Co-fondatore di Hamas insieme ad Abdel Aziz al-Rantissi.
Non vedente e paraplegico, costretto alla sedia a rotelle dopo un
incidente sportivo di gioventù.
Padre di 12 figli.
Nasce vicino alla città di Majdal (rinominata Ashkelon dopo il
1948) probabilmente nel 1938.
Si trasferisce a Gaza con la famiglia dopo che il suo villaggio viene
distrutto nel 1948.
Studia all’università del Cairo Al-Azhar dove aderisce al
movimento dei Fratelli musulmani.
Nel 1989 é condannato all’ergastolo da un tribunale militare
israeliano e messo in prigione
Nel 1997 viene rilasciato in virtù di un accordo con la
Giordania a seguito del tentativo fallito da parte del Mossad (servizi
segreti israeliani) di assassinare Khaled Mashal. C’è uno
scambio: il rilascio di Yassin contro quello di due agenti del Mossad
arrestati dalle autorità giordane.
In seguito viene messo ripetutamente agli arresti domiciliari e
sempre rilasciato, spesso a seguito di dimostrazioni di massa dei suoi
seguaci.
Il 6 settembre 2003 viene ferito leggermente a seguito di una bomba
caduta sulla sua casa a Gaza City.
Yassin dichiara: “ I leader di Hamas non hanno paura della morte e si
augurano di diventare martiri. La Jihad continuerà e la
resistenza continuerà fino alla vittoria o alla morte.”
Yassin non cercò mai di nascondersi e mantenne una vita normale
fatta di incontri e di preghiere quotidiane nella vicina moschea.
E’ ucciso il 22 marzo 2004. Nel tragitto, in sedia a rotelle,
dalla sua casa alla moschea dove pregava abitualmente viene colpito da
un missile sparato da un elicottero e muore all’istante insieme alle
due guardie del corpo.
Ariel Sharon, che ha seguito in diretta l’operazione tramite un video
trasmesso dall’elicottero, esulta e dichiara “Lo stato di Israele
questa mattina ha colpito il primo e più importante capo
degli assassini terroristi palestinesi”.
L’Autorità Palestinese proclama tre giorni di lutto e chiude
tutte le scuole. Le bandiere sono messe a mezz’asta.
Ismail Haniyeh dichiara: “Sharon ha aperto le porte dell’inferno”
Partecipano al funerale più di 200 mila persone.
Il consiglio di sicuezza dell’ONU cerca di far approvare una
risoluzione di condanna dell’assassinio di Yassin, ma gli USA pongono
il veto.