaire Ocalan, come dell'ex
ufficiale
Olivera, torturatore agli ordini del dittatore argentino Videla,
nonché per
essere stato il "promotore" del cosiddetto "processo per le
foibe", per cui, come dice egli stesso, il suo nome è collegato
"al
genocidio degli italiani" delle regioni che lui considera
"italianissime" d'Istria, Dalmazia e Carnaro), che ha esposto
un'interessante teoria. Il fascismo in Italia, dice, era nato
dall'esigenza di
saldare assieme la soluzione di due problemi: la giustizia sociale e
l'unità
nazionale, ed è in seguito cessato per sconfitta militare e non
per verifica
economica, come invece è successo col comunismo (che rimane per
Sinagra la
"tragedia di questo secolo"), ed il problema del fascismo in Italia
è
che è durato troppo poco. Che è sì un'esperienza
passata, ma da quel simbolo
(cioè il fascio littorio) escono due filoni che rappresentano i
due problemi
che devono essere risolti ancora oggi (la giustizia sociale e
l'unità
nazionale) "gli spunti per non dimenticare che ciascuno di noi è
parte di
un tutto", e sarebbe questo il significato profondo del concetto del
"fare la guardia al bidone di benzina": il fascismo era una
esperienza che accomunava tutti in un'unico fascio.
Ritroveremo Nitoglia e Spataro come oratori pure in una conferenza
indetta
nella serata da Forza nuova col titolo "Quale liberazione?", assieme
ai soliti Bellani e Rustia e certo Franco Damiani.
SUL REVISIONISMO STORICO E LE "FOIBE".
Abbiamo visto che le "iniziative" di Forza Nuova sono spesso
incentrate su temi storici o pseudo tali, e dato l'accenno ai "corsi di
storia" che l'associazione organizza, è a questo punto
necessario fare una
(non molto breve...) digressione per affrontare il tema del
revisionismo
storico come è stato portato avanti negli ultimi anni, e non
solo da
"estremisti" di destra, ma dagli stessi rappresentanti della
storiografia "democratica".
Il revisionismo storico italiano è diverso da quello
spiccatamente europeo,
soprattutto inglese e tedesco, che si pone lo scopo di riabilitare il
nazismo
negandone le parti peggiori, ad esempio sostenendo che le camere a gas
di
Auschwitz non sono mai esistite, che non vi fu un genocidio del popolo
ebraico,
che i documenti esistenti in merito sono dei falsi storici, come ad
esempio lo
stesso diario di Anna Frank.
In Italia più che di riabilitazione del fascismo ci troviamo di
fronte ad una
denigrazione del movimento partigiano, forse perché, essendo
già passata nella
coscienza popolare l'idea che il fascismo di Mussolini fu una dittatura
"all'acqua di rose" (cosa che è più difficile da
sostenere per
Hitler), è necessario "alzare il tiro" e quindi capovolgere le
parti.
Trasformare gli antifascisti da oppressi che si erano ribellati ai
propri
oppressori in "terroristi", "eversori",
"fuorilegge", dando per assodato dunque che la legge fascista fosse
giusta e da rispettare. "Dimenticando" che il fascismo non era andato
al potere con libere elezioni ma mediante un colpo di stato, e che i
suoi
metodi di governo non erano propriamente democratici.
Significativa è da questo punto di vista l'esistenza di una
"Consulta per
la revisione storica" della quale farebbero parte, secondo l'ANSA del
5.1.1999, i "nazisti Merlino e Signorelli" e l'avvocato Sinagra. Di
quest'ultimo abbiamo già parlato e parleremo ancora; Signorelli
l'abbiamo
precedentemente incontrato e "Merlino" è forse quel Mario
Merlino di
Avanguardia Nazionale che fece l'infiltrato nei gruppi anarchici romani
alla
fine degli anni `60? Ed è lo stesso Mario Merlino che l'avvocato
Sinagra ha
citato come teste di parte civile nel cosiddetto "processo per le
foibe" del quale abbiamo già accennato?
