Partito
dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
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Direzione Nazionale
Comunicato DN del 08 dicembre 2007
Strage alla Thissen-Krupp
di Torino, ancora operai uccisi per salvaguardare i profitti e lo
sfarzo di industriali, affaristi, banchieri e politici borghesi di
destra e di sinistra.
Mentre tutta la “buona” borghesia, il Presidente della Repubblica, i
ministri del circo Prodi ed esponenti politici borghesi di ogni colore
festeggiano e banchettano alla prima della Scala, a Torino si è
consumata l’ennesima strage sul lavoro: 4 operai morti e altri 5
gravemente feriti alle acciaierie Thyssen-Krupp, una fabbrica in
dismissione con l’accordo e il beneplacito dei sindacati di regime
CGIL-CISL-UIL. Nella stessa fabbrica, alcuni anni fa, ci sono stati
gravi incidenti e infortuni per il mancato rispetto delle più
elementari norme di sicurezza, ma nessuno ha pagato. Anzi di processo
in processo i padroni se lo sono cavata bellamente (ricorsi, amnistia,
prescrizione, ecc.).
La
strage di Torino è anche il frutto degli accordi al ribasso
fatti dai sindacati di regime e accettati dai lavoratori senza una
lotta adeguata. Ai lavoratori non porta che miseria e morte accettare
la politica di sindacati che invece di difendere gli interessi e i
diritti dei lavoratori, si fanno promotori e sostenitori degli
interessi dei padroni e del loro sistema capitalista, quelli che loro
chiamano “interessi del Paese”.
La
strage di Torino dimostra che non è un problema di leggi e norme
(in Italia le leggi sulla sicurezza sul lavoro esistono da 60 anni) ma
che i padroni e tutta la borghesia sono al di sopra e al di fuori di
qualunque legge. Le leggi e gli apparati repressivi servono
principalmente per controllare, ricattare e reprimere le masse
popolari, gli immigrati, i poveri e in particolare quanti lottano
contro il barbarico sistema capitalista (in primo luogo i comunisti e
gli altri anticapitalisti che organizzano e spronano i loro compagni
alla lotta). I padroni e i borghesi possono stare tranquilli; qualunque
governo borghese, di destra e sinistra che sia, assicurerà loro
impunità e protezione. Non risulta che qualche grande
capitalista si è mai fatto qualche mese di carcere per gli
omicidi e le stragi che ha commesso nelle sue Aziende, al massimo ha
lasciato incappare nella rete qualche suo dirigente di basso livello
(compensato lautamente per la sua fedeltà e per il temporaneo
fastidio).
La
strage di Torino ha dimostrato ancora una volta l’ipocrisia e la
sfacciataggine del governo Prodi-D’Alema-Bertinotti, dei suoi compari
Epifani, Angeletti, Bonanni e dei suoi ministri ex sindacalisti Damiano
e Ferrero. Non solo non hanno fatto nulla in questi anni contro le
decine di omicidi e invalidi sul lavoro che ogni giorno avvengono nel
nostro Paese, contro la precarietà, il ricatto e lo sfruttamento
senza limite dei lavoratori, ma non hanno neanche osato chiedere di
annullare il vergognoso spettacolo della Scala e del grandioso
banchetto per politici, emiri, industriali e banchieri, preparato con i
nostri soldi. La massima celebrazione dello sfarzo e
dell’immoralità della classe politica e affaristica che governa
il nostro Paese deve andare avanti, basta solo fare un minuto di
silenzio.
Ma
anche la combriccola più “agguerrita” della sinistra borghese
(PRC, PdCI, Verdi e Sinistra Democratica) aveva altro da fare, non
poteva distogliere lo sguardo da impegni importanti come il loro
congresso di fondazione della “sinistra arcobaleno”, la nuova
formazione politica con la quale cercano di assicurare le posizioni di
potere e di rendita conquistate in questi anni e ricavare qualche
vantaggio dallo spostamento nel campo della destra borghese dei DS con
il PD. Per la lotta e per lo sciopero c’è tempo!
I
lavoratori e le masse popolari non possono aspettarsi niente di buono
da queste aggregazioni politiche perché non hanno nessun
progetto alternativo di società, perché non arrivano
minimamente a pensare un ordine economico e sociale che non sia il
capitalismo (che in sintesi significa massimo sfruttamento della forza
lavoro per ricavare maggiore profitto per i capitalisti). La sinistra
borghese al massimo si limita alla lamentela e alla denuncia dei “mali
del capitalismo”, ma non propone e tanto meno organizza la lotta per
costruire una nuova società fondata sugli interessi generali
delle masse e diretta e gestita dai lavoratori. Una società in
cui tutto il potere è nelle mani dei collettivi dei lavoratori
aziendali e territoriali che eleggono i loro rappresentanti negli
organismi regionali e nazionali di governo.
La
strage di Torino e i quotidiani morti e invalidi sul lavoro dimostrano
ancora una volta che il sistema capitalista è il sistema che
produce una vita di stenti, miseria e morte per i lavoratori e le masse
popolari (la stragrande maggioranza della popolazione) e serve a
mantenere una casta di ricchi e straricchi che gozzovigliano sulla
nostra pelle.
Anche
questa strage e il lutto che ha colpito la nostra classe, i nostri
compagni di classe, ci devono spronare ad impegnarci a lottare con
più determinazione per la difesa e l’ampliamento dei nostri
diritti e conquiste, per costringere la borghesia, il suo governo e i
suoi apparati a dare soddisfazione alla nostre sacrosante
rivendicazioni. In questa lotta risalterà concretamente
l’incompatibilità e l’inconciliabilità degli interessi
tra padroni e borghesi, da una parte, e lavoratori e masse popolari,
dall’altra. Queste battaglie si trasformano in una scuola di comunismo
se leghiamo ogni lotta particolare alla più generale lotta che
conduciamo per la costruzione di un nuovo ordinamento economico e
sociale: il socialismo.
Il
Partito dei CARC esprime la propria vicinanza e solidarietà alle
famiglie e ai compagni di lavoro dei lavoratori caduti e feriti e si
impegna a sostenere ogni lotta in difesa dei loro diritti e per far
pagare il prezzo più alto possibile ai criminali che hanno
perpetrato questa strage. Solo la lotta può impedire e ridurre
l’abbrutimento, i crimini e il degrado dell’attuale società. Non
c’è nulla di fatale in quello che accade nelle fabbriche e nella
società. Le stragi, lo sfruttamento e la miseria sono il
risultato del regime capitalista! Fare dell’Italia un nuovo paese
socialista è la strada per farla finita con questa barbarica
società.
Contro
il programma comune della borghesia che concretamente
per i lavoratori significa sfruttamento, miseria e morte: lottare per
difendere ed estendere i diritti di lavoratori e pensionati e unire
questa mobilitazione particolare alla lotta per fare dell’Italia un
nuovo paese socialista!