I MERCENARI DEI DIRITTI UMANI
di Attilio Folliero, LPG, Caracas, 22/09/2008. Attualizzato il
23/09/2008
In giro ci sono veri e propri mercenari che si dedicano alla difesa
dei diritti umani. E’ il caso dell’organizzazione Human Rights Watch
con sede a Washington. Il direttore per le Americhe di questa ONG
è il cileno José Miguel Vivanco. Puntualmente, ogni anno,
il signor Vivanco si reca in Venezuela per presentare il solito informe
sulla violazione dei diritti umani che qui - secondo HRW - si
starebbero consumando.
Violazione della libertà di stampa; canali di televisione chiusi
dal regime; persecuzioni; decine di prigionieri politici;
violazione della libertà sindícale; migliaia di
lavoratori, oppositori del regime, licenziati; tutti i poteri
accentrati nelle mani del dittatore! Questo il Venezuela per Human
Rights Watch. Ogni anno centinaia di pagine sulla violazione dei
diritti umani in Venezuela; quest’anno, in occasione del decimo
anniversario della Rivoluzione Bolivariana, HRW
dedica un voluminoso documento di 273 pagine, intitolato “Dieci anni di
Chávez”. (Il documento puó essere letto in inglese o
spagnolo).
Curioso, però il fatto che ogni anno, questo personaggio vada a
Caracas a presentare il suo documento, davanti a centinaia di organi di
informazione e televisisoni che poi ripetono pappagallescamente quanto
riferisce!
Quest’anno, però c’è stato un imprevisto: il giorno dopo
la
presentazione del suo ennesimo documento sulla violazione dei diritti
umani in Venezuela, il “regime” di Hugo Chávez, si è
deciso ad espellerlo dal paese per violazione della legge del visto
d’ingresso.
Qualsiasi straniero che entra in un qualsiasi paese del mondo con visto
turistico, qual’era il caso di Vivanco in Venezuela, non puó
esercitare ne’ attivita lavorativa, ne’ tanto meno politica e
diffamatoria ai danni del paese che lo ospita. Questa la otivazione
alla base dell’espulsione di Vivanco. L’espulsione è avvenuta,
sotto gli occhi delle telecamere, in modo del tutto civile; i
funzionari incaricati di accompagnarlo all’aereoporto hanno concesso a
Vivanco tutto il tempo necesario per riordinare le sue cose.
http://www.youtube.com/watch?v=9h1-moEh-i8&e
L'espulsione di Vivanco dal Venezuela (in spagnolo)
Ovviamente, dopo l’espulsione, Vivanco ha esternato nuovamente contro
il Venezuela attraverso i principali media del mondo (CNN in primis):
la sua espulsione sarebbe una ulteriore conferma della violazione dei
diritti umani in Venezuela!
La ONG Human Rights Watch
Il famoso giornalista venezolano, Alberto Nolia, nella sua nota
trasmissione di VTV “Los papeles de mandinga” ha vincolato il Vivanco
con il golpe fascista di Pinochet e lo ha definido “mercenario” dei
diritti umani, per essere la sua organizzazione finanziata dalla CIA e
dal Dipartimento di Stato USA. E’ certo che il popolo venezuelano da
Vivanco e dalla sua organizzazione sta ancora aspettando un
pronunciamento sul colpo di stato fascista avvenuto nell’aprile del
2002.
Questa organizzazione con sede a Washington specializzata nella difesa
dei diritti umani in realtà non fa altro che “costruire”
espedienti
propagandistici contro i governi che non godono la fiducia del suo
finanziatore (il governo USA).
In tutto il mondo, quotidianamente vengono violati i diritti umani di
centinaia, migliaia, milioni di persone inermi, ma questa
organizzazione nulla dice o dice molto poco! Nulla dice delle
violazioni nella base Usa di Guantánamo, nulla ha detto e nulla
dice delle violazioni operate dai soldati delle varie forze di pace in
Iraq, Afganistán, Yugoslavia … Unicamente è impegnata a
costruire “violazioni” nei Paesi considerati nemici del governo USA!
Hugo Chavez è per gli USA una vera minaccia, soprattutto negli
ultimi tempi.
Il problema non è legato solamente al controllo delle matierie
prime di cui il Vnezuela è ricco, ma anche alle politiche
integrazioniste portate avanti da Hugo Chavez in America Latina.