Le "foibe" rappresentano il grosso cavallo di battaglia della
storiografia nazionalista sul confine orientale. Con questo termine si
intendono le pretese esecuzioni sommarie che sarebbero state operate
dai
partigiani jugoslavi dopo la liberazione di Trieste e Gorizia e della
regione
istriana. La propaganda nazionalfascista, dal 1945 in poi, ha sostenuto
che
"migliaia di persone" sarebbero state "infoibate" (cioè
gettate nelle "foibe", le cavità naturali presenti nel Carso
triestino ed istriano) "sol perché italiane". Col passare degli
anni
la storiografia "progressista", invece di fare chiarezza sulle
menzogne di marca fascista e neoirredentista, si è invece
appiattita su di
esse, e troviamo oggidì sindaci "progressisti", storici
"democratici" ed esponenti del centrosinistra sostenere le stesse
tesi che fino a dieci-quindici anni fa erano patrimonio esclusivo degli
ambienti della destra più retriva (abbiamo visto che purtroppo
persino il
quotidiano "Liberazione" ha dato spazio a queste falsificazioni
storiche pubblicando una serie di articoli sul problema, a firma Maria
Rosa
Calderoni), con l'unica differenza che dalla "causale etnica"
("infoibati sol perché italiani") si è passati a quella
"politica" ("infoibati perché contrari al comunismo
titoista"). Tutto ciò ovviamente è strumentale alla nuova
demonizzazione
del comunismo, quella in atto da una decina d'anni a questa parte, dopo
la
"caduta del muro di Berlino": mentre prima l'anticomunismo viscerale
era patrimonio esclusivo dalle destre, da una decina d'anni in qua
abbiamo
assistito ad una "conversione" su questi temi da parte di certi
settori che potremmo definire i "pentiti" della sinistra, proprio per
questo ancora più fanaticamente anticomunisti. In questa
trasformazione della
storiografia "democratica" in funzione anticomunista abbiamo
assistito addirittura a delle rivalutazioni dell'operato di Stalin in
chiave
antititoista.
Per quanto concerne le foibe va detto che in realtà di
esecuzioni sommarie alla
fine del conflitto nella cosiddetta "Venezia Giulia" ve ne furono, ma
in misura molto inferiore a quanto accadde nelle altre città
d'Italia, come a
Milano o nel famoso "triangolo rosso". Lo storico Mario Pacor
così
descrisse il "malcontento operaio" nel maggio del `45, quando Trieste
era sotto amministrazione partigiana jugoslava:
< Fu così che agli operai insorti non fu permesso di
procedere a quelle
liquidazioni di fascisti responsabili di persecuzioni e violenze, a
quegli atti
di "giustizia sommaria" che invece si ebbero a migliaia a Milano,
Torino, in Emilia e in tutta l'Alta Italia nelle giornate della
liberazione e
poi ancora per più giorni. "Non ce lo permettono" mi dissero
ancora
alcuni operai "pretendono che arrestiamo e denunciamo regolarmente
codesti
fascisti, ma spesso, dopo che li abbiamo arrestati e denunciati, essi
li
liberano, non procedono. E allora?" ne erano indignati... > [14].
La mistificazione propagandistica contro gli "infoibatori" viene
usata in maniera strumentale dalle destre per avallare sia i propri
discorsi
neoirredentisti che quelli razzisti di rifiuto di riconoscere alla
comunità
slovena il diritto ad una legge di tutela. Questo è il terreno
sul quale si
muove Forza Nuova a Trieste.
BILINGUISMO, MAI!
Tornando alla situazione specificatamente locale, a Trieste Forza
Nuova ha
un cavallo di battaglia in più da portare avanti: la lotta
contro il cosiddetto
"bilinguismo" (più correttamente la legge di tutela per la
comunità
etnica slovena che è presente, ricordiamo, nelle provincie di
Trieste e Gorizia
e nel Friuli orientale storicamente da diversi secoli). Nel corso di
questa
"battaglia" Forza Nuova ha trovato l'adesione di uno strano
personaggio, tale Giorgio Rustia, triestino vissuto per trent'anni a
Milano
prima di rientrare nella città natale agli inizi degli anni `90.
