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L'ARCIPELAGO NERO
Saverio Ferrari
Osservatorio Democratico
28 marzo 2001

La mappa della destra radicale oggi in Italia: partiti, simboli, movimenti, associazioni, case editrici ed etichette discografiche

IL MSI-FIAMMA TRICOLORE

Costituita nel gennaio del 1995 da coloro che rifiutarono di aderire alla trasformazione del MSI in Alleanza Nazionale, la “Fiamma Tricolore” rappresenta ancora oggi la realtà più consistente ed organizzata della destra radicale. Dopo aver inizialmente raccolto , al momento della sua fondazione, tutte le diverse componenti del neofascismo indisponibili a seguire la strada indicata da Gianfranco Fini, ha via via progressivamente perso molti pezzi per strada.
Il primo ad andarsene Giorgio Pisanò ed il suo piccolo gruppo di “Fascismo e Libertà”, quindi , nel settembre del 1997, la componente di “Alternativa Nazional Popolare” di Adriano Tilgher e Tomaso Staiti di Cuddia, poi Nicola Cucullo, Sindaco di Chieti, Roberto Bigliardo, deputato europeo, e Marco Valle di Milano, in parte transitanti nel “Movimento Sociale Europeo”, infine , nel febbraio del 2001, la componente di Nicola Silvestri passata direttamente sotto le insegne del “Fronte Nazionale”.
Per certi versi anche “Forza Nuova” prende il via da una scissione del “MSI-Fiamma Tricolore” dopo il commissariamento da parte di Rauti del settore giovanile ed il divieto di circolazione per il bollettino “Foglio di Lotta” animato da Roberto Fiore e Massimo Morsello.
8 mila iscritti dichiarati al 2° Congresso dello scorso autunno, una presenza su quasi l’intero territorio nazionale , anche se spesso più formale che sostanziale ( tra i 70 e gli 80 i congressi provinciali tenutisi ), dispone di un quotidiano “Linea “ ( non più di un migliaio le copie vendute ) e di un sito-internet.
“Padrone “assoluto del partito Pino Rauti, discepolo di Evola e fondatore di “Ordine Nuovo”, il gruppo di ispirazione neonazista responsabile materiale, secondo le sentenze e le indagini svolte dalla Magistratura, di tutte le stragi compiute in Italia dal 1969 al 1974.
Forte di 500 mila voti alle ultime elezioni europee del 1999, il “MSI-Fiamma Tricolore” è stato determinante per far vincere il Polo nelle ultime elezioni regionali in Abruzzo e in Calabria.
Autodefinitosi “nazionalrivoluzionario”si ricollega ad una concezione del fascismo “antiborghese e anticapitalista”, si batte per la “difesa dello Stato Sociale”, l’uscita dell’Italia dalla NATO e soprattutto contro l’immigrazione, unico vero e reale cavallo di battaglia politico ed elettorale. Ha deciso, dopo essere rimasto a lungo in attesa di un segnale proveniente dal Polo, di presentarsi autonomamente , con proprie liste e candidati, alle prossime elezioni politiche.

IL FRONTE NAZIONALE

Nato da una scissione della “Fiamma Tricolore” non raccoglie più di qualche centinaio di aderenti. In analogia con il francese “Front National” di Le Pen ( di cui intendeva imitare l’esperienza ) riprende una sigla ricorrente nella storia del neofascismo italiano. Così si chiamava l’organizzazione golpista di Junio Valerio Borghese e pure quella di Franco Freda fondata nei primi anni ’90 e poi sciolta per “ricostituzione del partito fascista”.
Nel “Fronte Nazionale” confluiscono le esperienze, inizialmente transitate nella “Fiamma”, di “Alternativa Nazional Popolare” e della rivista “La spina nel fianco” ( risalente al 1992 ).
Quasi inesistente al nord, è riuscito a raccogliere 25 mila voti alle elezioni provinciali di Roma nel 1998 ( 18 mila nella sola capitale ).
Nel 1999 subisce la scissione della componente “nazionalcomunista” aggregatasi attorno alla rivista “Rosso è Nero “( di cui parleremo più avanti ).
Leader incontrastato Adriano Tilgher, nell’ombra come fiancheggiatore Stefano Delle Chiaie, formalmente animatore dell’agenzia di stampa “Publicondor” . Altre figure conosciute : Paolo Signorelli ( tra i massimi dirigenti di “Ordine Nuovo” più volte inquisito per omicidio ), Enzo Erra e Rutilio Sermonti ( autore insieme a Rauti di una “Storia del fascismo”in sei volumi).
Nel suo programma la “lotta all’immigrazione” e alla “società multirazziale”, l’opposizione al “mondialismo”, ed in nome di un’”Europa unificata” l’uscita dell’Italia dalla NATO Il “Fronte Nazionale” ha puntato ultimamente alla costituzione di una casa comune della destra radicale , promovendo nella primavera e nell’estate scorsa la cosiddetta “cosa nera”, una sorta di “polo autonomo” elettorale.
Dopo l’indisponibilità di Rauti ha anch’esso dichiarato di presentarsi per conto proprio alle prossime elezioni politiche. Si vedrà.

