NON E’ CHE L’INIZIO!
11 REGIONI SU 13 AL CENTRO-SINISTRA

 L’estendersi delle lotte e del rifiuto delle politiche moderate, liberiste e anti-popolari di Berlusconi e dei governatori delle regioni a guida centro-destra, cominciano a produrre i primi risultati positivi sul piano istituzionale.
I risultati elettorali dimostrano che il popolo italiano non ne può più delle politiche della destra berlusconiana che in questi anni hanno prodotto un peggioramento delle condizioni di vita, una diminuzione progressiva dei salari reali e delle pensioni ed un impoverimento generalizzato di tutti i ceti sociali. Solo la grande borghesia (i ricchi) hanno tratto vantaggio dalle politiche fiscali dell’inquisito e pregiudicato Berlusconi e dei suoi complici di governo.
In Lombardia il centro-destra prevale ancora, grazie anche a gravi insufficienze politiche e organizzative dell’Unione. La conferma del presidente uscente é soprattutto il risultato di una politica moderata, insufficiente, sbagliata, grigia e burocratica della dirigenza del centro-sinistra, tutta giocata sul moderatismo e sull’ambiguità. Infatti molta “gente” non capiva perché e per chi avrebbe dovuto votare per poter sconfiggere le politiche moderate e liberiste del presidente uscente.
Il gruppo dirigente del centro-sinistra lombardo (DS e PRC in testa) é responsabile della sconfitta in questa regione. Ha scelto di svolgere una campagna in sordina, senza dare un sufficiente appoggio al candidato scelto con criteri a dir poco “suicidi”, quindi deve essere mandato a casa, in quanto incapace, inadeguato e staccato dai bisogni e dalle realtà delle classi lavoratrici.
IN LOMBARDIA QUELLA DELL’UNIONE E’ STATA UNA CAMPAGNA MODERATA E POLITICAMENTE GRIGIA NELL’INIZIATIVA.
Il candidato scelto, pur essendo una persona rispettabile, era sostanzialmente sconosciuto e nulla é stato fatto per farlo conoscere e soprattutto per far conoscere la posizione politica da parte dei partiti che avrebbero dovuto sostenerlo.
Il gruppo dirigente di centro-sinistra lombardo non ha voluto caratterizzare a sinistra la campagna elettorale, come ad esempio si é fatto in Lazio e Puglia, preferendo il politicismo verticistico e burocratico. Questo gruppo dirigente non ha ancora capito (o finge di non capire) che in Lombardia, come del resto in tutto il paese, non si deve perseguire una politica moderata, ma al contrario si devono proporre politiche progressiste in grado di riottenere il consenso di migliaia e migliaia di persone di sinistra che in questi anni si sono astenute in mancanza di un referente politico in cui riconoscersi.
Ora si apre una nuova e difficile fase per i lavoratori, i pensionati, i disoccupati, i precari e gli studenti. Le politiche della destra non si battono solo con le elezioni e con la delega ad altri ogni cinque anni, ma con l’intensificazione e l’organizzazione delle lotte per sconfiggere definitivamente le politiche moderate, di destra, liberiste ed anti-operaie che prevalgono in tutto il panorama politico del nostro paese. In sintesi, occorre “usare” le istituzioni come cassa di risonanza delle rivendicazioni e delle lotte delle classi subalterne.
Senza una dialettica fra i due momenti, prevarranno sempre le politiche e gli interessi della borghesia, rappresentata sia negli schieramenti di centro-destra che in quelli di centro-sinistra.
Per cacciare Berlusconi alle prossime elezioni politiche non basterà il voto, ma occorrerà che si arrivi a quella scadenza con in atto una forte mobilitazione delle classi lavoratrici e con la presenza, almeno in embrione, di un soggetto politico-organizzativo indipendente che rappresenti interessi, bisogni e rivendicazioni delle classi lavoratrici.
E’ necessario lavorare per promuovere la partecipazione dei lavoratori alla vita democratica, per non lasciare in mano la battaglia politica ai “professionisti”, ai politicanti e ai grigi burocrati.
Per segnare un inizio di un vero cambiamento non é sufficiente un’affermazione elettorale, ma occorre una svolta radicale nel modo di far politica e dar voce agli interessi delle classi sfruttate.

Per il direttivo nazionale
Associazione L’altra Lombardia – SU LA TESTA
Giorgio Riboldi
Milano, 4 aprile 2005