Rustia, che si
è avvicinato a Forza Nuova dopo avere fondato un "Comitato
spontaneo di
triestini che non parlano lo sloveno" è diventato il referente
locale di
"Contropotere" per il quale tiene regolarmente conferenze
pseudo-storiche dove tratta della storia recente di Trieste. In
realtà egli non
è uno storico, è laureato in scienze biologiche, ma sulle
pagine dei giornali
locali appaiono spesso sue lettere in merito alla questione delle foibe
e ai
rapporti tra italiani e sloveni in queste terre. Il modo che ha Rustia
di fare
"controinformazione" su questi argomenti è quello di estrapolare
frasi
e spezzoni da vari documenti per darne poi un'interpretazione di parte
(come si
suol dire, prendendo una frase di qua ed una di là si può
riuscire a dimostrare
che il Papa ha celebrato anche una messa nera...). Il tutto teso a
dimostrare
una presunta "cattiveria" del popolo sloveno che da decenni non ha
pensato ad altro che cercare di eliminare "l'italianità" di
queste
terre; che Rustia faccia ciò in perfetta malafede è
dimostrato dal fatto che,
più di una volta, sulle pagine dei giornali sono apparse
chiarificazioni e
smentite delle interpretazioni da lui date a frasi stralciate di qua e
di là,
ciononostante Rustia insiste nel riscrivere sempre gli stessi concetti.
Questo personaggio a Trieste rappresenta anche il Centro di studi
storici della
Guardia Civica (la Guardia Civica fu un gruppo militare creato dai
nazisti a
Trieste dopo l'8 settembre `43, riconosciuto dagli storici come corpo
collaborazionista), pur non avendo militato nel suddetto Corpo ed
è anche
segretario dell'Associazione Congiunti Deportati in Jugoslavia, pur non
essendo, a quanto è dato sapere, imparentato con alcun
"deportato" (a
Trieste si usa questo termine impropriamente per definire i prigionieri
di
guerra che furono condotti in Jugoslavia subito dopo la liberazione
della città
nel maggio `45); ha inoltre stretti contatti con le varie associazioni
combattentistiche comprese quelle dei reduci della Repubblica di
Salò, unite
nell'Associazione Grigioverde.
Tanto per rendere l'idea ecco il testo del volantino diffuso dal
"Comitato
spontaneo di cittadini che non parlano sloveno" nel novembre 1998:
< Fra poche settimane, dopo l'imminente approvazione della Legge di
tutela
globale degli sloveni, tutti gli uffici pubblici e molte
attività private
dovranno mettersi in grado di dare immediata risposta (...) in lingua
slovena,
anche a chi capisce l'italiano. Tutte le nuove assunzioni saranno
riservate
esclusivamente a migliaia di nostri concittadini di madrelingua slovena
e,
probabilmente, anche a sloveni d'oltre confine. Non di tutela si
tratta, bensì di
inaccettabili privilegi. Che cosa rimarrà per te, cittadino che
non parli
sloveno e per i tuoi figli? Solo la disoccupazione o l'emigrazione!
(...)
Triestino che non parli sloveno, tra pochi giorni il governo dell'Ulivo
approverà la legge dei privilegi ai cittadini italiani di
madrelingua slovena.
A loro saranno riservate tutte le future assunzioni negli uffici
pubblici
(Comune, Provincia, Regione, Finanza, Polizia, Carabinieri, Scuole,
Ferrovie,
Telefoni, Nettezza Urbana, Ospedali, Trasporti ecc. ) perchè
essi pur parlando
tutti l'italiano, avranno il diritto di ricevere negli uffici e servizi
pubblici, risposta verbale immediata in sloveno. Questo perchè
ai pochi
mestatori di professione della minoranza slovena, la lingua che tu
parli ed
anch'essi parlano, fa schifo! L'articolo 8 di questa legge, condanna te
ed i
tuoi figli alla disoccupazione, così come tanti italiani, tra
cui i nostri
padri ed i nostri nonni sono stati condannati alle foibe! > Ed
infine la
parte migliore: < ... il "Piccolo" (...) ed il sindaco Illy
insieme a tutti i cattocomunisti servi degli sloveni, vogliono di nuovo
pugnalarti di sorpresa e a tradimento!!! Essi (...) si preoccupano
perché ci
sono pochi treni per andare oltre l'Isonzo! (...) vogliono che tu ed i
tuoi
figli, quando sarete obbligati ad emigrare per fare posto a carsolini e
lubianesi, possiate viaggiare belli comodi! >.
