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Appello contro la Criminalizzazione dei Lavoratori Lavoro e lotte
sociali
Scritto da Lavoratrici e Lavoratori Uniti contro la Criminalizzazione
della Lotta
lunedì 19 marzo 2007
Con invito a mandare adesioni all’indirizzo in calce:
APPELLO A TUTTI I DELEGATI,
A TUTTI GLI OPERAI,
A TUTTI I LAVORATORI,
CONTRO LA NEGAZIONE DEI DIRITTI SINDACALI E DELLA DEMOCRAZIA DEI
LAVORATORI NEI LUOGHI DI LAVORO
Un clima pesante di criminalizzazione, sospetto, espliciti attacchi e
accuse si è abbattuto sul movimento dei lavoratori. I vertici di
CGIL, CISL e UIL hanno lanciato una nuova campagna di “epurazioni”
interne mentre Stato
(attraverso il potere normativo) e padroni restringono sempre
più gli spazi di democrazia per i lavoratori “non allineati” dei
sindacati confederali e per i delegati e le delegate del sindacalismo
di base, togliendo
arbitrariamente deleghe e non rispettando il diritto di assemblea nei
luoghi di lavoro (indette grazie alla concessione discrezionale della
controparte).
Tutto si aggrava perchè si tenta di mettere a tacere le voci
discordanti, espressioni di posizioni e volontà degli operai di
base, legittimamente eletti dai lavoratori mentre, in ultimo, con la
recente “campagna antiterrorismo”, si prendono a pretesto le scelte
scellerate di alcuni per cercare di far pagare tutti ed eliminare il
dissenso verso le posizioni
politiche e sindacali recenti.
Rifiutiamo questa logica che vuole pretestuosamente buttare nel
calderone chi lotta apertamente per il collegamento tra lavoratori
combattivi per la costruzione di una coscienza di classe, unico
strumento valido, insieme alla
lotta e al conflitto nei luoghi di lavoro, per giungere
all’emancipazione della classe operaia e lavoratrice nel suo insieme.
E questa criminalizzazione nei confronti di lavoratori e delegati
sindacali “fuori linea” assume connotati più sinistri proprio di
fronte alla difficoltà attuale delle linee sindacali
concertative di sostenere e giustificare agli occhi della propria base
(I LAVORATORI) questa maggioranza di governo.
Sta di nuovo emergendo la crisi di rappresentanza politica e sindacale:
se il Sindacato non fa il Sindacato, dettano le regole aziende e
padroni. Non a caso siedono regolarmente al tavolo i nominati dalle
sigle, non gli eletti
dai lavoratori mentre si escludono i delegati del sindacalismo di base
e si isolano i delegati confederali “non affidabili”.
Troppo spesso i rappresentanti nominati dalle sigle “dimenticano” il
loro ruolo reale e ricoprono quello di controllori dei lavoratori
all’interno delle organizzazioni aziendali portando avanti i propri
interessi personali anziché contrattare per la generalità
dei lavoratori.
Il momento storico è di piena subalternità culturale e
politica alle filosofie aziendalistiche e funzionarie dei padroni e dei
burocrati sindacali. Tutti i giorni, i dirigenti aziendali e sindacali
sottolineano l’interesse delle imprese cercando di convincerci che sia
anche il nostro, perché l’azienda ci “concede” un salario per
arrancare fino alla fine del
mese.
Così accade che nell’industria si flessibilizzano salari e
orari, si aumentano i ritmi e si diffondono i “licenziamenti
mascherati” delle delocalizzazioni e cessioni ramo d’azienda. Nel
terziario si diffonde la precarietà, l’arbitrio assoluto della
grande distribuzione ed i salari da fame. Nella pubblica
amministrazione si diffondono le esternalizzazioni che favoriscono le
privatizzazioni striscianti dei servizi e introducono la
precarizzazione a “spese del contribuente”. E così via in tutti
i settori di lavoro.
Nel frattempo i salari non riescono a recuperare neanche la minima
parte del potere d’acquisto eroso dal carovita, specialmente con i
continui rinnovi a perdere dei vari CCNL. Ai lavoratori pubblici, ad
esempio, si ventilano i
vincoli di bilancio per non dare aumenti salariali mentre i sindacati
confederali stanno concertando di elargire pochi spiccioli ad alcuni
dando parecchio a sé stessi. Questo istituto (le posizioni
organizzative), nato 7
anni fa con l’intenzione di creare nel pubblico impiego l’area Quadri,
ha formato il ruolo di ulteriori “capi” o “kapò”,
figure-cuscinetto aggiunte sotto i dirigenti con il ruolo di servire i
dirigenti e spremere i lavoratori al loro posto. Aziende pubbliche e
burocrazie sindacali concedono ai funzionari di azienda o sindacali di
sedersi al tavolo per trattare a nome di tutti lavoratori. La pratica
di queste “aristocrazie operaie” (quadri aziendali) ha chiuso gli
ultimi contratti integrativi assegnando nel pubblico impiego a
sé stesse (i quadri sono circa il 10% del personale) in
alcuni Comuni e Province anche l’80% delle risorse economiche destinate
a tutti.
Ma proprio questo clima di concertazione, e di repressione degli
interessi operai e dei lavoratori, fa nascere la volontà e la
necessità dei lavoratori di organizzarsi autonomamente per
difendersi in prima persona dato che i
bisogni dei rappresentati sono sempre più lontani dai loro
rappresentanti.
