Morto per l'amianto, risarcimento agli eredi
Il Tribunale civile di Bologna ha condannato Trenitalia al pagamento di
500mila euro alla famiglia di un operaio ammalatosi per aver respirato
le fibre d'amianto di cui erano rivestite le carrozze dei treni.
Bologna, 21 settembre 2006 - Una lunga battaglia legale vede la fine
grazie al pronunciamento del Tribunale civile di Bologna, sezione
esecuzioni mobiliari, che ha disposto l'assegnazione di 500 mila euro,
più gli interessi e le rivalutazioni, agli eredi di M.U. Un operaio
impiegato alle Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie dal '74 al
2000, deceduto a 51 anni nel dicembre 2001 per mesotelioma pleurico per
aver respirato le fibre d'amianto con cui erano rivestite le carrozze
dei treni.
L'uomo aveva lavorato come addetto alla decoibentazione delle carrozze
rivestite di fibre d'amianto.
La battaglia giudiziaria è stata portata avanti dai legali del
lavoratore deceduto, gli avv.Vittorio Casali, Maria Rita Serio e
Michela Giaquinto, per ottenere un risarcimento adeguato per la
famiglia del lavoratore.
Il 18 maggio scorso il Tribunale del Lavoro di Bologna aveva condannato
Trenitalia a risarcire 500.000 euro in favore degli eredi. Di fronte al
mancato pagamento, i legali della famiglia dell'operaio deceduto
avevano *pignorato un conto corrente di un milione di euro aperto da
Trenitalia presso la banca Bnl di Bologna. Ancor prima del deposito
delle motivazioni della sentenza di primo grado, i legali
dell'azienda,* ritenendo eccessivo l'importo stabilito dal giudice,
avevano fatto ricorso in appello e contestualmente avevano presentato
un'istanza di sospensione dell'esecutività della sentenza e quindi del
pignoramento.
Venerdì scorso la Corte d'Appello di Bologna, sezione lavoro, ha
emesso un'ordinanza di rigetto del ricorso di Trenitalia, dando così
il via libera al risarcimento.
Oggi pomeriggio il giudice dell'esecuzione ha definitivamente dato il
via libera al pagamento della somma statuita che, considerando
interessi e rivalutazioni,* sfiora ormai i 700.000 euro.