Ancora da riportare le affermazioni di Bellani (12.12.1998) in merito
al loro
modo di scendere in piazza contro il "bilinguismo": "lo faremo
nella totale legalità e compostezza come è nostra
abitudine" (ma quali
sono le "abitudini" di Forza Nuova?); affermazioni che, se collegate
a quanto detto da Rustia nella medesima occasione "in città vi
saranno dei
torbidi quando i triestini si accorgeranno della pericolosità
della legge sul
bilinguismo", pongono quantomeno degli interrogativi in materia di
ordine
pubblico. Fatti questi di stretta attualità nel momento in cui
stendiamo queste
righe e vediamo come a Trieste, dopo l'approvazione in Parlamento della
legge
di tutela per la minoranza slovena in Italia, stia rimontando la canea
"antibilinguismo", travestita da malintesi sentimenti di "amor
di patria" e "italianità", portata avanti, è bene
precisarlo,
soprattutto da esponenti del Polo delle Libertà, non solo A.N.
ma anche Forza
Italia.
EUROREGIONI E MITTELEUROPE.
E' poi interessante che Forza Nuova abbia rilevato (ancora in merito
alla
questione slovena) che <all'interno della stessa minoranza ci sono
delle
divisioni: infatti, PDS e RC mantengono il monopolio come interlocutori
per la
minoranza, mentre vengono sistematicamente fatti da parte quelli che
fanno
parte ad altre organizzazioni >. Sorvolando sul fatto che gli
"italianissimi" forzanovisti non sanno scrivere in italiano, vediamo
che nella primavera del 2000 il consiglio regionale ha stanziato 11
miliardi di
finanziamenti ad un "Istituto per gli sloveni del Friuli Venezia
Giulia", iniziativa che ha visto il plauso di un'unica associazione
slovena, la Comunità economico culturale slovena che fa capo a
tale Boris
Gombaè (il quale si richiama politicamente alla Lega Nord ed
alcuni anni fa
aveva sostenuto che gli sloveni potevano aspettarsi la legge di tutela
solo da
Forza Italia); Gombaè e la sua associazione a loro volta
starebbero prendendo
contatti con un altro "istituto" per le minoranze etniche,
analogamente promosso dalla Regione Carinzia, ed alla cui presentazione
hanno
partecipato uno stretto collaboratore di Haider, Karl Anderwald,
vicedirettore
dell'ufficio di presidenza della Regione Carinzia e lo stesso Gombac.
E, tanto per verificare come certe cose non sono nate oggi, ripeschiamo
un
articolo apparso sul "Meridiano" di Trieste il 29.8.1985, firmato dal
rappresentante del Movimento Trieste (il referente politico
dell'associazione
"Civiltà Mitteleuropea") Paolo Parovel. In questo articolo
vengono
riportate le analisi del Ministero degli interni austriaco sul
Kärtner
Heimatdienst ("servizio patriottico carinziano") apparse nel 1981 in
una pubblicazione dal titolo "Rechtextremismus in Österreich nach
1945" ("L'estremismo di destra in Austria dopo il 1945").
Questo dossier fu pubblicato in seguito ad una polemica sorta tra
Parovel e gli
esponenti della Lista per Trieste, la cui organizzazione femminile, il
Movimento Donne Trieste, aveva invitato il presidente del KHD Josef
Feldner ad
un incontro pubblico (avvenuto il 25 maggio 1985) con l'avvocato
Giorgio
Bevilacqua del Comitato Difesa dell'italianità di Trieste.