E’ difficile ormai giustificare persino la semplice presenza nel
Governo della parola “sinistra” di fronte all’ultima Finanziaria,
all’accelerazione dello scippo del TFR, al Memorandum segreto tra
Governo e Sindacati
confederali per l’ennesima contro-riforma delle Pensioni,
all’immobilismo compiacente di fronte alla precarizzazione dilagante
dei rapporti di lavoro (né Legge 30, né Pacchetto Treu,
né le norme su esternalizzazioni e cessioni ramo d’azienda
sembrano essere messe in discussione), agli attacchi sempre più
pesanti ai salari dei lavoratori. Per non parlare del rifinanziamento
delle missioni militari all’estero e della concessione della nuova base
di Vicenza agli USA.
Infatti, su molti temi del programma del Governo “non ci sarà
più discussione” e, tra questi, spicca ora ufficialmente anche
il tema della “riforma” delle Pensioni. Il 6 marzo è stato
siglato un ultimo atto dell’ennesimo furto della liquidazione dei
lavoratori, l’istituzione della previdenza integrativa per i dipendenti
delle Regioni e Sanità.
La logica del profitto delle aziende e delle associazioni padronali
continua a dettare le regole. Nessun “cambio di rotta” o “segnale di
discontinuità” su questo.
Così è deciso. Hanno pagato e pagheranno sempre i
lavoratori e le lavoratrici i costi di questa giostra!
Di fronte a questo strumentale tentativo di criminalizzazione dei
delegati eletti legittimamente dai lavoratori, dalla Fiat Mirafiori ai
vari comparti del pubblico impiego, dalla Marcegaglia a Vodafone,
l’unica risposta è lottare e pensare con la nostra testa, senza
sottostare a diktat e minacce, rendendo visibile la nostra opposizione:
-alle ristrutturazioni padronali
-alle politiche dei sacrifici indipendentemente dal colore del governo
che ce le impone.
Per questi motivi saremo ancora nei prossimi mesi in prima fila nelle
assemblee, negli scioperi e nelle piazze a gridare il nostro rifiuto:
-allo scippo del TFR
-alla controriforma delle Pensioni
-alla precarietà del lavoro
-ai contratti-bidone firmati sulle spalle dei lavoratori
Solo rimettendo al centro questa volontà di lotta, senza
delegare a nessuno la difesa dei nostri interessi, possiamo cambiare
“segno” alla crisi, ricominciare ad invertire i rapporti di forza coi
padroni e coi loro governi e contrastare qualsiasi tentazione
avventurista all’interno del movimento operaio.
SOLO LA LOTTA PAGA
UNITI SI VINCE
Elena Cinzia Bega - Rsu Fiom-Cgil Siemens, Bicocca (Mi);
Massimiliano Murgo - Rsu Fiom-Cgil Marcegaglia Building, Sesto San
Giovanni (Mi);
Fabio Zerbini - Rsa Cub Genia, San Giuliano Milanese (Mi);
Gioacchino Indelicato - Rsa Flmu-Cub MRG, Gozzano (No);
Luca Bellardone - Cooperativa Sociale Elios (No);
Edoardo Scaranello - Racca Impianti, Cavallermaggiore (No);
Catia Galassi - RdB-CUB Pubblico Impiego (No);
Vincenzo Caliendo - Cobas Carrozzerie Fiat Mirafiori (To);
Roberto Bretto - Fiom-Cgil FIAT Mirafiori (To);
Raffaele Argenta - Fiom-Cgil FIAT Mirafiori (To);
Roberto Santona - Fiom-Cgil FIAT Mirafiori (To);
Giusy Alì - Provincia di Torino (To);
Riccardo De Angelis - Rsu Flmu-Cub Telecom (Roma);
Andrea Fioretti - Flmu-Cub Gruppo Sirti (Roma);
Francesco Fumarola - Flmu-Cub Atesia (Roma);
Giuliano Micheli - Cub Trasporti Alitalia (Roma);
Federico Giusti - RSU Cobas Comune di Pisa (Pi);
Luigi Izzo - Cantieri Navali Megaride, (Na);
Dario Calzavara - Fiom-Cgil Alenia Breda, Pomigliano (Na);
Peppe Iannaccone - Fiom-Cgil Alfa Romeo Avio, Pomigliano (Na);
Antonio Pelilli - RSU Fp-Cgil Comune di Pozzuoli (Na);
Sindacato Lavoratori in Lotta (Na);
Giorgio Riboldi - AL-Cobas CUB Regione Lombardia (Mi);
Fabrizio Portaluri - Pirelli, Bollate (Mi);
Alberto Pantaloni - E-Care, Cesano Boscone (Mi);
Graziella Buonvicino - ex Team Promotion (Mi);
Remo Giannotta - Fiom-Cgil Ideal Standard, Gozzano (NO);
Fabio Bovi - RSU Fiom-Cgil Collegno (To);
Silvestro Schena - RSU Fiom-Cgil OM C.E., Lainate (Mi);
Giuliana Cupi - dipendente della Provincia di Torino (To);
Dante Bedini - insegnante membro del direttivo provinciale Flc-Cgil
(Tv).
Per adesioni:
stopcriminalizzazione@yahoo.it