Il controllo delle materia prime
Fino all’avvento di Hugo Chavez l’ingente ricchezza petrolifera e di
tutte le principali materia prime di cui è ricchissimo il suolo
venezuelano erano completamente nelle mani dell’oligarchia locale, che
faceta capo alle multinazionali. In sostanza l’enorme richhezza del
Venezuela beneficiava le compagnie straniere e l’oligarchia
venezuelana. L’80% della popolazione venezuelana viveva nella
più completa miseria. In particolare per la principale risorsa,
il petrolio, nazionalizzato fin dal 1976 c’era un piano per
privatizzarlo e consegnarlo alle multinazionali. L’industria
petrolifera nazionale fu ridotta a pezzi ed il prezzo del petrolio
venezuelano era sceso a 7dollari il barile. Non solo: non era neppure
di conoscimento pubblico (era secretamente conosciuto solamente dalle
grande multinazionali) che la riserva petrolifera venezuelana certa ed
utilizzabile era la più ricca del mondo, con oltre 300.000
milioni di barili stimati. Ovviamente le multinazionali se ne
guardavano bene dal rivelare la esatta ricchezza petrolifera esistente
in Venezuela, anzi hanno sempre
e solo parlato di petrolio di pessima qualità, di petrolio
pesante.
Solo con l’avvento di Chávez è diventata di dominio
pubblico l’esatta quantità di petrolio esistente in Venezuela:
oltre 300.000 milioni di barili estraibili ed un altro lago di petrolio
ammontante ad oltre 1.000.000 di milioni di barili (avete letto bene:
un milione di milioni di barili) al momento non estraibili in quantola
tecnologia umana attuale non è in grado di arrivare a certe
profondità.
La politica energetica del governo di Hugo Chávez ha condotto lo
stato a riprendere totalmente il controllo dell’indiustria petrolifera,
i cui ingenti proventi vengono utilizzati per finanziare programmi
sociali. inoltre, attraverso i contatti con i pricipali paesi
produttori dell’OPEC ha ridato importanza a questa organizzazione ormai
in fase di smanetellamento.
Ovviamente gli USA e le multinazionali petrolifere che contavano con la
principale riserva petrolifera del mondo a costi bassissimi, sono state
le principali vittime di questa politica, ragione sufficiente, ma non
unica per cercare di far fuori Hugo Chávez.
L’integrazione latinoamericana
Gli Stati Uniti, in virtú del proprio capitalismo e del
consumismo sfrenato, hanno totalmente consumato le ingenti
quantità di materia prime di cui era ricco il proprio
territorio, mettendo poi gli occhi sulle materia prime dell’America
Latina.
L’America Latina è diventato per gli USA il retroterra per
rifocillarsi a prezzi bassissimi delle materia prime; ma è anche
il
principale mercato di sbocco delle proprie merci. Ancora oggi, per fare
un esempio, i negozi venezuelani (ma anche di tutti gli altri Paesi
dell’America Latina) sono ricchi di merci “made in Usa”. Riassumendo,
in una frase, l’America Latina è “el patio trasero de los
estados Unidos”.
Con l’avvento di Hugo Chávez in Venezuela, gli Usa non solo
perdono il controllo delle materie prime venezuelane, ma in
virtù della politica di Chávez iniziano ad essere
spiazzati da tutta la regione. Le sue politiche integrazioniste
finiscono per influenzare gli altri paesi, in molti dei quali arrivano
al governo uomini vicini alle sue idee, come in Bolivia, Ecuador,
Nicarugua, Paraguay, Argentina.
La politica integrazionista sta portando all’unificazione dell’America
Latina; ovvero il sogno di Bolivar di una Patria Grande dal Messico
alla Terra del Fuoco. La strada è ancora lunga, però in
questi dieci anni di Governo di Hugo Chávez sono stati fatti
notevoli passi avanti: UNASUR (Unione degli Stati del Sud) è una
realtà; cosi come pure il Banco del Sur e tante altre istizioni
che vanno esattamente nella direzione dell’integrazione (l’ALBA,
Telesur, Petrocaribe, Universidad del sur, il grande oleodotto che
porterà gas a tutta l’America Latina
ecc…).