Ecco come viene descritto il KHD nel volume: < si tratta di una
delle grandi
e consolidate organizzazioni dell'estrema destra austriaca (...). Le
sue
proposizioni centrali sono il "mantenere tedesca la Carinzia" e la
lotta contro la minoranza slovena che pretende "privilegiata", e
precisamente contro i suoi diritti riconosciuti dal Trattato di Stato.
Manipola
la maggioranza di lingua tedesca contro la minoranza slovena
alimentando la
cosiddetta "Urangst" (timore ancestrale della slovenizzazione).
Denuncia gli Sloveni carinziani come "stranieri" e "comunisti di
Tito. Nelle sue pubblicazioni il KHD tenta di strumentalizzare,
monopolizzandoli per i propri scopi, concetti come "patria",
"patriottismo" e "carinziani". Nel 1972 (...) si oppose più
volte duramente all'apposizione di tabelle bilingui di località
che furono poi
rimosse illegalmente (...). Il censimento delle minoranze era stato
continuamente preteso (...) >. Questa descrizione, come fa notare
Parovel,
mostra un "perfetto parallelismo, strutturale e concettuale del modello
KHD con l'operazione Comitato Italianità a Trieste e Gorizia". I
contenuti
sono sempre gli stessi, i metodi... si assomigliano. Parovel denuncia
inoltre
che Feldner già nel 1978 aveva tentato di "sbarcare" in Italia
cercando collegamenti con l'associazione "Civiltà mitteleuropea"
ed
alcuni "autonomisti" triestini, operazione al tempo smascherata come
di estrema destra e quindi fallita. Sette anni dopo evidentemente con
la Lista
per Trieste la cosa era riuscita meglio. Ancora al `78, sostiene
Parovel,
risale il "contatto diretto con neofascisti veneti dell'area di Ordine
Nuovo, tramite questi con i neofascisti del Fronte della
gioventù a
Trieste".
Teniamo presente che buona parte della base elettorale del partito di
Haider si
basa oggi su associazioni come il KHD.
Vediamo ora cosa si intende per "Mitteleuropa" a Trieste: in Regione
troviamo diverse associazioni che fanno riferimento alla
"Mitteleuropa". Oltre alla già citata "Civiltà
Mitteleuropea", che si richiama ai valori più positivi del
concetto di
Mitteleuropa, cioè il rispetto delle etnie e la convivenza tra i
popoli,
abbiamo anche "Trieste Mitteleuropa", fondata nel settembre del `98
dopo la chiusura della sezione locale dell'associazione
"Mitteleuropa" (cioè l'associazione che ha sede a Cervignano e
che
organizza i festival di Giassico per il "genetliaco" dell'imperatore
Francesco Giuseppe, dalla quale si staccò a suo tempo anche
"Civiltà
Mitteleuropea"), chiusura causata da dissidi interni alla sezione
triestina. Tra questi dissidi anche il fatto che ad alcune riunioni
"mitteleuropee" in Austria prendevano parte pure associazioni di ex
combattenti delle S.S. con i rispettivi labari. "Trieste
Mitteleuropa" ha molti contatti con gli indipendentisti sudtirolesi ed
ha
più volte organizzato assieme a loro manifestazioni e cerimonie
con sfilate di
"Schützen".
Come presidente di "Trieste Mitteleuropa" fu nominata Laura
Tamburini, esponente di punta (è consigliera comunale) del
Fronte Giuliano, già
"Nord Libero" (il movimento politico che propugna l'indipendenza del
Territorio Libero di Trieste come previsto dal Trattato di pace, poi
cancellato
da quello di Osimo). Questo movimento, dopo avere fatto parte della
Lega Nord,
corre ora da solo, proponendo però di tanto in tanto delle
alleanze
"anomale". Nel 1997, ad esempio, aveva trovato il consenso di vari
esponenti delle associazioni degli esuli istriani sulla proposta di
ricreare il
Territorio Libero da San Giovanni di Duino a Cittanova in Istria, e non
solo:
< quanto poi al resto dell'Istria, a Fiume e alla Dalmazia, se
diventassero
delle Repubbliche indipendenti, gli esuli potrebbero tranquillamente
farvi
ritorno assumendone anche la rispettiva cittadinanza, finalmente liberi
dal
giogo colonialista zagabrese>[15].
