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sindacali
Estratto della sentenza del Tribunale
del lavoro di Firenze del 28.06.07 nel
ricorso presentato dal Delegato RSU
COBAS Massimo Geri contro il
provvedimento di sospensione dal
lavoro per 6 mesi con riduzione del 50%
dello stipendio, comminatogli
dall'A.O. di Careggi per avere denunciato alla
stampa un caso di "ordinaria"
malasanità:
".
P.Q.M.
Sospende la sanzione disciplinare inflitta con provvedimento
sanzionatorio
del 14/5/07; ordina all'azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi di
comunicare il presente provvedimento ai soggetti destinatari della
comunicazione aziendale del 23.5.07; ordina alla convenuta la
cancellazione
dalla memoria difensiva delle frasi contenute a pag. 12 laddove si dice
"contrario ad ogni morale" e a pag. 18 laddove si dice "in
maniera
decisamente amorale"
La sentenza del Tribunale del Lavoro di Firenze sul ricorso presentato
da
Massimo Geri, Delegato RSU del Cobas Sanità AOU Careggi, fa
giustizia contro
il provvedimento disciplinare che gli era stato inflitto per aver
denunciato
alla stampa fiorentina che un malato terminale era stato "parcheggiato"
su
una barella, per tutta una notte, nel corridoio del reparto, per
mancanza di
letti, con tutte le difficoltà a prestare adeguata assistenza.
Questa
sentenza ridimensiona le velleità autoritarie dell'AOU
Careggi, impedendo
così di celare le vergogne del sistema sanitario toscano, che il
centro
sinistra continua a propagandare come modello di eccellenza.
Non sappiamo se tale sentenza metterà la parola fine a questa
brutta
vicenda, perché esiste ancora la possibilità del
ricorso, ma, dal punto di
vista del diritto, rappresenta un importante pronunciamento: il
lavoratore
NON HA L'OBBLIGO DI ESSERE COMPLICE, di voltarsi dall'altra parte
quando il
diritto all'assistenza viene messo in discussione dalle politiche
aziendaliste, dalle logiche efficientiste sulla salute e sulla pelle dei
malati, che obbligano al taglio dei posti letto.
Rappresenta anche il diritto per i Delegati RSU che operano nelle
strutture
sanitarie di non essere relegati al mero ruolo di notabili
dell'applicazione
del contratto, come invece hanno fatto quei sindacati (CGIL-CISL-UIL e
persino RdB) che si sono schierati con l'Azienda contro la denuncia
fatta da
Massimo Geri isolandolo (al punto che l'azienda ha esibito il volantino
da
loro firmato in Tribunale come prova della inattendibilità del
delegato
COBAS); sancisce il diritto di lottare per un'assistenza fatta di
rispetto
e di umanità verso i pazienti. Noi troviamo infatti che sia
contrario ad
ogni morale "parcheggiare" un malato terminale su una barella e per
questo
non lo accetteremo MAI.
La partita non è ancora chiusa dicevamo ma la violenza
dell'attacco che
abbiamo subito come Delegati e come COBAS ci lascia intendere che, in
vista
delle elezioni RSU in autunno, non mancheranno certo altre lezioni di
"democrazia" da questo centro-sinistra sempre più decisionista e
autoritario.
La posta in gioco è alta e quella che viene chiamata
"razionalizzazione dei
servizi" risponde ad una logica di mercificazione della salute e dei
nuovi
"supermercati" ospedalieri. Noi abbiamo un'altra idea di sanità,
che sappia
garantire realmente il diritto alla salute, abbattendo i veri sprechi
senza
impedire un'assistenza a misura di uomo e donna liberi nell'accesso. La
lotta, dunque, continua..
COBAS Sanità Università e Ricerca