Man mano che si procede con l’integrazione, perde importanza il
predominio USA. Materialmente l’integrazione significa che i Paesi del
sud avranno sempre meno bisogno degli USA ed intercambieranno fra di
loro i beni e servizi di cui necessitano.
Tra l’altro cessa anche l’influenza del dollaro e probabilemnte questo
è il principale problema degli USA. Tutta l’economia USA si basa
sullo strapotere del dollaro, moneta utilizzata internazionalmente
nelle transazioni commerciali, in particolare per l’interscambio delle
materie energetiche e del petrolio. Il possibile abbandono del dollaro,
come moneta di riferimento per gli scambi commerciali mondiali,
costrinegerà i vari Paesi del mondo a riconvertire le proprie
riserve di dollari in un’altra moneta, che potrebbe essere l’euro, il
rublo, lo yen, l’oro o qiualsiasi altra moneta o un paniere di monete.
L’abbandono del dollaro, significherà il tracollo dell’economia
USA. Per approfondimenti sul tema vedasi “Il dollaro, l’euro, il
petrolio e l’invasione nordamericana”.
Con la nascita del Banco del Sur, la politica di Chávez e degli
altri governanti latinoamericani è diretta anche a diventare
“padróni” delle prorie ingenti riserve. Il Venezuela, al 18
settembre 2008 ha una riserva valutaria di 39.196 milioni di dollari,
mentre la riserva totale dell’America Latina e Caraibiascende a circa
300.000 milioni di
dollari. Questa enorme quantità di denaro attualmente è
depositata
nelle grandi banche dei nord america. Tra gli obiettivi del Banco del
Sur c’è quello di riportare questi soldi in America Latina al
fin di
utilizzarli per finanziare progetti di natura sociale.
Spesso accade che i Paesi dell’America Latina sono costretti a
chiedere prestiti alle banche del nord ad interessi che son il doppio
o il triplo di quanto ricevono per i propri depositi. Chávez in
particolare in questi ultimi anni ha premuto per la nascita del Banco
del Sur, ed oggi che tale entità è una realtà, sta
premendo per
riportare a casa i soldi dell’America Latina. Tra l’altro con la crisi
del sistema finanziario USA, c’è il rischio che questi soldi
vadano in
parte persi.
Togliere dalle banche USA, una tale quantità di denaro,
rappresenta un ulteriore duro colpo alla già critica situazione
economica di questo paese. Di questo Hugo Chávez ne ha parlato
anche recentemente.
Video
http://www.youtube.com/watch?v=Ao2LnIwCdVk&e
Hugo Chávez parla del Banco del Sur in Aló Presidente del
21/09/2008 (in spagnolo)Si comprende dunque, che le politiche proposte
da Hugo Chavez in beneficio della regione latinoamericana danneggiano
fortemente gli interessi economici degli USA. Di qua la
necessità, per gli USA, di sbarazzarsi di Chávez.
Fare fuori Hugo Chávez
Per farlo fuori gli USA hanno fatto ricorso a tutti i mezzi possibili:
colpi di stato, tentativo di omicidio (su tutti proponiamo uno dei
tanti, denunciato da Rebellion), sabotaggio economico ecc…. Ovviamente
per farlo fuori avevano bisogno di creare un clima internazionale
avverso a Chávez. In questi anni la politica comunicazionale dei
grande media mondiali, nelle mani di poche famiglie capitaliste, ha
avuto il compito di presentare il presidente venezuelano, il principale
artefice delle politiche integrazioniste in America Latina, come un
dittatore ed il suo paese, il Venezuela, lo Stato dove sistematicamente
si violano i diritti umani.
A tale scopo ci si è serviti anche dei mercenari dei diritti
umani,
delle ONG come Human Rights Watch e dei burattini di turno, come il
cileno José Miguel Vivanco, che ogni anno preparano appositi
voluminosi documenti sulla violazione dei diritti umani in Venezuela.
I supposti diritti violati in venezuela
Hugo Chávez un dittatore? E’ una strana dittatura quella
venezuelana, dove si svolgono elezioni a qualsiasi livello e in alcuni
casi le proposte di Hugo Chávez vengono anche rigettate dal
popolo. Già parlare di dittatura in un paese dove avvengono
elezioni è assurdo, se poi “il dittatore” le perde pure, diventa
una ridicolaggine.