Nel 2000 abbiamo di nuovo sentito parlare di "euroregione istriana",
proposta lanciata da settori governativi italiani e di amministratori
di alcuni
comuni istriani, ma pensiamo anche alle avances di Haider per una
"grande
Carinzia", "macroregione" (termine questo caro pure alla Lega
Nord) che comprenda anche il Nordest italiano e la Slovenia.
Riguardo ora ai rapporti tra Lega Nord e Forza Nuova troviamo
un'interessante
affermazione apparsa nel ndeg. 20 del "Foglio di lotta" (estate
1999): < ... il fenomeno forse più interessante (delle
elezioni europee,
n.d.r.) è il crollo verticale della Lega dell'ormai screditato
Bossi. Forza
Nuova è pronta ad accogliere tra le sue fila la base di quel
partito costituita
da uomini da sempre anticomunisti, attaccati alle tradizioni e nemici
dei
poteri forti sovrannazionali >. In seguito, il 16.10.1999 Haider
è
intervenuto "a sorpresa" al comizio che Bossi stava tenendo a
Vicenza; tale notizia è stata data dal periodico "Padania. Lega
Nord"
(dicembre 1999) con questo titolo < Il pendolo della storia sta
andando
verso la riscoperta dei valori della famiglia e delle radici.
Mitteleuropa:
incontro Bossi, Haider. Una lotta comune contro la globalizzazione
dell'Unione
Europea e a favore dell'Europa dei popoli > . Nell'articolo vengono
anche
riportate le posizioni del leader austriaco, in sintesi che egli
intende
lavorare, a livello europeo, solo con la Lega. A queste affermazioni
Bossi
avrebbe risposto sostenendo il bisogno di costruire una "casa comune
mitteleuropea" allo scopo di difendere i popoli dai pericoli della
globalizzazione". Ed ancora dall'articolo citato: < ... la stampa di
regime cerca in tutti i modi di demonizzare questo nuovo flusso che
porta il
pendolo della storia ad oscillare nella direzione dei valori
cioè della salvaguardia
della famiglia e delle radici dei popoli (....) la Mitteleuropa ha in
comune
una storia significativa e comuni valori cristiani... >.
Europa dei popoli, famiglia, cristianità: gli stessi "valori"
che
abbiamo sentito porre come fondamentali anche da Forza Nuova. In una
conferenza
indetta da Forza Nuova e tenutasi a Trieste il 6.11.1999, il direttore
della
rivista "Uomo libero", Gozzoli, ha ribadito la necessità di
portare
avanti un concetto di Europa quale ordine etnico tra popoli affini per
radici
di lingua e di sangue, di affinità storiche e di un ordine
ideale di Europa
come civiltà da contrapporre alla globalizzazione imposta dagli
Stati Uniti.
Così Forza Nuova e Lega Nord hanno in comune le posizioni in
materia di
immigrazione e sono da subito scese in piazza assieme in molte
città (prime fra
tutte Padova e Como) per esprimere il loro sostegno a Haider.
