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DAL MOLIN: NON è FINITA QUI

Romano Prodi non rappresenta la volontà della maggior
parte dei vicentini e la sua firma in calce alla cessione di
una parte del nostro territorio agli Stati Uniti per noi non
ha alcun significato dal punto di vista pratico. Ronald
Spogli può anche sventolare davanti ai giornalisti quel
pezzo di carta, ma per noi la realtà resta una soltanto:
la nuova base Usa al Dal Molin non si farà.

Non ci aspettavamo più nulla di positivo da questo
Governo; un esecutivo che ha preso a pesci in faccia la
cittadinanza e lo stesso Parlamento, dimostrando così ben
poco rispetto per chi li ha eletti e per le istituzioni. Un
Governo che non ha avuto nemmeno il coraggio di comunicare
ai propri cittadini la firma di cessione dell'area del Dal
Molin, bensì ha delegato l'ambasciatore statunitense
che, evidentemente, ha il potere di dettare tempi e modi
della politica del nostro Paese.

Per noi, comunque, nulla è cambiato. Avevamo detto che, se
necessario, avremmo impedito alle ruspe di effettuare i
lavori di costruzione della base militare. Così sarà, e
ieri sera abbiamo voluto dimostrare simbolicamente la nostra
determinazione entrando, per più di un'ora, nell'area
militare del Dal Molin.

Nei prossimi giorni discuteremo, ci confronteremo,
costruiremo insieme le strategie di lotta e le prossime
iniziative. Ieri, per noi, non è successo nulla di
particolarmente rilevante. Il nostro percorso è appena
iniziato e siamo determinati a difendere la nostra terra per
un futuro senza basi di guerra.


Presidio Permanente, Vicenza, 15 giugno 2007