Hugo Chávez è un presidente eletto democraticamente, la
prima volta nel dicembre 1998 ed insediatosi al governo nel febbraio
1999. Dopo l’approvazione della nuova costiztuzione del paese ha deciso
di rimettere il mandato e di sottoporsi ad elezione in base alle nuove
norme. La nuova Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela
prevede l’elezione del presidente per 6 anni e la posibilità di
essere rieletto una sola volta. Tra l’altro, tra le pochissime
costituzioni al mondo, prevede, a metà del mandato
presidenziale, la possibilità di indire un referéndum
revocatorio; tale possibilità è prevista per tutte le
cariche di natura elettiva.
Dunque, eletto nel 2000, sulla base della nuova costituzione, è
stato riconfermato nel dicembre del 2006; nell’agosto del 2004 è
stato sottoposto al referéndum revocatorio, proposto dalle
opposizioni, uscendone indenne.
Chávez è il presidente costituzionale del Venezuela
eletto sempre con non meno del 60/65% dei voti, quindi con una grossa
maggioranza e sempre il doppio dei voti rispetto al più
immediato avversario di turno.
Tutti i poteri accentrati in una sola persona? Altra grande
falsità
contenuta proprio nell’ultimo informe di Vivanco. In Venezuela esiste
la divisione dei poteri ed ognuno è autonomo ed indipendente.
Chávez non solo non controlla gli altri poteri, ad esempio il
giudiziario, ma proprio quest’ultimo sta svolgendo una politica
ostruzionistica al governo; basta pensare all’impunità esistente
in questo paese: si può fare un colpo di stato, si può
vilipendiare il presidente, si può assalire una ambasciata, si
può chiudere arbitrariamente la televisione dello Stato, si
può ammazzare il giudice che conduce le indagini sul golpe ... e
nessuno o pochi finiscono in carcere, pur vivendo molti di questi
reati, commessi dall’opposizione, sotto gli
occhi delle telecamere! Come mai la magistratura non attua?
Basta ascoltare quotidianamente su VTV, la trasmissione “Los papeles de
mandinga” di Alberto Noliaper rendersi conto di quanto il potere
giuduziario avversi il governo. Non solo: l’evasione fiscale è
un crimine, in Venezuela, come in tutti paesi del mondo. Proprio
recentemente, Alberto Nolia ha denunziatol’evasione fiscale milionaria
da parte di alcuni squallidi personaggi dell’opposizione. In Venezuela
si arriva al paradosso che si permette evadere le tasse ai riccaccioni
di questo paese. Dove sono le autorità? E Chávez
controllerebbe tutti i poteri?
Video
http://www.youtube.com/watch?v=SRUDojAlBcU&e
Alberto Nolia denuncia l’evasione fiscale di Zuloaga e Ravell (in
spagnolo)Ma l’accusa che Chávez controllerebbe tutti i poteri
cade da sola, semplicemente ricordando che lo stesso Hugo Chávez
aveva proposto una riforma della Costituzione ed il referendum
sovoltosi nel dicembre del 2007 non è passato. Se controllasse
veramente gli altri poteri (in questo caso il Tribunale Supremo,
l’equivalente della Corte Costituzionale italiana ed il Consiglio
Elettorale, non avrebbe certo “perso” un referéndum su cui aveva
puntato molto.
Le Leggi abilitanti un esempio di despotismo. Tante accuse sono
piovute sul mandatario venezuelano per via delle Leggi bilitanti,
ossia la possibilità di legiferare (competenza spettante in via
di
principio al Parlamento). Tale podestà innanzitutto è
limitata nel
tempo, riguarda solo determinate materie e comunque ogni legge emanata
dal Presidente deve trovare l’approvazione del Parlamento. Non sono
altro che i Decreti Legge esistenti in Italia.
Le altre accuse sono sempre le stesse da 6/7 anni a questa parte, come
la violazione dei diritti sindacali. Grande falsità riferita al
licenziamento dei circa 18.000 lavoratori dell’impresa petrolifera. I
18.000 lavoratori, quasi esclusivamente dirigenti ed alti funzionari,
non sono stati licenziati, ma semplicemente hanno abbandonato il
proprio posto durante il sabotaggio petrolifero attuato dal 2 dicembre
2002 al 2 febbraio 2003. In quei due mesi, proprio per l’abbandono ed
il sabotaggio di questi dirigenti, la produzione petrolifera
venezuelana scese dai 2,5 milioni di barili giornalieri a praticamente
zero, provocando al paese un danno economico enorme, valutabile in
decine di miglia di milioni di dollari.