Del resto quel Franco Rocchetta che è stato a lungo esponente di
spicco della
Liga Veneta a Padova (oltre che sottosegretario della Lega Nord nel
governo
Berlusconi del 1994) è lo stesso Rocchetta che nel 1968 si
recò in Grecia, a
spese del governo golpista dei colonnelli, per un viaggio d'istruzione
sulle
tecniche di infiltrazione. Tra gli altri 51 suoi compagni di viaggio,
tutti
esponenti dell'estrema destra romana, c'erano pure Stefano Delle
Chiaie,
fondatore di Avanguardia Nazionale e Mario Merlino, l'infiltrato
fascista nei
gruppi anarchici. Pare anche che Rocchetta si sia recato nell'aprile
del `99,
in piena aggressione NATO, a Belgrado assieme ad una delegazione
inviata dal
comune di Venezia con un messaggio del sindaco Cacciari. Della
delegazione
avrebbero fatto parte anche gli esponenti dei centri sociali del
Nordest
Casarini, Caccia, Bettin e don Vitaliano Della Sala. Rocchetta sarebbe
stato
inviato in maniera ufficiale per parlare col ministero degli Esteri,
mentre gli
altri pare abbiano incontrato il sindaco di Belgrado ed un esponente
dell'opposizione a Milosevic, facente riferimento al partito di
Draskovic, i
quali avrebbero loro affidato un documento della "società
civile"
serba contro Milosevic da portare "in Europa".
UN TERZO POLO?
Prendiamo ora in esame il progetto politico proposto del Fronte
Giuliano per
le prossime elezioni comunali triestine. Leggiamo da "Trieste Oggi" .
< Il Fronte Giuliano sta costituendo un Terzo Polo per presentarsi
alle
prossime elezioni amministrative e propone a Jörg Haider di
candidarsi a
sindaco di Trieste o, in subordine, a presidente della Provincia. I due
punti
fondamentali del programma saranno il distacco di Trieste dal Friuli e
il
rilancio del Porto Franco. Al nuovo soggetto elettorale dovrebbero
aderire,
oltre agli indipendentisti, anche il Movimento sociale Fiamma
Tricolore, Forza
Nuova e un gruppo di istriani, mentre sono in corso contatti con gli
Amici
della Terra e con altre realtà >. Ed ancora < la proposta
di candidarsi a
Trieste è stata avanzata di persona da Marchesich a Haider nel
corso di un
incontro ufficiale svoltosi recentemente a Klagenfurt. >. Ed ecco
quanto
dichiarato dal segretario Marchesich in merito al suo incontro con
Haider: <
Peraltro la sua proposta di Grande Carinzia comprendente anche
Friuli-Venezia
Giulia e Veneto si concilia benissimo con la nostra di "Euroregione
europea delle piccole patrie". In quest'ambito Trieste può
starci a pieno
titolo >.
A puntino arrivano quindi le recenti affermazioni di Roberto Fiore[18]:
"Trieste è una città italianissima ma allo stesso tempo
mitteleuropea,
quindi la città migliore per lanciare questo progetto", il
progetto cioè
di una "Europa dei popoli".
"Terzo Polo": un concetto che può ricordare una "Terza
Posizione" o qualcosa del genere? Ma ricordiamo che già anni or
sono, il
rappresentante attuale del "Fronte Unitario degli italiani"
(organizzazione neoirredentista che aveva invitato Le Pen a Trieste nel
1998),
Mario Ivancich, aveva fondato nel 1991, all'interno della Lega Nord
triestina
una "Lega Venezia Giulia" la cui "proposta politica del
2000" era (citiamo dal "Meridiano") "una regione unica da
Trieste a Fiume, secondo i confini della Venezia Giulia prebellica".
Nelle pagine che precedono abbiamo visto come le idee che gli
"estremisti" di destra portano avanti non differiscano di molto da
quelle del cosiddetto "polo delle libertà", che molti continuano
a
definire di "centrodestra" (ed i partiti del Polo, vengono
considerati quali possibili interlocutori politici) benpensante,
populista,
giustizialista, liberista.
Xenofobia, razzismo, disprezzo dei diritti delle minoranze, tutela di
interessi
particolaristici, difesa della "famiglia tradizionale", attacco al
diritto all'aborto, difesa dei diritti dell'impresa capitalistica,
creazione di
sindacati di tipo corporativo (e la involuzione dei sindacati
tradizionali in
fondo non fa che favorire questa linea): ecco le posizioni di fondo che
essi
hanno in comune. L'intervento di Roberto Fiore alla festa di Comunione
e
Liberazione nell'estate 2000, che gli è valso il plauso sia di
questa
organizzazione che dello stesso Berlusconi per le posizioni
antiabortiste da
lui espresse e comuni agli altri due schieramenti è un chiaro
segnale di come
possono evolversi politicamente i rapporti tra questo tipo di
integralisti
reazionari.