RINASCITA NAZIONALE

E’ la più recente fra le formazioni della destra radicale italiana. Nata nel luglio del 2000, si configura come una confederazione di gruppi, testate “nazionalpopolari”, centri culturali, gravitanti attorno al quotidiano “Rinascita Nazionale”.
Punta dal “basso” alla costruzione di un nuovo soggetto politico. Al momento hanno aderito riviste come “Uomo Libero”, “Orientamenti”, “Italicum”, “Utopia”,”Avvento”. Coordinatore del movimento e direttore di “Rinascita” una vecchia conoscenza: Ugo Gaudenzi, già fondatore di “Lotta di Popolo”, una delle sigle ruotanti attorno ad “Ordine Nuovo”, utilizzata, dietro il paravento del “nazi-maoismo”, a cavallo tra gli anni’60 e ’70, per operazioni di provocazione ed infiltrazione ai danni della sinistra. Altri dirigenti : Piero Sella (direttore di “Uomo Libero”, testata neonazista e antisemita ) e Paolo Zanetov ( ex-“Ordine Nuovo”, passato alle cronache per aver confidenzialmente “anticipato” alla propria fidanzata la strage di Piazza Fontana ).
I punti programmatici di “Rinascita Nazionale”: costruzione di “un blocco alternativo ai poli di destra e di sinistra “, “blocco dell’immigrazione”, “opposizione al mondialismo e alla società multirazziale”, “abrogazione della riforma delle Forze Armate”, “Europa di popoli-nazione e delle Patrie”.
Dopo aver promosso iniziative pubbliche “negazioniste” dell’Olocausto, sembra già attraversare una crisi profonda per l’accumulo di forti tensioni interne ai diversi protagonisti della confederazione.
Un ultima nota sul simbolo: riproduce senza grandi variazioni lo stemma utilizzato nel secondo conflitto mondiale dalla divisione italiana delle Waffen-SS ( la 29°). Giusto per non essere equivocati.

FORZA NUOVA

Rappresenta indubbiamente l’organizzazione emergente nel campo della destra radicale. Fondata nel 1997 da Roberto Fiore e Massimo Morsello ( condannati per associazione sovversiva e banda armata, a lungo latitanti a Londra ), si pone in continuità “ideale” con “Terza Posizione”, raggruppamento eversivo della seconda metà degli anni ’70.
“Forza Nuova” si ispira come modello al “mitico” ( ovviamente per loro ) ultracattolico e antisemita movimento della “Guardia di Ferro”, nato in Romania negli anni ’30, da cui anche simbolicamente la scelta della data di costituzione : il 27 settembre, giorno di San Michele Arcangelo, patrono proprio della stessa “Guardia di Ferro”.
In bilico fra richiami al fascismo storico ( “ Le leggi sociali fasciste furono la luce del mondo” ) e al tradizionalismo cattolico ( sua l’idea di trasformare la croce celtica da simbolo pagano in emblema della cristianità ), punta a costruire un vero e proprio partito, darsi uno sbocco parlamentare ed egemonizzare l’intera destra neofascista.
Per ora ha aggregato schegge sparse dell’area radicale ( dalla “Fiamma Tricolore”, dal “Fronte” e da “Alleanza Nazionale” ), ma soprattutto quasi tutto ciò che era rimasto delle vecchie e disperse bande di nazi-skin, sua vera attuale base militante. Numerose le sedi aperte in giro per il paese, dispone, come è noto, di notevoli mezzi finanziari derivanti dalle mai chiarite ( nonostante le solenni promesse sempre deluse nelle numerose conferenze stampa ) attività commerciali e imprenditoriali impiantate in Inghilterra.
Nel solco del tradizionalismo cattolico “Forza Nuova” pone in cima al proprio programma l’ abrogazione delle leggi abortiste e la difesa della “famiglia”, oltre al ripristino del Concordato fra Stato e Chiesa del 1929.
Cercando di far sua lezione di Haider si erge a difesa delle tradizioni religiose e culturali minacciate dall’ invasione extracomunitaria.
E’ certamente l’organizzazione con le più ampie superfici di contatto con la destra ufficiale, in particolare con settori di “Alleanza Nazionale”. Strettissimi anche i rapporti con i movimenti “tradizionalisti”, tra gli altri “Militia Christi”.
Tra i suoi dirigenti, non a caso, anziani protagonisti dell’oscurantismo cattolico come Piero Vassallo, autore nel 1959 di un saggio in difesa dei criminali nazisti processati a Norimberga. Ultimamente recluta anche vecchi arnesi provenienti direttamente dalla “strategia della tensione” come Mario Di Giovanni ( una vecchia militanza in “Avanguardia Nazionale” ) e Nico Azzi ( autore della famosa fallita strage sul treno Genova-Roma il 7 aprile del 1973 ).
“Forza Nuova” mantiene rapporti di “fratellanza” con altre formazioni a livello europeo, in particolare con il NPD tedesco e la “Falange” spagnola. E’ in questo panorama, forse l’unica realtà a porsi seriamente il nodo delle relazioni internazionali. Impresentabile per il Polo, dopo la bomba di Andrea Insabato
alla redazione de ”Il Manifesto”, il dicembre scorso, dichiara anch’essa di volersi autonomamente presentare nelle imminenti elezioni politiche. Sorge più di un dubbio sulle sue effettive capacità politiche e organizzative. Verificheremo presto.