Così come la violazione della liberta di stampa e di opinione,
la
chiusura di canali televisivi e medio informativi. Tutto falso. Il
riferimento è sempre e solo a RCTV, televisione che non è
mai stata chiusa ed infatti continua regolarmente a trasmettere. Lo
Stato venezuelano ha semplicemnte deciso di non rinnovare il contratto
che prevedeva l’assegnazione delle frequenze a questa televisione, la
quale continua a trasmettere via cavo. Lo Stato venezuelano, cosi come
lo Stato italiano o qualiasi altro Stato del mondo, può decidere
liberamente di asegnare le frequenze.
Nulla vieta che lo Stato italiano, allo scadere del contratto con
Mediaset (ad esempio), possa decidere di non rinnovare il contratto ad
una o a tutte e tre le televisioni appartenenti a questo gruppo.
Può accadere e sicuramente nessuno in Italia si sognerebbe di
gridare alla dittatura.
Nessun canale, nssun organo di informazione è stato mai chiuso
in
Venezuela. Aggiungiamo, malgrado i gravissimi e ripetuti reati
commessi da questi organi, tra l’altro il vilipendio al Capo dello
Stato, nessun responsabile di canale o giornalista è mai stato
sottoposto a giudizio da parte di qualche giudice. La giustizia
venezuelana, sotto questo punto di vista è veramente vergognosa.
In Italia un comico per qualche batuta sul papa viene subito
incrimninato di Vilipendio. E’ il caso di Sabina Guzzanti. In Venezuela
mai nessun giudice si è sognato di incriminare dei giornalisti
per vilipendio!
Violazione delle libertà religiose? Tutte le religioni sono
libere ed ammese. Nessuna religione viene proibita in Venezuela.
Girando per Caracas, qualsaisi persona può rendersi conto di
quanti predicatori esercitano liberamente in mezzo alle strade, nelle
piazze. Chávez, fervente cattolico, che spesso appare in TV
mostrando la croce, non ha mai proibito alcuna pratica religiosa. Anzi
- e chiunque visita il Venezuela può comprovarlo - le mess,
praticamente quasi tutte le messe cattoliche finiscono per essere
sermoni contro il governo. E’ veramente assurdo il modo in cui attua la
Chiesa Cattolica venezuelana, che trasforma la messa in comizi politici
contro il
Governo.
Nixon Moreno e gli altri presunti perseguitati e prigionieri politici
del regime? L’opposizione venezuelana ha un sito web
(www.venezuelavigilante.com ) dove propone l’elenco dei proigionieri
politici! Niente di più falso: nessuno di questi può
essere considerato un prigioniero politico. Si tratta di delinquenti e
presunti delinquenti, sottoposti a giudizio per gravissimi reati. Per
esempio, Henry Vivas o Ivan Simonovis, tra i pochissimi responsabili
del golpe finiti in carcere, stanno scontando delle pene per il reato
di omicidio: sono i responsabili delle decine di vittime durante il
Golpe del 2002.
Tutti quelli indicati in questo sito sono accusati di reati
gravissimi. In quanto a Nixon Moreno, povero studente di opposizione
perseguitato dal regime e sepolto vivo nella nunziatura apostolica
(come lo presenta La Stampa) è ricercato dalla giustizia
venezuelana per gravissimi reati comuni (tentado omicio e stupro, tra
gli altri).
Vivanco, il mercenario dei diritti umani
Vivanco, dunque è a buon ragione da considerarsi un mercenario
dei diritti umani. Nulla dice circa le vere violazioni dei diritti
umani dove veramente avvengono, per esempio in USA a Guantánamo
e “costruisce” le violazioni in Venezuela con l’unico scopo di
screditare il presidente venezuelano. La sua azione, come detto, si
inserisce in un più ampio progetto di discredito internazionale,
messo in atto dalla CIA e dal Governo USA, contro coluí che
maggiormanete sta favorendo gli interessi nazionali latinoamericani e
penalizzando le ruberie operate fino ad ora, in America Latina dagli
USA.