Riteniamo che sul piano "politico" difficilmente i gruppi
estremistici potranno occupare uno spazio dominante prendendo in prima
persona
il potere. A questo, ed a realizzare il loro programma, ci penseranno
personaggi in doppiopetto, come si diceva una volta, quei personaggi ai
quali
la "sinistra di governo" ha da tempo offerto una patente di
"democrazia" e di credibilità politica e per i quali la gente
tipo
Forza Nuova potrà costituire qualcosa di simile a quello che
erano le S.A. per
il partito di Hitler.
Non per questo però bisogna sottovalutare la pericolosità
dei gruppi
dell'estrema destra, che costituiscono un facile polo di aggregazione
per le
aree sociali più insoddisfatte e frustrate: giovani disoccupati,
precari,
dequalificati o anche, semplicemente, prodotto della subcultura
dominante oggi,
basata sull'assenza di valori, sul culto dell'egoismo ("il migliore
avanza
e peggio per gli altri") e via di seguito. In questo polo possono
creare
un "brodo di coltura" nel quale far crescere e sviluppare persone
portate alla violenza, senza alcun rispetto per la vita umana, pronte a
tutto
per "il trionfo dell'ideale", "legionari" fanatici e
facilmente strumentalizzabili per azioni di varia natura. Già in
un passato,
non troppo remoto, ci furono organizzazioni di questo tipo: Avanguardia
Nazionale, Ordine Nuovo, Terza Posizione: e, come abbiamo visto, i
personaggi
sono più o meno sempre quelli.
Nella vicenda dell'attentato al "Manifesto" del dicembre 2000
possiamo forse trovare conferma di questa analisi politica. Abbiamo
visto come
l'attentatore sia una persona che ha frequentato le sedi di Forza
Nuova, ne ha
diffuso i volantini, è stato fotografato con le bandiere del
movimento, e, non
appena ricoverato in ospedale in condizioni criticissime, aveva
già un avvocato
di fiducia, il fratello di Roberto Fiore, Stefano, che cura anche gli
interessi
legali di Forza Nuova: però Insabato, stando a quanto affermato
dai dirigenti
dell'organizzazione, è un estraneo, "non è mai stato
iscritto".
In un momento di grande instabilità politico-economica mondiale,
quale quello
che stiamo vivendo, con un'Europa in formazione e gli Stati Uniti che
non
intendono perdere il ruolo di predominio mondiale questi "brodi di
coltura" possono fornire a personaggi senza scrupoli (di cui sono pieni
tutti i servizi segreti) una comoda manovalanza per azioni non
"ortodosse", finalizzate al mantenimento dell'egemonia dell'uno o
dell'altro schieramento. Se non si vigila attentamente, se non si
toglie loro
l'erba sotto i piedi, andiamo a rischiare una nuova stagione delle
bombe, come trent'anni
fa, Piazza Fontana, Brescia, l'Italicus, Bologna, la strage di Natale.
Ma, come dicevamo all'inizio, il solo e vero modo per essere
antifascisti è
fare politica di sinistra, anticapitalista, ritrovare i valori di
solidarietà,
di rinnovamento, di lotta per migliorare le condizioni di vita. Non
possiamo
lasciare a Forza Nuova le contestazioni ad organismi come la
Trilaterale e non
denunciare il fatto che al governo in Italia come in Europa ci sono
proprio
membri di questa organizzazione o delle sue sottobranche: Amato oggi
come Prodi
ieri, come addirittura quel Nerio Nesi che fa oggi parte dei Comunisti
italiani
dopo essere stato in Rifondazione e prima ancora nel P.S.I. di Craxi.
Se la "sinistra" non riesce ad uscire da questa spirale di
contraddizioni ed incoerenze, sarà sempre più facile per
le destre riprendere
il potere, e, quel che è peggio, col consenso della gente.