IL MOVIMENTO NAZI-SKIN

Gran parte delle bande di nazi-skin si muovono ormai nell’orbita di “Forza Nuova” che, sotto questo profilo, tenta di rilanciare il vecchio progetto di “Base Autonoma”, sostanzialmente un coordinamento stabile delle diverse realtà nazi-skin su scala nazionale.
L’iniziativa di “Base Autonoma”, intrapresa agli inizi degli anni ’90, passò attraverso la costruzione di alcune associazioni ( il “Veneto Front Skinheads” e “Azione Skinhead” a Milano ), un centro di coordinamento ( “Skinheads d’Italia” ) ed il rapporto con alcune formazioni della destra radicale ( in particolare il “Movimento Politico” di Maurizio Boccacci ).
Ancora attivo ( dopo l’intervento della Magistratura che nel ’93 e nel ’98 portò allo scompaginamento di “Base Autonoma” e di “Hammerskinhead”), è il “Veneto Front Skinheads”, fra l’ altro promotore lo scorso settembre della manifestazione a Cernobbio contro l’annuale convegno degli industriali. Il “Veneto Front Skinheads”, storico centro propulsore di tutto il movimento, dopo essere stato negli anni ‘80 lo strumento principale per la rottura su basi razziste e naziste del composito fenomeno skinhead, riconosce esplicitamente come propri riferimenti: Julius Evola e Alfred Rosenberg ( il teorico della razza nel “Terzo Reich” ), l’OAS, la rumena “Guardia di Ferro” ed il Ku-Klux-Klan.
Il movimento nazi-skin, indipendentemente dai rapporti politici intrattenuti con le formazioni della destra radicale, ritaglia un mondo a sé, uno specifico circuito con forti legami a livello internazionale.
Muovendosi da sempre in ambito giovanile , assegna alla presenza nelle tifoserie ultrà, nelle curve degli stadi, e soprattutto alla musica, attraverso propri gruppi, una funzione essenziale sia aggregativa che di veicolo di contenuti razzisti.
E’ proprio attraverso la musica che ancor oggi, vengono mantenuti i rapporti con le realtà degli altri paesi. Il network è rappresentato dal “White Power Rock”, insieme di organizzazioni politiche, gruppi musicali, bande metropolitane giovanili, etichette discografiche, a livello mondiale.

I ”COMUNITARISTI” E I FILO-ISLAMICI

E’ questa un’area assai variegata e complessa. Si passa dalle riviste “Orion” e “Aurora” , alla rete italiana dei “circoli comunitaristi”, per finire alla “Comunità Politica di Avanguardia” di Trapani.
Il comune denominatore di questo micro-universo è l’idea, da un lato, della necessità del ritorno alle origini “rivoluzionarie”, di “sinistra” del fascismo e del nazismo ( alle sue componenti “socialiste” ), e dall’altro, il sostegno politico ai movimenti antimperialisti, fino a scoprire nell’integralismo islamico uno strumento di lotta al cosiddetto “mondialismo”. E’ in particolare la rivista “Orion”, animata da Maurizio Murelli ( condannato per la morte di un agente di Polizia avvenuta a Milano il 12 aprile del 1973, dilaniato da una bomba a mano lanciata durante una manifestazione della “Maggioranza Silenziosa” ), a sostenere un ruolo di primo piano nel collegamento e nel dialogo fra le diverse anime di quest’area.
Tra le figure più accreditate: Claudio Mutti, già fondatore dei comitati per la scarcerazione di Freda, proprietario della casa editrice “Edizioni del Veltro”, indagato più volte nell’ambito della destra eversiva, protagonista di diversi tentativi di infiltrazione a sinistra, autore di “Nazismo e Islam” ( in cui venivano esaltate le gesta della 13° Divisione SS mussulmana della Bosnia –Erzegovina ). Da anni Claudio Mutti si dichiara convertito all’islamismo.
I “circoli comunitaristi”, dal canto loro, provengono dall’esperienza della rivista “Rosso è Nero” interna al “Fronte Nazionale” di Tilgher. Si presentano ora come sezione italiana del “Partito Comunitarista Nazional-Europeo”, vecchia creatura di Jean Thiriart, ex-combattente SS condannato per collaborazionismo, divenuto a partire dagli anni ’60 una delle personalità principali nell’ambito del neonazismo europeo nel secondo dopoguerra.
Teorico del “comunitarismo”, come “superamento in avanti del nazismo e del comunismo” ( depurato ovviamente da Marx ) Jean Thiriart ha fondato più di un ‘ internazionale nera, tra le altre “Jeune Europe”, che in Italia originò prima “Giovane Europa” e poi “Lotta di Popolo”. Sua la frase:”Il plastico sarà il megafono dell’anticomunismo nella seconda metà del ventesimo secolo”.
I “circoli comunitaristi”, rifiutandosi di farsi collocare a destra, cercano con una certa insistenza di “infiltrarsi” nel movimento antiglobalizzazione. Esattamente come provò a fare “Lotta di Popolo” nel 1969 nel movimento studentesco di Roma. Si tratta con tutta evidenza di un gruppo storico di provocatori che per la loro opera di camuffamento attingono a piene mani nella simbologia della sinistra. Sui loro siti-internet è possibile leggere indistintamente scritti di Marcos e Che Guevara, di Mussolini e Nietzche.

I CATTOLICI TRADIZIONALISTI

E’ il concetto di “tradizione” da sempre il terreno unificante e di incontro fra le diverse anime della destra radicale. In quanto richiamo ad un passato di “valori assoluti e soprastorici”, capace di “consacrare” tutte le diverse “aristocrazie del passato” ( non importa dove esse affondino le proprie radici, se nel “Sacro Romano Impero” o nella mitica “Roma arcaica” ), in esso tendono a riconoscersi tanto le correnti pagane quanto quelle tradizionaliste cattoliche.
In nome del rifiuto del “mondo moderno”, della “democrazia e dell’egualitarismo”, le componenti ultracattoliche si sono in questo modo spesso intrecciate con l’articolato arcipelago neofascista.
Così è da sempre. In Italia fin dai primi gruppi terroristici del dopoguerra, dai FAR (Fasci di Azione Rivoluzionaria) che vedevano al proprio interno noti personaggi dell’ultracattolicesimo anticomunista, per passare poi per gli epigoni di monsignor Léfebvre, per finire ad oggi all’influenza che il tradizionalismo cattolico esercita su formazioni recenti come “Forza Nuova”.
L’associazione di gran lunga più importante e longeva, in questo mondo, è certamente “Alleanza Cattolica”. Fondata negli anni ’60 da Giovanni Cantoni ( amico di Freda ) e Agostino Sanfratello ( oggi dalle parti di “Forza Nuova”) è in realtà da sempre la sezione italiana della brasiliana “Tradizione, Famiglia, Proprietà” (la “TFP”), espressione delle gerarchie cattoliche più retrive in Brasile, animatrici in quel paese e successivamente nell’America Latina di un movimento anticomunista in difesa della grande proprietà terriera.
Di “Alleanza Cattolica” se ne parlò a lungo sulla stampa italiana negli anni ’70 per presunti finanziamenti provenienti dalla CIA. Il simbolo è rappresentato dall’aquila nera di San Giovanni con al centro il Sacro Cuore della Vandea. Al suo interno la carica massima di “reggente”, tanto per dire, viene svolta “in nome e per conto della Madonna”(!). I suoi aderenti lottano per l’”instaurazione cristiana dell’ordine temporale” e si definiscono senza mediazioni “controrivoluzionari”, individuando nella rivoluzione francese il principale processo storico di “scristianizzazione” all’origine di tutti i mali del tempo presente ( dal suffragio universale , al Parlamento, ai partiti, all’eguaglianza formale ), in una parola della “modernità”.
Tra i suoi associati: Alfredo Mantovano della segreteria nazionale di “Alleanza Nazionale”, Marco Respinti, responsabile della pagina culturale de “Il Secolo d’Italia”, gli avvocati Mauro Ronco e Benedetto Tusa, difensori nel processo per la strage di Piazza Fontana rispettivamente di Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni.
Accanto ad “Alleanza Cattolica” un posto di rilievo se lo sono conquistati: il “Centro Lepanto”, nato da una scissione proprio di “AlleanzaCattolica” nel 1982 (sue le battaglie più virulente contro l’omosessualità e l’ ”invasione islamica”); “Militia Christi” . (impegnata in campagne contro i commercianti ebrei); la storica “Fraternità di San Pio X” fondata da Léfebvre ( presente un paio di anni fa a Torino accanto all’On. Borghezio per “benedire” l’avvio della raccolta delle firme per il referendum contro la legge sull’immigrazione ).
Va certamente ricordato come dopo Roma sia la città di Verona il centro principale di irradiazione, su scala italiana, di raggruppamenti cattolico-tradizionalisti. Qui, più che altrove, strettissimo è il rapporto fra Lega Nord, Alleanza Nazionale e cattolici oscurantisti. A volte un insieme indistinto.

RIVISTE E CASE EDITRICI

Tra le riviste, oltre alla già citata “Orion”, occupa un posto di riguardo “Uomo Libero” diretta da Piero Sella. Attiva da 20 anni circa, ha da non molto dato alle stampe il suo 50° numero. Nell’ultimo decennio”Uomo Libero” è stata in Italia la cassa di risonanza del movimento negazionista dell’Olocausto e dei campi di sterminio. Ha in questo senso svolto un ruolo trasversale riguardo l’intera area della destra radicale. Le principali case editrici, per vastità di catalogo, continuità e presenza editoriale, sono invece sicuramente: le “Edizioni Settimo Sigillo”, la più importante ( 300 titoli in catalogo, venti collane, edita anche la rivista revisionista “Storia e verità”); le “Edizioni AR”, fondata nel 1964 da Franco Freda ( zeppe di testi antisemiti e negazionisti ); la “Società Editrice Barbarossa” ( collegata ad “Orion” ); le “Edizioni del Veltro” di Claudio Mutti. Di rilievo anche le “Edizioni Mediterranee”, dirette da Gianfranco De Turris, impegnate in questi ultimi anni a ristampare le opere principali di Julius Evola ( De Turris è al tempo stesso il presidente della stessa “Fondazione Evola” ).

ETICHETTE DISCOGRAFICHE

Due le realtà degne di menzione: “Rupe Tarpea” ( agenzia di produzione e commercializzazione romana ) e la “Tuono Records” ( casa discografica fondata alla fine degli anni ’80 nell’ambito del “Veneto Front Skinheads”).
Attraverso il sito di “Perimetro”, legato a “Rupe Tarpea”, è possibile ascoltare, tra le tante, le canzoni di Massimo Morsello ( una in particolare è dedicata all’ex-generale delle Waffen-SS e criminale nazista Léon Dégrelle ) , come di diversi gruppi dai nomi inequivocabili: “Intolleranza”, Corona Ferrea” e “Hyperborea”. Una segnalazione: la “Tuono Records” produce il gruppo musicale dei ”270 Bis”. Il cantante si chiama Marcello De Angelis , già esponente di “Terza Posizione”, a suo tempo condannato per “associazione sovversiva”. De Angelis è anche attualmente direttore della rivista “Area”, mensile della destra sociale di “Alleanza Nazionale”. Il pezzo forte dei “270 Bis”, manco a dirlo, una canzone dal titolo “Claretta e Ben”, dedicata alla Petacci e a Mussolini. Una strofa: ” ..io ho il cuore nero e me ne frego e sputo in faccia al mondo intero”.

CONTRO IL MONDIALISMO

Pur frammentato e diviso l’arcipelago nero, che abbiamo appena descritto, non deve trarre in inganno, si muove lungo la medesima direzione, nello stesso solco. In particolare è il tema relativamente recente della lotta al “mondialismo” a tenere insieme tutte le sue nuove articolazioni come le vecchie anime. Il termine “mondialismo” potrebbe indurre a fraintendimenti. Ma in realtà niente a che vedere con le analisi sulla globalizzazione. Neanche un lontano parente. Con questo concetto la destra radicale indica infatti una “strategia per il dominio mondiale” perseguita, attraverso il capitalismo, da parte delle “lobbies ebraiche e i circoli sionisti”. Un complotto per “mescolare” e distruggere le “razze”. “Mondialismo” e antisemitismo sono dunque la stessa cosa, inscindibili. Davvero nulla di nuovo sotto il sole.